48 L'avvocato nel medioevo
I VESCOVI DI CHIUS
Vediamo prima come vengono descritti dai documenti ritrovati i Vescovi di Chiusi interessati al periodo della leggenda:
Cipriano Manente di Orvieto nelle sue “Historie” del 1561, a pag 167, ci fa sapere che:
“1299 ... In quest’anno frate Masseo de Faffuccio de’ Medici d’Orvieto fu creato vescovo di Chiusi da Papa Bonifacio”
Eubel Conradum in “Hierarchia Catholica Medii Aevi” nell’edizione del 1913 a pag 195 scrive: “Clusin. (Chiusi) in Italia media, immed. Subj. (400 fl.)
... [ ... ] PETRUS (sed.1250), RAINERIUS. – 1260, 1272 – Gams 753 - PETRUS, apresb. Ips. Eccl. – 1273 Apr.17 Gre. X a. 2 (t.37) ep.23
ob. Petri (1299) – MASSEUS (de Medici) O.Praed., jam cons. a.s.a. – 1299 Nov. 22 – Bon.VIII a. 5 ep. 398 (3272)
ob. Massaei (3) – MATTHAEUS (Orsini O.Min.), ep. Imolen. – 1317 Jan 12 – Jo.XXII a 1 (t.73) ep.118 ...
(3) Et cass.elect. de Boveno, priore mon. s. Petri de Petroio O.Vallisumbr. dioec. Cluin., et Rimbaldo, can. Clusin. (cf. Imolen. Ad a. 1317), in disc. Faet.”
Gams P.Pius Bonifacius in “Series episcoporum ecclesiae catholicae” 1878 , a pag. 753 scrive “1250 13.V.s. – Petrus III
1260 - Rainerius II - † 1272 1273 17. IV. – Petrus IV., † 1299
1299 - Matthaeus de Medici, O.S.D., ad 1313
1317 I.prov.tr.Imola – Matthaeus Orsini, O.S.Fr., † 15.VI. 1322”
Fr.Vincenzo Maria nel suo “Galleria de’ sommi pontefici patriarchi Arcivescovi e vescovi dell’Ordine dei predicatori “ del 1696 - Tomo I a pag. 73 ci riporta:” [ Il Rovetta nella sua Biblioteca vuole che fosse alunno del Convento di S.Marco di Firenze, il quale restò unito alla Provincia di Lombardia fino all’anno 1493 ] 230 Il Padre Fr. Matteo Medici Fiorentino, alunno del Convento di Orvieto, Vescovo di Chiusi Città di Toscana in Monte presso il fiume Chiana, suffraganeo della Metropolitana di Siena, eletto da Papa Bonifacio VIII. a’ 22.di Novembre del 1299. à riguardo della sua carità, pietà, e scienza: nutrì la sua greggia, e col buono esempio, e colla divina parola. Intervenne al concilio Viennense: ed egregiamente scrisse alcuni libri. Morì nell’anno 1313”
Giacomo Bersotti e Enrico Barni nel testo “ La Diocesi di Chiusi “ a pag.53 riporta: “PIETRO III DE PERIDIO (1248-1260)
Fu presente alla dedizione di Castel della Pieve al Comune di Perugia il 3 maggio 1250. Probabilmente il suo episcopato iniziò dal 1248 quando il vescovo Frigerio tornò a Perugia. Ebbe gravi contrasti con i Ghibellini di Chiusi. Il vescovo scomunicò i Chiusini che non volevano restituire i beni sottratti alla sua giurisdizione. La lite fu risolta alla fine del XIII secolo
RANIERI II (o Raneiro) (1260-1272)”
Egli era della famiglia Del Pecora di Montepulciano (Signori anche di Valiano – I Del Pecora erano un ramo dei Conti di Chiusi) – Durante il suo mandato, nel 1269 fu custode della Custodia Francescana di Chiusi Padre Ubaldo da Pistoia.
Ughelli Ferdinando nella sua “Italia Sacra” del 1718 – Tomus Terzius – descrivendo i vescovi della Diocesi di Chiusi così si esprime:
“19 PETRUS post Benedictum Clusinum Pontificatum obtinuit anno 1255. Hic diuturniori lite Abbatem Ammiatinum exercuit, cum arbitraretur dictum Abbatem violento iure in se traxisse iurisdictionem Ecclesiarum Radicofani, quamobrem Apostolicus idem ipse commissarius longum ea de re condidit processum, adhibuitque ingentem copiam testium, ex quorum confessione exprimeret verum. Cæterum cum retulissent illi a Theobaldo usque ad Petrum plenum illud ius perdurasse, Petrus Clusinus destitit urgere litem, causaque cecidit. Ad quod si cautius, qui subsecuti sunt, respexissent Ammiatini Abbates numquam passi fuisset pro dimidio inter ipsos, Clusinosque Præsules, Ecclesias illas distrahi. Tamersi autem ab re videatur futurum hic retulisse, RAYNERIUM Ammiatinum Abbatem medietatem castelli Radicofani Eugenio Tertio Pontifici summo donasse, patiar tamen libenter hanc meam digressionem a lectoribus derideri, dummodo hinc aduertant, cuius dignitatis, cuiusque potentiæ illa Abbatia fuerit, in qua exornanda, augendaque summi Pontifices, Reges, Imperatores olim visi sunt decertasse. Conuenta autem inter Abbatem, Eugeniuumque Pontificem sequentia sunt, quæ in eiusdem monasterij archivio extant...
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20 RAYNERIUS Epscopus Clusinus, vixit anno 1260. Eiusdemque memoria extat anno 1268. In archivio sancti Salutoris Ammiatini.
21 PETRUS Archipresbyter Clusinus, a Gregorio X. ejusdem Ecclesiæ sublectus Episcopus est anno 1273. die 17. mensis Aprilis ex regesto Apostolico. Hic cum proficisceretur ad consacrandas Ecclesias S. Barbaræ ex ordine D.Augustini, Plani Castaniarii, sanctæque Floræ, ab Amiatinis monachis humanissime exceptus est, haud tamen tanquam diœcesanus Episcopus; quæ res adeo trepida visa est, ut factum deinde peculiari instrumento sussultum, mandarit memoriæ, ne inde Clusini Præsules aliquid juris sibi viderentur acquisivisse in monachos. Sub .Gregorio pro B.Episcopo Cardinali Prænestino spoliorum collector fuit. Ejus memoria extat usque ad annum 1299. quo è vivis eximitur. Cæterum hunc Petrum singularis doctrinæ, prudentiæque fuisse oportet, si ulla fides adhibenda est literis, quas ad illum scripsit supramemoratus Card. Prænestinus.
Reperi autem quendam Transmundum Monaldescum Præsulem Clusinorum fuisse an.1292. ut in Urbevetana historia narrat Manentes, cujus rei fides apud illum esto.Sicut etiam mihi suspecta narratio est de quodam Thoma _Mediceo, quem auctores isti, nulla subnixi sanctiori fide, Clusinorum Episcopum faciunt anno 1300. Siquidem in Clusina sede ad hunc florebat Petrus anno 1295.cum ejusdem anni die 23.mensis Octobris inauguraverit quendam Compagnum è Monticiellio, ut mihi videre contigit in archivio Bichernæ Senensis, quem etiam vixisse reperio anno 1300.quamobrem inde mihi sit conjectura Transmundum Monaldescum, Thomamque Mediceum numquam Clusinam conscendisse Cathedram, Petroque administrationem pertuisse ab anno 1273.usque ad annum 1299.quo defunctus est, ut habetur in regesto Vaticano. Sequens Clusinam Ecclesiam susceptit regendam.
[In estrema sintesi Pietro IV [1273-1299] da arciprete della cattedrale di Chiusi fu promosso vescovo di Chiusi da papa Gregorio X il 17 Aprile 1273. Non ebbe contrasti con nessuno, nemmeno con i monaci amiatini e morì nel 1299. Egli fu il vescovo che, di fatto, governò la diocesi per quasi tutta la vita di Giacomo]
22 Fr. MATTHÆUS, quem alii Marcum Mediceum Urbevetanum appellant, Ordinis Prædicatorum nobili genere Episcopus Clusinus sublectus est anno Domini 1299.X Kalendas Decembris consecratur in Romana curia per Joannem Episcopum Cardinalem Tusculanum. Immediate successit Petro, ex regesto Vaticano epistola 398.fil.225.in quo ipso anno in monumentis, scripturisque Amiatinis ejusdem mentio exta; decessitque anno 1313. Ex cujus excessu Clusina sedes vacua fuit usque ad annum 1315.eidemque viduatæ Ecclesiæ vicariam operam præstitit Angelus rector Ecclesiæ S. Faustæ, dum Senatus clericalis in partes divisus fratrem Bonettum Priorem monasterii S.Petri de Petrorio Ordinis Vallis umbrosæ Clusinæ diœcesis, & Rimbaldum canonicum Clusinum, qui fuit postea Episcopus Imolensis, eleggisset; ii tandem post diutinam altercationem sponte electioni renunciarunt, ut legitur in regesto Vaticano Jonis XXII.
23 Fr MATTHÆUS Ursinus Romanus, filius Fortebratij germani fratris Napoleonis Cardinalis Ursini, e Franciscano alumno Episcopus Imolensis, anno 1317. Secundo idus Iunarij ad Clusinum Episcopatum translatus est, vixitque usque ad annum 1322. Decessitque Romæ, exceptus sepulchro apud sanctum Franciscum ad ripam...”
Cappelletti Giuseppe nel suo : Le chiese d’Italia vol.XVII – 1862 a pag.592 scrive:
“Allora gli venne dietro; non già nel 1255, come notò l’Ughelli; ma probabilmente in quello stesso anno 1248 il Vescovo PIETRO III, il quale, a’ 13 maggio 1250, Indict. VIII, trovavasi presente, insieme con Benedetto vescovo di Perugia, e Pepone sindico di Castel della Pieve: e di questo istrumento ci dà notizia lo stesso Ughelli, il quale qui, non ricordandosene, lo collocò tra i vescovi di Chiusi, cinque anni dopo. Cotersto Pietro litigò lungamente contro l’abate di san Salvatore di Amiata, riputandolo usurpatore della giurisdizione sopra il castello di Radicofani; alla qual lite si pose fine col porre in luce la sentenza già pronunziata dal papa Eugenio III in favore dei monaci sino dal dì 29 maggio 1153, il quale aveva donato all’abate Reiniero metà di quel castello.
Del vescovo RAINERIO II, che visse nell’anno 1260, si hanno similmente memorie nell’archivio di quella medesima abazia [San Salvadore]: e se ne trovano sino al 1272. Nell’anno seguente, a’ 17 aprile, fu sostituito a lui defunto il vescovo PIETRO IV, ch’era l’arciprete della cattedrale. Consecrò molte chiese della sua diocesi, e nel recarvisi a celebrare il sacro rito, fu onorevolmente accolto dai monaci di Monte Amiata; non però come prelato diocesano. Ma perchè questo fatto non potesse in avvenire somministrare il più lieve indizio di giurisdizione episcopale su quell’abazia, fu eretto solenne istrumento, che ne assicurasse perpetuamente l’indipendenza. Spiegò Pietro qualche pretesa di giurisdizione sopra alcuni monasteri dell’eremo di sapietro del Vivo, dei camaldolesi; ma la controversia fu posta in mano ai giudici arbitri e fu decisa a favore dei monaci (2) [Annal. Camald., tom.V, pag.196.].
Dopo il vescovo Pietro IV, che morì nel 1299, sottentrò in quell’anno stesso al governo della chiesa chiusina il domenicano FR. MATTEO, che altri dissero Marco, de’ Medici, nato in Orvieto. Fu consacrato in Roma dal cardinale vescovo di Frascati. Visse al governo di questa chiesa sino all’anno 1313; e dopo la sua morte ne rimase vacante la sede lungamente, perchè i canonici lungamente questionarono tra loro sulla scelta del successore. Alcuni avevano eletto il monaco vallombrosano Bonetto, priore del monastero di san Pietro di Petrorio, ed altri volevano il canonico loro collega Rimbaldo, che fu poi vescovo di Imola. La controversia finì, che i due eletti rinunziarono entrambi spontaneamente la nomina; ed allora fu promosso al vescovato di questa chiesa, il di 12 gennaio 1317, il romano FR.MATTEO II Orsini, francescano, ch’era vescovo di Imola, e che visse sino al 1322.”
Prinzivalli Vincenzo nel 1857 diede alle stampe il suo “Orvieto la città dei Pontefici – Discorso storico” e a pag. 35 scrisse: