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M ONTE DEI P ASCHI E L ’ ACQUISIZIONE DI A NTONVENETA

3.1 Alcune precisazioni introduttive

Nel terzo e ultimo capitolo è intenzione di chi scrive proporre un’applicazione di quanto sin qui solo analizzato a livello puramente teorico. Il modello di stratificazione del valore fungerà da guida e base concettuale nell’esame del caso proposto. Alla luce delle riflessioni e dei concetti finora esposti, il tentativo sarà quello di applicare il particolare approccio di valuation proposto da Massari e Zanetti ad un ambito altrettanto peculiare qual è quello bancario. Se è certo, infatti, che i due studiosi non precludono l’applicazione di una simile metodologia ad aziende finanziarie, è altresì vero che, negli esempi applicativi proposti, i casi trattati fanno in genere riferimento ad aziende industriali e commerciali. Non si ritiene tuttavia di aver operato alcuna forzatura nell’adozione di un simile metodo, poiché, anzi, esso ha il pregio di stimare, ed evidenziare, separatamente i vari ‘strati’ che concorrono alla formazione del valore di acquisizione, identificando come gradualmente si generino le sinergie e che effetti esse possano avere sul risultato finale.

Tuttavia, come si avrà modo di osservare, tale approccio non risulta privo di semplificazioni più o meno rilevanti, di queste si avrà modo di parlare diffusamente in seguito, a questo punto è invece necessario illustrare quali siano stati gli accorgimenti utilizzati per consentire di applicare il modello nel modo più efficace e chiaro possibile. Innanzitutto, l’acquisizione vera e propria vede come soggetti direttamente coinvolti Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. e il

Gruppo Antonveneta. È ragionevole pensare che la maggiore interessata ad un progetto simile, dal punto di vista strategico e sinergico, sia stata proprio Banca Monte dei Paschi, pertanto la stima del valore di acquisizione prenderà come punto di riferimento i dati del bilancio individuale della banca stessa; ciò tuttavia non toglie che benefici sinergici potessero essere conseguiti anche a livello di Gruppo Montepaschi, come si vedrà. D’altra parte Banca Antonveneta era la capogruppo dell’omonimo gruppo bancario acquisito, tuttavia nei documenti societari venne esplicitamente dichiarato che l’acquisizione non ricomprese Interbanca S.p.A.117 – una delle maggiori consociate del gruppo –, si è ritenuto opportuno pertanto considerare il solo bilancio individuale della capogruppo dal momento che l’acquisizione ebbe come oggetto “l’intero capitale sociale di Banca Antonveneta e delle società da questa controllate 118”. Tale decisione è

ammissibile non solo per ragioni di semplicità, ma soprattutto poiché un’accurata ed esauriente analisi in merito ai benefici e le sinergie raggiungibili tramite una concentrazione con queste caratteristiche, è possibile se si considerano attentamente gli istituti bancari presi singolarmente, è proprio nell’integrazione fra i due, infatti, che risiedono le principali sinergie ottenibili ed è per questa via che sarà possibile focalizzarsi al meglio sui benefici potenziali insiti nell’operazione al fine di valorizzarli al meglio.

Sebbene si sia scelto un approccio simile perché ritenuto più consono ed efficace ai fini della valutazione, ciò non toglie che osservazioni di più ampio respiro saranno effettuate in seguito per evidenziare ancor più risultati, cooperazioni e benefici raggiunti.

117 Si veda “Documento Informativo relativo all’acquisizione di parte di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. dell’intero capitale sociale di Banca Antonveneta S.p.A.”, Siena 16 giugno 2008, p. 6.

118 “Documento Informativo relativo all’acquisizione di parte di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. dell’intero capitale sociale di Banca Antonveneta S.p.A.”, Siena 16 giugno 2008, p. 6.

3.2 La bidder: Banca Monte dei Paschi di Siena

LE ORIGINI119

Banca Monte dei Paschi di Siena (in seguito anche chiamata MPS), comunemente considerata la banca più antica del mondo, vanta una tradizione storica di grande rilievo. Il 27 febbraio 1472 con delibera della Repubblica di Siena venne costituito il Monte di Pietà (o Monte Pio), istituto laico sorto per il sostegno economico delle classi più disagiate. Esso sopravvisse alla caduta della repubblica di Siena e assunse nel 1580 funzione esattoriale per conto dello Stato, confermando così il suo ruolo pubblico; la crescente importanza assunta dal Monte, a livello locale e non solo, portarono nel 1624 alla creazione di un nuovo istituto bancario, a sostegno dell’originario, amministrato da otto cittadini scelti all’interno della classe nobile, con il fine di concedere prestiti ad agricoltori, allevatori, istituzioni e privati, esso sarà denominato ‘Monte dei Paschi’120. Si susseguirono momenti floridi e altri segnati da difficoltà finanziarie, sino a che nel 1784 i due istituti furono unificati nel ‘Monti Riuniti’, sempre governato dalla nobiltà locale, ma, ciononostante, conservando la vocazione sociale della banca, sia a sostegno dei più bisognosi che della popolazione locale. Seicento e Settecento posero le basi per la prosperità che consentì, nel Novecento, un’intensificazione delle attività tale da creare una realtà di primaria importanza nel panorama finanziario italiano. Negli anni novanta, i cambiamenti normativi noti, obbligarono a scindere le due attività cardine del Monte: venne istituita da una parte la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, con finalità prettamente sociali e filantropiche, dall’altra l’azienda bancaria Monte dei Paschi di Siena S.p.A.. Ad oggi la Fondazione detiene il 33,5% delle azioni dell’istituto di credito, mentre la banca è a capo di un gruppo che opera in diversi segmenti: attività bancaria tradizionale, credito speciale, bancassicurazione, asset banking,

119Per la stesura di questo paragrafo ci si è avvalsi delle informazioni reperibili nel sito istituzionale (www.mps.it/La+Banca/Storia).

120 L’origine del nome “Monte dei Paschi” discende dall’obbligo, imposto dal Granduca ai senesi, di utilizzare come garanzia per la creazione del nuovo istituto le rendite dei pascoli demaniali della Maremma, detti appunto ‘Dogana dei Paschi’.

investment banking. Nel giugno del 1999 si quotò nella Borsa Italiana, mentre dal settembre dello stesso anno fa parte dell’indice FTSE Mib.

MPS si è sempre caratterizzata, dunque, per il forte spirito locale e se vogliamo anche sociale dell’attività svolta; la storia che vanta costituisce un punto di forza ineguagliabile in termini di brand e di fidelizzazione della clientela; la tradizionale vicinanza alla comunità locale ha creato un legame indissolubile col territorio. Questi sono elementi vincenti e difficilmente riproducibili, che hanno sicuramente contribuito in maniera forte al suo successo.

Figura 3.1 I principali azionisti di Banca Monte dei Paschi di Siena al 31 dicembre 2012.

Fonte: Gruppo MPS, Relazione e Bilancio consolidato del Gruppo Monte dei Paschi di Siena dell’esercizio 2012, marzo 2013, p. 18.