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Sono stati arruolati 34 pazienti consecutivi affetti da SSc, classificati secondo i criteri ACR/EULAR del 2013 (35) o secondo i criteri di LeRoy e Medsger (29), afferenti alla

Struttura Semplice Dipartimentale di Reumatologia dell’Università degli Studi di Perugia nel periodo compreso tra febbraio ed aprile 2015.

Sono stati inclusi 34 controlli sani appaiati per età, sesso e valori di PA. Sono stati esclusi soggetti con malattie CV e aritmie cardiache.

Per tutti i pazienti sono stati raccolti, tramite la cartella clinica ambulatoriale cartacea, i seguenti dati clinici/demografici: età, sesso, subset di malattia, pattern autoanticorpale (ACA, anti Scl70, altri autoanticorpi), durata di malattia (numero di mesi dall’insorgenza di RF e del primo sintomo non RF), manifestazioni cliniche caratterizzanti la malattia (UD in atto o pregresse, interstiziopatia polmonare, PAH, cardiopatia, coinvolgimento gastrointestinale, crisi renale, interessamento articolare,

miosite, sindrome sicca) e terapia per SSc effettuata in passato ed al momento dell’arruolamento (terapia steroidea intesa come dose media di prednisone, calcio antagonisti, ciclofosfamide, micofenolato, methotrexate, idrossiclorochina, rituximab, azatioprina, terapia antiaggregante o anticoagulante, iloprost, antagonisti della fosfodiesterasi-5 o dei recettori dell’endotelina, inibitori di pompa protonica). Sono stati inoltre acquisiti alcuni parametri laboratoristici intesi sia come valore di una singola determinazione, eseguita negli ultimi 30 giorni, e sia come media delle ultime 5 determinazioni (VES, PCR, colesterolemia totale/HDL/LDL, trigliceridi e glicemia).

Tutti i pazienti affetti da SSc sono stati sottoposti a:

 Valutazione clinica. É stata effettuata una accurata anamnesi al fine di valutare la presenza dei tradizionali fattori di rischio CV: ipertensione arteriosa sistemica, DM, dislipidemia, fumo, obesità, familiarità per patologie CV (familiari di I grado con IMA/ictus prima di 55 anni per gli uomini o 65 anni per le donne). Sono stati misurati: peso, altezza, BMI, PA brachiale (quale media di tre successive misurazioni eseguite con sfigmomanometro a mercurio, sul braccio non dominante e dopo che i pazienti erano in clinostatismo per almeno 10 minuti), FC (misurata subito dopo la PA),

fingertip to palm distance in flexion e mRSS.

 Valutazione clinimetrica. I pazienti hanno compilato la scala VAS riferita ai seguenti parametri: dolore, RF, disturbi esofagei, intestinali, respiratori, ulcere, malattia in generale. La valutazione della qualità di vita è stata effettuata tramite il questionario HAQ. La valutazione dell’attività di malattia è stata effettuata tramite Valentini Disease Activity Index e la valutazione della severità di malattia tramite il Medsger Disease Severity Scale.

 misurazione ABPI. É stato calcolato, secondo la letteratura, come il rapporto tra la PAS a livello dell’arteria tibiale posteriore e la PAS a livello omerale in ciascun arto; per il calcolo è stato utilizzato il valore pressorio più elevato misurato in ogni sede. L’operatore, in cieco per i dati clinici delle pazienti (DB), ha impiegato una sonda lineare a 8 MHz per la registrazione Doppler. Il

range di normalità preso in considerazione è stato 1-1,39.

analizzatore di immagini (Videocap, DS Medigroup-Milano-Italia). L’esame è stato condotto dal medesimo medico (FC), il quale non era a conoscenza delle informazioni cliniche delle pazienti. É stato effettuato dopo circa 15 minuti di stazionamento del paziente in un ambiente a temperatura costante (20-22°) ed è stato condotto a livello del margine periungueale del secondo, terzo, quarto e quinto dito di entrambe le mani, previa apposizione di una goccia di olio diafanizzante (olio di cedro), escludendo dalla valutazione eventuali dita sottoposte a recente traumatismo. In accordo con Cutolo et al. è stata effettuata una valutazione qualitativa: pattern early, active, late (91)ed è stato

inoltre registrato il numero di capillari per 1 mm (densità).

Tutti i soggetti (sia i pazienti che i controlli sani) sono stati sottoposti ad una valutazione strumentale per la misurazione non invasiva dell’AS, eseguita dallo stesso medico (FB) il quale non era a conoscenza delle informazioni cliniche.

Dopo aver misurato la pressione arteriosa, è stata determinata la PWV mediante strumento automatico (SphygmoCor Vx, AtCor, Sidney, Australia) che utilizza un tonometro ad applanazione ad alta fedeltà per misurare sequenzialmente le onde sfigmiche in due sedi arteriose diverse. Sono state valutate sia la cf-PWV (misura diretta di stiffness aortica) che la cr-PWV (come misura della stiffness di un distretto arterioso prevalentemente muscolare, arto superiore). Il tempo di transito dalla carotide comune alla femorale o alla radiale è stato calcolato facendo riferimento all’onda R dell’ECG di superficie. Per l’analisi è stata utilizzata la media di 10 diversi cicli cardiaci, rilevati in ognuna delle due sedi. La misura della distanza tra i due punti è stata presa in accordo alla letteratura (116). La PWV è stata quindi

automaticamente calcolata mediante la formula:

PWV= distanza (metri)/tempo di transito (secondi)

Le onde arteriose centrali sono state derivate da quella dell’arteria radiale, calibrata rispetto alla pressione arteriosa brachiale, mediante il sistema SphygmoCor Vx ed una validata funzione di trasferimento (210). Sono state utilizzate 20 onde sequenziali

centrale, che è stata poi ulteriormente analizzata per determinare la pressione dell’aorta ascendente e l’AIx, ovvero la differenza tra il secondo (P2) e il primo (P1) picco dell’onda arteriosa centrale, espressa come percentuale della PP. In virtù del fatto che l’AIx, come detto in precedenza, appare influenzato dalla FC, questo è stato inoltre corretto per una FC stabile di 75 bpm (AIx@75).

Analisi statistica: i dati sono espressi in media±deviazione standard (DS), mediana (range) o percentuale, a seconda dei casi. L’elaborazione statistica dei dati è stata effettuata tramite il software SPSS 13.0. Secondo necessità sono stati utilizzati i seguenti test: t Student, one way Anova, coefficiente di correlazione di Pearson. I valori di p sono stati considerati significativi se ≤ 0,05.

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