3. Le categorie a rischio oggi: situazione endemica e stigma
3.2. Men who have Sex with Men (MSM): il duplice fardello
Tra gli anni Cinquanta e Settanta, l’omosessualità era considerata un reato perseguibile per legge. Successivamente venne inserita nell’elenco dei disordini mentali e, fino al 2001, venne considerata una deviazione comportamentale che
Joseph, TUCKER, Xin, REN, Flora, SAPIO, “Incarcerated sex workers…”, 2010.
487
Ibidem.
488
Sandra Teresa, HYDE, Eating Spring Rice, 2007.
doveva essere corretta. A causa di una così prolungata associazione 490
dell’omosessualità alle malattie mentali, i programmi di controllo della diffusione dell’HIV tra la comunità gay sono stati tardivi e solo dopo il 2003 si è dato il via a campagne di educazione sessuale mirate. La mancanza di tempestività 491
nell’implementazione delle iniziative di prevenzione per questa categoria è dipesa anche dalla priorità data ad altri gruppi considerati maggiormente a rischio quali lavoratrici del sesso, tossicodipendenti e venditori di sangue. La successiva e 492
rapida diffusione determinò un cambiamento nella prospettiva sia delle autorità cinesi, sia della categoria presa in esame. Secondo il rapporto del 2015 stilato dal Ministero della Salute Cinese congiuntamente a UNAIDS, il numero di omosessuali sieropositivi è in continuo aumento rendendo questo gruppo la categoria a rischio alla quale il governo guarda con più preoccupazione. Più 493
precisamente, la percentuale di sieropositivi tra gli MSM è cresciuta del 4% negli ultimi dieci anni, fino a rappresentare, nel 2010, il 12,2% dei nuovi casi 494
diagnosticati. 495
L’importanza che la prevenzione tra questa categoria riveste deriva principalmente dal fatto che circa l’80% degli omosessuali cinesi ha anche rapporti eterosessuali, è sposato e ha figli. L’intraprendere rapporti con il sesso 496
opposto non deve stupire se si considera il contesto socio-culturale cinese. La maggior parte di essi è soggetta a forti pressioni da parte della famiglia per sposarsi e continuare il lignaggio. Questa spinta difficilmente viene combattuta a causa 497
del radicamento nella società cinese di quei valori confuciani che, negli ultimi vent’anni, il governo cinese ha continuato a promuovere al fine di garantire la Yuping, ZHANG, “Fear of identity exposure among gay men living with HIV”, in Jing, JUN,
490
Heather, WORTH, (ed), HIV in China: understanding the social aspect of the Epidemic, Sydney, UNSW
Press, 2010, pp. 43-65. Ibidem.
491
Ibidem.
492
China Ministry of Health, UNAIDS, 2015.
493
Eric P., CHOW, D., WILSON, L., ZHANG, “The rate of HIV testing is increasing among men
494
who have sex with men”, HIV Medicine, 13:5, 2013, pp.255-263.
Junjie, XU, Xiaoxu, HAN, Kathleen H., RELLY, “New features of the HIV epidemic among
495
men who have sex with men in China”, Emerging Microbes and Infection, 2:2, 2013, pp. 45-51.
Eric P., CHOW, Jun, JING, Yuji, FENG, “Pattern of HIV testing and multiple sexual partnerships
496
among men who have sex with men in China”, BMC Infectious Diseases, 13:549, 2013, pp. 2-11. Ibidem.
stabilità sociale. Tradizionalmente, l’omosessualità è considerata un 498
comportamento irresponsabile, dalla moralità corrotta e contro natura in quanto non permette il concepimento e il perpetuarsi della specie. Questa ideologia 499
continuò in epoca maoista durante la quale il sesso era generalmente considerato come un vizio degradante e animalesco tipico della società capitalista. Inoltre, la 500
vita sessuale dei cittadini era ritenuta un “affare di stato”, una questione pubblica: l’atto sessuale doveva avere come scopo la riproduzione. L’omosessualità 501
rientrava in questa definizione e veniva considerata come un portato di una cultura, quella occidentale, immorale e corrotta. Nell’attuale era post-Mao, sebbene la tolleranza nei confronti dei rapporti pre-maritali e nonostante il sesso venga riconosciuto come “affare privato”, tuttavia l’atto sessuale continua ad essere strumentalizzato al fine del mantenimento dell’armonia e della stabilità sociale. In aggiunta, la legittimazione del sesso rimane confinata all’interno del 502
matrimonio. Da quanto detto, risulta facile comprendere come la pressione sociale e familiare a cui gli omosessuali sono sottoposti li spinga, non solo a celare il loro orientamento sessuale, ma anche a non sottoporti al test per l’HIV o a rivelare il proprio status di sieropositività. 503
All’idea che il sesso e, quindi, l’orientamento sessuale siano argomenti tabù consegue la mancanza di informazioni riguardo l’uso dei preservativi e le malattie sessualmente trasmissibili. Poiché queste tematiche risultano inappropriate e imbarazzanti, la comunicazione delle norme igieniche e di prevenzione dell’HIV non vengono discusse né in ambito scolastico, né familiare. Inoltre, molti, 504
soprattutto tra adolescenti e universitari, si sentono a disagio persino a utilizzare internet come mezzo di informazione e, in caso di ricerca, non riescono a
Selusi, AMBROGIO, “Moral education and ideology…”, 2017
498
Guomei, XIA, HIV/AIDS in China, 2004.
499
Tiantian, ZHENG, “The cultural politics…”, 2009.
500
Ibidem.
501
Ibidem.
502
Zhen, LI, Evelyn, HSIEH, Jamie P., MORANO, “Exploring HIV-related stigma among HIV-
503
infected men who have sex with men in Beijing, China: a correlation study”, AIDS Care, 28:11, 2016, pp.1394-1401.
Y., ZHOU, L., ZHANG, X., LI, “Do Chinese parents with HIV tell their children the truth? A
504
qualitative preliminary study of parental HIV disclosure in China”, Child: Care, Health and
giudicare l’affidabilità dei siti consultati. Infatti, sebbene l’avvento dei social 505
media e la diffusione di internet abbiano contribuito a una maggiore circolazione di informazioni, notizie e una più ampia discussione, tuttavia risulta difficile identificare e quindi ignorare fonti ingannevoli. 506
Un ulteriore elemento a sfavore degli omosessuali è il valore confuciano della pietà filiale. L’importanza che questa virtù riveste nella società cinese comporta una sostanziale mancanza di libertà nelle scelte di vita e di orientamento sessuale. Come già detto, in generale, i giovani cinesi subiscono forti pressioni per sposarsi e avere figli e la pietà filiale determina l’obbedienza e il soddisfacimento di tali richieste. Ne consegue che il nascondere la propria sieropositività e la propria omosessualità siano la priorità. L’assenza di libertà e la segretezza rendono i soggetti più inclini a intraprendere comportamenti a rischio quali uso di droghe e prestazioni sessuali per rifuggire dai problemi emotivi e sociali di cui soffrono. 507
Il risultato di quanto detto è una bassa quota di omosessuali che sono disposti a sottoporti al test per l’HIV e, successivamente, a seguire a terapia antiretrovirale. L’esitazione ad usufruire di tale servizio dipende principalmente 508
dallo stigma sociale che affligge questa categoria. Innanzitutto, la comunità gay viene discriminata a causa del proprio orientamento sessuale considerato sinonimo di bassa qualità morale. In aggiunta, gli omosessuali affetti da HIV devono sopportare anche il fardello della sieropositività. Essi vengono isolati sia dalla società che dalla comunità gay. La paura di essere identificati come omosessuali 509
e sieropositivi costringe gli appartenenti a questo gruppo a recarsi in altre città per effettuare il test. Poiché la diagnosi non viene rilasciata immediatamente, generalmente quanti usufruiscono di tale servizio non tornano nelle cliniche a ritirare i risultati o a discutere la terapia da seguire. Conseguentemente, molti sieropositivi risultano ancora non identificati e, continuando ad ignorare il proprio
Eli, LIEBER, Dorothy, CHIN, Li, LI, “Sociocultural content and communication about sex in
505
China: informing HIV/STD prevention programs”, AIDS Education and Prevention, 21:5, 2009, pp. 415-429.
Peiren, SHAO, Yun, WANG, “How does social media change Chinese political culture? The
506
formation of fragmentized public sphere”, Telematics and Informatics, 34:3, 2016, pp. 694-704. Selusi, AMBROGIO, “Moral education and ideology…”, 2017
507
Junjie, XU, Xiaoxu, HAN, Kathleen H., RELLY, “New features of the HIV…”, 2013.
508
Yuping, ZHANG, “Fear of identity exposure…”, 2010.
stato di salute, permettendo al virus di diffondersi indisturbato anche tra la popolazione generale. 510
Così come per i lavoratori del sesso, anche nel caso degli omosessuali, le politiche e i provvedimenti messi in atto dall’amministrazione cinese sono caratterizzati da considerevoli contraddizioni: da un lato compare un’evidente volontà di implementare la prevenzione e la consapevolezza, dall’altra la retorica e le linee guida del partito continuano a promuovere quei valori che costringono gli omosessuali alla latitanza. Inoltre, l’assenza del rispetto della privacy risulta 511
ancora più problematica nel caso della categoria presa in esame. Benché la Four Frees One Care (2003) abbia contribuito a rallentare la diffusione dell’HIV e a migliorare il servizio offerto ai sieropositivi, tuttavia può risultare controproducente per quanto riguarda i lavoratori del sesso e gli omosessuali. 512
L’inefficacia del provvedimento è legata al non anonimato: al fine di ricevere il test, la consulenza e il trattamento ARV gratuito è necessario registrarsi, quindi fornire i propri dati personali compreso il luogo di provenienza, l’hukou di residenza e il proprio stato civile. Inoltre, molti medici si rifiutano di somministrare i farmaci se non nella città natale del paziente. Conseguentemente, molti 513
sieropositivi non cercano assistenza sanitaria per paura di essere identificati, quindi isolati e stigmatizzati.
È necessario sottolineare che la paura di essere etichettato come omosessuale sieropositivo, lavoratore del sesso o tossicodipendente e il conseguente isolamento non affligge solo le categorie sopracitate, ma è un comportamento generalizzato anche al resto della popolazione. Nonostante molti dichiarino di non avere 514
problemi nei confronti di quanti si sottopongano al test per l’HIV, tuttavia ritengono che sarebbero oggetto di discriminazione se fossero loro a sottoporsi al VCT. Lo stigma sociale e la discriminazione rappresentano i due maggiori ostacoli per la riuscita delle misure messe in atto dal Governo. Per paura di perdere il lavoro, essere isolati e discriminati, molti non sono disposti a sottoporsi al test per
Eric P., CHOW, D., WILSON, L., ZHANG, “The rate of HIV testing…”, 2013
510
Youchun, ZHANG, “Stigma and HIV, discourse in China”, in Jun, Jing, Worth, Heather (ed),
511
HIV in China: understanding the social aspect of the Epidemic, Sydney, UNSW Press, 2010, pp. 43-65.
Ibidem.
512
Zhen, LI, Evelyn, HSIEH, Jamie P., MORANO, “Exploring HIV-related stigma…”, 2016.
513
Talha Khan, BURKI, “Discrimination against people…”, 2011.
l’HIV. Di conseguenza, molte persone in Cina sono affette da HIV senza 515
saperlo e questa inconsapevolezza permette al virus di diffondersi al di fuori delle categorie a rischio.
Sebbene il Governo si stia impegnando in campagne di educazione alla salute, il fatto di promuovere continuamente iniziative mirate alle categorie a rischio porta la popolazione generale ad associare l’epidemia solamente a questi gruppi. Questa personificazione dell’HIV/AIDS aggrava ulteriormente l’isolamento di questi individui da parte dell’intera società, che, in questo modo, spera di salvaguardare la propria apparente immunità. Ad peggiorare la situazione è l’atteggiamento negativo dei medici e degli operatori sanitari i quali, in molte occasioni, si rifiutano di prestare servizio ai sieropositivi e ai malati di AIDS. Di fatto, il personale medico-sanitario sembra molto più incline a discriminare i pazienti sieropositivi che vengono ritenuti colpevoli non solo della propria malattia, ma anche della diffusione tra la popolazione generale. Considerata la 516
difficoltà di eradicare i pregiudizi e i luoghi comuni riguardanti l’HIV/AIDS, è necessario migliorare le iniziative di prevenzione e garantire un’informazione più oggettiva e libera del giudizio morale che valuta le categorie a rischio come dannose, immorali e di “bassa qualità”.