RICOGNIZIONI CORPO BEATO GIACOMO VILLA
7 Luglio 1659 – il Santo Corpo viene riposto in una cassa di noce e questa in un’altra assicurata da fasce di ferro e chiodi e chiusa con sei chiavi Nel TESCHIO ricoperto da una maschera vi fu posto un cartello con la scritta :
“In onore della SS. Trinità, di M.Vergine, e del Beato Giacomo, in questo dì 7 Luglio 1659, furono poste le presenti reliquie”
10 Luglio 1717 – Verbale ricognizione giuridica del corpo per la traslazione in un’urna più decente.
“E prima nella parte superiore dell’istessa urna, in faccia alli tre cristalli posti in facciata della medesima, tre cuscini, cioè uno di seta verde, uno di velluto rosso, e l’altro di seta oscura, sopra dei quali furono collocate le medesime SS. Reliquie, cioè la testa, l’ossa intiere dello stinco e della coscia di ambe le parti, legati in croce in due mazzi, in uno dei quali vi manca l’osso della gamba ridotto in frammenti – l’osso ischio, ileo sacro, pube e le vertebre superiori tutti uniti – gli umeri e le scapule legati in due altri mazzi e gli altri ossi dei bracci legati in un mazzetto – undici vertebre – due ossa dello sterno e l’osso Iride legati tutti in un mazzo – due ossi delli calcagni et altri del ginocchio legati in un mazzo – et altri diversi mazzi d’ossa delle mani e dei piedi – un piccolo reliquiario d’osso con cristallo avanti con dentro i capelli del B. Giacomo, e una iscrizione sigillata e ligata con fettuccia rossa – una scatola ad ottangolo di legno dorato con dentro diversi oggetti legata con fettuccia rossa e sigillata – altra scatola in quadro di legno verniciato a verde con dentro diversi frammenti d’ossa, legato con fettuccia rossa e parimenti sigillata :”
5 Agosto 1806 – Ricognizione del Corpo per inviarlo a Roma
“levato da essa il menzionato Beato Corpo; reliquie, consistenti in ciò che appresso cioè: - il teschio con anche le mandibole in cui nell’angolo sinistro della fronte scorgesi un incisione lunga circa tre dita traverse di mano d’uomo, fatta da istrumento incidente e lacerante – un pezzo di
colonna vertebrale unita colle due anche – e la maggior parte delle ossa di diverse grandezze del busto e delle estremità tanto
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DEVOZIONE
La devozione per il Beato Giacomo è di antica origine e, a sommi capi, si traccerà la sua storia.
La leggenda, così come ci è stata tramandata e i riscontri odierni ci dicono che prima fu edificato un piccolo oratorio dove fu seppellito e poi fu edificata una Chiesa in cui venne officiato una specie di culto che compete ai soli canonizzati e fu sempre chiamato Santo o Beato anche se espressamente vietato dai decreti del papa Urbano VIII (1623-1644).
Nel 1304 Papa Benedetto XI, soggiornando a Castel della Pieve, colpito dai nobilissimi fatti che i Serviti gli raccontavano intorno al Beato Giacomo esaltò la sua memoria nominandolo “Elemosinario”.
Durante le pubbliche calamità è stato sempre uso trasportare processionalmente il suo corpo nella cattedrale dove veniva esposto alla venerazione dei fedeli come è avvenuto negli anni 1754 – 1764 – 1790 e 1801.
Vengono concesse reliquie: nel 1636 ad Amelia; nel 1638 a Benevento e nel 1851 a Spello.
Nel 1617 i Servi di Maria certificano che : “ ... la sua festa si celebra con grandissima frequenza di popolo l’8 Luglio, se bene hora va calando da poi gli preti ne hanno cura, che è dal 1600 in qua, havuta la [...] di Clem. Otta: determinata che de bensi di questa Chiesa se ne erigesse un seminario.”
Il culto pubblico ed ecclesiastico del Beato Giacomo fu stabilito, anche se in modo informale definito beatificazione equipollente di un servo di Dio, dalla 8a Congregazione dei Riti e confermata dal Papa Pio VII nel 1805.
Nel 1806 viene approvato l’officio del Comune e nel 1807 al clero di Città della Pieve per la 4a Domenica di Settembre in perpetuo.
Nel 1846 viene concesso dal papa Pio IX l’officio anche all’Ordine dei Servi di Maria che aggiunsero alla fine della prima lezione le seguenti parole: “ Paterui facultatibus venditis ac in pauperes erogatis habitum tertii Ordinis Servorum B.M. Virginis suscipiendum constituit” e al Martirologio: “ Apud Civitatem Plebis in Umbria B. Iacobi Elemosinarii Confessoris 3 Ordinis Servorum B.M. Virginis cuius memoria apud concives suos in benedictione permanent”.
Nel 1847 lo stesso officio viene concesso anche al clero regolare e secolare della Diocesi di Città della Pieve.
La pubblica festa veniva celebrata la 3a Domenica di Luglio con l’intervento dei popoli di Chiusi, Montepulciasno, Orvieto, Cortona, etc. anche perché in un elenco delle festività del 1579 veniva citata la “ Festivitas B. Iacobi de mense Iuli”.
Di feste celebrate con particolare solennità si trovano testimonianze negli anni 1718, 1784 e soprattutto quella del 1807 voluta dal Vescovo Becchetti per onorare il passato centenario.
Nel 1836 fu celebrata con la partecipazione del famoso oratore P.Gavazzi.
Nel 1848 il Beato Giacomo viene eletto Protettore della Guardia Civica della Città.
La stessa Silvana Perugini ricorda che la festa del Beato Giacomo si continuò a celebrare con luminarie e grandi onori il 15 di Gennaio fino agli anni ’50 del XX secolo per poi lentamente quasi scomparire.
Purtroppo poi la chiesa intitolata al Beato Giacomo fu concessa ai religiosi Anglicani nell’ambito della riconciliazione interreligiosa dal vescovo di Perugia e Città della Pieve ed ha subito il furto di candelabri e del cilicio che veniva usato dal Beato per martoriare la sua carne.
A seguito dell’ interessamento del Brigadiere dei CC di Chiusi Puliatti Paolo nel 2011 si è interessata della devozione a questo Beato anche la Misericordia di Chiusi che ha intitolato al Beato la sua nuova sdede in via Redi e si è adoperata per la ricostruzione del leggendario monumento al Beato vicino alla Chianetta e nel pellegrinaggio da Chiusi a Città della Pieve dei fedeli.
Finisco riportando un fatto che, usando un linguaggio che non mi è consueto, si può considerare un vero e proprio miracolo fatto dal Beato Giacomo : il 15 Gennaio 2013, durante i festeggiamenti del Beato, a Città della Pieve si sono ritrovati insieme nella chiesetta che porta il suo nome, nonostante il loro acerbo antagonismo, le comunità di Chiusi e di Città della Pieve, la Misericordia di Chiusi e le cinque Misericordie di Città della Pieve e i tre Terzieri di Città della Pieve (Casalino, Castello e Borgo Dentro).
Comunque, da profano della materia mi viene alla mente un quesito:
Perchè sono stati “dichiarati” santi tanti personaggi che la storia ci tramanda come infami o ci ricorda che abbiano commesso atti non proprio d’amore cristiano (abbiamo citato il Bernardino, ma con lui si può citare Cirillo d’Alessandria che fece scarnificare viva la grande matematica Ipazia, o, senza andare lontano, basta pensare a Aloysius Stepinac, vescovo cattolico, complice dei più atroci misfatti nazi-fascisti in Croazia durante il regime di Ante Pavelic dal 1941 al 1945 fatto beato nel 1998 da Giovanni Paolo II) e non sia stato dichiarato Beato un uomo che sacrificò la propria vita (non quella degli altri) per aiutare i poveri e i malati?