• Non ci sono risultati.

2. MATERIALI E METODI

2.6. LEZIONI IN AULA

Le attività didattiche del percorso formativo di ciascun gruppo classe coinvolto nel progetto di citizen science sono iniziate con una prima parte svolta in aula, nella quale poter conoscere i ragazzi, presentare il progetto, creare un clima collaborativo e propositivo, fornire vari contenuti teorici di partenza, lanciare le successive attività laboratoriali e stabilire i presupposti per l’uscita naturalistica. Ogni classe partecipante ha svolto due ore di lezione nella propria aula, iniziando il progetto di citizen science nella modalità più prossima alla situazione formativa consueta. L’incontro con gli studenti si è svolto con una modalità interattiva, evitando impostazioni frontali formali che impediscano o escludano l’ascolto, il confronto e la rielaborazione dei concetti, che invece devono essere rafforzati e agganciati con le conoscenze pregresse e con il proprio contesto di sviluppo.

Ogni lezione svolta in aula ha avuto una durata variabile, compresa tra i 40 e i 60 minuti, a seconda dell’orario della stessa nel quadro della giornata scolastica e in base a particolari imprevisti scolastici che ne hanno ridotto la durata.

Le tempistiche delle lezioni sono state calendarizzate in accordo con i rispettivi docenti di scienze, scegliendo possibilmente la condizione di due ore consecutive con la stessa classe, riducendo i momenti di disattenzione e potendo proseguire la spiegazione senza dover recuperare il discorso della lezione precedente.

Nella realizzazione di un’attività scolastica, la gestione della variabile tempo è fondamentale per la buona riuscita dell’incontro. I docenti si sono dimostrati maggiormente collaborativi nel momento in cui hanno riconosciuto l’importanza educativa della proposta e hanno considerato la cessione delle proprie ore come un “investimento formativo” in grado di favorire l’apprendimento di argomenti scientifici, l’acquisizione di competenze di cittadinanza, lo sviluppo di abilità sociali e comportamentali, che apporteranno benefici al contesto classe anche al termine dell’esperienza. Con questa consapevolezza e gratitudine verso i docenti coinvolti, è stato necessario gestire al meglio il tempo concesso, per fornire agli studenti e alla comunità educante un servizio di qualità.

La lezione ha previsto l’utilizzo di una lavagna interattiva multimediale e di un proiettore, grazie a cui poter mostrare agli alunni una presentazione in formato .ppt, inviata in anticipo ai docenti e riproposta successivamente tra le varie classi coinvolte. La presentazione propone due versioni, con delle lievi differenze nella terminologia adottata per le classi di scuola secondaria di primo e di secondo grado, anche se la maggior parte delle variazioni sono state compiute a voce.

58

La lezione in classe è strutturata in brevi moduli successivi e concatenati, da poter affrontare in due ore scolastiche, in base al tempo netto a disposizione e al livello di partecipazione e collaborazione degli studenti. Talvolta infatti è stato necessario dedicare più tempo alla parte di presentazione e introduzione, per creare il clima adeguato e ricevere la corretta attenzione anche nella parte successiva; talvolta invece si è entrati fin da subito nel vivo del progetto.

All’inizio del primo incontro è stato necessario ottenere un clima di impegno e attenzione a livello di gruppo classe, creando un contesto di apprendimento efficace a cui riferirsi per gli appuntamenti successivi.

A ciò ha subito fatto seguito una celere introduzione da parte del docente, nella quale ha fornito un primo personale punto di vista sul progetto e una aspettativa positiva e motivante sulla sua realizzazione da parte della classe.

Prendendo la parola ho potuto compiere una breve presentazione personale, che ha cercato di entrare subito in sintonia con i ragazzi, con i quali il legame è rafforzato dalla simile esperienza educativa vissuta in precedenza nel medesimo istituto scolastico. Aiutato dalle presentazioni proiettate sulla Lavagna Interattiva Multimediale, ho potuto fornire uno sguardo sull’idea progettuale, per rendere consapevoli i ragazzi dell’interessante opportunità loro fornita. L’occasione di realizzare il primo censimento faunistico di alcune specie aliene invasive nel Parco Regionale dei Colli Euganei risulta molto affascinante e la condizione di originalità e primato si mostrano come caratteristiche intrinsecamente motivanti e fortemente coinvolgenti della proposta di citizen science.

Terminata la breve presentazione e la somministrazione del questionario iniziale, la successiva porzione di tempo, circa 35 minuti, dava la possibilità di proporre in maniera dinamica e interattiva una spiegazione concisa alle prime domande teoriche richieste dal questionario. È stato così espresso l’ampio concetto di biodiversità, sottolineandone le dimensioni di equilibrio dinamico presenti all’interno di un ecosistema e di riduzione progressiva a causa dell’intervento dell’uomo, partendo dall’etimologia del termine per arrivare all’elenco ordinato dei fattori antropogenici della perdita di biodiversità. Per i ragazzi liceali veniva introdotta anche la definizione internazionale di biodiversità e in seguito erano elencati i principali obiettivi della politica ambientale mondiale.

Per ritornare su una tematica pratica e più vicina alla quotidianità vissuta dai ragazzi, la parte finale della prima lezione si spostava sulla condizione ambientale italiana, caratterizzata da una grande varietà e ricchezza di vita, ma anche da un declino nel numero di specie e nelle dimensioni dei loro habitat naturali. La

59

presentazione, sostenuta da immagini iconiche e fortemente emotive, prosegue considerando il grande valore floristico, vegetazionale e faunistico del Parco Regionale dei Colli Euganei, definito un hotspot di biodiversità. Nella conclusione dell’incontro veniva spiegato il concetto di endemismo ristretto, terminando con l’esposizione di alcune specie peculiari del territorio collinare euganeo. In base alle tempistiche, la presentazione della prima lezione (Fig. 2.6.a) poteva essere abbreviata tralasciando alcuni approfondimenti curiosi o ulteriormente estesa attraverso l’ascolto delle domande e degli spunti di riflessione dei ragazzi.

La seconda lezione, avvenuta spesso a distanza settimanale dalla precedente, cominciava con un momento di riepilogo di quanto fatto, mettendo un po’ alla prova la memoria a lungo termine degli studenti e la loro cura nel prendere appunti e creare collegamenti tra le spiegazioni scolastiche e la vita quotidiana.

Il primo argomento affrontato nel corso della seconda lezione in aula permetteva di avvicinarsi al contesto ambientale dell’esperienza di citizen science, fornendo fondamentali contenuti scientifici per conoscere le caratteristiche naturalistiche dei Colli Euganei, inquadrati dal punto di vista dell’origine geologica e della lunga storia che ne ha determinato il paesaggio attuale.

La presentazione utilizzata durante la seconda lezione (Fig. 2.6.b) ha cercato di mantenere lo stesso stile grafico della precedente, riportando i termini chiave della spiegazione ed esprimendo molti concetti attraverso immagini evocative selezionate per attirare l’attenzione e creare un interesse situazionale su cui far presa per un coinvolgimento più prolungato e un apprendimento di qualità. L’utilizzo di brainstorming per raccogliere le idee e la rappresentazione grafica di mappe concettuali, che andavano via via sviluppandosi durante la spiegazione, ha permesso ai ragazzi di interagire positivamente, vedendo riconosciuti i propri interventi, dando il giusto peso alle idee maggiormente corrette ma accogliendo anche quelle sbagliate o fuori luogo come ottime provocazioni per evidenziare ciò che non rientra nelle risposte valide e adeguate oppure ciò che anticipa parti della spiegazione che sarebbero giunti poco più avanti.

Attraverso la spiegazione del concetto di nicchia ecologica si è riusciti a collegare la spiegazione sulla peculiarità del territorio euganeo con le varie componenti biologiche che in esso si sviluppano e che potrebbero essere individuate e identificate durante un’uscita naturalistica di citizen science.

Un momento di gioco a squadre ha interrotto la trattazione molto strutturata e formale, per lanciare una piccola competizione ludica interna alla classe. In questa breve esperienza programmata con i docenti, i ragazzi hanno dovuto

60

formare dei gruppi, posizionando le proprie sedie attorno ad una coppia di banchi, con la superficie libera e disponibile per la fase di gioco.

Considerando che normalmente la disposizione dei ragazzi all’interno dell’aula segue un posizionamento sufficiente a distribuire le risorse e le problematicità, è bastato riunire a gruppi i compagni tra loro vicini di banco, evitando eccessiva dispersione di tempo e produzione di rumore disturbante per le classi limitrofe.

Ogni gruppo riceveva le medesime 12 carte da gioco plastificate (Fig. 2.6.c), rappresentanti alcuni organismi viventi della flora e della fauna euganee, con il compito iniziale di suddividerli in tre contesti ambientali differenti: aree umide, prati semiaridi e boschi decidui. Dopo pochi minuti di lavoro di gruppo, veniva riconosciuto il gruppo più rapido e veniva valorizzato il gruppo che aveva fornito tutte le risposte corrette. Successivamente la competizione tra squadre diventava leggermente più complicata, con l’abbinamento ad ogni animale del suo nome tradizionale e con l’assegnazione del corretto nome scientifico, che talvolta poteva contenere al proprio interno delle utili indicazioni o che in alternativa poteva essere associato per esclusione.

La sfida a squadre aveva il compito di creare un momento di apprendimento meno formale e particolarmente coinvolgente, per aumentare la partecipazione di tutti i ragazzi e innescare un primo lavoro di gruppo.

Negli ultimi 15-20 minuti della seconda ora di lezione in aula veniva invece approfondito il concetto di specie aliena invasiva, preceduto dalle definizioni di specie autoctona e di specie alloctona. Per comprendere meglio questi tre concetti sono stati presentati vari esempi di specie vegetali aliene invasive, con i relativi dettagli legati all’areale di origine, alla motivazione dell’introduzione e alle ripercussioni sull’ecosistema e sulla salute umana. Un insieme di cinque specie animali aliene invasive è stato presentato attraverso delle illustrazioni, senza alcuna spiegazione sulle caratteristiche identificative ed ecologiche, lanciando agli studenti un impegno personale per la volta successiva.

A tutta la classe veniva quindi richiesto ufficialmente un compito, sul quale il docente avrebbe avuto la possibilità di compiere una valutazione scolastica. Per l’incontro successivo ciascuno studente avrebbe dovuto individuare una specie animale aliena invasiva tra le cinque proposte al termine della lezione, sulla quale svolgere una propria ricerca scritta, la più completa possibile (Tab. 2.6.a). All’insegnante è stata data l’opportunità di valutare un lavoro creativo svolto dagli studenti, ai quali era stato affidato uno spazio di libertà nella decisione autonoma del soggetto di ricerca e contemporaneamente era stato richiesto di indicare sempre le fonti bibliografiche dei dati raccolti.

61

Fig. 2.6.a: Alcune slide della presentazione preparata per lo svolgimento della prima lezione in aula con le classi della scuola secondaria di primo grado.

Fig. 2.6.b: Alcune slide della presentazione preparata per lo svolgimento della seconda lezione in aula con le classi del liceo scientifico delle scienze applicate.

62

Fig. 2.6.c: Carte da gioco plastificate ideate e prodotte per un momento ludico con sfida a squadre nel corso della seconda ora di lezione in aula.

Tab. 2.6.a: Elenco di alcune specie animali presenti nell’elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale, tra cui scegliere per svolgere una ricerca personale approfondita.

Nome comune Nome scientifico

Gambero rosso della Louisiana Procambarus clarkii (Girard, 1852)

Testuggine palustre americana Trachemys scripta (Schoepff, 1792)

Usignolo del Giappone Leiothrix lutea (Scopoli, 1786)

Scoiattolo grigio nordamericano Sciurus carolinensis Gmelin, 1788

Nutria, Castorino Myocastor coypus (Molina, 1782)

63