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LE STRUTTURE: DESCRIZIONE DELLE EVIDENZE.

3.1 PREMESSA ALLA TRATTAZIONE DELLE VESTIGIA ARCHITTETONICHE.

Con il presente capitolo si intende rendere la descrizione delle evidenze architettoniche pertinenti il

gruppo di ambienti del Primo Palazzo festio in esame, riportando i dati offerti dall’osservazione autoptica

delle stesse e dal vaglio delle pubblicazioni disponibili. Verranno offerte inoltre alcune note concernenti la

prassi edilizia protopalaziale e le scarne informazioni reperibili circa gli interventi di consolidamento e

restauro cui le murature furono sottoposte nei decenni susseguenti lo scavo.

A Festòs i blocchi degli ortostati ed il relativo plinto di fondazione del fronte occidentale sono in pietra

calcarea locale, ed in origine tutti dovevano ostentare un rivestimento d’intonaco fino giallognolo, del quale

restano lacerti in più luoghi; sui blocchi era fissata un’armatura lignea atta a rafforzare la superstruttura

muraria. I muri perimetrali degli ambienti interni, inclusi quelli a ridosso della faccia interna degli ortostati,

erano invece «tutti costruiti a sassi rozzi di calcare, uniti con abbondante malta argillosa e ricoperti di uno

strato di intonaco»1. Tutti i vani mostravano infatti pareti rivestite d’intonaco di diverso colore; anche i

pavimenti, fossero essi realizzati con lastre o dotati di lastricati parziali, erano rifiniti in stucco. Ancora oggi

da un’autopsia delle evidenze risulta che le banchine in lastre litiche o muratura venissero pure rivestite,

quasi a formare una superficie tridimensionale uniforme con gli altri elementi architettonici entro il vano.

1

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3.2 IL VANO V.

La muratura dell’ambiente descritto – del tutto analoga all’adiacente vano VI – consta di sassi rozzi

uniti con malta di terra rossiccia; esternamente tali muri erano rivestiti con un doppio intonaco, l’uno di

argilla e l’altro di calce e pigmento rosso. Anche gli ortostati vennero intonacati con calce2. Un banco in muratura è addossato alla sezione orientale della parete Sud del vano3: l’apprestamento in questione è alto circa 0.60 m, con una larghezza di 1.00 m ed una profondità di 0.55 m. Su tale banco alloggia superiormente

una pietra ellittica dalla concavità appena accennata, a fianco della quale è stata ricavata – dalla muratura

strutturale – una cavità. Le pareti ad Ovest e Nord sono parzialmente ricavate dalla roccia tagliata

verticalmente e scavata all’uopo, ed in parte edificate in muratura. All’angolo nord-occidentale si osservano

le vestigia di una banchina scavata sempre dalla parete rocciosa (alta 0.26 m e larga 0.33 m), che in origine

doveva correre lungo tutta la parete Ovest4.

Il piano pavimentale del vano V è sopraelevato rispetto all’ambiente da cui vi si accede: l’ingresso è

così garantito da lastrine di calcare costituenti due gradini, connessi ad un pavimento realizzato in argilla e

calce5 volto a ricoprire il plinto e persino la parte infima degli ortostati; Pernier espose un pavimento più

antico a 0.40-0.45 m di profondità, ricavato dalla base rocciosa, spianata con andamento «a scalini rispetto

al plinto degli ortostati»6, ed intonacata7.

3.3 IL VANO VI.

L’accesso al vano VI è garantito da una stretta porta la cui soglia è costituita dal primo scalino dal

basso della “gradinata teatrale”, cui venne addossata ad Est un’appendice in blocchi litici la quale

s’addentra nello spazio interno del vano VI, ampliando la pedata del primo all’ingresso. Tale apprestamento

2 PERNIER,1935a: 204 3 PERNIER,1934: 476 4 PERNIER,1935a: 187 e 204 5

Pernier fa riferimento ad uno «spesso strato di calce ed astràki» (PERNIER,1935a: 188).

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PERNIER,1935a: 187

7

31 consente di immettersi in un ambiente chiuso posto ad un livello inferiore rispetto alla soglia d’accesso: una

sistemazione insolita nel contesto spaziale interessato, manifestamente dovuta a necessità pratiche. Dato

l’elevato scarto nelle quote, una seconda lastra venne collocata a ridosso del primo gradino al fine di

facilitare la discesa sul pavimento del vano8. Pernier ritenne d’individuare il foro (a Sud, presso l’angolo interno) per il cardine della porta d’accesso al vano VI dall’esterno9, le cui tracce – se effettive – non ci sembrano oggigiorno rilevabili. Le murature che cingono lo spazio del vano si costituiscono di sassi rozzi

uniti da malta di terra rossiccia10, messi in posa solo virtualmente secondo filari orizzontali. L’intonaco di

calce venne steso tanto sulle pareti perimetrali quanto sulla superficie degli ortostati, «con uno strato

spesso e resistente»11. Lungo gli ortostati è collocato un blocco di calcare costituente una banchina larga

0.44 m ed alta 0.25 m; al suo angolo sud-orientale era sovrapposta un’altra lastra calcarea di 0.45 m x 0.35

m e spessa circa 0.07 m, non più in situ. Al momento dello scavo entrambe si mostravano stuccate in basso,

e forse originariamente lo erano integralmente12. Pernier registrò come la banchina presentasse solamente due cavità circolari di poco dissimili in circonferenza e pressoché della dalla stessa profondità,

verosimilmente concepite per ospitare vasi a fondo convesso13: una terza concavità è stata svelata dalla

rimozione della lastra superimposta che pure mostrava un’incavatura similare. Adiacente all’estremità Nord

della banchina si trova una vaschetta profonda circa 0.35 m composta di lastre di calcare poste di taglio:

questa – come suggerito da alcuni lacerti – doveva essere completamente intonacata con calce anche

all’interno, tanto da lasciar ipotizzare la natura di bacino per liquidi. Pernier osservò inoltre come una pezza

d’intonaco aderisse ancora alla faccia Nord della suddetta banchina14. Anche la parete occidentale del vano VI vede un banco «in sassi e terra, coperta con tre lastre di calcare e una di schisto»15. Il pavimento dell’ambiente interessato, più alto di quello del vano VII adiacente, si trova al livello dell’euthynteria del

muro ad ortostati, e consta di lastre poligonali in calcare e “scisto turchino”, in antichità intonacate con

8 PERNIER,1935a: 201 9 PERNIER,1935a: 201 10 PERNIER,1935a: 203 11 PERNIER,1935a: 203 12 PERNIER,1935a: 203 13 PERNIER,1935a: 203 14 PERNIER,1935a: 203 15 PERNIER,1935a: 203

32 calce16. All’angolo sud-occidentale è ricavata una piccola canaletta di scarico dalle pareti in sasso e

sostenuta da una lastra litica, la quale convogliava le acque di scolo verso il lastricato del piazzale esterno. A

Nord-Est si apre l’accesso al vano V, accanto al quale, verso oriente, si trova l’apertura praticata nel muro

ad ortostati al fine di garantire il passaggio verso il vano VIII. Esternamente il muro orientale conserva

chiazze d’intonaco di calce biancastro, che ricopre per giunta l’angolo fra il muro stesso e lo scalino che fu

addossato agli infimi blocchi della “gradinata teatrale”17.