te in rapporto alla qualità dell’ambiente. La qualità del paesaggio è pertanto determinata attraverso le analisi concernenti:
a) il paesaggio nei suoi dinamismi spontanei, mediante l’esame delle componenti naturali così come definite alle precedenti componenti;
b) le attività agricole, residenziali, produttive, turistiche, ricreazionali, le presenze infrastrutturali, le loro strati- ficazioni e la relativa incidenza sul grado di naturalità presente nel sistema;
c) le condizioni naturali e umane che hanno generato l’evoluzione del paesaggio;
d) lo studio strettamente visivo o culturale-semio-
logico del rapporto tra soggetto ed ambiente, nonché
delle radici della trasformazione e creazione del pae- saggio da parte dell’uomo;
e) i piani paesistici e territoriali;
f) i vincoli ambientali, archeologici, architettonici, arti- stici e storici.
Per specificare e chiarire le normative, sono state pubblicate nel 2001 da un gruppo di lavoro dell’ANPA, su richiesta del Ministero dell’Ambiente e della Tute- la del Territorio delle Linee guida (Linee guida V.I.A. 18/06/2001 ) in cui viene approfondito il quadro d’ana- lisi dello Studio di impatto ambientale.
Si prevedono per il Paesaggio:
Potenziali effetti negativi:
• Alterazione di paesaggi riconosciuti come pregiati sotto il profilo estetico o culturale
• Intrusione nel paesaggio visibile di nuovi elementi potenzialmente negativi sul piano estetico-per- cettivo
Potenziali effetti positivi:
• Eliminazione di elementi attuali di criticita’ pae- saggistica
• Realizzazione di nuovi elementi di qualità paesisti- ca in seguito ad azioni di progetto o compensative • Introduzione sul territorio di nuove opportunità
per fruire vedute paesaggistiche di qualità
Sempre nelle linee guida viene fornito un elenco delle cartografie tematiche per lo studio di impatto ambien- tale, tra le quali troviamo:
Carta delle unità di paesaggio e dei caratteri visuali.
E successivamente tra le “principali categorie di mo- delli previsionali e valutativi nei SIA”:
Simulazioni dell’inserimento visivo delle nuove ope- re in progetto.
Dalla lettura della normativa, non emergono specifica- zioni sulle modalità di analisi degli aspetti visivi. In particolare non viene indicato un set di indicatori per la valutazione dell’impatto visuale (come invece avvie- ne per la normativa sulla Relazione Paesaggistica)
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LA PRASSI PROGETTUALE :
Facendo una breve ricerca di alcuni progetti di VIA, rintracciabili e disponibili sul sito del ministero dell’am- biente e della tutela del territorio e del mare (www.va. minambiente.it) si è verificato come l’interpretazione della componente Paesaggio sia abbastanza variegata. Questa è spesso un punto critico, non facilmente quantificabile, con valori difficilmente generalizzabili e condivisi, rispetto ad altri campi scientifici e oggettivi. Si hanno quindi solitamente due approcci nello studio dei caratteri paesaggistici:
la “riduzione” della complessità del paesaggio ad un unico aspetto, ecologico ad esempio, del quale sono ri- conosciuti globalmente indici e parametri, oppure l’uti- lizzo di giudizi qualitativi di esperti, definiti solitamente come “qualità del paesaggio”, “valori percepiti” e simili, poco scientifici, difficilmente giustificabili e monitora-
bili.
Come già detto, mancando specifiche indicazioni sulla modalità di valutazione del paesaggio pre e post inseri- mento del progetto molti studi di valutazione ambien- tale si sono riferiti per tali analisi alle indicazioni del D.P.C.M. 12 dicembre 2005 (Individuazione della docu- mentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi proposti).
I parametri quantitativi del dpcm prevalentemente ri- chiamati: • Diversità • Integrità • Rarità • Qualità visiva • Degrado
Su questi parametri si basano i metodi di valutazione
Esempio di valutazione della qualità visiva pre intervento con utilizzo dei parametri del DPCM 12.2.2005 (Piano di fruizione turistica della laguna di Jesolo. Studio ALIA, 2015)
Esempio di utilizzo errato di punti di vista a volo d’uccello, poco utili alla simulazione reale. Simulazione fotografica del progetto “Riambien- talizzazione dell’area mineraria S.Barbara.Interventi di implementazione della funzione Ecologica e paesaggistica della Collina Schermo” (Italferr, S.I.A, 2005)
del paesaggio secondo prescelti coni ottici.
Tali fattori vanno a concorrere a una analisi di tipo mul- ticriteriale che permette di dare una lettura quantitati- va dell’area di progetto.
Per quanto riguarda l’utilizzo degli strumenti di visibi- lità, è abbastanza diffuso l’uso di viewshed analysis at- traverso il GIS. Vengono descritti i bacini visivi e l’inter- visibilità ponderata dai singoli punti di vista individuati. Una delle problematiche che emerge maggiormente è la scelta dei punti di vista da cui sarà visibile l’opera prevista;
Le motivazioni di scelta dei punti di osservazione, sono
generalmente indicate, ma si riscontrano casi in cui la descrizione è lacunosa e non vi è specificazione sulla loro reale accessibilità pubblica.
Spesso si sceglie di utilizzare foto aeree nelle quali vie- ne inserita la simulazione del progetto, da punti di vista a volo d’uccello; Immagini che possono essere utili per l’inquadramento generale ma non per la reale simula- zione degli interventi in quanto vengono falsati i reali parametri percettivi che si hanno ad altezza uomo. La vista dall’alto tende a rimpicciolire le dimensioni dei manufatti in progetto.
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Gli impianti di produzione energetica per il loro note- vole impatto ambientale sul territorio fanno parte dei progetti da sottoporre a VIA.
Anche la produzione energetica da fonti rinnovabili, per quanto fonti di energia verde, quindi con pochi impatti ambientali, ha di contro notevoli impatti paesaggistici. Per questo motivo tali impianti sono soggetti a mag- giori attenzioni rispetto alle altre opere soggette a va- lutazione d’impatto. Nelle diverse Linee guida fornite a livello europeo e nazionale si fa particolarmente atten- zione alle caratteristiche visive.
Il Dlgs 29 dicembre 2003, n. 387 di attuazione del- la direttiva 2001/77/CE sulla promozione delle fonti energetiche rinnovabili (e successive modifiche) pre- vede, all’articolo 12 comma 10, le “Linee guida per lo svolgimento del procedimento di autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”.
L’obiettivo è definire modalità e criteri unitari sul ter- ritorio nazionale per assicurare uno sviluppo ordinato sul territorio delle infrastrutture energetiche.
In assenza dell’indirizzo generale, molte Regioni si sono munite di normative autonome, a volte anche molto difformi una dall’altra.
La parte IV delle Linee guida nazionali delinea i crite- ri generali per il corretto inserimento degli impianti a fonti rinnovabili nel territorio e nel paesaggio. Vengono prese in esame sia le caratteristiche positive (requisi- ti non obbligatori) che le linee di indirizzo secondo le quali le Regioni dovranno valutare i siti non idonei agli
impianti.
“L’attenzione per il paesaggio è tendenzialmente orientata alla sua tutela, in particolare attraverso opere di mitigazione e di minimizzazione dell’impatto visi- vo. La visione generale dell’impatto è negativa e negli strumenti di indirizzo gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili continuano ad essere ele- menti impattanti e da mimetizzare. In ambito accade- mico e istituzionale, si sta sviluppando un approccio diverso, considerando tali paesaggi, specifici di una propria identità, come “paesaggi dell’energia”.” (Brova- rone in Peano, 2003)