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CAPITOLO 3 I CASI STUDIO: LUNGARNO COLLECTION DI FERRAGAMO E RHINOCEROS DI FEND

3. Lungarno Collection

3.2 Hotel Lungarno

Questo albergo a 5 stelle a Firenze comprende 65 camere e suite di lusso, con terrazze con vista sui capolavori del Rinascimento.

Apre come albergo per la prima volta nel 1967, viene successivamente acquistato dalla famiglia Ferragamo nel 1995.

L’edificio è formato da parti di più edifici storici.

Nel 2017 a cinquant’anni dalla sua prima inaugurazione, l’Hotel Lungarno è stato completamente rinnovato e ha riaperto le sue porte dopo sei mesi di ristrutturazione. In questa occasione l’albergo è passato da 4 a 5 stelle. Il blu, il bianco e il cuoio che si trovano della lobby si ispirano all’arredamento di una barca.

La collezione d’arte dell’albergo, con più di 450 opere, è stata ulteriormente valorizzata e messa a disposizione degli ospiti grazie a itinerari tematici dedicati.

Il fascino della lobby continua nei corridoi, ricchi di storie da raccontare con le numerose opere d’arte che accompagnano gli ospiti nelle camere, molte delle quali a tema e dedicate ai lavori di un unico artista, come la suite Venna o la suite Francesconi8.

3.2.1 Collezione d’arte

È una collezione di opere di artisti del Novecento prevalentemente italiani. Gli artisti sono riuniti in base a caratteristiche personali e artistiche e raccontati in cinque distinti percorsi narrativi.

“L’itinerario top 5”, collocato nella hall, parte con opere di Pablo Picasso e Jean Cocteau, si prosegue con Mario Sironi celebrato da una frase di Picasso “avete un grande artista, forse il più grande del momento e non ve ne rendete conto”, per continuare con due noti personaggi della scena artistica toscana del Novecento: Marino Marini e Ottone Rosai.

Quest’ultimo artista si collega agli altri itinerari, avendo avuto legami con diversi artisti della collezione.

L’“itinerario Antonio Bueno” è stato realizzato grazie all’intervista alla figlia di questo pittore, un percorso che descrive come si è caratterizzata la sua arte. Da giovane ha sperimentato diversi stili, dall’astrattismo, al metafisico, al pop per poi arrivare al periodo delle “pipe di gesso” che ha decretato il suo successo con una importante mostra a New York e un grande interesse dei collezionisti all’acquisto delle sue opere. In questo periodo l’arte di Bueno

“Portrait of a young men’s profile” Pablo Picasso, 1952

evolve e trasforma le amate pipe in figure e da lì, in profili ingigantiti che ripercorrevano la flessuosità e il colore candido delle pipe di gesso.

Le opere della collezione Lungarno risalgono proprio a questa fase, nella prima metà degli anni Sessanta, in cui le sue figure sono caratterizzate da tratti somatici piccoli e concentrati nella parte centrale del volto luminoso, pieno e ovale.

L’“itinerario Venturino Venturi” racconta forse il più tormentato tra i personaggi della collezione, un uomo fragile che ha trovato nell’arte la sua apparente salvezza. Venturi frequenta il caffè delle giubbe rosse a Firenze in un periodo di forte fermento culturale, dove conosce alcuni personaggi già molto noti al tempo come Ottone Rosai, Giuseppe Ungaretti e Eugenio Montale. Per Venturi le amicizie e l’arte hanno avuto sempre una grande importanza ed era convinto che anche le opere avessero una propria spiritualità. Per lui il ritratto aveva un significato particolare, pensava fosse un mezzo per potersi avvicinare all’intimo del soggetto fino a sfiorarne l’anima. L’“itinerario Pop Art” si distingue per originalità parlando di arte grafica.

Inizia dalla Francia con il padre del poster, Jules Cheret, tra i primi a comprendere l’importanza dell’immagine a scapito del testo. Jules Cheret raggiunse il successo grazie alla collaborazione con una delle più importanti aziende di cosmesi nel mondo, la Rimmel, che capì che con le sue illustrazioni avrebbe presentato al meglio i prodotti al grande pubblico.

Grazie a questa collaborazione Cheret diventa un innovatore della Belle Èpoque. Ciò è esempio di come l’arte su commissione sia importante e non si limiti a rappresentare, ma possa valorizzare e comunicare. Un altro artista di questo itinerario è Lucio Venna, che agli inizi della carriera è affascinato dall’ideologia del movimento futurista, dal quale resta però deluso. Dopo questa delusione decide di dedicarsi intensamente alla cartellonistica, mantenendo il legame con la qualità creativa del futurismo. Il suo studio di pubblicità “Creazioni Venna” dà vita a manifesti, cartelloni e importanti marchi aziendali. In quegli stessi anni Salvatore Ferragamo apre il suo atelier a

Firenze e stringe rapporti con Lucio Venna, commissionandogli la prima etichetta e il primo manifesto pubblicitario della casa di moda.

Il boom economico del dopoguerra e il diffondersi del consumismo hanno portato gli artisti ad interpretare nuovi gusti e a sperimentare, come ha fatto un giovane innovatore, pittore, grafico e scenografo Raul Shultz. Questo artista eclettico, esploratore delle correnti artistiche italiane ed internazionali, era un personaggio irriverente, che arrivò a proporre un opera d’arte come “Pittura a metro”, con la quale intendeva contrapporsi a ogni logica di mercato. Nella Venezia dei primi anni Sessanta, ha liberato il suo spirito creativo spaziando tra letteratura, illustrazione, cinema con importanti collaborazioni con Hugo Pratt e il regista Tinto Brass.

Sempre agli inizi degli anni Sessanta nasce negli Stati Uniti la pop art, che celebra lo stile di vita americano, i nuovi prodotti e un nuovo modello esistenziale. A rappresentare questo movimento artistico in toscana è Adolfo Natalini. Ha una breve ma significativa esperienza pittorica, successivamente si dedica all’architettura e i suoi progetti sono oggetto di pubblicazioni e mostre in tutto il mondo. Natalini realizza prestigiosi progetti anche per la città di Firenze, come la riqualificazione della Galleria degli Uffizi e l’ampliamento del Museo dell’Opera del Duomo9.