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INSERIMENTO PAESAGGISTICO DEGLI IMPIANTI ENERGETICI DA FONTI RINNOVABIL

LINEE GUIDA INSERIMENTO PAESAGGISTICO DEGLI IMPIANTI EOLICI (Di Bene e Scazzosi, 2006)

Intervisibilità

Vengono decritti due elaborati per la comprensione della reale visibilità degli impianti:

1) la Mappa di Intervisibilità Teorica (MIT);

Tale mappa viene sviluppata sulla base di un modello digitale del territorio e valuta l’esistenza di visibilità tra un qualsiasi punto del territorio ed un punto “bersa- glio”. E’ definita “teorica” in quanto considera solo l’oro- grafia del territorio per la valutazione dell’intervisibilità tra due punti: dall’analisi viene esclusa infatti, qualsiasi altra ostruzione visiva (presenza di vegetazione, edifi- cato o altri elementi) lungo il raggio congiungente i due punti.

2) Le mappe di visibilità dai punti di osservazione (MVPO).

1) Visibilità dei aerogeneratori in funzione dell’altez- za (MIT)

La distanza di visibilità rappresenta la massima distan- za espressa in km da cui è possibile vedere un aeroge- neratore di data altezza (l’altezza del raggio del rotore sommata a quella della struttura fino al mozzo). L’estensione della MIT su cui effettuare lo studio di intervisibilità dipende dall’altezza dell’aerogeneratore incluso il rotore.

I valori indicati nella immagine (fig. ) forniscono le di- stanze suggerite dalle linee guida dello Scottish Na- tural Heritage e si riferiscono ad un limite di visibilità teorica, ovvero sono quelle che individuano i limiti del potere risolutivo dell’occhio umano.

Le linee guida considerano che in quanto la MIT deve essere utilizzata per la valutazione dell’impatto visivo, in generale è sufficiente considerare un limite del- la MIT pari a 20 km (inferiore ai 35 km indicati nella tabella con altezza di aerogeneratori superiore ai 100 m) riferito a un calcolo sul potere risolutivo dell’occhio

Zona di influenza visiva di un impianto eolico, distanze da considerare. r:di- stanza raccomandata dalla macchina più esterna per la definizione dell’area (Elaborazione di S.Guarini, Politecnico di Torino, basata su Scottish Natural Heritage, 2002, in Cassatella C., 2014)

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umano che a distanze superiori a 20Km non riuscireb- be a riconoscere gli oggetti con diametro inferiore a 6 metri; inoltre ritiene ragionevole dividere questa zona in due fasce, la prima fino ad una distanza di 10 km e la seconda fino ad una distanza di 15 km.

2)Le mappe di visibilità (MVPO) e l’individuazione dei punti di osservazione

La mappe di visibilità (MVPO) rappresentano sostan- zialmente le carte dell’intervisibilità ponderata, prece- dentemente discussa.

In quanto forniscono un’informazione complementare alle MIT, sono da rappresentare sovrapposte ad esse.

“Il principale requisito dei punti di osservazione è che questi dovranno essere quelli significativi, ovve- ro quelli rappresentativi di aree omogenee e scelti in modo che per una data area l’impatto visivo sia maggiore o uguale a quello medio. “

Le indicazioni sulla scelta dei punti di osservazione sono la presenza di luoghi/attrazione locale soggetti a frequentazione, percorsi stradali o pedonali con par- ticolari caratteristiche di pregio (caratteri individuati nei piani paesistici o desumibili da un’analisi dell’area da parte di un tecnico competente in materia di pae- saggio), punti panoramici. Una volta individuati i punti di osservazione rappresentativi nell’area, con l’ausilio della MIT e delle altre informazioni territoriali dispo- nibili, si provvederà a elaborare le mappe di visibilità (MVPO) da tali punti. Esse rappresentano planime- tricamente la porzione di territorio visibile da un dato

punto di osservazione. (Bacino visivo)

Indice di visione azimutale

Per le mappe di visibilità le linee guida determinano un interessante indice sintetico che esprime il livello di impatto di un impianto eolico determinato in funzione di un punto di osservazione.

Si tratta di un indice che consente di valutare la pre- senza dell’impianto eolico all’interno del campo visivo di un osservatore.

L’indice I è definito in base al rapporto tra due angoli azimutali:

l’angolo azimutale a all’interno del quale ricade la visione degli aerogeneratori visibili da un dato punto di osservazione (misurato tra l’aerogenera- tore visibile posto all’estrema sinistra e l’aeroge- neratore visibile posto all’estrema sinistra);

l’angolo azimutale b, caratteristico dell’occhio umano e assunto pari a 50°, ovvero pari alla metà

Figura - Una mappa di intervisibilità teorica e ubicazione

dell’ampiezza dell’angolo visivo medio dell’occhio umano (considerato pari a 100° con visione di tipo statico).

Quindi per ciascun punto di osservazione si de- terminerà un indice di visione azimutale I pari al rapporto tra il valore di a ed il valore di b; tale rap- porto può variare da un valore minimo pari a zero (impianto non visibile) ed uno massimo pari a 2.0 (caso in cui gli aerogeneratori impegnano l’intero campo visivo dell’osservatore).

Maggiore è la distanza minore sarà l’angolo a parità di asse visivo, quindi minore sarà l’impatto complessivo. Ma l’angolo è dipendente soprattutto dalla disposizio- ne dell’impianto quindi dalla prospettiva tra il punto di osservazione e il parco eolico. Per questo motivo viene aggiunto un fattore di peso legato alla distanza.

Suggerimenti sulla progettazione degli impianti: Disposizioni degli impianti: Tendenzialmente si prefe-

riscono impianti allineati e che seguano gli andamenti morfologici piuttosto che addensati (effetto cluster). Bisogna considerare gli effetti cumulativi sul paesag- gio, cioè valutare la distanza tra gli impianti, le relazioni tra le rispettive zone di influenza visiva oltre che i ca- ratteri generali del paesaggio.

Le linee guida sostengono e promuovono l’idea che la progettazione di un impianto eolico non deve rappre- sentare un progetto intrusivo di negazione del paesag- gio, ma piuttosto un progetto armonico “di” paesaggio in cui il parco eolico può aggiungere qualità e non ne- garla.

Indicazioni sulla disposizione degli impianti eolici. (Scottish Natural Heritage, 2017) Caso esemplificativo applicazione indice di visione azimutale (Di Bene e Scazzosi, 2006)

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