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GIORNATA INTERNAZIONALE PER LA RIDUZIONE DEI RISCHI DA DISASTRI 2013.

3.4. Lezioni italiane: il livello locale

L’ 8 Novembre 2005 la Giunta Comunale di Pescara ha deliberato l’Istituzione del registro dei diversamente abili e dei non autosufficienti ai fini di protezione civile. Nella delibera di Giunta si legge:

Le Associazioni di Volontariato MODAVI, C.S.V. ed A.S.S.O., alla luce degli ultimi episodi di calamità naturali registrati sia in ambito nazionale che internazionale, hanno proposto all’Amministrazione Comunale di Pescara un progetto per la mappatura dei diversamente abili e dei non autosufficienti presenti nel territorio comunale, da inserire nel più generale piano di Protezione Civile, per gestire l’evacuazione delle fasce più deboli della popolazione (invalidi,disabili,anziani di età superiore ai settanta anni con difficoltà di deambulazione), attraverso interventi di soccorso mirati.

Il progetto si propone di costituire un registro finalizzato alla realizzazione di una banca dati in grado di fornire, in caso di necessità, indicazioni precise alle squadre di soccorso, per rendere più rapidi gli interventi.

La banca dati dovrà contenere informazioni relative ai dati anagrafici dei soggetti interessati, l’esatta indicazione del domicilio ivi compreso il piano da raggiungere oltre ad informazioni sulle modalità di trasporto necessarie in relazione alle condizioni del soggetto ed in particolare:

• mezzo di trasporto;

• se necessita di attrezzatura semplice( solo sedia a rotelle o altro);

• se occorre barella ;

• se è necessaria la presenza di un accompagnatore e/o personale sanitario;

L’informativa dovrà contenere inoltre dati sulla presenza o meno di barriere architettoniche quali:

• presenza o assenza di ascensori ;

• presenza di scivoli.

Per essere inseriti nella Banca dati i cittadini interessati, appartenenti alle categorie elencate, potranno richiedere l’iscrizione all’apposito registro, rilasciando contemporaneamente l’autorizzazione al trattamento dei dati.

I dati così acquisiti verranno gestiti ed incrociati sia con quelli già in possesso dall’Amministrazione Comunale che con quelli forniti dalle altre realtà, pubbliche e private, operanti nel sociale sul territorio comunale il tutto nel rispetto delle normative in materia di Privacy.

Alla luce della valenza del progetto che permetterebbe, attraverso interventi mirati,di operare con rapidità, efficienza e precisione per la salvaguardia delle fasce più deboli della popolazione, si propone l’approvazione del presente atto109.

                                                                                                               

108 Ivi, p. 14.

109 Delibera Giunta Comunale Pescara 8 Novembre 2005, n. 1103, in materia “Istituzione del registro dei diversamente abili e dei non autosufficienti ai fini di protezione civile”.

Dal saggio precedentemente citato della Assennato, Disabilità, emergenze e protezione civile, leggiamo che la Consulta della Disabilità della Provincia di Ancona ha collaborato alla organizzazione di una esercitazione della Regione Marche nel 2010. La stessa Regione Marche ha avviato un percorso finalizzato alla realizzazione di Linee Guida sul tema disabilità e pianificazione in emergenza, un documento che sarà frutto di esperienze, attività, esercitazioni e studi. Collaborano infatti a questo progetto l’Università Politecnica delle Marche e la Consulta regionale per la disabilità con le sue associazioni.

Nel 2011 la Provincia di Matera ha messo a disposizione il Manuale in Braille di Protezione Civile, il primo in Italia e in Europa. ‹‹Ma c’è di più, perché consigli e indicazioni ai vedenti e ipovedenti su come districarsi nelle emergenze, sono stati sintetizzati in un audiolibro, ovvero tre file formato mp3, che potranno presto essere linkabili su tutti i siti istituzionali italiani, sempre a richiesta. Infine, è stato prodotto un testo in “large print” per gli ipovedenti››110.

Varie sono state le iniziative formative per i volontari di Protezione Civile, non ultimo il corso Comunicare senza barriere dedicato ai volontari del                                                                                                                

110 Corrado A., I ciechi nelle emergenze: il primo manuale in Braille in Italia e in Europa, in “La Protezione Civile Italiana”, n. 8, 2011. p. 22. L’audiolibro è disponibile a questo link http://www.emergenzabasilicata.it/audiolibro/

Lazio e finanziato dalla Regione al fine di fornire l’abc della lingua dei segni: ‹‹come scambiare con la persona sorda semplici dati, come nome e cognome, ma anche comprendere le richieste di aiuto dei non udenti, imparando a dare assistenza e indicazioni utili e a soddisfare le esigenze della persona sorda nel momento dell’emergenza››111.

Nell’ ottobre 2013 Beatrice Gatto ha presentato la sua ricerca di dottorato dal titolo Approccio alla Disabilità basato sui Diritti Umani nelle attività di protezione Civile. Il suo progetto di ricerca si inserisce nel percorso di cui parlavo precedentemente dell’Università Politecnica delle Marche in collaborazione con la Regione ed altri attori. ‹‹Questa ricerca vuole contribuire al processo di attuazione dei diritti delle persone con disabilità nell’ambito della pianificazione e gestione dell’emergenza, valutando le loro esigenze e identificando strategie che assicurino loro efficace soccorso e protezione››.112 La Gatto evidenzia una criticità italiana ma comune ai Paesi europei; scrive infatti: ‹‹Ad oggi, i soggetti preposti alla gestione delle emergenze non si sono ancora dotati di “linee guida” nazionali che stabiliscano dei parametri universali e accessibili. Di conseguenza si procede sottoscrivendo dei protocolli operativi di salvataggio, a scapito di un adeguamento omogeneo a quanto previsto dalla Convenzione nei riguardi delle persone con disabilità››113.

Tema importantissimo e molto discusso è quello affrontato da Silvia Assennato ossia la Privacy nella gestione degli interventi di Protezione Civile.

Il D.Lgs 196/03 (codice Privacy) è il Testo Unico attualmente vigente e garantisce a chiunque il diritto alla riservatezza, all’identità personale e alla protezione dei dati personali. […] La legge differenzia tra:

• Dato personale: qualunque informazione anche indiretta relativa a persona fisica. I riferimenti alle persone giuridiche sono stati eliminati integralmente, dalla modifica

introdotta dal Governo Monti

• Dato identificativo: particolari tipi di dati personali che consentano identificazione diretta

• Dato sensibile: dato idoneo rivelare l’origine etnica, le convinzioni religiose l’adesione ad

associazioni e le condizioni di salute. Le condizioni di salute sono particolarmente tutelate e i relativi dati sono definiti dati ultra sensibili. Questi dati devono essere raccolti direttamente presso la persona interessata, secondo le disposizioni della raccomandazione R97-5 del 13.2.1997 emessa dal Consiglio d’Europa. La raccolta indiretta (da altre fonti) è possibile solo se la persona

                                                                                                               

111 Unali F., Comunicare senza barriere, in “La Protezione Civile Italiana”, n. 1, 2012, pp. 71-72. 112 Gatto B., Approccio alla Disabilità basato sui Diritti Umani nelle attività di Protezione Civile, Università Politecnica delle Marche, 2013.

interessata non sia in condizione di fornire i dati e sempre sotto il vincolo della necessità.114

Dunque il diretto interessato deve fornire il consenso. Ma cosa si intende per consenso?

Sul punto l’art. 23 [del T.U.] è piuttosto chiaro: Il trattamento dei dati personali da parte di privati o di enti pubblici economici è ammesso solo con il consenso espresso dell’interessato; il consenso può riguardare l’intero trattamento ovvero una o più operazioni dello stesso esso è validamente prestato solo se è espresso liberamente e specificamente in riferimento ad un trattamento specificamente individuato e se sono state rese le informazioni di cui all’art. 13 della stessa legge. Per i dati ultrasensibili il consenso è validamente espresso – salve le previsioni del comma 3 – solo se manifestato in forma scritta. Comma 3: Per la conservazione dei dati ultrasensibili è richiesta l’adozione di misure di sicurezza molto rigorose quali, a mero titolo esemplificativo:

• La crittografia dei dati

• La conservazione in situazione di sicurezza

• Modalità sicure di trasporto, anche in senso di transazione informatica

In Italia la disabilità è considerata un problema sanitario/medicale ma non c’è un riferimento normativo diretto che equipari disabilità e malattia.115

In Italia dunque chi è in possesso dei dati sulla disabilità?

Prefettura

• ha dati generali sulla mobilità delle persone, i.e. attraverso le comunicazioni relative alle presenze nelle strutture ricettive

Province

• gestione degli elenchi del collocamento mirato ex l. 68/99 ed in alcune Regioni per il trasporto pubblico accessibile

Comuni,

• anagrafe, servizi di assistenza indiretta, rilascio dei contrassegni di circolazione, assegnazione e creazione di aree di sosta riservate (c.d. parcheggi gialli)

Inps L’istituto è in possesso di tutti i dati e delle diagnosi che esso stesso pone relativi alle domande di invalidità presentate dal momento in cui è divenuto gestore unico del settore

ASL attualmente agisce come ente di primo livello rispetto all’Inps, ma attraverso la rete degli ospedali è in grado di identificare i bisogni di assistenza presenti sul territorio (numero,tipologia e durata dei ricoveri), collauda e autorizza la spesa relativa ad ausili

Istat i dati del censimento consentono di identificare la composizione del nucleo familiare e le sue modificazioni nel tempo; inoltre i dati raccolti dai comuni. INAIL È in possesso dei dati e delle diagnosi sulle malattie e gli infortuni sul lavoro, e attraverso i Centri Protesi ha un importante relazione con il mondo della disabilità, poiché si tratta di un rapporto esteso nel tempo.116

                                                                                                               

114 Assennato S., La privacy nella gestione degli interventi, 2013. 115 Ibidem.

In questo panorama, si impone quindi la figura del Garante della Privacy il quale nel 2012 ha chiarito una empasse milanese.

• l’autorità garante è più volte intervenuta per oscurare dai siti web di diversi Comuni italiani che pubblicavano dati ultrasensibili (es. ricoveri anche per T.S.O.)

• il Garante ha anche dichiarato ultrasensibili e dunque coperti da privacy i dati relativi alla

popolazione disabile. Ciò vale anche per i dati richiesti da parte dei Comuni (dati necessariamente diversi da quelli dei quali siano già in possesso) per la redazione dei piani comunali di protezione civile.

Su interrogazione dell’Inps – cui si era rivolto il Comune di Milano - l’autorità ha confermato che l’INPS non può trasmettere i propri dati al Comune (ord. 8.11.2012). Il garante ha perciò chiarito quale è la situazione legittima rispetto alla legislazione vigente:

• nell’ordinanza si afferma che in assenza di una legge l’unico ente legittimato a trasmettere i dati ai gestori di protezione civile è la ASL territoriale

• La ASL però interviene solo quando un’emergenza sia già stata dichiarata117

Il problema è attuale e persiste in quanto il Sistema di protezione Civile ha la necessità di pianificare dunque intervenire prima che l’emergenza si sia verificata. A questo punto la Silvia Assennato prova a dare delle direttive chiare da ritenere però non definitive in quanto perfettibili.

Ci siamo bloccati su una interpretazione contorta della legge!

Il problema si risolve utilizzando le nuove parole chiave di inclusione sociale, mainstreaming, sostegno alla vita indipendente, valorizzazione, e questo vale anche nella preparazione all’emergenza. Questo è un obbligo derivante dalle fonti internazionali del diritto: infatti l’art. 11 della Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili invita gli Stati a prendere «tutte le misure necessarie per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, incluse le situazioni di conflitto armato, le emergenze umanitarie e le catastrofi naturali».

I dati sulla disabilità sono e rimangono sensibili e nel loro trattamento occorre applicare particolari cautele

• Il dato completo dovrebbe essere di esclusiva competenza pubblica e tutti coloro che siano coinvolti dovrebbero firmare un accordo di riservatezza assoluta • Si può porre un Parallelismo con la sensibilità dei dati industriali nei piani di emergenza esterna degli stabilimenti a rischio incidente rilevante, dati completi presso la prefettura, dati al pubblico solo relativi alla informazione generale E ’necessario ed imprescindibile anche dare sicurezza sui dati sul modello e con i vincoli delle banche dati pubbliche (i.e. in materia di DNA)

                                                                                                                                                                                                                                                                                                               

116 Ibidem. 117 Ibidem.

• Si devono prevedere tempi e modalità certi, sia per la conservazione che per la distruzione e/o il rinnovo

• Si deve evitare che si possano cedere e/o acquistare le banche dati formate in ragione

dell’emergenza

I Piani di emergenza per essere efficaci devono essere inclusivi, come arrivarci? A legge vigente l’unica strada è l’ autorizzazione volontaria del disabile e delle associazioni, ovvero accordi singolarmente sottoscritti tra le associazioni e le amministrazioni coinvolte.

Esempio: la provincia di Cosenza che ha siglato, a maggio 2013 un protocollo con le associazioni del territorio per organizzare un’azione di sensibilizzazione, sulla definizione di linee di intervento nella gestione di emergenze ed indicazione di procedure condivise da adottare per le persone con difficoltà fisiche o sensoriali.118

I rappresentati del Dipartimento che ho incontrato a febbraio 2014 mi hanno raccontato che alcuni Comuni sono riusciti a trovare soluzioni per ovviare alla difficoltà di reperire i nominativi dei disabili. Per esempio il Comune di Luzzi, una piccola Città in Provincia di Cosenza, ha costruito una mappa che indica con colori diversi in base alla disabilità, la localizzazione dei disabili nei palazzi dove risiedono; questa modalità non esige sapere i nomi dei cittadini interessati ma solo dove abitano. Il Comune di Sulmona invece ha coinvolto i volontari di Protezione Civile i quali hanno svolto un censimento porta a porta in tutti i condomini per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di sapere dove i disabili risiedono e dunque ottenere informazioni direttamente da loro. Inoltre, alcuni giorni prima, i volontari hanno spedito una scheda con la foto di chi sarebbe andato a trovarli.

Queste modalità sono sicuramente un passo importante, tuttavia esigono una forte collaborazione con le Asl e le associazioni di volontariato; inoltre queste due modalità descritte escludono i disabili temporanei (i quali possono essere individuati solo dalla Società che si occupa di Sanità all’interno del Comune) ed ancora sono due strumenti che non permettono un facile e continuo aggiornamento dei dati.

Concludo questa raccolta di lessons learned riprendendo il saggio di Francesca Assennato Disabilità, emergenze e protezione civile la quale fa una sintesi ed individua sette momenti nella fase di prevenzione e preparazione per procedere ad una pianificazione che sia davvero inclusiva delle esigenze dei disabili:

1. ‹‹acquisizione e gestione delle informazioni sulla disabilità ai fini della pianificazione di emergenza

                                                                                                               

2. identificazione delle necessità specifiche

3. progettazione della continuità dei servizi

4. acquisizione di attrezzature idonee

5. formazione e promozione delle capacità di autosoccorso

6. formazione per gli operatori››119.

L’autrice conclude il suo saggio fornendo alcune raccomandazioni:

formare gli operatori alla disabilità e alle modalità per rispondere alle specifiche esigenze dei disabili.

Identificare le esigenze e pianificare i tipi di intervento per le differenti disabilità. Politiche di prevenzione mediante locazione facilitata per favorire l’insediamento delle SNP in locali accessibili e aree a minor rischio o almeno con la presenza di “zone sicure” che facilitino le operazioni di soccorso.

Politiche di prevenzione mediante il rafforzamento e promozione dei network familiari e locali, nonché mediante programmi formativi per la consapevolezza dei rischi sull’autosoccorso.

Politiche di prevenzione mediante la predisposizione di banche dati e mappatura dei soggetti vulnerabili.

Censimento danni con indicatori specifici sulla disabilità (n. persone coinvolte, tipologie di disabilità, tipologie di ausili, necessità economiche,ecc) per valutare la gestione delle emergenze.

Promuovere la predisposizione di strumenti normativi ad hoc o prevedere l’inserimento della tutela e inclusione dei disabili nella norma generale sulla gestione delle emergenze120.

                                                                                                               

119Assennato F., Disabilità, emergenze e protezione civile, cit, p. 336. 120 Ivi, pp. 338-339.

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Decreto Legislativo 7 settembre 2001, n. 343, convertito L. 401/2001, in materia di “Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile”.

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