• Non ci sono risultati.

CAPITOLO IV: CONSIDERAZIONI TEORICHE SUL CASO

4.10 LIMITI DEL MODELLO

Marinaleda è stata ed è spesso esposta a numerose critiche. Per

esempio, c’è chi sostiene che teoricamente lavorano tutti, anche se a turno, e che quindi il salario reale è molto basso, non sufficiente al

mantenimento di un’intera famiglia.

C’è chi sostiene che il comune e le varie iniziative riescono a sopravvivere solo grazie alle sovvenzioni pubbliche, come quelle del

governo regionale andaluso.

Non manca chi afferma che Marinaleda è un paese poco evoluto,

ancora legato ad un’agricoltura poco sviluppata da un punto di vista tecnologico, e con percorsi di professionalizzazione inesistenti.

Sicuramente, il modello cooperativo di Marinaleda presenta dei limiti

di fondo che lo rendono difficilmente esportabile nella sua totalità.

Non manca chi auspica la trasposizione in toto del sistema in altri

contesti produttivi, senza però tener conto delle diverse contingenze

che caratterizzano i vari scenari.

Nonostante alcuni ostacoli e difficoltà oggettive, il sistema

168

dovrebbero essere fonte d’ispirazione per chi con generosa volontà insegue il sogno di creare una democrazia sociale e cooperativa.

169

CONCLUSIONI

Marinaleda, insieme a tutto ciò che rappresenta, costituisce il punto di

partenza per una riflessione multilivello, che spazia da temi quali, per

citarne alcuni, il genere, la possibilità di costruire una struttura

economica sostenibile, in contrasto con quello che oggi potremmo

chiamare il “Supercapitalismo”, e il senso di solidarietà che cementa le relazioni sociali e spinge gli individui a ripensare le prospettive

della cooperazione.

DALL’ILLEGALITÀ ALLA CONCRETIZZAZIONE DELL’UTOPIA

L’esperienza iniziale di auto-organizzazione è stata talmente forte che lo Stato non ha potuto non tenere conto di questa situazione di

‘illegalità’ che si era venuta a creare. Nonostante lo Stato avesse potenti mezzi a sua disposizione, non è stato concretamente in grado

170

di arginare questo fenomeno, ed è stato non solo costretto a

riconoscere lo status di occupazione delle terre, ma anche a

regolarizzare la situazione, legittimandola, onde evitare un paradosso

interno allo Stato stesso ed onde evitare un ulteriore e più repressivo

intervento.

La necessità ha spinto i jornaleros di Marinaleda, già a partire dalla

fine degli anni Settanta, a ricorrere a pratiche non riconosciute dalla

legge, per far fronte alla necessità di avere terre da lavorare, per

garantire la sopravvivenza delle proprie famiglie e del loro status

lavorativo, quello del contadino appunto.

Pertanto, le azioni e le lotte portate avanti dai contadini dell’Andalusia al di fuori del perimetro della legalità, hanno successivamente trovato

il loro posto legittimo all’interno del panorama nazionale. In conclusione l’esperienza di Marinaleda non sarebbe stata possibile senza una forte rottura con la regolamentazione vigente e con la

171

LA RIAPPROPRIAZIONE DELL’ETICA DEL LAVORO

Il mondo globalizzato è costretto e costringe ad asservirsi a regole

economiche che fanno del lavoro e del lavoratore un mero punto

all’interno di un grafico in cui si incrociano le curve della domanda e dell’offerta. Il lavoro in questo senso perde lo spessore morale che lo ha contraddistinto fino a prima dell’avvento della nuova struttura capitalista. Il lavoro viene oggi sempre più inquadrato all’interno di uno scenario fatto di sacrifici e precarietà, senza pensare ad un punto

di vista differente che permetterebbe di gettare una nuova luce sul

lavoro stesso. Marinaleda esula da questo paradigma, poiché la

formula del lavoro cooperativo risolve i macroproblemi che

riguardano soprattutto la divisione del lavoro.

La cooperativa di Marinaleda si pone di fatto l’obiettivo sociale di creare una nuova e più solidale struttura lavorativa, permettendo ad

ogni individuo in stato di necessità di affrontare la vita in maniera

dignitosa, e al di fuori delle maglie stringenti della precarietà frutto di

un capitalismo globalizzato. Di conseguenza, all’interno della cooperative Humar, il lavoro non è più solo la semplice vendita delle

172

proprie competenze e delle proprie potenzialità, ma è un reale contributo alla crescita e al benessere dell’intera comunità.

UN’ALTERNATIVA AL CAPITALISMO E IL RISCATTO DEI BENI COMUNI

La nuova economia globale si muove assecondando un unico

comandamento: creare profitto sfruttando al massimo i mercati dal

carattere sempre più globale. Robert Reich nel suo libro intitolato

Supercapitalismo, spiega come questo tipo di business stia corrodendo alle radici i sistemi democratici, indeboliti da questo soffocante

sistema economico.

Reich non propone una rottura drastica con il sistema vigente, ma

l’implementazione di una diversa gestione della cosa pubblica e dell’economia, e inoltre, facendo appello alla coscienza collettiva,

173

auspica una società in cui gli individui si riapproprino dei processi

decisionali che riguardano l’intera comunità.88

LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA E LA CONTINUITÀ DEI DIRITTI

Marinaleda funziona. E ruota intorno ad un fulcro democratico basato

su quello che potrebbe essere definito dialogo, il concetto alla base

dell’accoglimento delle richieste della comunità e alla base di una loro soddisfazione sostenibile.

Si è spesso sentito parlare di Marinaleda come di un’utopia divenuta realtà, e che oggi è, nella sua concretezza, sotto gli occhi di tutti.

Marinaleda è la prova che attraverso la cooperazione solidale, la

coscienza politica e una diversa e più inclusiva forma di cittadinanza,

è possible riscattarsi da uno stile di vita alienante, che respinge e

marginalizza gli individui più vulnerabili e meno tutelati.

88 R. Reich, Supercapitalismo. Come cambia l’economia globale e i rischi per a democrazia, Fazi

174

“Il senso dell’utopia, un giorno, verrà riconosciuto tra i sensi umani

alla pari con la vista, l’udito e l’odorato”:89

a Marinaleda questo è già

accaduto.

89 G. Rodari, Opere.

175

Bibliografia

 A. M. Bernal, Economia y historia de lo latifundo, Estudios regionales.  Achivo General de Andalucìa, Fondo Club Gorca, Secciòn Congreso de

Cultura Andaluza.

 E. Chinarro, Los parados: el mayor problema del Sur, in Tierras del Sur.  F.Talego, Democracia asemblearia y liderazgo. La accion politica

jornalera en Marinaleda, in Revista de Estudios Andaluces.

 I. Moreno, Trabajo, ideologia sobre el trabajo y culturas del trabajo, in

TRABAJO. Revista Andaluza de Relaciones Laborales,

 J. Aguilar, Los jornaleros andaluces se entrevistan hoy con Rafael Calvo,

El Paìs, 10 aprile 1980.

 J. Casanova, República y Guerra Civil. Vol. 8 de la Historia de España,

dirigida por Josep Fontana y Ramón Villares, Barcelona, 2007.

 J. Godoy Lòpez, Realidades…a lo claro. Andalucìa. Editorial Popular, Madrid, 1992.

 J. M. Sànchez Gordillo, Marinaleda. Andaluces, levantaos, Editorial Aljibe, Granada, 2013.

 J.D. Godbout, Il linguaggio del dono, Bollati Boringhieri, Torino, 1998.  M. Rodriguez, Sanchez Gordillo deja l’acaldìa de Marinaleda pero

176

 Marco Aime, in Introduzione a M. Mauss, Saggio sul dono, Piccola biblioteca Einaudi, s.d.

 P. del Rio, “Seguiremos hasta que sepan que en Andalucìa hay hambre”

asegura el alcade de Marinaleda”, El Paìs, 17 agosto 1980.

 R. Robledo, La reforma agraria de la segunda Repùblica espanola: ideas

y echos, ed. univ. Salamanca, 2008.

 U. Beck, La società del rischio. Verso una nuova modernità, Carocci, Roma 2000.

 A.F. Puntas e A.L. Lòpez Martinez, El trabajo asalariado en la

agricoltura de la Baja Andalucìa. Siglos XVIII y XIX, Historia Agraria

N°21, Agosto 2000.

 A.Gorz, Metamorfosis del trabajo, Editorial Sistema, Madrid, 1991.  Antonio- Miguel Bernal Rodrìguez, La tierra comunal en Andalucia

durante la edad moderna, ed. Universidad de Salamanca, Stud. hist.,

Historia moderna.

 da R. Castel, L’insicurezza sociale. Che significa essere protetti?, Piccola biblioteca Einaudi, Torino 2011.

 Diego Cañamero, Esa aristocrazia insultante, Publico.es, 20 novembre 2014

 Domínguez Ortiz, Antonio, El Antiguo Régimen: Los Reyes Católicos y

los Austrias, Alianza Universidad, Madrid, 1975,.

 E. Malefakis, los campesinos, la politica y la guerra civil en Espana, in

177

 F. Entrena Duràn, Diversificaciòn de las desigualdades y estabilizaciòn

social en Andalucìa,, Editorial Universidad de Granada, Granada, 2006.

 F. Talego, Cultura del trabajo jornalera, discurso polìtico y liderazgo: el

caso del poder popular de Marinaleda, in Revista de Antropologia social,

n°4, Madrid, 1995.

 F.S Campos.: Estrategias urbanas para las ciudades medias andaluzas (tesis doctoral). Granada: Laboratorio de Urbanismo. Universidad de Granada, 2012.

 I.C. Olivan, Studi Storici, Anno 36, No. 1, La storiografia spagnola dal

"Secolo d'oro" alla "Rivoluzione liberale", Gen. - Mar., 1995.

 J. Contreras Becerra, Quitando penas, quitando hambres. Factores

socioculturales de la movilizaciòn social por la autonomìa an Andalucìa (1976-1982), ed. Universidad de Granada.

 J.T. Godbout, Lo spirito del dono, Bollati Boringhieri, Torino, 1993, p.30  L.G. Gonzàlez, La configuracion de una clase obrera agricola en la

Andalucia contemporanea: los jornaleros, Historia Social n°28, 1997.

 López, La agrociudad andaluza: Caracterización, estructura y

problemática, Revista de Estudios Regionales, N°39, Córdoba, 1994.

 R. Castel, L’insicurezza sociale. Cosa significa essere protetti?, Einaudi, Torino, 2011.

 S. Carbó, Vivienda: regreso desigual, El País, 9 marzo 2015.  Sen, Globalizzazione e libertà, Mondadori, Milano, 2011

178

 Trabajadoras y trabajo en la Andalucìa rural, edito dall’Instituto Andaluz de la Mujer, s.d.

179

Sitografia

 http://www.porandalucialibre.es/informativa/estadisticas/europeas/item/14 9-andaluc%C3%ADa-la-regi%C3%B3n-europea-con-m%C3%A1s-alta- de-paro-2011

“Spagna. Rapporti Paese congiunti”, Ambasciate/consolati – uffici ICE

all’estero, Ministero degli Affari Esteri, 2010,pag. 2,

http://www.ice.gov.it/paesi/pdf/spagna.pdf

 Corona, Sì, se puede! Viaggio nell’Andalusia della speranza oltre la crisi, EPUB, http://www.lafeltrinelli.it/ebook/corona-elvira/si-se-puede-viaggio- nell/9788868554590.

 Cossetta, Il dono: valore di legame e valori umani. Un dialogo

interdisciplinare, Università degli Studi di Macerata, fonte http://www.philosophicalnews.com/wpcontent/uploads/2.13.pdf

 D. Hamilton, A town called Marinaleda. Where another and better world

is possible, 2-4 maggio 2010, http://www.counterpunch.org/2010/05/02/a- town-called-marinaleda/

 http://www.ine.es/daco/daco42/daco4211/epa0412.pdf  http://www.marinaleda.com/heraldica.htm

 http://www.marinaleda.com/historia.htm  http://www.marinaleda.com/historia.htm.

180

 http://www.nacionandaluza.info/biblioteca%20andaluza/Manifiesto+de+la +Nacionalidad.pdf

 J.D. Pelayo Olmedo, El derecho de asociacion en la historia consitucional

espaNola, con particolar referencia a las layes de 1887 y 1964. www.historiaconstitucional.com.

 Sànchez Gordillo renuncia como alcade de Marinaleda, www.publico.es , 11 nov 2014.

Video: Marinaleda, il paese senza disoccupati”, di Luigi Politano, postato da Le inchieste di Repubblica. 27

dicembre2013,http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/repit/2013/12/27/news/m arinaleda_il_paese_dove_non_esistono_disoccupati-74586848/

Documenti correlati