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Uso dei media e dei videogiochi, secondo l’istruzione della madre e del padre in un giorno medio (durate medie generiche

Nel documento I confini del tempo di lavoro. (pagine 198-200)

spaziale e sociale nei grandi centri urbani Applicazioni alla

Tavola 4.6 Uso dei media e dei videogiochi, secondo l’istruzione della madre e del padre in un giorno medio (durate medie generiche

in ore e minuti e frequenza di partecipazione in percentuale)

Tv Videogiochi Lettura

Mg % Mg % Mg %

Madre max media inferiore 1:50 88,0 0:18 23,3 0:07 15,7

Madre diploma superiore 1:38 87,6 0:21 28,5 0:09 17,7

Madre università 1:36 86,6 0:19 28,3 0:14 27,9

Totale 1:45 87,8 0:19 25,5 0:08 17,4

Padre max media inferiore 1:48 87,6 0:19 24,6 0:07 15,3

Padre diploma superiore 1:39 87,1 0:21 27,4 0:10 20,1

Padre università 1:30 85,4 0:14 22,0 0:13 24,0

Totale 1:44 87,2 0:19 25,2 0:08 17,6

I figli delle madri diplomate invece hanno più probabilità di compiere attività domestiche. Rispetto allo studio (fare i compiti) curiosamente sono emersi due effetti contrari che suggeriscono tendenze educative divergenti tra i genitori: sembra infatti che la madre “spinga” il figlio a fare i compiti più velocemente (24’ in meno) e il padre a farli più lentamente (19’ in più)! Questo però avviene la domenica. Al sabato l’effetto del diploma della madre è inverso, comporta infatti 16’ in più rispetto a chi ha una madre con titolo di studio inferiore, mentre non si manifesta nei giorni feriali. Avere una madre laureata non esercita mai un effetto significativo sul tempo dedicato ai compiti, il che potrebbe far supporre un diverso “rendimento” del tempo dedicato allo studio tra i

figli delle madri più istruite. Se ipotizziamo che i genitori laureati si aspettino risultati migliori dai loro figli ma che sappiano anche trasmettere loro strumenti cognitivi integrativi, rispetto a quelli forniti dalla scuola, necessari a conseguirli, allora si potrebbe verificare una parità di tempo investito nello studio, con risultati però diversi tra figli di laureati e figli di genitori con al massimo la licenza media.

Riassumendo si può dire che, contrariamente alle aspettative, l’istruzione dei genitori è un fattore non così determinante sull’uso del tempo dei figli. Certamente parte di questa delusione delle aspettative è da imputarsi allo scarso potere discriminante delle categorie di uso tempo, il cui contenuto, in termini culturali/educativi non è affatto ben rilevato dalla classificazione in uso.22 Un esempio per tutti è il tempo di tv, un passatempo di cui sarebbe molto più utile conoscere i contenuti trasmessi e recepiti dal singolo che non la semplice quantità. Per questo abbiamo cercato di migliorare l’indicatore sfruttando l’informazione sul “quando” e sul “con chi” dell’attività.

4.2.4 - Gli orari di lavoro dei genitori

Per quanto riguarda il rapporto tra tempo scuola e orari di lavoro dei genitori possiamo rilevare che se il padre ha un orario “tipico” (cioè un orario di ufficio, dal lunedì al venerdì; cfr. la definizione sopra), rispetto a uno “atipico”, il bambino, nei giorni feriali, registra una permanenza a scuola (elementare) inferiore di mezz’ora. L’orario della madre che incide in misura statisticamente significativa rispetto a una madre casalinga è quello part-time “tipico” e, diversamente dalle aspettative, comporta ben un’ora in più.23 Ciò potrebbe essere interpretato pensando che il part-time “tipico”, probabilmente un lavoro che occupa in genere cinque giorni settimanali per una durata inferiore alle 30 ore, non consente alle madri di spezzare l’orario giornaliero e di conseguenza i figli vadano a scuola un po’ di più (magari approfittando della mensa). L’effetto contrario dell’orario (full-time) del padre si spiegherebbe col fatto che magari costoro possono spezzare l’orario per

22 Probabilmente non lo sarebbe nemmeno risalendo alle descrizioni dei bambini, a meno che

un’esplicita sollecitazione non venisse posta nelle istruzioni di compilazione. Infatti il focus della rilevazione normalmente isola solo alcuni aspetti del contenuto delle attività, per lo più quelli di tipo funzionale.

23 Per “part-time” intendiamo un orario di lavoro inferiore a 30 ore, secondo quanto dichiarato nella

domanda del questionario sulle ore di lavoro abitualmente lavorate in una settimana. Abbiamo preferito questa informazione, più oggettiva, rispetto alla definizione data dagli intervistati del proprio lavoro come “a tempo parziale” o “a tempo pieno”.

andare a prendere i figli. Gli orari full-time (tipici e atipici) della madre sono invece associati con minore tempo trascorso facendo i compiti durante la settimana (alle elementari), con un impatto di circa 20’ o poco più. Per quanto riguarda i bambini delle medie l’unico tipo di orario che ha una certa influenza sulla loro permanenza a scuola è quello full-time “tipico” della madre, che comporta, nei giorni feriali, circa un’ora in meno. Gli altri tipi di orario, pur comportando un tempo scuola inferiore, non sono risultati significativi.

Restando nei giorni feriali, quelli in cui è più rilevante la questione “organizzativa”, vediamo che tutti i tipi i orario della madre, tranne quello part-time “tipico” (in pratica è quasi come valutare l’impatto dell’avere una madre occupata), si associano a una maggiore probabilità per il bambino di frequentare la casa di altre persone. Non possiamo sapere se si tratti di parenti o amici, ma abbiamo buone ragioni di credere che si tratti di una soluzione organizzativa utilizzata per far fronte a esigenze di custodia e/o di socialità del figlio che deve essere accompagnato in tali luoghi.

Altri effetti significativi degli orari di lavoro dei genitori si registrano nelle attività che più facilmente richiedono l’accompagnamento del figlio. Così notiamo che un bambino il cui padre ha un orario “tipico” ha una maggiore probabilità di frequentare un corso di formazione extra-scolastica (odds 2,4), il che non è casuale né un effetto del tutto spurio, se consideriamo che al padre laureato si associava una maggiore probabilità di frequentare tali corsi. Potremmo pensare che la formazione extra-scolastica dei figli sia un compito di cui alcune categorie di padri si prendono particolarmente cura. I corsi sportivi, rilevabili con una certa approssimazione dalla frequentazione di un luogo attrezzato per lo sport, sembrano invece associati alla madre con orario part-time tipico e full-time atipico, due condizioni lavorative che forse facilitano l’accompagnamento dei figli. L’una poiché si svolge presumibilmente al mattino nei giorni feriali, l’altra poiché, in ragione dell’atipicità (lavorare di notte, o di sera o a turni, al sabato o alla domenica), permette più facilmente di essere liberi nel pomeriggio, quando in genere i bambini fanno gli allenamenti sportivi.

Infine abbiamo notato un’influenza significativa degli orari di lavoro materni, escluso il part-time tipico, sulla probabilità e sulla durata delle attività di gioco fuori dalla propria abitazione (in un giorno medio). Anche questo potrebbe essere dovuto al fatto che l’attività svolta rientrava tra le soluzioni “organizzative” dei genitori. Nel giorno

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