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2.1 LE FONTI PER LE CAMPAGNE DI SCAVO DIRETTE DAL DOTT. PERNIER.

Collocandosi nell’ambito dei primi e pionieristici interventi sul campo volti a riportare alla luce le

vestigia della preistoria cretese, la documentazione relativa a quelle campagne di scavo che interessarono i

vani oggetto della disamina del presente lavoro non può che risentire della vetustà lacunosa della prassi di

sterro e del conseguente approccio documentario, benché trattasi di contributi sempre animati dalla

volontà da parte del ricercatore di rispondere agli obblighi di scientificità allora definiti. Le notizie inerenti

lo scavo dei cosiddetti “sacelli” protopalaziali sono parte integrante del resoconto dei lavori di liberamento

parziale dell’ala occidentale del Primo Palazzo festio, una volta che si ebbe riconosciuto l’esistenza di una

fabbrica monumentale precedente l’edificio caratterizzato da un’evidenza ceramica dai caratteri allora

definiti “micenei”. Si tratta di una documentazione articolantesi in quattro livelli ermeneutici –

progressivamente dai taccuini redatti pressoché quotidianamente a scavo in fieri, alle relazioni annuali quali

compendî delle campagne archeologiche stagionali, ai rapporti preliminari redatti con cadenza biennale

unicamente per le prime esperienze di scavo – che si concretizza da ultimo nella monografia del 1935 Il

Palazzo Minoico di Festòs, in cui si tende offrire una definitiva sintesi dell’oramai trentennale impegno

interpretativo circa le più antiche fasi di sviluppo del palazzo (e dell’abitato tutto noto all’epoca).

Sotto la direzione Pernier, al termine di ogni campagna di scavo venne pubblicato un breve rendiconto

ufficiale, a cura dell’Accademia o Istituto da cui la Missione Archeologica aveva ottenuto i maggiori

20 dei Lincei1 e delle comunicazioni presso il Bollettino d’Arte2

dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione3. Le relazioni di scavo in questione intendono ripercorrere sommariamente le vicende di esplorazione

organizzando già la materia, per quanto possibile, secondo specifici criteri d’inchiesta di natura

essenzialmente cronologica o meramente spaziale, un modus operandi che sarà riproposto anche presso i

Rapporti preliminari e di fatto nell’ambito della monografia ultima. Si tratta dunque di contribuiti dal

carattere descrittivo ed analitico che evidentemente, per la loro natura preliminare, rinviano ad una

trattazione più estesa e strutturata a future pubblicazioni, in special modo per quanto concerne la

presentazione dei realia restituito dallo scavo.

In aggiunta i risultati degli scavi del 1900-1901 e 1902-1903, ritenuti dallo stesso Pernier “più

grandiosi” per aver restituito alla vista gran parte delle rovine festie, furono oggetto di due Rapporti

preliminari editi nei Monumenti Antichi della Reale Accademia dei Lincei4; contribuiti che per la loro natura forse rappresentano la principale base scientifica per l’investigazione dei contesti protopalaziali degli scavi

Pernier. Tali interventi effettivamente riportano, non riassumono, le osservazioni già pubblicati nelle

precedenti relazioni annuali, arricchendo i dati con ipotesi ricostruttive più prolisse e organiche.

Di essenziale importanza può altresì rivelarsi la documentazione fotografica – nient’affatto ricca –

degli scatti che immortalarono le strutture del palazzo durante le attività di scavo, prima della completa

ripulitura degli spazi ed innanzi i lavori di consolidamento e restauro5: entrambe attività che per la loro stessa natura necessaria ma distruttiva contribuiscono alla dissoluzione dei contesti archeologici e, accanto

all’azione degli agenti atmosferici, all’alterazione dello stato delle vestigia architettoniche.

1

PERNIER,1900;PERNIER,1901; PERNIER,1903a; PERNIER,1903b; PERNIER,1907a

2

PERNIER,1907b; PERNIER,1910; PERNIER,1922; PERNIER,1933; PERNIER,1934; PERNIER,1935b; PERNIER,1937

3

A questi si possono integrare gli intereventi a scopo di resoconto divulgativo nella rivista della Società Italiana di Archeologia e Storia dell’Arte Ausonia (PERNIER,1906; PERNIER,1907c; PERNIER,1909), ed ancora PERNIER,1902b e

PERNIER,1903c.

4

PERNIER,1902a;PERNIER,1904

5

Le fotografie di maggior interesse le si ritrovano raramente nei Rapporti Preliminari, mentre una selezione irrinunciabile costituisce integrazione alla monografia del 1935; la documentazione fotografica è esclusa invece dalle prime Relazioni.

21 La monografia succitata6, oltre a ripercorrere per sommi capi le vicende dell’esplorazione dell’acropoli festia e del suo palazzo e a fornire un inquadramento geografico del sito7, organizza i dati archeologici ottenuti (le evidenze architettoniche e materiali), proponendo già nell’ambito di tale presentazione alcune

osservazioni deduttive in materia cronologica e quelle interpretazioni dei contesti maturate nel corso dei

decenni precedenti, e che peraltro già avevano indirizzato lo sviluppo dell’attività di tasto al di sotto delle

strutture del Secondo Palazzo8. Sottolineiamo che quest’opera illustra il record archeologico per la prima

volta sistematicamente ed in esplicita connessione con il proprio contesto – benché si tratti per lo più d’una

pertinenza spaziale “estesa”, spesso non riferita alla localizzazione delle evidenze entro i spazi/vani di

ritrovamento. La documentazione fotografica contenuta nell’opera intende raggruppare una selezione di

scatti delle strutture e dei contesti archeologici sia ritratti a diversi anni di distanza dagli interventi di scavo

(sinanco a ridosso della pubblicazione stessa) che a seguito dei lavori di rinforzo strutturale, a seconda delle

esigenze della trattazione della materia.

Particolarmente deficitari si dimostrano lo studio e la presentazione del dato stratigrafico, da non

imputarsi in alcun modo alla natura del deposito. Tale lacuna è il portato immancabile del proprio tempo, e

produce riferimenti sempre fumosi alla stratificazione dei depositi, ed anche quando assume una veste

grafica si limita nella sostanza a riprodurre poco più della scansione verticale dei piani pavimentali e delle

relative fondazioni.

I taccuini di scavo redatti da Pernier durante le primissime campagne a Festòs (1900-1902) – solo di

recente pubblicati e resi fruibili9 – rappresentano evidentemente la (più) diretta registrazione dell’avanzamento dei lavori sul campo e cionondimeno, per lo studio dei “sacelli”, non ci restituiscono in

alcun modo informazioni contestuali od altri records rimasti auspicabilmente allo stadio di semplice

annotazione non ancora integrata nell’impalcatura concettuale dei prospetti interpretativi susseguenti.

Ogni dato registrato nei diari trova infatti un certo e manifesto corrispettivo nelle relazioni e rapporti

6

PERNIER,1935a. Tale lavoro rappresenta estremo lascito dell’impegno festio del prof. Pernier, accanto all’edizione

postuma del suo secondo volume, a cura di L. Banti e riguardante il palazzo più recente (PERNIER & BANTI, 1951)

7

PERNIER,1935a: 3-64

8

PERNIER,1935a: 67-396

9

22 elaborati di seguito, a scavo concluso, stante la eminente finalità descrittiva pre-analitica di questi ultimi e

di cui già si è detto.

Da ciò consegue il contributo quasi esclusivo e perciò d’insostituibile valore offerto dalle Relazioni e

dai Rapporti preliminari al conseguimento degli obbiettivi del presente lavoro, ossia ripercorrere le

dinamiche di scavo per una disamina la più scrupolosa possibile che consenta di porre le basi per la

ricostruzione dei contesti archeologici indagati. E’ ancora una volta rilevante in qualità di contributo

descrittivo delle evidenze – nel proprio contesto, per quanto mediante una trasmissione dei dati alle volte

lontana dall’acribia – la presentazione dei dati nell’ambito della già citata monografia sul Primo Palazzo e gli

strati più antichi di Festòs.

Di seguito si riportano le utili nozioni di scavo estrapolate dalle fonti sopra indicate. In aggiunta si è

inteso allegare la documentazione fotografica a riguardo degli interventi nel settore dei “sacelli” reperibili

nei citati contributi pubblicati dal Pernier e presso l’archivio della Scuola Archeologica Italiana di Atene.

2.1 LA SCOPERTA E LE INDAGINI DELL’ALA OCCIDENTALE DEL PALAZZO PIU’ ANTICO. LO