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S. Luigi nacque in Castiglione di Lombardia da Ferdinando Gonzaga, marchese di quella città e parente coi duchi di Mantova e di Monferrato. Sua madre fu donna Marta della illustre famiglia Tana di Chieri.

Luigi, dopo una vita penitente ed innocente, dopo aver portato all’eroismo la pratica delle virtù cri­

stiane, rendeva in Roma l’anima al Signore il 21 Giugno 1591, in età di ventitré a n n i, tre mesi e undici giorni. Sua m adre ebbe ancora la consola­

zione di vederlo assunto all’onore degli altari e invocarlo col titolo di Beato.

LE SEI DOMENICHE e l a N o v e n a d i S . L u i g i G o n z a g a . Questo Santo dalla Chiesa viene proposto quale esempio d ’innocenza e di virtù a tutti, ma special- mente alla gioventù, in favor della quale in ogni tempo ha impetrato moltissime grazie dal Signore.

I Romani Pontefici a fine di accrescere il culto di questo gran Santo concedettero Indulgenza Ple­

naria a tutti quelli, che santificheranno sei Dome­

niche consecutive ad onore di Lui. Queste Dome­

niche possono scegliersi prima o dopo la Festa, o nel corso dell’anno, purché uno si accosti ai santi Sacramenti della Confessione e della Comunione, e faccia in quel giorno qualche opera di pietà. Que­

sta Indulgenza si può lucrare in ciascuna delle Domeniche suddette, e si può anche applicare alle Anime del Purgatorio. Affinchè poi siate tutti in grado di conoscere le opere e le orazioni da pra­

ticarsi, furono disposti qui per ogni giorno quegli esercizi di pietà, che potranno servire a celebrare le Domeniche e la Novena di questo Santo, onde partecipare di quelle grazie e di que’ favori, che tuttodì ottiene da Dio a ’ suoi divoti.

DOMENICA PRIMA.

G I O R N O P R I M O (p e r l a n o v e n a) .

Sa n L u ig i piange i suoi peccati.

Quantunque si possa dire che S. Luigi non abbia mai commesso peccato deliberato, tuttavia pianse amaramente ciò, che Egli riputava offesa di Dio. In

età di quattro o cinque anni prese un po’ di polvere ad alcuni soldati di suo padre per isparare un pez­

zetto d’artiglieria, e proferì alcune parole scovene- voli. P er questo egli pianse per tutta la vita, e quando se ne confessò la prim a volta svenne appiè del Con­

fessore, nè mai poteva ricordarsene senza lacrime.

Anzi le rigorose penitenze, le dure mortificazioni, gli austeri e prolungati digiuni, gli erano inspirati non solo dall’amor di Dio, ma dal desiderio di pu­

nire l’innocente suo corpo di quelle mancanze com­

messe nella sua tenera età.

Qual rossore per n o i, che abbiamo commessi tanti e tanto gravi peccati eppure ce ne ridiam o senza dar alcun segno di pentimento! Ah! se si con­

siderasse che un solo peccato oltraggia un Dio d ’in­

finita bontà, ci fa indegni del Paradiso, che con­

tiene tutti i beni, ci rende meritevoli dell’inferno, luogo di tutti i m ali, chi mai potrebbe a tale consi­

derazione trattenere le lacrime? Questo pensiero è appunto quello, che faceva piangere san Luigi.

G IA CULA T O R IA .

Amabile mio P ro tetto re, Voi, che aveste sì poco da piangere e tu ttav ia piangeste a lagrim e sì am are e continuate, fate, che io pianga le mio colpe e le detesti, a fine di ottenerne da Dio il perdono.

Pratica.

Se trovate la vostra coscienza rea di qualche peccato, chiedetene di cuore perdono al Signore con promessa di confessarvene al più presto pos­

sibile.

Luigi S a n to , di angelici costumi adorno, io indegno vostro divoto, um ilmente prostrato di­

nanzi a Voi, adoro quella M aestà infinita, che vi elevò a tan ta gloria: benedico mille volte la SS. T rinità, che vi concesse u n ’innocenza così illibata e vi adornò di tan te eroiche v irtù . Deh!

per tan ti doni sovrumani, per quella innocenza e penitenza, p er quell’am ore, che portaste a Dio in t e r r a , vi prego um ilm ente a volerm i oggi ricevere fra ' vostri divoti, e ottenerm i vera con­

trizione de’ miei peccati, p u rità di cuore lontana da ogni colpa ed offesa del mio Dio. Vi sup­

plico di essere il mio protettore in ogni azione in vita e specialmente in punto di m orte, quando avrò m aggior bisogno del vostro patrocinio. E Voi, grande R egina del Cielo, M aria, che tanto am aste e favoriste Luigi m entre viveva in te rra , rendete efficaci queste mie preghiere, esauditelo Voi, non per mio m e r ito , ma pei m eriti del vostro servo L uigi e pel vostro m aterno amore.

Fate, o cara M adre, che io possa im itare san Luigi in vita, e dopo una santa m orte essere partecipe di quella felicità, che in compagnia dei Beati si gode in Cielo per tu tti i secoli de’ secoli.

Così sia.

Un P ater, A ve e Gloria.

Preghiera.

DOMENICA SECONDA.

GIORNO SECONDO ( P E R LA N O V E N A ).

Penitenze di s. Luigi.

La vita di s. Luigi è un complesso delle virtù più pure ed eroiche, le quali Egli conservò e per­

fezionò colle più rigide penitenze. Ancor fanciullo macerava le innocenti sue carni con assidui di­

giuni. Giunse a restringere il suo cibo ad un’oncia al giorno. Flagellavasi a sangue; metteva sotto le lenzuola pezzetti di legno per tormentarsi anche nel sonno; sotto le vesti nascondeva speroni da cavallo, perchè non aveva cilici; cercava il maggior suo incomodo nello stare, nel sedere, nel cammi­

nare. Anzi andò tan t’oltre l’ardore di penitenza in s. Luigi, che essendo moribondo chiese con lacrime al suo Superiore di essere in quell’ora estrema senza compassione flagellato da capo a piedi. Il che non avendo ottenuto, supplicò di essere almeno gettato sulla nuda terra, e così poter morire da vero penitente per amore di Gesù Cristo, che era morto per Lui sopra il duro legno della croce.

Se Luigi, principe delicato, di sanità cagionevole, puro ed innocente, faceva tante penitenze, quale confusione non deve mai essere per que’ giovani, i quali cercano mille pretesti per fuggire ogni occa­

sione di mortificare il loro corpo, fare qualche asti­

nenza per amore di quel Dio, che tanto patì per noi!

Gi a c u l a t o r i a.

Glorioso san L uigi, intercedetem i un vivo de­

siderio di far penitenza de’ miei p eccati,

affin-che non m ’accada la disgrazia di doverli poi scontare n ell’a ltra vita tr a le pene dell’Inferno o del Purgatorio.

Pratica.

Non differite la penitenza alla vecchiaia, quando le forze non la comportano più. A chi poi vi dice, che non conviene usare tanto rigore contro del vo­

stro corpo, rispondete: Chi non vuole patire con Gesù Cristo in terra, non potrà godere con Gesù Cristo in Cielo.

Preghiera. Luigi Santo, ecc., a pag. 57.

DOMENICA TERZA.

GIORNO TERZO ( P E R LA NOVENA ) .

S. L uigi modello nella v irtù della Purità.

Ogni virtù da s. Luigi fu portata al grado eroico, ma più di tutte in Lui risplendette la virtù della P urità. Veniva ordinariamente chiamato col nome di Angioletto, o di Angelo in carne, o giovane An­

gelico. Qualora in qualche conversazione si faces­

sero discorsi men puri, al sopraggiungere di Luigi nessuno più ardiva di proseguirli, credendo di of­

fendere la sua modestia, il suo candore. Convien per altro notare, che per conservare una virtù sì bella Egli custodiva gelosamente tutti i sensi esterni, m a specialmente gli occhi. P er più anni dovendo ogni dì trovarsi colla regina di Spagna qual paggio d ’onore, non la mirò mai in faccia. Anzi colla propria madre stava sempre cogli occhi bassi, a segno di non sapere quale fisionomia ella avesse.

Una volta in Chieri, invitato al ballo, fuggì sbigot­

tito e si pose segretamente in una stanza a pregare e a flagellarsi a sangue. Aveva solo dieci anni,

quando conosciuto il gran pregio di questa virtù, la offerì con voto alla Regina de’ Vergini Maria Santis­

sima nella chiesa dell’Annunziata in Firenze. Essa gradì quel voto per modo, che s. Luigi non provò mai tentazione contro questa virtù, ed ebbe la gloria di portare nell’ altra vita senza macchia l ’innocenza battesimale.

Giovani miei, se volete voi altresì conservare questa virtù che vi rende tanto cari a D io, alla Beata Vergine ed agli Angeli tutti, prendete per modello s. L u igi, mettetevi come lui sotto alla speciale protezione di questa Madre, ed Essa sarà la Custode fedele della vostra Purità. Oh quanto mai Ella ama ed accoglie le anime pure e caste più delle altre! Quante grazie loro concede! Ma questa virtù non si può conservare senza fuggire l’ozio, che è il padre di tutti i vizi, senza star lungi dai cattivi compagni, e custodire i sensi del corpo, specialmente gl i occhi.

Gi a c u l a t o r i a.

Fate, o s. Luigi, che io fugga qual peste l ’ o­

zio e que’ com pagni, i quali c o ’ loro malvagi discorsi cercano la rovina dell’ anima mia.

Pratica.

Stabilite oggi di non voler mai riguardare og­

getti pericolosi nè parlare di cose contrarie alla virtù della Purità.

Preghiera. Luigi Santo, ecc., a pag. 57.

DOMENICA QUARTA.

GIORNO QUARTO ( P E R LA N O V E N A ).

San Luigi staccato dai beni della terra.

Ogni bene terreno fu stimato da s. Luigi come cosa da nulla. Egli leggeva con ispavento le parole

del Salvatore, il quale dice essere più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco abbia a salvarsi. Perciò compiangeva i ricchi e i grandi del m ondo, i quali vanno dietro a’ beni sì vili e caduchi, e che sovente per un po’ di da­

naro o per un palmo di terreno perdono la loro eterna felicità. Disprezzava ogni umano rispetto, e sebbene più volte deriso e burlato, tuttavia Egli, lasciando che ognuno parlasse a suo talento, si man­

teneva costante nel praticare le cose riguardanti alla gloria di Dio ed alla salvezza dell’anima. Ma alla vista dei grandi pericoli, che portano sempre seco le ricchezze e le grandezze terrene, deliberò di rom­

perla interamente col mondo e darsi tutto al Si­

gnore. A tale effetto rinunciò al principato, abban­

donò i parenti, gli amici, e, dopo moltissimi con­

trasti da parte degli uni e degli altri, abbracciò lo stato religioso, in cui pervenne al più alto grado di cristiana perfezione.

Se vogliamo anche noi distaccare il nostro cuore dalle vanità del mondo ed affezionarci alle cose di Dio, cominciamo dal disprezzare i beni terreni, che come pungenti spine e lacci funesti ci son d’impedi­

mento alla nostra eterna salute; stimiamo soltanto quello, che giova a condurci alla beata eternità, dicendo con s. Luigi: Ciò, che non è eterno, è un niente: Quod aeternum non est, nihil est. Questo si otterrà facilmente, se dispregiando noi ogni rispetto umano attenderemo alle cose che riguar­

dano all’onor di D io , e specialmente alla fre­

quenza dei Sacramenti della Confessione e Comu­

nione, che sono i due mezzi più efficaci per distaccar il nostro cuore dalle cose terrene e innamorarlo delle celesti.

Gi a c u l a t o r i a.

Amabilissimo s. Luigi, per quella stretta unione che Voi aveste con Dio, fate, che il mio cuore per l ’avvenire non pensi più ad altro che alle cose del Cielo, ed abbia sempre a vile quelle della terra.

Pratica.

Risolviamoci oggi di voler frequentare, per quanto ci è possibile, i Sacramenti della Confessione e Comunione, e di mettere in pratica i consigli del Confessore,

Preghiera. Luigi Santo, ecc., a pag. 57.

DOMENICA QUINTA.

GIORNO QUINTO ( P E R L A N O V E N A ).

Amor di s. Luigi verso Dio.

S. Luigi nell’amore verso Dio fu un Serafino.

Tanto ne era acceso, che al solo pensare o udir par­

lare delle cose del Signore quasi cadeva di sfini­

mento. Era poi singolare il suo amore a Gesù Cro­

cifisso. Ogni volta che veniva da altri disprezzato, oppure pativa dolor di testa o altro incomodo di sanità, erane lietissimo, e bramava patir di più per amor del Signore.

Quanto grande fu poi la sua tenerezza per Gesù Sacramentato! Passava più ore al giorno avanti l ’altare del SS. Sacramento. Ancor giovinetto impie­

gava tre giorni a prepararsi alla Comunione, e tre giorni appresso per farne il ringraziamento. Fatto più grandicello si accostava ogni giorno alla santa Comunione, ma sempre con angelico fervore e con massimo raccoglimento. Nel ricevere poi l ' Ostia

Santa discioglievasi in tali lagrime e deliquii, che spesso non aveva più forze a levarsi da terra.

Da quale cosa deriva mai che noi proviamo sì poco gusto per le cose spirituali? Questo avviene dall’ essere il nostro cuore poco innamorato di Gesù Crocifisso, e dall’accostarci troppo di rado alla SS. Comunione, o dall’accostarci indegna­

mente, oppure col cuore pieno d’affetti mondani;

perchè è impossibile avvicinarsi a queste due ine­

stinguibili fiamme dell’amor di Dio senza sentircene accesi e trovarne conforto e contento. Accostiamoci dunque per l’avvenire con cuore infiammato di viva carità e con atti ferventi di fede, di speranza e di amore; e allora proveremo anche noi quelle de­

lizie e quelle contentezze che provava s. Luigi.

Gi a c u l a t o r i a.

O gran Serafino d’amore, fate che per l ’av­

venire altro più non voglia che amare Dio e a Lui solo servire.

Pratica.

Procurate di recitare le preghiere del mattino e della sera avanti l ’immagine di Gesù Crocifisso e baci atela spesso. I Sommi Pontefici concedono molte indulgenze a chi bacia il Crocifisso.

Se potete, andate a far qualche visita a Gesù Sacramentato, specialmente dove è esposto per l’a­

dorazione delle Quarant’ ore.

Preghiera. Luigi Santo, ecc., a pag. 57.

DOMENICA SESTA.

GIORNO SESTO ( P E R L A N O V E N A ) .

Carità di san Luigi verso del prossimo.

L ’amore verso il prossimo è la misura dell’a- mor di Dio. S. Luigi non solo aveva viscere di ca­

rità verso del prossimo, ma sapeva eziandio mara­

vigliosamente sopportarne i difetti. Fin da fanciullo era sì paziente agli insulti, agli oltraggi, alle vil­

lanie dei compagni, che, ben lontano dal mostrarsi offeso, gioiva; e chi più lo disprezzava più da Lui era amato. Fin d’allora aveva imparate e meditate queste parole del Vangelo: Date in limosina il su­

perfluo; perciò godeva nel dare ai poveri non solo il superfluo, ma nel privarsi ancora delle cose a Lui più care in loro sollievo. Quando poi sapeva che trovavasi qualche poverello alla porta, Egli su­

bito lo andava a vedere, e tutto premuroso correva dalla marchesa sua madre per chiederle qualche cosa, e, ottenutala, volea andarla a riporre Egli stesso nelle mani del mendico. Questa carità era molto più ardente pei bisogni spirituali del prossimo. An­

cora secolare portavasi nelle chiese ad insegnare il Catechismo agl’ ignoranti, ne correggeva i costumi, e studiavasi di acquetarli nelle risse e nelle discor­

die. Fattosi religioso, percorreva la città di Roma ad istruire i mendici; menavali seco da qualche Confessore, affinchè fossero assolti dalle loro colpe, e così rimessi in grazia di Dio. Non avendo più altro da offerire a Dio in favore del prossimo, se non la propria vita, questa offerì ancora. Impercioc­

ché in una pestilenza avvenuta in Roma ottenne di andare a servire gli appestati, e dove più erano schifosi gli infetti, più volentieri Luigi prestava l'opera sua. Si metteva pure le tasche in collo, cam­

minava per la città accattando limosina di porta in porta, indi se ne tornava all’ospedale per sovve­

nire quei miserabili, cui prestava ogni più basso servigio.

Anche noi, o giovani cari, possiamo imitare sì gran Santo nelle opere di carità, col sopportare i

difetti dei nostri compagni e perdonar loro quando ne siamo oltraggiati. Ma questa carità sarà assai più grande, se insegneremo loro le cose della fede, o almeno li condurremo in quei luoghi, dove pos­

sano esserne istruiti. Quante anime potremo così levare dal sentiero della perdizione e rimetterle, in quella strada, che le conduce a salvamento! Ed allora quante grazie ci otterrà da Dio s. Luigi!

Gi a c u l a t o r i a.

Amorosissimo s. Luigi, infiammate il mio cuore del vero amor del prossimo, onde cresca sem­

pre più in me l ' amor di Dio Pratica.

Procurate di condurre qualche vostro compagno ad ascoltare la parola di Dio o ad accostarsi al Sacramento della Confessione.

Preghiera. Luigi Santo, ecc . , a pag. 57.

T R E C O N S I D E R A Z I O N I