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Lo sviluppo delle abilità di trasformazione di testi

3 Tecniche finalizzate all’insegnamento delle lingue straniere e dell’Italiano L2

3.1 Tecniche per l’insegnamento delle lingue straniere

3.1.7 Lo sviluppo delle abilità di trasformazione di testi

3.1.7.1

Il riassunto

L’abilità del riassumere si basa sia su attività cognitive come l’individuazione dei nuclei informativi e la divisione dei nuclei tra elementi essenziali ed accessori, sia su attività linguistiche come la stesura finale di un testo strutturato in maniera logica composto dai nuclei essenziali e rilevanti. Spesso, quando si tratta del riassunto in lingua straniera, si rischia di attuare una semplice contrazione del testo originale e quindi di compiere una mera ricopiatura selettiva. Ecco presentate due attività propedeutiche al riassunto che hanno l’obiettivo di far distinguere a livello di frase tra ciò che è essenziale e ciò che è accessorio:

a) La contrazione di un testo. Al fine di ridurre le dimensioni del testo, si cancellano a matita tutte le subordinate e le sezioni più ampie che non sono essenziali per la stesura del riassunto. Per dare all’attività una dimensione giocosa si può partire da un testo scritto in word, di cui si conosce il numero esatto di parole, e chiedere all’alunno di eliminarne il 20% in modo individuale per poi toglierne un altro 20% lavorando in gruppo. In questo modo vengono fatte interagire diverse strategie.

b) La selezione delle informazioni in un testo. Contrariamente a ciò che accade nell’attività appena descritta, la selezione prevede la messa in rilievo, ad esempio attraverso un evidenziatore, delle parti più importanti del testo, sottolineando con un altro colore le informazioni di rango inferiore e lasciando intatte quelle accessorie. Rispetto all’attività precedente, questa richiede un’analisi più articolata in quanto viene subito individuato ciò che è essenziale.

76 Prima di procedere con la stesura del riassunto è importante osservare alcune regole come quella di porre tutte le informazioni conservate per il riassunto in ordine temporale, logico, casuale e quella di ridurre il discorso indiretto alla sua essenza, ovvero il discorso indiretto.

3.1.7.2

Il dettato

Scrivere sotto dettatura è un esercizio molto utile, spesso giudicato come una semplice attività legata allo sviluppo dell’ortografia. In realtà, essa comporta diversi vantaggi in quanto il dettato:

attiva competenze che variano da lingua a lingua: mentre per quanto riguarda lo spagnolo il dettato è un semplice esercizio di ortografia in quanto vi è una relazione stretta tra fonema e grafema; in francese c’è una forte componente morfosintattica dato che, per fare un esempio, gli indicatori del femminile e del plurale spesso si scrivono ma non si pronunciano;

avviene in tempo reale e può quindi rivelarsi una piacevole sfida con se stessi se è autocorretto;

prevede diverse modalità di attuazione: un testo può essere dettato da parte dell’insegnante o può provenire da una fonte registrata (CD o DVD), la quale implica una maggior accuratezza fonologica, intonativa, ritmica.

Vediamo questa tecnica nel dettaglio:

Il dettato. Come già sottolineato, il dettato può avvenire tramite la voce dell’insegnante o basato su un file audio. L’uso della registrazione è comunque raccomandabile in quanto, oltre ad annullare l’effetto vicinanza/allontana dall’insegnante, consente di evitare il teacherese, utilizzato dall’insegnante, il quale può rallentare il ritmo per essere compreso, può scandire alcune parole, può ripetere, rendendo il dettato non autentico. Il dettato prevede: la lettura integrale del testo, la dettatura di segmenti significativi, la rilettura del testo a velocità normale e la

77 correzione. Anche se il dettato è ritenuto un esercizio infantile e inaffidabile, non dobbiamo dimenticare che, se autocorretto, esso è in grado di abbassare il filtro affettivo e di diventare una piacevole sfida contro se stessi.

3.1.7.3

Prendere appunti

Saper prendere bene gli appunti si rivela molto utile per studiare e si contraddistingue per l’esistenza di tre componenti:

la componente linguistica cioè l’importanza del comprendere un testo prima di scrivere appunti;

la componente extralinguistica che è costituita da frecce, sottolineature ecc;

la componente cognitiva cioè la capacità di distinguere ciò che è essenziale da ciò che è accessorio.

Poiché può apparire una attività poco motivante e noiosa agli occhi dello studente è consigliabile proporre una sfida con se stessi: dopo aver preso appunti su un testo, si chiede agli studenti di non guardarli più per circa un mese per poi tornarci a lavorare in maniera autonoma o collettivamente, cercando di ricostruire, partendo dagli appunti, il significato del testo originale.

3.1.7.4

La traduzione

Da molti anni, nella didattica delle lingue straniere, la traduzione viene considerata una tecnica controproducente poiché “può abituare a tradurre dalla L1 alla lingua straniera anziché a generare testi direttamente in questa lingua” (Balboni 2012: 153). In realtà vari studiosi hanno evidenziato la caratteristiche più importanti della traduzione tra cui il fatto che essa serve a far riflettere, a produrre quindi meta competenza, è un valido strumento per l’acquisizione, mira all’analisi dei testi, è uno strumento di analisi e comparazione socio-pragma-culturale e di riflessione interculturale. La traduzione comporta diverse modalità di attuazione:

a) La traduzione da una lingua straniera all’italiano. Questo tipo di traduzione può essere scritta e orale. Per quanto riguarda quella scritta ciò

78 che è fondamentale è il lavoro sul lessico, facendo particolare attenzione non solo alla connotazione delle parole ma anche alla scelta dei registri. Oltre al lessico è essenziale lavorare sulla sintassi del periodo, come l’organizzazione delle subordinate in posizioni diverse da quelle originali; la trasformazione dalla struttura paratattica a ipotattica e viceversa. Per quanto concerne la traduzione orale possiamo dire che questa tecnica si rivela utile solo se la traduzione viene registrata, il che comporta un’analisi che coinvolge non solo l’individuo ma la collettività.

b) La traduzione dall’italiano alla lingua straniera. Questo tipo di traduzione si caratterizza per la sua estrema difficoltà che può essere attenuata se si fa quasi per “gioco”, il quale si rivela utile solo grazie alla presenza di un registratore che consente di rivedere le realizzazioni. Se la traduzione dalla L2 alla L1 focalizza l’attenzione sul lessico, quella verso la lingua straniera fa emergere problemi a livello morfosintattico. La scelta del testo da tradurre è un’operazione molto delicata per questo tipo di traduzione. In generale possiamo dire che la traduzione di testi letterari in lingua straniera è da evitare in quanto, oltre a presupporre competenze altissime nella lingua d’arrivo, rappresenta una sfida molto alta, il cui risultato, se confrontato con quello di un professionista, è quasi sempre deludente.

c) La retrotraduzione. Consiste nello scegliere un testo italiano tradotto in lingua straniera e si chiede agli studenti di tradurlo nuovamente in italiano. Dopodiché si effettua un confronto col testo di partenza e si riflette sulle eventuali discordanze. È possibile anche attuare il percorso inverso, ovvero partire da un testo straniero tradotto in italiano da ritradurre verso la lingua di origine. La retrotraduzione è considerata una tecnica motivante in quanto prevede che lo studente sia in sfida con se stesso, con un testo, con gli altri studenti e non con un insegnante/giudice.

79 Le tecniche descritte fino ad ora possono essere applicate sia in contesti di insegnamento delle lingue straniere, sia di insegnamento dell’Italiano L2. Nel paragrafo seguente focalizzerò la mia attenzione su quelle che secondo Baldassarri (2008) sono tecniche ed attività finalizzate esclusivamente all’insegnamento dell’italiano seconda lingua.

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