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Lo sviluppo dell’abilità di dialogo

3 Tecniche finalizzate all’insegnamento delle lingue straniere e dell’Italiano L2

3.1 Tecniche per l’insegnamento delle lingue straniere

3.1.6 Lo sviluppo dell’abilità di dialogo

Per quanto riguarda lo sviluppo dell’abilità del dialogo occorre fare una distinzione tra dialogo autentico e dialogo simulato. Nell’insegnamento delle lingue straniere il dialogo è autentico solo nel caso in cui sia presente uno straniero madrelingua, con il quale si può essere in contatto in maniera diretta o virtualmente (tramite skype). In caso contrario il dialogo è simulato ed è basato su un doppio falso: un falso linguistico in quanto due persone che condividono la stessa madrelingua si ritrovano a comunicare in un’altra lingua in maniera faticosa e un falso pragmatico dato che due interlocutori sono obbligati a dare o ricevere informazioni non desiderate o addirittura già note. Al fine di rendere le comunicazioni più interessanti e motivanti si ricorre quindi a tecniche ludiche, come ad esempio performances teatrali, in grado di abbattere il filtro affettivo. Si tratta di attività che, oltre allo sviluppo dell’abilità dialogica, permettono anche una riflessione metacomunicativa, vista la presenza di un videoregistratore che consente di attuare commenti linguistici e metacomunicativi una volta conclusa la messa in scena.

a) La drammatizzazione. È un’attività che consiste nel recitare, a memoria o servendosi di un copione, parti dialogate. Una volta scelto il testo dialogico, si suddivide la classe in gruppi di persone, i quali, dopo essersi adeguatamente preparati, recitano le loro parti per poi rivedere le videoregistrazioni in modo da focalizzare l’attenzione su eventuali errori e lacune. Benché questa tecnica presenti molti vantaggi tra cui la memorizzazione del materiale e la possibilità di rivedere la propria performance, non bisogna trascurare il fatto che essa non è adatta a tutti i tipi di studenti in quanto l’esibirsi di fronte all’intera classe può rivelarsi un problema per gli studenti più timidi ed introversi.

73 b) Lo scenario. Si tratta di una tecnica che permette di utilizzare strategicamente la lingua in dialoghi ampi e formali. Una volta definita una situazione conflittuale si divide la classe in gruppi ciascuno dei quali è chiamato a ricoprire un ruolo ben preciso. Se si tratta, ad esempio, di un processo di divorzio ci sarà un gruppo che rappresenta il marito, gli avvocati, i testimoni ecc, un altro che rappresenterà la moglie e un terzo che ricoprirà il ruolo di giudice. Dopo aver preparato le varie strategie da mettere in atto, si passa alla realizzazione dello scenario per poi dedicare l’ultima parte alla discussione in cui è possibile condurre un’analisi sulla qualità dell’espressione linguistica e sul fallimento/successo delle strategie messe in atto.

c) Il role play. Si tratta di un “gioco di ruolo”, finalizzato all’esercitazione, attraverso l’autonomia e la creatività, dell’abilità di dialogo. Dopo aver stabilito un determinato contesto (un dibattito televisivo, l’organizzazione di un weekend), si divide la classe in gruppi attribuendo un ruolo a ciascuno dei loro membri, i quali ricevono anche informazioni sullo scopo da perseguire e sulla chiave psicologica da assumere (aggressività, remissività ecc.). Dopo la realizzazione dell’attività, in cui ogni gruppo è libero di gestire le conversazione come preferisce, si discute circa l’esito dell’esercizio, verificando chi ha raggiunto i propri scopi comunicativi e chi no. Il role play presenta alcune varianti:

1) Il role taking: Si chiede agli studenti di far riferimento ad un canovaccio che essi hanno a disposizione e che è composto da atti comunicativi (ad esempio, entra in un negozio, saluta e compra del pane). È una tecnica molto usata ma che, data la predeterminazione dei ruoli da ricoprire, non prevede quella creatività che contraddistingue il role play.

2) Il role making: anche questa attività presuppone l’uso di un canovaccio che si distingue da quello precedente in quanto non è composto da atti comunicativi ma indica gli scopi da perseguire. In questo modo gli studenti non devono assumere (take) un ruolo, bensì crearselo (make).

74 3) Il role play letterario, storico o filosofico: si distingue da quello tradizionale per quanto riguarda i ruoli assegnati agli studenti i quali non sono di carattere sociale ma, come indica il titolo, si tratta di assumere le vesti di un personaggio appartenente al mondo letterario, storico e filosofico. Le situazioni possono essere varie: un dibattito tra Shakespeare, Chaucer e Keats; un incontro in giardino tra il don Chisciotte e Romeo e Giulietta e così via. Si tratta di una tecnica molto stimolante e divertente, in grado di concedere agli studenti un alto grado di libertà.

La riflessione metacomunicativa può riguardare anche la lingua inviata, cioè quella utilizzata nelle chat, negli SMS e nelle e-mail. Anche se si tratta di lingua scritta, essa presenta alcune caratteristiche dell’oralità, dato il carattere istantaneo di chat ed SMS e il minimo interesse per l’accuratezza linguistica da parte di chi scrive. Tra le varie tecniche riguardanti la lingua inviata si ricordano:

a) La decrittazione di SMS. Una volta raccolto il materiale da analizzare, ovvero SMS ottenuti da scambi con studenti stranieri o con colleghi all’estero se si tratta dell’insegnante, si procede all’analisi delle strategie di abbreviazione in modo da rendere gli studenti consapevoli del rapporto tra arbitrarietà e convenzionalità del segno. Ecco alcuni esempi di conversazioni virtuali in lingua inglese e spagnola sulle quali si può condurre questo tipo di analisi:

- Thx 4 da invite 2 ya party soundz cul (Thanks for the invitation at your party, it sounds cool)

- Tas ok? Q tal? Chao (Estás ok? Qué tal? Chao) - Were r u? (Where are you?)

b) L’ itandem. È un’attività che permette, tramite l’uso del computer, uno scambio orale o orale e scritto autentico. Due studenti, ad esempio un fiorentino che studia inglese e un londinese che studia italiano, lavorano insieme utilizzando skype, chat o e-mail. Si ha come oggetto di interazione le due lingue e ci si corregge gli errori a vicenda. Questo permette una

75 riflessione metalinguistica sulla propria lingua, una riflessione motivante in cui si “fa grammatica” per un coetaneo, si condividono file e video, ci si spiega modi di dire presenti nella propria lingua e molto altro. Si tratta di un’attività che, oltre all’efficacia pragmatica, offre possibilità di discussione e comparazione linguistica, sociologica e culturale.

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