GIORNATA INTERNAZIONALE PER LA RIDUZIONE DEI RISCHI DA DISASTRI 2013.
3.3. Lezioni italiane: il livello nazionale
Questo paragrafo raccoglie iniziative promosse dal Dipartimento di Protezione Civile ma anche da altre Istituzioni italiane.
In Italia il Dipartimento della Protezione Civile avviò nel 2004 un progetto denominato Abili a Proteggere grazie al quale si è provveduto all’inserimento lavorativo, all’interno dell’Ufficio Stampa del Dipartimento, di alcuni disabili della Cooperativa Europe Consulting; la Convenzione è stata rinnovata anche nel dicembre 2012.
Sempre il Dipartimento ha avviato nel 2007 il progetto di Servizio Civile Monitoraggio dei sistemi di soccorso e allertamento per disabili in emergenza il quale ha visto la partecipazione di associazioni come Fish, Auster, Superabile-Inail, Europe Consulting. Il progetto ha prodotto una scheda (Cfds) dedicata agli operatori sanitari impiegati nei campi di
accoglienza al fine di adottare alcuni accorgimenti per le persone disabili che soggiornano a seguito di una calamità.
Nel 2011 il Dipartimento organizzò un convegno proprio dal titolo Disabilità ed Emergenza, momento di riflessione rispetto alle prospettive future.
Il Dipartimento ha infatti iniziato un percorso che porterà all’individuazione di buone pratiche per quanto riguarda il tema. Dapprima è stata fatta una indagine che ha coinvolto alcune Province, poi un’altra rivolta ai volontari di Protezione Civile. Nel giugno 2013 infine è stato somministrato il questionario Misure per la disabilità nei piani di emergenza a 400 Comuni italiani. Il questionario, al quale le Amministrazioni selezionate potevano accedere tramite login sul sito della Protezione Civile, era diviso in due parti: una prima parte che riguardava l'allerta e il soccorso delle persone con disabilità in casi di emergenza; mentre la seconda parte si incentrava su quali dovessero essere le attività di informazione e comunicazione da portare avanti. I due Comuni selezionati della Provincia di Pisa sono stati Lari e Guardistallo. In Febbraio 2014 ho incontrato i rappresentanti del Dipartimento e della Cooperativa Europe Consulting che si occupano di questo tema i quali mi hanno anticipato che al più presto trasmetteranno i risultati dei questionari ai Comuni interessati e alle rispettive Regioni, per poi renderli pubblici. Ai questionari ha risposto circa il 50% dei 400 Comuni, dato abbastanza rassicurante considerato il difficile iter burocratico per inviarli. Inoltre mi hanno raccontato quali saranno i passaggi che il Dipartimento intende fare nei prossimi mesi. Apriranno un tavolo di lavoro con alcuni Comuni, quelli che nel loro Piano di Protezione Civile hanno individuato procedure per i disabili, per poter raccogliere buone pratiche. Sono aperti altri due tavoli di lavoro: uno con le associazioni di volontariato di Protezione Civile che si occupano di sanità, un altro con le associazioni di categoria rappresentanti dei differenti tipi di disabilità.
Nell’ ottobre 2013 poi si è svolta una esercitazione internazionale: l’esercitazione Twist ad Amalfi. Questa ha sperimentato, tra le altre cose, l’evacuazione di un uomo con disabilità motoria, Antonio Spica. Un articolo del Magazine del Dipartimento di Protezione Civile spiega che si sono utilizzati due strumenti: il Saf (tecnica Speleo Alpine Fluviali del Vigili del Fuoco) e 115 For deaf (come allertare il 115 se si è persone sorde). Dallo stesso articolo leggiamo:
‹‹per la prima volta vengono testate le procedure di evacuazione di categorie fragili all’interno di una esercitazione internazionale, con l’obiettivo di inserirle nelle “Linee guida delle persone fragili e con disabilità nelle catastrofi e nelle
altre emergenze e maxi-emergenze”, documento in via di definizione da parte del Gruppo di lavoro sulla disabilità che opera all’interno del Dipartimento››101.
In questa occasione sono state testate le schede Cfds (Classificazione della Funzionalità, Disabilità, Salute della persona) di cui parlavo prima e Sveil (Speditivi per la Valutazione delle Esigenze Immediate delle persone fragili e con disabilità) ossia una scheda, più snella rispetto alla prima e dedicata i volontari, che mira ad individuare già nell’Area di attesa quelle che sono le esigenze primarie del disabile tramite domande che il volontario pone al disabile stesso. Su youtube è possibile vedere il video dell’evacuazione di Antonio Spica, tuttavia io mi sono fatta raccontare proprio da lui l’esperienza che ha vissuto durante l’esercitazione. Antonio ha spiegato che momento fondamentale è stato il confronto con i Vigili del Fuoco prima dell’esercitazione. I soccorritori infatti, prima dell’incontro con Antonio, avevano individuato alcune misure di evacuazione che in realtà non andavano bene e forse sarebbero state anche dannose. Mi ha poi raccontato tutta la procedura del soccorso. Lui si sentiva sicuro in quei momenti anche perché, mi ha spiegato, i soccorritori gli parlavano e gli raccontavano cosa stessero esattamente facendo e cosa la procedura prevedesse dopo.
Anche a Potenza si è provato a fare una esercitazione dedicata ai disabili, tuttavia si è riscontrata una difficoltà di fondo: le famiglie delle persone disabili non volevano aderire. Dunque è stato necessario dedicare alcuni giorni all’incontro con queste famiglie per spiegare innanzitutto cosa fosse il Sistema di Protezione Civile, il suo lavoro.
Infine i rappresentanti del Dipartimento mi hanno anticipato che a breve sarà online il sito di Abili a Proteggere, una piattaforma che raccoglierà buone pratiche, esperienze provenienti da Comuni, associazioni, ecc sul tema Disabilità ed Emergenza.
Nel 2004 il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ha redatto il manuale Il soccorso alle persone disabili: indicazioni per la gestione dell’emergenza, un vademecum che spiega le tecniche per aiutare il disabile ad evacuare un edificio durante un’emergenza facendo anche una opportuna distinzione tra categorie di disabilità. L’anno dopo il Dipartimento di Protezione Civile ha riassunto queste tecniche nel libretto La Protezione Civile in famiglia come di seguito riportiamo.
‹‹Se la persona può allontanarsi mediante l’utilizzo di una sedia a rotelle: assicurati che il percorso sia libero da eventuali barriere architettoniche;
101 AA.VV., Esercitazione Twist: ad Amalfi prove di soccorso e assistenza a persone fragili e con disabilità, in Magazine del Dipartimento di Protezione Civile, 2013.
in presenza di ostacoli, quali scale o gradini, aiutala a superarli nel seguente modo:
posizionati dietro la carrozzina, impugna le maniglie della sedia inclinandola all’indietro di circa 45° ed affronta l’ostacolo, mantenendo la posizione inclinata fino a che non raggiungi un luogo sicuro e in piano. Ricorda di affrontare l’ostacolo procedendo sempre all’indietro!
Se devi trasportare una persona non in grado di collaborare:
non sottoporre a trazione le sue strutture articolari perché potresti provocarle danni ma utilizza come punti di presa il cingolo scapolare (complesso articolare della spalla) o il cingolo pelvico (complesso articolare del bacino ed dell’anca)››102.
Se il disabile ha problemi di udito:
-‹‹ Facilita la lettura labiale, eviterai incomprensioni ed agevolerai il soccorso: - quando parli, tieni ferma la testa e posiziona il viso all’altezza degli occhi dell’interlocutore;
- parla distintamente, possibilmente con una corretta pronuncia, usando frasi brevi con un tono normale (non occorre gridare);
- scrivi in stampatello nomi e parole che non riesci a comunicare; - mantieni una distanza inferiore al metro e mezzo.
Anche le persone con protesi acustiche hanno difficoltà a recepire integralmente il parlato, cerca quindi di attenerti alle stesse precauzioni››103.
Se invece siamo in presenza di una disabilità alla vista:
‹‹Annuncia la tua presenza e parla con voce distinta; - spiega la reale situazione di pericolo;
- evita di alternare una terza persona nella conversazione; - descrivi anticipatamente le azioni da intraprendere;
- guida la persona lungo il percorso nel modo che ritiene più idoneo, appoggiata alla tua spalla e leggermente più dietro;
- annuncia la presenza di ostacoli come scale, porte, o altre situazioni di impedimento;
- se accompagni più persone con le stesse difficoltà aiutale a tenersi per mano; - non abbandonare la persona una volta raggiunto un luogo fuori pericolo, ma assicurati che sia in compagnia››104.
Infine, potrebbe accadere di evacuare disabili cognitivi:
‹‹Ricorda che persone con disabilità di apprendimento:
potrebbero avere difficoltà nell’eseguire istruzioni complesse, superiori ad una breve sequenza di
102 AA.VV., Protezione Civile in famiglia, Dipartimento della Protezione Civile c/o Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Autonoma Valle d’Aosta, Roma, 2005, p. 56.
103 Ibidem. 104 Ivi., pp. 56-57.
azioni semplici;
in situazioni di pericolo possono mostrare atteggiamenti di parziale o nulla collaborazione verso
chi attua il soccorso. Perciò:
accertati che la persona abbia percepito la situazione di pericolo;
accompagna la persona se dimostra di avere problemi di scarso senso direzionale; fornisci istruzioni suddividendole in semplici fasi successive;
usa segnali semplici o simboli facilmente comprensibili; cerca di interpretare le eventuali reazioni;
di fronte a comportamenti aggressivi da’ la precedenza alla salvaguardia dell’incolumità fisica della persona. Ricorri all’intervento coercitivo se questo costituisce l’unica soluzione possibile››105.
Nel 2009 il Parlamento italiano ratifica la Convenzione delle Nazione Unite sui diritti delle persone con disabilità approvata dall’ONU nel 2006. Nel nostro ordinamento questa è dunque legge dello Stato che indica la strada da percorrere per garantire i diritti di uguaglianza e di inclusione sociale di tutti i cittadini con disabilità. Di seguito riportiamo due articoli tra i più interessanti per la nostra analisi.
Articolo 9
Accessibilità
Al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, gli Stati Parti adottano misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o forniti al pubblico, sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Queste misure, che includono l’identificazione e l’eliminazione di ostacoli e barriere all’accessibilità, si applicano, tra l’altro, a: b) ai servizi di informazione, comunicazione e altri, compresi i servizi informatici e quelli di emergenza. […]
Articolo 11
Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie
Gli Stati Parti adottano, in conformità agli obblighi derivanti dal diritto internazionale,
compreso il diritto internazionale umanitario e le norme internazionali sui diritti umani, tutte le misure necessarie per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, incluse le situazioni di conflitto armato, le emergenze umanitarie e le catastrofi naturali.106
105 Ivi, p. 57.
106 AA.VV., La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, 2007, pp. 14-16.
Frutto di un processo partecipativo avviato nel 2011 con il tavolo di lavoro Mae/Dgcs-Rids, la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo ha redatto nell’ottobre 2013 il Piano d’Azione sulla disabilità il quale conferma l'azione della Cooperazione Italiana per l'applicazione dei diritti delle persone con disabilità. Di seguito alcuni passaggi sull’emergenza umanitaria e le catastrofi:
In caso di guerra, di catastrofi naturali e umane le persone con disabilità sono le prime a patire le
terribili conseguenze delle emergenze, spesso con la morte e la mancanza di attenzione alla loro condizione. Per questo le persone con disabilità rappresentano i più esclusi fra gli esclusi, i più indiscriminati fra i discriminati, i più poveri tra i poveri. […] Negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale il numero di interventi della comunità internazionale per affrontare eventi catastrofici a causa di calamità naturali, guerre e eventi causati all’uomo. Sia che siano migrazioni di popolazioni a causa di conflitti o carestie, catastrofi generate all’uomo, scarsa è stata l’attenzione prestata alle persone con disabilità, particolarmente vulnerabili in situazioni di emergenza. Dall’approvazione della CRPD un rinnovato interesse riguardo ai problemi delle persone con disabilità alla luce di un aumentato coinvolgimento su argomenti come la sicurezza, la prevenzione del rischio e l’intervento in caso d’emergenza. Mentre nel passato le persone con disabilità ricoprivano un ruolo secondario nella pianificazione delle attività e nella ricerca di soluzioni per la riduzione del rischio nelle situazioni di disastro, di recente questa parte della popolazione è stata riconosciuta essere un target privilegiato nella risposta immediata ad interventi d’emergenza in caso di disastri naturali e guerre. Questo approccio riveduto e corretto ha avuto implicazioni a diversi livelli, soprattutto per il riconoscimento alla protezione secondo la legislazione in materia di sicurezza e protezione civile. […] Inoltre, il Parlamento Europeo in una risoluzione del 4 settembre 2007 sui disastri naturali, all’art. 19 "Sottolinea la necessità in caso di disastri naturali di tenere in considerazione soprattutto i bisogni specifici delle persone con disabilità in tutte le azioni svolte usando i Meccanismi della Protezione Civile".107
Per identificare interventi in situazione di emergenza, questo documento individuava tre azioni che il Ministero degli Affari Esteri avrebbe dovuto realizzare:
Azioni
- Costituire un gruppo di lavoro del MAE e delle istituzioni competenti per individuare come accrescere le competenze tecniche e le capacità di progettazione per la definizione più accurata dei bisogni e dei diritti delle persone con disabilità in situazioni di catastrofi e disastri naturali.
- Attuare, attraverso appropriate istruzioni, le misure ed i provvedimenti necessari per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni
107 AA.VV., Piano d’Azione sulla disabilità, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, Roma, 2013, pp. 3, 13.
di catastrofi e disastri naturali attraverso la responsabilizzazione delle istituzioni a tutti i livelli per mezzo di apposite formazioni.
- Introdurre a livello universitario e di master un modulo formativo su Emergenza e persone con disabilità.108