INSERIMENTO PAESAGGISTICO DEGLI IMPIANTI ENERGETICI DA FONTI RINNOVABIL
LINEE GUIDA NAZIONALI
In allegato alle linee guida nazionali sull’inserimento paesaggistico degli impianti di energia rinnovabile vie- ne rilasciato un documento specifico per gli impianti eolici, in cui vengono evidenziate le modalità dei pos- sibili impatti ambientali e paesaggistici e indicati alcu- ni criteri di inserimento e misure di mitigazione di cui tener conto, sia in fase di progettazione che in fase di valutazione di compatibilità dei progetti presentati. Al capitolo 3 si fa riferimento specifico all’ “Impatto vi- sivo ed impatto sui beni culturali e sul paesaggistico”. Viene fatto chiaro riferimento alla redazione della Re- lazione Paesaggistica, di cui si richiede di seguire i pa- rametri e le modalità di analisi prescritte.
Si richiede che le analisi debbano non solo definire l’a- rea di visibilità dell’impianto, ma anche il modo in cui l’impianto viene percepito all’interno del bacino visivo. (anche se non viene spiegata la modalità di approfon- dimento).
Per quanto riguarda l’indicazione dei punti di presa, “utilizzati per una appropriata ed esaustiva documen- tazione fotografica dei luoghi così come essi si presen- tano ante operam e delle simulazioni di come essi si presenteranno post operam. Si raccomanda l’utilizzo degli stessi punti di presa delle immagini in cui saran- no effettuate le simulazioni per una reale valutazione degli effetti sul paesaggio prodotti dalle trasformazioni previste.”
Viene richiesta una specifica analisi dell’intervisibilità dell’impianto nel paesaggio che deve seguire i seguenti
punti:
a) definizione del bacino visivo dell’impianto eoli- co (..) b) ricognizione dei centri abitati e dei beni
culturali e paesaggistici riconosciuti come tali ai sensi del decreto legislativo 42/2004, distanti in linea d’aria non meno di 50 volte l’altezza massi- ma del più vicino aerogeneratore, documentan- do fotograficamente l’interferenza con le nuove strutture;
c) descrizione, rispetto ai punti di vista di cui alle lettere a) e b), dell’interferenza visiva dell’impianto consistente in: — ingombro (schermo, intrusione, sfondo) dei coni visuali dai punti di vista prioritari; —
alterazione del valore panoramico del sito oggetto
dell’installazione. Tale descrizione è accompagna- ta da una simulazione delle modifiche proposte, soprattutto attraverso lo strumento del rendering fotografico che illustri la situazione post operam. Il rendering deve avere, almeno, i seguenti requisiti: — essere realizzato su immagini reali ad alta defi- nizione; — essere realizzato in riferimento a punti di vista significativi; — essere realizzato su imma- gini realizzate in piena visibilità (assenza di nuvole, nebbia, ecc.); — essere realizzato in riferimento a
tutti i beni immobili sottoposti alla disciplina del Dlgs 42/2004 per gli effetti di dichiarazione di no-
tevole interesse e notevole interesse pubblico.(...) (D.M. 10 settembre 2010)
The Landscape Institute in allegato alla Glivia prece- dentemente discussa, dispone una guida a supporto degli architetti paesaggisti, pianificatori e tecnici per la selezione dei tipi di visualizzazione più appropriati in base alla circostanza del processo di valutazione d’im- patto ambientale.
Ci sono diversi modi di visualizzare le proposte di tra- sformazione, da schizzi 2d a sofisticati modelli virtuali 3d. Essi variano in termini di rapporto costo-efficacia per obiettivi diversi.
I tipi di visualizzazione che vengono citati sono: • Plans, elevations and sections
• Sketch
• Annotated photograph • Models
• Photomontage • 3D-Simulation
La guida si sviluppa sul concetto del grado di sofisti- catezza dello strumento di visualizzazione in base a diversi fattori.
La premessa fondamentale è la distinzione del concet- to di sofisticato da quello di accurato e preciso. L’accu- ratezza e la precisione non dipendono dalla scelta della tecnica ma dalla sua applicazione.
La guida avvisa che la disponibilità di tecniche sempre più specializzate e sofisticate nella preparazione delle visualizzazioni non consegue che debbano necessa- riamente essere applicate di routine o che debbano
essere vantaggiose in tutte le situazioni. Nè bisogna considerare che tutte le tecniche sofisticate devono essere automaticamente più affidabili, poichè i difetti in (precisione) possono essere nascosti. Ma è anche vero che l’investimento dei progettisti nelle visualizza- zioni sono ancora pochi, perchè poco richieste e i tec- nici poco aggiornati.
Un differente livello di sofisticazione può essere ri- chiesto in funzione dello scopo, dell’uso e del pubblico utente, della visualizzazione nel processo decisionale, dell’ampiezza (magnitude) dei potenziali cambiamenti visivi e della sensibilità del contesto.
La relazione tra i fattori che determinano il tipo di vi- sualizzazione è illustrato in fig.
Il diverso scopo e l’ uso (r) della visualizzazione, il li- vello di sensibilità del recettore e l’ entità (magnitu- de) del probabile cambiamento visivo concorrono a determinare la scelta del tipo di visualizzazione. Il tipo di visualizzazione più sofisticato è necessario quando “scopo/utilizzo/utente” (asse grigio), “sensibi- lità” (asse giallo) e “magnitudine” (asse blu) si combi-
La sofisticatezza del livello di visualizzazione richiesto dipende da tre fatto- ri (The Landscape Institute 2017)
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nano agli estremi superiori di ogni singola scala. La guida approfondisce i singoli fattori ponendo gli obiettivi di ogni singolo fattore sotto forma di doman- da. Ad esempio per gli obiettivi del fattore “scopo”: Per cosa sarà utilizzata la visualizzazione?
• Fornisce informazioni contestuali di base a soste- gno di un’ applicazione di pianificazione?;
• Intende essa dimostrare il cambiamento visivo che si produrrà se lo sviluppo procederà?;
• È in grado di dimostrare o smentire se lo sviluppo è visibile?
Per il fattore “utenti”, questi dovrebbero includere: • le persone potenzialmente interessate dallo svi-
luppo che sono invitate a fornire un parere tempe- stivo nel quadro di un processo di consultazione; • clienti
• I responsabili della pianificazione che valutano i meriti di una domanda;
• partecipanti all’indagine pubblica (compresi mem- bri del pubblico, esperti, consulenti legali, ispettori e reporter)
• decisori pubblici
La fase successiva richiede una comprensione del paesaggio e del contesto visivo all’interno del quale lo sviluppo può essere visto, la conoscenza del tipo di svi- luppo proposto, della sua scala e delle sue dimensioni e una comprensione dei probabili effetti dell’introduzio- ne dello sviluppo nell’ambiente esistente. Questi para-
metri permettono di calcolare l’entità della trasforma- zione (Magnitude).
Lo schema (fig. ) illustra il principio secondo cui quan- do si verifica un effetto di grande magnitudo (asse x blu) su un recettore altamente sensibile (asse y giallo), può essere opportuno un tipo di visualizzazione più sofisticato, ma nel caso di effetti di entità trascurabile o sensibilità trascurabile sono indicati livelli di sofisti- catezza inferiori. I numeri rappresentano la crescente sofisticatezza della visualizzazione richiesta con il nu- mero 2 che rappresenta ad esempio una visualizza- zione moderatamente sofisticata (una fotografia con annotazioni) mentre il numero cinque rappresenta fotomontaggi completamente verificabili.
Il diagramma (fig. ) illustra come “sensibilità”,”magnit- udine” e “uso/utente/obiettivo”, così come inteso se- guendo le fasi precedenti della guida, si riuniscano per guidare l’ effettiva scelta del tipo di visualizzazione.
Rapporto tra entità (asse blu) e sensibilità recettore (The Landscape Institute 2017)
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I fotomontaggi rappresentano un formidabile stru- mento di supporto alla condivisione delle scelte. A partire da una foto i software danno la possibilità di simulare la posizione e l’aspetto degli impianti in modo preciso, rappresentando il campo visivo.
La visualizzazione di potenziali impatti visivi utilizzata dagli strumenti come i fotomontaggi è pratica comune e richiesta nelle procedure di VIA. Lo sviluppo di queste tecnologie e delle relative tecniche di realtà visiva o vir- tuale è oggi un settore di grande interesse.
Le questioni sulla veridicità della simulazione però sono inevitabilmente complesse. Perkins (1992), ad
esempio, sottolinea che anche se la qualità dell’ imma- gine è importante, il realismo può essere influenzato dal contesto o dal contenuto dell’immagine.
“Un fotomontaggio tecnicamente accurato e preciso che ha posto il castello di Edimburgo su Kintyre non sarà percepito come realistico per ovvie ragioni con- testuali. Anche se meno estremo, un impianto eolico proposto in un paesaggio remoto può essere percepito dallo spettatore come contenente un elemento di in- congruità e inadeguatezza che influirà sulla valutazio- ne della visualizzazione.” (Perkins, 1992, trad. propria)
Esempio di simulazione visiva. Immagine fotografica del sito reale in alto, e fotomontaggio in basso (Di bene e Scazzosi 2006)