I REPERTI: CATALOGO DELLE EVIDENZE.
4.2 VASI ED ALTRI ELEMENTI DI CORREDO IN PIETRA 7
4.3.6 TAZZE E TAZZINE EMISFERICHE
Inv. B. Inv. M. Tav.
V 6 HM 5804 LI Tazza emisferica a labbro distinto, con ansa a nastro, in stile Kamares
classico.
Caratterizzazione dell’evidenza: L’esemplare mostra un labbro
distinto, pareti curve e vasca ampia (S197:6). L’impasto è di terracotta
depurata rossiccia, le pareti lavorate al tornio sono spesse appena 1
mm. Le superfici sono verniciate esternamente ed internamente in
rosso-bruno lucente, mentre la decorazione è ricavata in bianco: si
tratta di una fascia sull’orlo, un tratteggio sull’ansa, fasce centinate
alla base ed ondulate sul corpo, fra le quali si trovano tre serie
d’elementi floreali quadrilobati, con punto arancio al centro (network
of wavy lines 16.ii.8, Kamares classico160).
Dati metrici: Altezza: 3.5 cm; diametro della bocca: 6 cm.
Cronologia: MM II A/B.
Ambiente di ritrovamento: Ambiente VI.
Collocazione entro l’ambiente di riferimento: L’esemplare era
collocato sul banco in muratura a Sud.
Bibliografia:PERNIER, 1935a: 220-221, tav.XXIa
VII 7 HM 1718a LI Tazza emisferica a labbro distinto, con ansa a nastro, in stile Kamares
classico.
Caratterizzazione dell’evidenza: L’esemplare mostra pareti
tendenzialmente diritte ed una base più pronunciata (S197:6).
L’impasto è di terracotta depurata giallognola, dalle pareti sottili
160
85 lavorate al tornio verniciate d’un color bruno. La superficie esterna è
suddivisa orizzontalmente in quattro pannelli, di cui la maggiore è
ornata con una serie di cerchietti concentrici viepiù aggettanti (a
ciascuno sbalzo corrisponde una cavità all’interno, recanti l’impronta
del dito; circular designs161). Il fondo da cui risultano è sovradipinto in bianco. Intorno al labbro ed alla base si delinea una fascia bianca con
semicerchi concentrici a puntini bianchi (joined-semicircles 17.19;
Kamares classico162). Un tratteggio è collocato internamente al labbro
e sul manico. Il fondo esternamente mostra un reticolato in bianco.
Dati metrici: Altezza: 7.6 cm; diametro superiore 12.6 cm.
Cronologia: MM II B.
Ambiente di ritrovamento: Ambiente VII.
Collocazione entro l’ambiente di riferimento: n.s.
Bibliografia:PERNIER, 1935a: 225, tav.XXIVa
VIII 13 HM 1724 LII Tazza emisferica a labbro distinto, con ansa a nastro, in stile Kamares
classico.
Caratterizzazione dell’evidenza: L’esemplare è in stato frammentario.
L’esemplare mostra un labbro distinto, pareti curve e vasca ampia
(S197:6). L’impasto d’argilla depurata giallognola viene a modellare
pareti sottilissime lavorate al tornio e verniciate in nero lucente. La
decorazione in bianco mostra una fascia intorno alla bocca ed alla
base, un tratteggio sul manico; sul corpo si delinea una doppia fascia
di semicerchi opposti (network of wavy lines 16.i.8; Kamares
classico163) ed una terza puntinata al di sopra. Lungo l’orlo corre una
161 WALBERG,1987:47-48 162 WALBERG,1987:62-63;191 163 WALBERG,1987:60;189
86 fascia arancio. Sul fondo esterno si osservano due linee trasversali in
bianco.
Dati metrici: Altezza: 3.6 cm; diametro della bocca 6.3 cm.
Cronologia: MM II A/B.
Ambiente di ritrovamento: Ambiente VIII.
Collocazione entro l’ambiente di riferimento: L’esemplare proviene
dalla banchina Ovest.
Bibliografia:PERNIER, 1935a: 233, fig.110b
VIII 14 HM 1702 LII Tazza emisferica a labbro distinto, con ansa a nastro, in stile Kamares
classico.
Caratterizzazione dell’evidenza: L’esemplare mostra pareti
tendenzialmente diritte ed una base più pronunciata (S197:6). La
decorazioni è pari a VIII 13 (network of wavy lines 16.i.8, Kamares
classico164).
Dati metrici: n.s.
Cronologia: MM II A/B.
Ambiente di ritrovamento: Ambiente VIII.
Collocazione entro l’ambiente di riferimento: L’esemplare proviene
dalla banchina Ovest.
Bibliografia:PERNIER, 1935a: 233, fig.110c
Gli esemplari festi di tazza emisferica rientrano nel gruppo più diffuso per questa classe ceramica per il
protopalaziale festio, essendo dotati invariabilmente d’un caratteristico labbro distinto dal corpo ed
obliquo verso l’esterno, e di un’ansa a nastro165. Almeno due esemplari (V 6 e VIII 13) sono inoltre il frutto
d’una produzione finissima in stile Kamares, a pareti estremamente sottili a guscio d’uovo. Si tratta in due
casi, quali V 6 e VIII 13, di tazze dal corpo a calotta estremamente regolare poggiante su di una base
164
WALBERG,1987:60;189
165
87 discoidale, mentre VII 7 e VIII 14 mostrano un profilo leggermente rastremato verso una base dalla lieve
svasatura; il labbro distinto ha per lo più uno sviluppo ridotto166.
4.3.7 PIATTELLI
Inv. B. Inv. M. Tav.
F 3 n.s. n.e. Piattello discoidale.
Caratterizzazione dell’evidenza: Esemplare d’impasto grossolano,
ingubbiato, di color rosso lucente (evidentemente ingubbiato). L’orlo
presenta due sporgenze.
Dati metrici: Diamentro: 24 cm.
Ambiente di ritrovamento: Fossa dei sacrifici.
Bibliografia:PERNIER, 1935a: 217
F 4 n.s. n.e. Piattello ordinario (troncoconico).
Dati metrici: Diamentro: 16 cm.
Ambiente di ritrovamento: Fossa dei sacrifici.
Bibliografia:PERNIER, 1935a: 217
F 9 n.s. n.e. Piattello discoidale.
Caratterizzazione dell’evidenza: Esemplare d’impasto ordinario
completamente verniciato in nero, dotato di orlo e base arrotondata.
Dati metrici: Diametro: 11.5 cm.
Ambiente di ritrovamento: Fossa dei sacrifici.
Bibliografia:PERNIER, 1935a: 218
166
A mo’ di confronto, si vedano per i primi i profili di F.521 o F.1449 attribuiti al MM IIA/B (rispettivamente dai vani XXVII-XXVIII e LVIII; LEVI &CARINCI,1988:tav.84a, e); per i secondi F.5421a e F.5421c datati al MM IIB (dal vano XCIV; LEVI &CARINCI,1988:tav.85d-e). Anche Knossòs ha restituito numerosi esemplari raffrontabili alle evidenze dai sacelli, come documentato già dall’Evans, con evidenti similarità anche nei motivi e nella sintassi decorativa patentemente Kamares (si vedano EVANS,1921:fig.183a e tav.IId; EVANS,1928a:215-216e tav.IXc 1-2).
88 Per “piattelli” intendiamo una categoria di recipienti d’uso comune, solitamente realizzati con un
impasto impuro ingubbiato, la cui caratteristica prima è rappresentata da uno scarso sviluppo in altezza cui
fa da contraltare l’estensione in larghezza, che li rende adatti come contenitori temporanei di ingredienti
solidi o liquidi, e di altri generi non necessariamente commestibili167.
Tutti gli esemplari dai sacelli di questa tipologia sono venuti alla luce nel riempimento della cosiddetta
“fossa dei sacrifici”. Due esemplari dal contesto indagato, quali F 3 e F 9 rappresentano un tipo
caratteristico di piattello, definito “a disco”, dotato di fondo ampio e breve bordo verticale arrotondato
all’orlo168. F 4 deve invece evidentemente descriversi come piattello troncoconico, il cui carattere di
“ordinarietà” documentato da Pernier dovrebbe alludere tanto alla profilo che lo inserisce entro il gruppo
più diffuso di tali recipienti, quanto alla natura dell’impasto. Stante la lacunosità della documentazione, non
è possibile effettuare sviluppare osservazioni più approfondite in merito alle evidenze interessate.
4.3.8 FRUTTIERE
Inv. B. Inv. M. Tav.
VI 5 HM 1682 LIII
LIV
Fruttiera su fusto cilindrico, in stile Kamares classico.
Caratterizzazione dell’evidenza: L’esemplare manca del piede, di parte
del fusto cilindrico nonché di frammenti del piatto superiore. Il piatto
superiore, a sezione di sfera schiacciata con l’orlo della coppa
leggermente ribattuto all’infuori, si colloca su di un alto fusto
cilindrico, leggermente affusolato in alto (S232:2). L’impasto d’argilla
impura, caratterizza pareti spesse lavorate al tornio. La superficie non
lisciata è verniciata in nero. Al centro del piatto superiore è praticato
167
LEVI &CARINCI,1988:224
168
Si tratta di esemplari in ceramica comune ingubbiata e talvolta verniciata, al pari di F 9; si veda LEVI &CARINCI,1988: 224e226-227
89 un forellino contornato in arancio, dal quale si diparte la decorazione
ligh-on-dark, costituita da una serie di petali (radiating motifs drawn from a central point, based on a circular frame 10.3, Kamares
classico169). L’orlo interno del piatto è ornato da un tratteggio; sull’esterno invece si osserva una fascia a lobi sovradipinta con una
fascia arancio (joined semicircles 17.3, Kamares classico170); lo
spessore dell’orlo è occupato da un tratteggio verticale, inframmezzati
da segmenti arancio più spessi. Sull’esterno del piatto è dipinto un
ramoscello a tre foglie, con spirali alternate che si dipartono da una
fascia intorno al collo. Intorno al fusto stanno altre fasce in bianco ed
arancio a racchiudere il caratteristico motivo composto fitoforme con
alternanza di losanghe germinate (petaloid multiple loops 12.ii.9,
detail 21.i.1, Kamares classico171).
Dati metrici: Altezza massima, senza il piede: 27 cm; diametro del
piatto superiore: 20 cm.
Cronologia: MM II A/B.
Ambiente di ritrovamento: Ambiente VI.
Collocazione entro l’ambiente di riferimento: n.s.
Bibliografia:PERNIER, 1935a: 222, tavv.XXIIa-b
VII 4 HM 1683 LV Fusto cilindrico per fruttiera in stile Kamares.
Caratterizzazione dell’evidenza: L’esemplare, dal diametro maggiore
rispetto alle dimensioni di VI 5, è spezzato e perciò mancante
dell’estremità inferiore nonché privo del piatto. L’impasto non è
depurato, lavorato in pareti spesse verniciate di nero. La decorazione
169 WALBERG,1987:55-56;186 170 WALBERG,1987:60-61;190 171 WALBERG,1987:58,63-64;188,191
90 in bianco prevede un motivo reiterato intorno al fusto per tre volte,
costituito da una serie di altrettante spirali ricorrenti, disposte
verticalmente e contornate da una fascia arancio e due bianche, ad
esse aderenti nella forma e tra le quali sono poste alcune lunule
bianche, connesse alle prime con linguette ornate all’attacco da un
dischetto rosso (running S-spirals 5.i.10, detail 21.ii.2, Kamares
classico172).
Dati metrici: Altezza: 32.5 cm; Diametro interno 8.3 cm.
Cronologia: MM II A/B.
Ambiente di ritrovamento: Ambiente VII.
Collocazione entro l’ambiente di riferimento: n.s.
Bibliografia:PERNIER, 1935a: 223, fig.101 e tav.XXIII
Si sono tradizionalmente definite “fruttiere” (o fruit-stands, compotiers) le coppe o bacinelle, per lo
più a sezione di sfera, poggiate su un piedistallo: si tratta di una classe ceramica per la quale non è ancora
possibile stabilire in minuzia un’evoluzione formale, bensì si rivela ancora necessario ancorarsi di fatto al
solo dato stratigrafico per ciascun pezzo (o tutt’al più alla sua decorazione).
Gli esemplari su alto fusto cilindrico, confrontabili con l’esemplare in semplice decorazione Kamares VI
5 dai sacelli, seppur privi d’un orlo della vasca leggermente ribattuto, ma dotati di scanalatura sottostante,
compaiono già agli inizi del protopalaziale173. Il grosso fusto VII 4 – anch’esso dalla decorazione Kamares – appartiene invece ad un altro tipo rappresentato a Festòs e pure Knossòs, per il quale possiamo osservare
un confronto prossimo in F.55 dal vano IL, decorato a fasce orizzontali e stilizzazioni del tritone174.
172
WALBERG,1987:50-51,63-64;182,191
173
Si veda, ad esempio, F.1922 dal Bastione II (LEVI &CARINCI,1998:tav.10a).
174
LEVI &CARINCI,1998:tav.10c. Esemplari in frammenti di fusto dal notevole spessore e con decorazione Kamares provengono anche da Knossòs: si veda EVANS,1921:174e fig.123b
91
4.3.9 GRATTUGIE
Inv. B. Inv. M. Tav.
IX 6 MR 77257 LVI Grattugia.
Caratterizzazione dell’evidenza: Bacinella emisferica, avente entro la
vasca un apprestamento trapezoidale dagli angoli fortemente
smussati, in rilievo ed inclinato dalla parete verso l’interno del
recipiente, dalla superficie scabrosa – in qualche modo rassomigliante
alla rifinitura à la barbotine – e perciò definita “grattugia”. A tale
elemento corrispondono esternamente degli incavi rispettivamente
sulla parete e sulla base. Si osservano le tracce della presenza
d’un’ansa laterale impostata orizzontalmente. L’esemplare è
completo per circa due terzi. La superficie non lisciata del vaso è
ornata con una fascia bruna intorno all’orlo e al fondo interno.
L’impasto è in argilla impura, giallognola, a modellare pareti spesse e
lavorate al tornio.
Dati metrici: Altezza 9.5 cm.
Cronologia: MM II B.
Ambiente di ritrovamento: Ambiente IX.
Collocazione entro l’ambiente di riferimento: n.s.
Bibliografia: PERNIER, 1935a: 238, figg.114a, 114b; BORDA,1946: 22 e
tav.XXI
Si sono definite “grattugie” quella classe di bacinelle all’interno della cui vasca si eleva una
protuberanza ruvida, atta evidentemente a grattugiare o forse pure impastare. Quasi la totalità degli
esemplari di tale tipo vascolare proviene da Festòs175. La forma più consueta è rappresentata dalla vasca
rotonda priva di anse con protuberanza trapezoidale, inclinata dall’orlo verso il centro e resa scabra
175
92 mediante delle perforazioni; a tale corpo protuberante corrisponde una profonda cavità sotto la base del
bacino176. Differentemente, la grattugia IX 6 mostra due cavità, una sulla base e una sulla parete, mentre la protuberanza centrale è resa rugosa da una superficie bitorzoluta. Di un altro esemplare si conserva presso
il Museo di Iraklion solamente il corpo centrale scabroso (HM 3550), mentre Pernier annovera l’unico
esemplare non rinvenuto a Festòs, ma proveniente dalla necropoli depredata di Kalathianà, nella
Messarà177. Dei cinque esemplari pubblicati degli scavi Levi, dalle forme ed attribuiti differenti, i confronti
più prossimi li osserviamo in F.567 dal vano LI178, avente un corpo a sezione di sfera ed un’ansa impostata
orizzontalmente sull’orlo.