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IL LIBRO DI LETTERATURA ITALIANA, LA SCUOLA E L'EDITORIA NEGLI ULTIMI DUE DECENN

GLI STRUMENTI: IL LIBRO DI LETTERATURA

1. IL LIBRO DI LETTERATURA ITALIANA, LA SCUOLA E L'EDITORIA NEGLI ULTIMI DUE DECENN

Nell'educazione letteraria del triennio della scuola superiore il principale strumento è ancora la storia-antologia di Letteratura italiana. Questo, però, non significa necessariamente che il libro sia amato dallo studente e/o dal docente oppure utilizzato nel modo migliore.

Nonostante questa considerazione, la scelta del libro di testo di Letteratura italiana da adottare è un compito importante per il docente e non va sottovalutato: la storia- antologia, che ha superato fortunatamente la formula del manuale e dell'antologia fisicamente separati, è il punto di riferimento del lavoro in classe per i materiali offerti e per i suoi contenuti. Tra le parti del libro di Letteratura italiana ricordiamo soprattutto la sezione antologica utilizzata dagli insegnanti in classe sia nel momento della lezione sia in quello della valutazione dell'allievo: i testi e i loro apparati sono il vero fulcro dell'educazione letteraria in classe, l'oggetto su cui si deve lavorare. Il profilo-storico, invece, è in genere considerato la parte del libro rivolta maggiormente agli allievi: esso si aggiunge ai testi e agli esercizi per casa ed è assegnato per integrare gli appunti del percorso elaborato dal docente stesso o per approfondire autonomamente argomenti di particolare interesse.

Inoltre, data la parzialità con cui le novità metodologiche sono penetrate nella scuola, l'insegnamento ha cominciato a seguire prevalentemente un metodo storicistico “leggero”. Sia nei manuali che nella pratica didattica il metodo strutturalistico- semiotico, quello ermeneutico e l'inserimento della letteratura nell'interdisciplinarità culturale non si sono affermati come alternative al modello storicistico, ma lo hanno integrato combinandosi in vario modo: si tratta di un eclettismo che non va condannato se guidato da criteri ragionati e non dalla semplice casualità o occasionalità.

modo tradizionale e comprendono alcune analisi del testo semantiche e struttural- semiotiche.

Come sostiene Marisa Strada1 l'unità coerente di questo sistema è nei casi migliori

ordinata, eclettica e si basa sulla centralità dell'autore storico e sulla possibilità di desumere la maggior quantità di informazioni dall'extratesto e dall'avantesto. Il modello, puntando alla completezza teorica, ha portato ad un incremento tale di informazioni e ad una complessità dei contenuti da risultare insostenibile sia da parte di un libro sia da parte della pratica didattica. A ciò si aggiungono la mancanza di attenzione per la specificità del testo letterario e l'esiguo spazio dato al gusto della lettura libera, non inquadrata nel canone teorico.

Il libro di letteratura, per quanto riguarda il decennio degli anni '90 e gli anni che vanno dal 2000 ad oggi, ha cambiato la sua fisionomia a seconda dei programmi e delle disposizioni di volta in volta prese dai ministri dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca durante l'avvicendarsi dei governi italiani. Nonostante le scelte prese dall'alto, le novità sono state recepite soprattutto dall'editoria e questo ha dato luogo ad una sfasatura attualmente operante nella scuola.

Con i programmi della Commissione Brocca e poi con il ministro Enrico Berlinguer, sono state introdotte importanti novità: la centralità del testo, il rilievo dato allo studio del Novecento, prima trascurato e da quel momento fondamentale per il nuovo esame di stato, la costruzione di percorsi trasversali (storico culturali, tematici e stilistici) e la proposta del modello didattico modulare. Se prima le storie-antologie prevedevano nella loro composizione e configurazione di vendita la trattazione della letteratura dalle origini all'Umanesimo per il primo anno, dal Rinascimento all'Illuminismo per il secondo e dal Neoclassicismo al secondo Novecento per l'ultimo anno, da quel momento esse hanno cominciato a rispettare una scansione nuova dei programmi: dalle origini al Manierismo, dal Barocco al Romanticismo, dal Naturalismo alla contemporaneità. In molti casi i percorsi trasversali non hanno sostituito la trattazione storica di determinati argomenti nei libri di testo e nella

1 Cfr P. Gibellini - M. Strada, L'insegnamento della letteratura italiana nel Novecento (e oltre?) in AA. VV. Storia

pratica didattica, ma hanno integrato il materiale già esistente congiuntamente agli approfondimenti interdisciplinari e allo spazio dato alla comparatistica tra le letterature europee.

Con la riforma della scuola dell'Autonomia la loro struttura interna si è evoluta secondo il principio della modularità: sono state pubblicate le prime storie-antologie concepite come ipertesti, in cui volumi e/o tomi sono strutturati per sezioni comprendenti moduli della stessa tipologia (storico-culturali, autori, opere, generi e temi); altre volte, invece, i moduli sono già ordinati uno di seguito all'altro e trattano i singoli argomenti su un arco temporale più ampio per mettere in rilievo gli elementi di continuità e di discontinuità, di somiglianza e di differenza tra più periodi storico- letterari.

Con il ministro Letizia Moratti, invece, sono stati allegati ai corsi di Letteratura italiana i primi strumenti multimediali come i CD-rom, spesso contenenti alcuni strumenti che integravano il libro, e le prime antologie per percorsi della Commedia dantesca, altre volte presenti nell'antologia del libro allo stesso modo delle grandi opere degli altri autori più importanti.

Attualmente, in conformità ai decreti della riforma del ministro Mariastella Gelmini, il libro di Letteratura italiana è cambiato ancora, dovendosi adeguare ad una nuova scansione dei programmi e a nuovi requisiti riguardanti la forma dei materiali. Inoltre, per tutelare i costi da parte delle famiglie e agevolare il ricorso all'usato è stato stabilito il blocco di cinque anni delle edizioni e di sei anni delle adozioni. Ciò equivale a dire che le case editrici devono impegnarsi a mantenere invariato il contenuto di ciascun libro nel quinquennio (successivo alla data di adozione), fatta eccezione per appendici di aggiornamento eventualmente necessarie (da rendere disponibili separatamente), mentre le adozioni potranno avvenire ogni sei anni2.

Riguardo le modifiche al programma di letteratura che hanno avuto conseguenze nell'editoria, sono da segnalare degli aggiustamenti quantitativi e distributivi: 1) la letteratura delle origini fino alla poesia prestilnovistica viene spostata al primo

biennio della scuola superiore mediante fascicoli autonomi o allegati alle antologie del biennio o del triennio successivo; 2) Leopardi è, invece, tolto dalla sua naturale collocazione e posto all'inizio dell'ultimo anno attraverso fascicoli autonomi. La vera novità, però, è la digitalizzazione dei libri di testo, resa effettiva solo da un decreto legge del ministro Francesco Profumo3: dall'anno scolastico 2014/15 potranno essere

adottati e acquistati solo libri in formato digitale, l'e-book, o in forma mista, in cui la versione cartacea è completata grazie all'integrazione di materiali on-line.

I provvedimenti hanno avuto una duplice conseguenza. I blocchi riguardanti le edizioni e le adozioni hanno finito per cristallizzare il mercato, favorendo la conservazione e penalizzando l'innovazione: le produzioni editoriali in questi anni sono in gran parte rielaborazioni di testi già esistenti realizzate selezionando e sintetizzando i materiali. Inoltre, dopo anni di particolare fervore nella pubblicazione di testi didatticamente innovativi, questi si sono più o meno uniformati a modelli comuni, rappresentati dall'insieme delle caratteristiche vincenti dei libri di maggior successo. Dal punto di vista pratico, invece, i benefici economici tanto attesi sono stati per ora vanificati dall'acquisto di libri del tutto nuovi o rinnovati a causa delle modifiche dei programmi e la trasformazione degli strumenti4.

La digitalizzazione del libro di testo risulta un'innovazione non praticabile nella sua portata. Essa potrebbe essere lo stimolo per una didattica adeguata ai progressi tecnologici in corso, ma la reale condizione dell'Italia è ben diversa: a causa della mancanza di infrastrutture e di corsi di aggiornamento dei docenti, le innovazioni previste dal Ministero risultano incompatibili con la realtà arretrata del nostro Paese. Il progetto di cambiamento rischia, perciò, di avere nel presente una ricaduta negativa nella didattica: i materiali on-line possono essere utilizzati in minima parte a scuola e, allo stesso tempo, viene sacrificata la ricchezza di quelli cartacei e di più facile consultazione.

Merita di essere menzionata ancora la questione dell'educazione letteraria e linguistica al triennio. Infatti, con il nuovo esame di stato, l'attenzione per le tipologie

3 Cfr. Ddl n. 209, 26 marzo 2013

della prima prova, quella di Italiano scritto, e per la terza prova, ha comportato altre trasformazioni nelle storie-antologie di Letteratura italiana: l'analisi del testo e i momenti del commento e dell'interpretazione sono ormai irrinunciabili, le proposte di lavoro sono diventate più creative e sono nati fascicoli di strumenti che guidano alla composizione di testi scritti di tipologia diversa. L'ultimo passo di questa integrazione in corso tra l'educazione letteraria e quella linguistica è stato l'inserimento di pagine sulla storia della lingua italiana nei libri di letteratura: esse non sono più parti accessorie del profilo letterario ma materiali di studio previsti dai programmi.

A partire dagli aspetti messi in evidenza e dalle considerazioni di Guido Armellini5,

possiamo affermare che una storia-antologia di letteratura per essere valida dovrebbe: • sostituire alle sintesi manualistiche e antologiche la lettura diretta - e

possibilmente integrale – dei testi seguita dall'analisi, dal commento e dall'interpretazione;

• collocare le opere sia in un percorso diacronico, in cui trovino spazio anche la dimensione sociologica, le istituzioni letterarie e la ricezione dei testi, sia in un percorso sincronico, perché espressioni della cultura in cui si inseriscono;

• permettere di cogliere i significati culturali, sociali ed estetici assunti dalle opere dei singoli scrittori nel passato e nel mondo contemporaneo;

• trattare in modo esauriente i “minori” per valutare mediante il confronto gli elementi innovativi delle “grandi opere” e considerare le espressioni letterarie delle culture subalterne;

• ampliare le prospettive dello studio riservando uno spazio adeguato alle letterature straniere e alle influenze con la nostra tradizione;

• correlare il “sistema letterario” con altri sistemi che interagiscono con esso all'interno di una stessa cultura e tra culture diverse.

L'editoria scolastica, inoltre, ha avuto un ruolo fondamentale nel collegare la scuola con la ricerca: le opere pubblicate hanno il merito di aver rinnovato la fisionomia

5 Cfr. Armellini G., Quale lettore, quale letteratura in Come e perché insegnare letteratura. Strategie e tattiche per la

dell'insegnamento, proponendo nuovi linguaggi e prospettive al passo con le discussioni teoriche della critica letteraria.

Come sostiene Strada, l'influenza dei dibattiti teorici che hanno cambiato il modo di studiare e di insegnare la letteratura è stata indiretta. Non si è verificato né un diretto confronto da parte dei docenti della scuola superiore con le teorie e gli studi critici né l'istituzione della scuola li ha tenuti in considerazione per trasformare gli obiettivi ed i programmi dell'educazione letteraria. A fare da strumento di mediazione tra il dibattito critico e il mondo della scuola sono state le stesse opere scolastiche, realizzate da docenti universitari e docenti della scuola superiore secondo modelli diversi e spesso integrati tra loro.

Il ruolo del docente della scuola superiore come coautore di un'opera, in genere firmata da un docente universitario, è diventato pressoché fondamentale: questi riesce a mettere in relazione il sapere universitario e la necessità di strumenti autorevoli ed accessibili a scuola, è capace di coniugare l'attenzione per la qualità dei contenuti e le esigenze della didattica.

Dagli anni Novanta ad oggi i libri sono cambiati in modo assai evidente ed è prevalso il modello del libro lineare nei contenuti, semplice da studiare, aperto agli altri saperi umanistici e all'uso di risorse multimediali. Il libro enciclopedico e pantologico, invece, è ormai rimasto confinato negli ambienti universitari delle facoltà di Lettere e Filosofia. Tuttavia, se da una parte le storie-antologie attuali offrono materiali di base secondo scelte spesso vincolanti, i libri degli anni Novanta, se sapientemente gestiti, si prestano ad uno studio più o meno approfondito e impegnativo. Non a caso molte delle pubblicazioni recenti non sono altro che rivisitazioni e operazioni editoriali su libri di testo già affermati ed apprezzati.

Altra cosa da mettere in evidenza è la distinzione sempre meno forte tra i corsi di Letteratura italiana per i licei e quelli per gli istituti tecnici: da pochi anni le ore di Italiano al triennio sono le stesse nei licei e negli istituti tecnici e il fattore discriminante nell'adozione di un libro o di un altro di mole minore è l'insieme di ore

complessive a disposizione del docente6. L'insegnante può avere una maggiore libertà

di scelta soprattutto nelle classi in cui le ore di lezione comprendono anche quelle di un'altra disciplina oltre all'Italiano. Tuttavia, non si tratta di una regola, ma solo di una consuetudine che viene seguita a discrezione dell'insegnante. Altri fattori determinanti sono il limite di spesa per i libri previsto dall'istituto e le decisioni del collegio didattico dei docenti di Lettere: non è raro, ad esempio, che nei trienni sia decisa l'adozione di una unica opera per venire incontro alle spese degli allievi e ad eventuali loro spostamenti da una sezione ad un'altra.

2. LE STORIE-ANTOLOGIE DEGLI ANNI NOVANTA E DEL NUOVO