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manifesteremo, personalmente, una purezza inattaccabile (e innocua).

2.5 Manifestare anziché mostrare

Ben presto arriverà l’eliminazione di tutta l’ala artistica

142 Notre société est bâtie sur le

secret (1996). Doc. cit.

143 Ibidem.

144 Il rapporto è stato pubblicato dall’IS a Bruxelles nel maggio del 1960. La terza pagina di copertina indica che la pubblicazione «è la seconda della serie ‘Rapporti presentati dall’Internazionale situazionista’». Questo testo doveva essere una pubblicazione sulle orme del Rapporto sulla costruzione

di situazioni di Guy Debord.

Vedi lettera a Maurice Wyckaert,

Correspondance 1999, vol. I, pp.

328-329. Jorn, Asger. Critique de

la politique économique. Suivie de La lutte finale (1960). R, Rares, 8

NN 8459 NOR. Paris: Bibliothèque nordique.

del movimento. Pochi mesi dopo la nascita dell’IS, durante la seconda Conferenza dell’IS tenutasi a Parigi il 25 e 26 gennaio 1958, è stata decisa l’epurazione della sezione italiana con la conseguente esclusione di Walter Olmo, Piero Simondo ed Elena Verrone. Da questo momento le attività della sezione italiana saranno dirette da Pinot Gallizio e da Giors Melanotte – pseudonimo di Giorgio Gallizio e figlio di Pinot –, ma entrambi saranno allontanati dal movimento a fine maggio del 1960.

Il primo membro della sezione tedesca a essere escluso è stato Hans Platschek, nel febbraio del 1959. A seguire nel febbraio del 1962 sono stati espulsi tutti i membri ancora in attività, a eccezione di Uwe Lausen che sarà escluso nel 1965.

Asger Jorn si era già dimesso nel 1961 ma continuava a collaborare con il movimento da esterno sotto lo pseudonimo di George Keller. Nel marzo del 1962, saranno allontanati dal gruppo tutti i membri della sezione scandinava e Jacqueline de Jong, artista della sezione olandese, per aver preso le difese del gruppo Spur e attaccato l’IS tramite il volantino Nicht Hinauslehnen!145

pericoloso sporgersi). Il titolo del tract, ripetuto in diverse lingue, ricalca quello utilizzato dal Comitato Centrale (Debord, Kotányi, Lausen, Vaneigem) per l’espulsione del gruppo tedesco146. Il 23 marzo del 1962, arrivò la replica

dei membri dell’IS utilizzando anche loro un volantino, scritto in lingua inglese, dal titolo Proclamation from first Internationale situationniste (Proclama dalla prima Internazionale situazionista)!147.

A seguito di questa vicenda, l’attività della sezione scandinava sarà delegata a Jeppensen Victor Martin e sarà aperta la lotta contro tutti i «nashisti»148 che, nel frattempo,

avevano creato un altro gruppo: la Bauhaus situazionista o Seconda Internazionale situazionista.

In risposta alla nascita del nuovo movimento situazionista e alla mostra CO-RITUS149, organizzata nel 145 Nicht Hinauslehnen! (1962).

TDS, Textes et documents situationnistes, tract. Paris: AGB. Il volantino è datato 13 febbraio 1962, ma nel tract di risposta la data è stata rifiutata, affermando che il volantino fosse retrodatato. 146 Nicht Hinauslehnen (1962). TDS, Textes et documents situationnistes, dépliant. Paris: AGB.

147 Sulle successive riproduzioni, la parola first scompare. Per maggiori dettagli vedi traduzione francese in Mercier, Archives situationnistes.

Vol. 1: Documents traduits: 1958 – 1970, pp. 84-85.

148 Dopo che Nash e Ansgar Elde avevano trasformato la sezione scandinava in Bauhaus situationist l’IS ha adottato il termine «nashisti», prima, per designare i membri della sezione scandiva esclusi, poi per indicare tutti i traditori nelle lotte contro la cultura dominante e le condizioni sociali. Cfr. l’articolo «L’operazione controsituazionista in vari paesi», I.S., n°8, [gennaio 1963], 1994, pp. 25-32. Vedi «Definizione», ivi, p. 28.

149 Il titolo della mostra Co-ritus nasce dall’abbreviazione di collettivo e la fusione con la parola ritus (rito). Nash e Thorsen volevano sviluppare un nuovo valore dell’arte, cioè come un’attività collettiva e di culto.

dicembre 1962 da Jørgen Nash e Jens Jørgen Thorsen presso la Galleria Jensen, situata in via Møntergade nel centro storico di Copenhagen, i membri dell’IS progettarono Destruktion af RSG-6 (Distruzione del RSG- 6), una manifestazione che si tenne alla galleria EXI a Odense (Danimarca) dal 22 giugno al 7 luglio 1963.

Il titolo della manifestazione è stato ispirato dal pamphlet Danger! Official Secret – RSG-6, firmato dal gruppo di attivisti Spies for Peace, nel quale erano stati rivelati i piani segreti della Gran Bretagna in caso di guerra termonucleare. Il gruppo Spies for Peace credeva nell’azione diretta e nell’infiltrazione, cercando le informazioni governative segrete direttamente nelle basi militari. Così nel marzo 1963 gli attivisti fecero irruzione nel quartiere generale segreto del governo, cioè la sede regionale numero 6 (RSG-6) e rifugio antiatomico governativo, fotografando e copiando tutti i documenti trovati. In seguito stamparono 4000 copie dell’opuscolo Danger! Official Secret – RSG-6 che furono distribuite in tutta la Gran Bretagna per diffondere le informazioni in loro possesso150.

Destruktion af RSG-6 è stata l’unica esposizione collettiva realizzata sotto il nome dell’IS; fu organizzata da J.V. Martin e vi parteciparono, a nome del movimento, Michèle Bernstein, Guy Debord e Jan Strijbosch, artista e membro della sezione belga.

Nella lettera indirizzata a J.V. Martin, datata 8 maggio 1963, Debord scrisse che i situazionisti erano d’accordo che egli «provasse a prendere il controllo artistico e teorico della nuova galleria anti-nashisti e anti-nucleare» (Debord 2006, p. 644). Secondo il progetto inviato da Debord, sempre nella stessa lettera, all’intero della galleria doveva essere «costruito un ambiente» diviso in tre parti: shelter (rifugio), revolt (rivolta) ed exhibition (mostra).

Il primo ambiente voleva rappresentare «un orribile rifugio anti-atomico», utilizzando poca illuminazione e il

150 http://www.bl.uk/learning/ histcitizen/21cc/counterculture/ civildisobedience/spiesforpeace/ spiesforpeace.html (06/05/2019)

rumore delle sirene in loop e rendendo l’aria irrespirabile tramite l’uso massiccio di deodorante per ambienti (ibid.).

La seconda sala era dedicata allo «sfogo» e alla «rivolta»; in questa seconda parte era prevista l’affissione di alcune foto di politici o di dirigenti, contro le quali i partecipanti avrebbero potuto tirare con la carabina, e di carte geografiche sulle quali si mostravano le zone di distruzione, attraverso l’utilizzo di colori gettati sulle mappe e fatti colorare per raffigurare i terribili effetti (ivi, p. 645).

La terza sala era invece «un piccolo spazio riservato alla creatività artistica» dove sarebbero stati esposti i quadri dai titoli «politici-situazionisti», i collages, la rivista e i volantini situazionisti, e il luogo in cui doveva essere distribuito il catalogo della mostra (ibid.).

La manifestazione si svolse, con molta probabilità, come da progetto descritto sopra, ma solo alcune immagini ne documentano lo svolgimento151. Buona parte delle opere

andarono distrutte durante l’incendio, provocato da una bomba incendiaria, nella casa di J.V. Martin il 18 marzo 1965 (I.S. n.10, [1959], 1994, pp. 24-26). Malgrado questo, è possibile risalire alle opere esposte attraverso il catalogo: i collages di Michèle Bernstein; le «direttive» di Guy Debord; le «cartografie termonucleari» e dei quadri di J.V. Martin; le pitture di Jan Strijbosch; infine l’edizione originale di Danger! Official Secret – RSG-6152.

Michèle Bernstein realizzò una serie composta da tre collages, «victory series», nella quale, attraverso la tecnica del détournement, trasformava delle sconfitte storiche rivoluzionarie in vittorie: Victoire de la Commune de Paris; Victoire des Républicains Espagnols; Victoire de la Grande Jacquerie en 1358153.

Le «direttive» di Guy Debord furono realizzate a casa di J.V. Martin in Danimarca il 17 giugno 1963; in totale erano cinque e riportavano i seguenti slongans: Dépassement de l’art (n°1); Realisation de la philosophie (n°2); Tous contre le spectacle (n°3); Abolition du travail aliene (n°4); Non a tous

151 Odense (1963). FGD, Fonds Guy Debord, Naf 28603, 8, papiers, photographies et objets personnels, Odense. Paris: BnF.

152 Destruktion af RSG-6 (1963). TDS, Textes et documents situationnistes, catalogue. Paris: AGB.

153 Vittoria della Comune di Parigi;

Vittoria dei Repubblicani Spagnoli; Vittoria della Grande Jacquerie nel 1358.

les spécialistes du pouvoir. Les conseils ouvriers partout (n°5)154. Tutte le «direttive» sono state inscritte su delle tele

bianche con un colore nero, ad eccezione della direttiva n°4 che è stata scritta, utilizzando un colore bianco, su una pittura industriale realizzata da Pinot Gallizio nel 1958 (Debord 2006, pp. 654-655). L’intento era di considerare e vedere questi slogan come quelli iscritti sui muri della città, metodo che sarà riproposto attraverso i manifesti nel ’68.

Le sette «cartografie termonucleari» elaborate da J.V. Martin, attraverso la tecnica dell’action painting, rappresentavo gli effetti della guerra nucleare: Deux heures après le début de la 3. guerre mondiale; Deux heures quinze après le début de la 3. guerre mondiale; Au second jour on prévoit 82 millions de morts; Deux heures trente après le début de la 3. guerre mondiale; Le crematorium de l’abri gouvernemental de la région 6: L’Angleterre; Deux heures quarante après le débout de la 3. guerre mondiale; Qui a bien pu gagner la guerre? Nous l’avons perdue155.

Anche i titoli dei quadri di Jan Strijbosch seguono lo stesso modello «politico-situazionista»: Là où il y a la liberté, il n’y a pas d’Etat; Eloge de Gracchus Babeuf; Un spectre hante le monde: Le spectre du pouvoir des conseils ouvriers; Nous recommencerons la guerre d’Espagna, et cette fois nous allons la gagner; L’arme de la critique ne saurait suppléer à la critique des armes156.

Il progetto di questa esposizione ha una filiazione con due progetti – trattati in precedenza –, ovvero Projet pour un labyrinthe éducatif e Die Welt als Labyrinth: sono stati ripresi i concetti chiave per la costruzione degli ambienti, sono stati rielaborati e riadattati nel nuovo contesto teorico.

La manifestazione, oltre a essere un pretesto per attaccare i «nashisti», voleva rendere omaggio all’operato del gruppo di attivisti Spies for Peace perché la loro azione aveva rivelato, e denunciato, il livello che «il potere statale»

154 Superamento dell’arte (n°1);

Realizzazione della filosofia (n°2); Tutti contro lo spettacolo (n°3); Abolizione del lavoro alienato (n°4); No a tutti gli specialisti del potere. I consigli dei lavoratori ovunque (n°5).

155 Due ore dopo l’inizio della

3a guerra mondiale; Due ore e quindici dopo l’inizio della 3a guerra mondiale; Il secondo giorno sono previsti 82 milioni di morti; Due ore e mezza dopo l’inizio della 3a guerra mondiale; Il crematorio del riparo governativo della regione 6: L’Inghilterra; Due ore quaranta dopo l’inizio della 3a guerra mondiale; Chi avrebbe potuto vincere la guerra? L’abbiamo persa.

156 Dove c’è libertà, non c’è stato;

Lode di Gracco Babeuf; Uno spettro tormenta il mondo: lo spettro del potere dei consigli operai; Inizieremo nuovamente la guerra in Spagna, e questa volta la vinceremo; L’arma della critica non può sostituire la critica delle armi.

aveva conquistato «nell’organizzazione del territorio» e che portava, di conseguenza, all’accrescimento dell’autorità e della sottomissione delle masse (Debord 2006, pp. 650- 651). Attraverso questa esposizione volevano divulgare l’attacco del gruppo, creando al tempo stesso un terreno di riflessione e di critica sociale.

La critica non era rivolta solo a fini politici ma anche al mondo dell’arte a dimostrazione che «la critica d’arte» poteva «essere prodotta con un nuovo uso dei mezzi esistenti dell’espressione culturale» (Debord 2006, p. 651). Sia nel catalogo sia nell’invito non è mai stata utilizzata la parola mostra, se non per la terza sala denominata «esposizione»; i situazionisti, invece, si sono avvalsi del termine manifestazione, una forma collettiva d’espressione di sentimenti e di protesta.

L’IS non ha mai voluto occupare un posto nel sistema dell’arte, «ma scalzarlo sotterraneamente» (I.S., n°5, [dicembre 1960], 1994, p. 3). L’arte e la politica sono due elementi indivisibili e importanti nel gioco situazionista, ma sono semplicemente dei mezzi funzionali al loro obiettivo.