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meditata strategia, cioè quella di indurre comunque gli inquirenti a spostare la loro attenzione sulle piste intemazionali ma senza creare sospetti sulla artifi

i 4

contenuto

da

coloro che in quel momento alle

indagini

sui terrorismo politico si dedicavano, senza però che potesse mai apparire la fonte

alla

quale attribuirla.

Fd anche ’al'* ospcdirnitr no*» poicvs* rii*- '•serre valutato co«nf> indicativi' di mia loro attenzione sulle piste

intemazionali

ma senza creare sospetti sulla

artifi­

ciosità di quelle ripetitive

radicazioni

E non v’é dubbio che se l’episodio, isolatamente considerato, poteva anche non essere rilevante ai fini d ela verifica della fondatezza dell’accusa, una volta col­

legato agli altri, e verificato che ad essi si omologava nella smtomaticttà di un delittuoso programma di depistaggio, in tali termini poteva essere valutato dal giudice del m erito, giacché la sua ricostruzione era conform e alle risultanze acquisite, e la sua valutazione non poteva essere dissociata dal concorrente con­

tributo degli altri indizi.

A lla stessa conclusione deve questa Suprema Corte pervenire in relazione alla ricostruzione del molo attribuito a Tommaso Pazienza nell’episodio del 13 gen­

nàio 1981. ' .

L a sentenza impugnata, contrariamente a quanto^dedotto dalTinputato ricorren­

te , non ha supposto la partecipazione all’operazione che si concluse con £1 rin­

venimento delle a m i e dell’esplosivo su quel treno, desumendola dalla so li

presenza dell’imputato all’aerqporto di Ciampino fl 9 gennai© 1981, .allorquando M usum eci consegnò al generale N otam icola quella nota informativa sulla base dell® quale si avviarono le operazioni per il recupero di queOa-valigìa. .

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Il giudice di rinvio é pervenuto alla conclusione contestata dal ricorrente dopo aver puntualizzato la posizione che Pazienza rivestiva nell’ambito del “Sismi” e quella che aveva acquisito, nella stessa struttura. Musumcci: Pazienza risultava essere stato inserito nel “Sismi” su iniziativa di qualificati ambienti americani, e ben presto era divenuto il più fidato collaboratore del direttore del servizio, 3 generale Santovito. Queste erano le indicazioni offerte da alcune testimonianze, - il colonnello Cagliandro ed 3 generale Legatesi - confermate dallo stesso Pa­

zienza allorquando, nel corso di un’intervista televisiva del 25 aprile 1985, aveva ammesso di avere ricevuto dal generale Santovito l’incarico di formare, all’interno del “Sismi” un “gruppo informale”, composto di pochi elementi, per portare avanti alcune delicate operazioni.

A sua volta Musumeci, secondo la testimonianza del colonnello Cagliandro, era 3 referente abituale di Pazienza, ed entrambi rappresentavano 3 “cardine opera­

tivo” del servizio.

E im a volta ricostruito 3 ruolo che Pazienza e Musumeci rivestivano aH’mtemo del “Sismi”, la 'sentenza impugnata, attenendosi ai principi -fissati da questa C orte a proposito della valutatone della prova m dm aria, ha riesaminato accura­

tam ente le dicMaraziom rese dal m aresciallo Francesco Sasapo, proprio al fine di verificare se esse potevano offrire una valenza probatoria concordante con gli

alili in d ia. .

Infatti 3 giudice di rinvio, nel ricostruire gli sv3uppi che quella deposizione aveva avuto nel corso del procedim ento, ha datò atto che 3 m aresciallo Sanapo

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4

I

è

àllìi Piociiia uj Bologna, sia 2 22 novembre tys4 eoe il 28 marzo ìy85 aveva espressam ente rivelato che Bclmonte gli

aveva

confidato che

2

generale Musu- meci era in difficoltà in relazione

alle

indagini

sulla

strage di

Bologna

e che

bisognava

aiutarlo,

ma che, nel

contempo,

era

assolutamente

necessario non svelare la fonte di quella

notizia,

perchè si trattava di

un “personaggio importan­

tissim o,

a capo di ima rete spionistica

intemazionale”,

talvolta indicato da Bei- monte come “nipote” del generale

Santovito,

ed altre volte

com e

“il segretario”

del direttore del

servizio di sicurezza.

Non può essere ritenuta fondata la censura prospettata dalla difesa di Pazienza in relazione al fatto che la sentenza impugnata avrebbe tradotto in certezza quanto era stato da Sanapo recepito sulla base delle dichiarazioni a lui fatte da Belm onte.

In realtà, nella deposizione del 28 marzo 1985 Sanapo ribadi che Belmonte gli aveva fatto 11 nome di Pazienza allorquando aveva dovuto dirgli da quale fonte aveva appreso che quell’esplosivo sarebbe stato consegnato quel giorno su quel treno. Inoltre nella stessa sentenza impugnata, si dà atto che nel corso del giudi­

zio di appello Sanapo modificò quelle originarie dichiarazioni, escludendo che Belm onte gli avesse m ai.fe to 2 nome di Pazienza, m a la giustificazione della ritrattazione - la m ancata lettura del verbale da parte del pùbblico ministero - é stata giudicata inattendibile dalla Coite di A ssise di Appello di Bologna, tata volta accertatesi che il verbale della deposizione resa fl 2 8 m arzo 1985 era stato redatto a m acchina da un agente di polizia giudiziaria che assisteva fl pubblico

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Inoltre, nella stessa sentenza

si

dà atto che del verbale del 28 marzo 1985 fu data lettura all’udienza del 16.1 0 .1 9 8 7 , a conclusione del dibattimento celebratosi dinanzi alla Corte di Assise di Bologna, ed in quella sede Sanapo non avverti

affatto

la necessità di effettuare alcuna precisazione o rettifica.

. Pertanto, l’analisi compiuta dalla sentenza impugnata é stata effettuata sulla base dell’effettivo contenuto delle dichiarazioni rese dal testimone e le conclusioni che ne sono state tratte rappresentano una legittima espressione del libero con­

vincimento del giudice di m erito, giustificato con logica coerenza e, com e tale non più censurabile in questa sede.

V a inoltre lev ato che la identificazione di Tommaso Pazienza era implicita sin dal primo colloquio che Belmonte aveva avuto con Sanapo, ma la descrizione che ne era stata fetta nulla poteva significare per quel sottufficiale che operava in quella lontana stazione dei carabinieri, sul Gargano, se i connotati annunciati non fossero stati ultériormeate • esplicitati da chi in quel momento aveva ima perfetta cqnoscenza della struttura organizzativa «1 operativa del “Sismi”.

Infine, se il nome di Pazienza fu rivelato, senza alcuna residua reticenza, se i.

settem bre del 1983, quando ormai, l’operazione fraudolente era state scoperte, ciò aveva u sa sua logica spiegazione: Belm onte, nel settembre del 1983 si era ripresratafo a Sanapo prostrato c sfiduciato p er essere stato da tutti