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La riforma sanitaria: privatizzazione de facto e il tentativo di miglioramento della

2. La Cina post-maoista: il cambiamento sociale e la legge del denaro

2.3 La riforma sanitaria: privatizzazione de facto e il tentativo di miglioramento della

In questo paragrafo mi soffermerò sulla riforma sanitaria conseguente alle politiche economiche discusse nel paragrafo precedente, cercando anche in questo caso di evidenziare gli effetti che la suddetta riforma ebbe sulla popolazione cinese, in particolare sulla popolazione rurale. Questa tematica è estremamente rilevante per capire la diffusione del virus tra la popolazione cinese: la riforma economica e la riforma sanitaria privarono la maggior parte della popolazione dei servizi di sanità di base che erano stati garantiti dal sistema socialista. Così facendo, gli abitati delle aree rurali e gli strati più poveri della società si videro costretti a cercare fonti di rendita alternative per poter sostenere le spese mediche. Questa necessità di un guadagno integrativo permise il “fiorire” della cosiddetta blood economy che, come verrà spiegato successivamente, rappresentò la causa principale della diffusione dell’HIV/AIDS nella Cina centrale e occidentale.

Il sistema sanitario non fu immune al cambiamento socio-economico che caratterizzò la Cina in seguito alle riforme economiche messe in atto negli anni Ottanta: anche in questo settore gli interessi individuali di natura economica prevalsero a scapito dell’efficienza e dell’efficacia del servizio fornito. Il 249

decennio Ottanta-Novanta vide il Governo centrale liberarsi dal peso delle erogazioni di gran parte dei servizi sociali, compreso quello sanitario, favorendo una privatizzazione di fatto della sanità cinese. La privatizzazione viene definita 250

de facto in quanto la maggior parte delle strutture sanitarie sono tuttora formalmente in mano allo stato, ma i proventi e i bilanci degli ospedali, degli ambulatori e delle Selusi, AMBROGIO, “Moral education and ideology: the revival of Confucian values and the

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harmonious shaping of the new chinese man”, Asian Studies, 5:2, 2017, pp. 113-135. Daniele, BROMBAL, La sanità rurale cinese…, 2011.

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Beibei, TANG, Luigi, TOMBA, “The great divide…”, 2013.

altre strutture mediche derivano quasi esclusivamente dalla vendita di servizi di utenza che vengono pagati out-of-pocket dei singoli utenti. Inoltre, il Governo 251 252

investì le strutture mediche di piena autonomia finanziaria e ciò determinò un radicale cambiamento nella gestione degli ospedali e degli ambulatori. Il taglio 253

ai finanziamenti statali costrinse gli ospedali e il personale medico a cercare un guadagno altrove. Oltre al pagamento out-of-pocket, la fatturazione delle strutture sanitarie cinesi derivava, e continua ancora a oggi a derivare, dalla prescrizione di farmaci e di esami medici che prevedono l’utilizzo di particolari tecnologie. Ben 254

presto il personale medico si rese conto che la somministrazione di farmaci rappresentava un’ingente forma di guadagno, sia per la struttura di riferimento, sia per il proprio portafoglio. Infatti, il Governo concesse una certa percentuale di 255

profitto dalla suddetta attività; nello specifico, il margine di profitto ammontava al 30% nel caso di farmaci cinesi e al 15% per prodotti stranieri. Anche i tanto 256

elogiati Barefoot Doctors 赤脚医⽣ (chijiao yisheng), grazie ai quali era stata 257

garantita l’erogazione dell’attività sanitaria di base anche nelle aree rurali e tradizionalmente più povere, non percependo più una remunerazione statale preferirono dedicarsi alla più remunerativa prescrizione di farmaci. 258

Da quanto detto, non risulta difficile credere che il mercato farmaceutico cinese triplicò le vendite e quindi i guadagni. Oltre al ricavo, aumentò anche il potere 259

Una traduzione in italiano dell’espressione out-of-pocket potrebbe essere di tasca propria. In questo

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caso si intende il fatto che i singoli utenti siano costretti a pagare autonomamente ogni singolo servizio, trattamento e cura di cui usufruiscono.

Daniele, BROMBAL, Health Sector reforms in contemporary China. A political perspective, cap. 6, Kjeld

252

Erik Brødsgaard (ed), Globalization and Public Sector Reform in China, Abingdon, Routledge, 2014. Ibidem.

253

David, BLUMENTHAL, William, HSIAO, “Privatization and its discontents: the evolving Chinese

254

health care system”, The New England journal of medicine, 353:11, 2005, pp. 1165-1170. Ibidem.

255

Huazhang, LI, Kun, LIU, Jianjun, GU, “The development and impact of primary health care in

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China from 1949 to 2015: A focused review”, The International Journal of Health Planning and

Management, 32:3, 2017, pp. 339-350.

I Barefoot Doctors (medici a piedi scalzi) 赤脚医⽣ (chijiao yisheng) era il nome attribuito ai medici e ai

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paramedici che si recavano nelle aree rurali al fine di garantire i servizi sanitari di base, la cura di malattie e disturbi comuni, la promozione dell’igiene e della prevenzione. La loro attività, insieme con il programma Rural Co-operative Medical Schemes (RCMS) venne garantita l’assistenza sanitaria di base al 90% della popolazione rurale. Huazhang, LI, Kun, LIU, Jianjun, Gu, 2017.

David, BLUMENTHAL, William, HSIAO, “Privatization and its discontents…”, 2005.

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Daniele, BROMBAL, La sanità rurale cinese…, 2011.

e l’influenza che le case farmaceutiche erano in grado di esercitare nel processo decisionale sia ospedaliero, sia governativo. Queste capacità e possibilità partecipate derivano anche dal fatto che la dirigenza ospedaliera è nominata dagli organi di partito. Ciò significa che il personale dirigente degli ospedali e delle 260

altre strutture della sanità pubblica è parte integrante della burocrazia, del partito e, quindi, dello stato. Come già accennato nel paragrafo precedente, questa 261

interconnessione porta alla creazione di nuove finestre di opportunità che vari gruppi di interesse sfruttano per influenzare il processo decisionale a proprio vantaggio. La questione dell’HIV/AIDS non è immune a questa problematica: lo scandalo della blood economy, di cui si parlerà in seguito in questo capitolo, è l’esempio più eclatante della corruzione e del deperimento degli ideali che dovrebbero guidare l’azione del Governo in primis e del personale medico poi. Al contrario, il sistema sanitario cinese si trova in balia degli interessi individuali e di arricchimento che portano a dare priorità al bilancio a scapito dell’intera società. 262

Con la fine del sistema delle Comuni (1983) l’efficienza del sistema sanitario crollò drasticamente e, nel giro di sette anni, la percentuale di popolazione assicurata passò dal 90% (1978) al 5% (1985). Questa drastica e pericolosa 263

diminuzione alla possibilità di accedere alle cure mediche di base è paradossale se si pensa al fatto che, pochi anni prima delle riforme economiche e della fine delle Comuni, il sistema sanitario cinese era stato elogiato a livello mondiale per aver garantito l’accesso universale ai servizi essenziali di sanità pubblica. L’aumento 264

esponenziale, tra il 1989 e il 2004, del costo medio dei trattamenti forniti dagli ospedali e dagli ambulatori costituì una delle cause dell’impoverimento delle categorie più vulnerabili quali la popolazione rurale, i soggetti con un reddito basso e i malati cronici. A causa dell’elevato costo dei trattamenti e dei servizi, 265

Ivi.

260

Ibidem.

261

Johanna, HOOD, China’s AIDS underclass…, 2011.

262

Huazhang, LI, Kun, LIU, Jianjun, GU, “The development and impact…”, 2017.

263

Daniele, BROMBAL, La sanità rurale cinese…, 2011.

264

Wuxiang, SHI, Virasakdi, CHONGSUVUVATWONG, Alan, GEATER, “The influence of the rural

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health security schemes on health utilization and household impoverishment in rural China: data from a household survey of western and central China”, International journal for equity in health, 9, 2010, pp. 2-11.

il tasso di morbilità non trattata crebbe sempre di più e la diffusione di malattie infettive divenne sempre più frequente e pericolosa. Un costo troppo elevato dei servizi e dei trattamenti portò a dover effettuare la dura scelta tra bisogni primari e in molti casi la scelta di curarsi viene scartata. Di conseguenza, malattie virali 266

come l’HIV/AIDS furono libere di diffondersi a causa della mancata diagnosi o, come si diceva, della mancanza di cure. In questo modo si andò a danneggiare non solo l’individuo, ma l’intera collettività, a causa di una sostanziale perdita di forza-lavoro e di produttività sociale.

Il circolo vizioso nel quale entrò il sistema sanitario cinese in seguito all’avvento del socialismo di mercato divenne evidente e innegabile nel 2002 e nel 2003, anni in cui l’epidemia di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) colpì la Cina. Solo il 267

suddetto disastro medico riuscì a risvegliare il governo dal torpore dell’indifferenza e della vertiginosa crescita economica. L’amministrazione di quel periodo, 268

guidata da Hu Jintao e Wen Jiabao, rispettivamente Presidente della RPC e Capo del Governo, con Wu Yi come Ministro della salute, procedette con una riforma 269

sanitaria volta a ridurre le disparità economico-sociali e il divario tra le aree rurali e urbane. La riforma sanitaria promossa dall’amministrazione Hu-Wen 270

rientrava nel discorso più ampio di creazione di una società più armoniosa e di mantenimento della stabilità sociale per garantire la leadership del Pcc di cui si è discusso in precedenza in questo capitolo. La riforma sanitaria 医疗卫⽣事业改 ⾰ (yiliao weisheng shiye gaige) voluta da Wu e Wen portò a una crescita dei finanziamenti statali nella sanità pubblica e ad un’implementazione del sistema di assicurazioni, riprendendo degli elementi del sistema sanitario di epoca maoista. 271

Nonostante l’evidente presa di coscienza da parte del Governo, la nuova riforma sanitaria non riuscì a raggiungere gli obiettivi che si era proposta. Infatti, le

Dorothy J., SOLINGER, “Temporality as trope…”, 2013.

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Ray Y, CHEN, Zhihui, DOU, Stephen, DURAKO, “Changing baseline characteristics among

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patients in the China National Free Antiretroviral Treatment Program, 2002-09”, International

Journal of Epidemiology, 39: 2, 2010, pp. 57-64.

David, BLUMENTHAL, William, HSIAO, “Privatization and its discontents…”, 2005.

268

Ray Y, CHEN, Zhihui, DOU, Hua, FANG, “Cohort profile: The Chinese national free

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antiretroviral treatment cohort”, International Journal of Epidemiology, 39:4, 2010, pp. 973-979. David, KELLY, “Between social justice…”, 2013.

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Daniele, BROMBAL, Health Sector reforms…, 2014.

strutture sanitarie continuarono a erogare servizi in base alla loro redditività anziché sulla base del bene degli utenti e dell’efficacia dei trattamenti. 272

Anche il sistema sanitario cadde in preda al fanatismo di ottenere un alto livello di profitto, portando all’impoverimento della popolazione rurale, all’inaccessibilità dei servizi sanitari di base e alla diffusione di malattie infettive. Inoltre, la privatizzazione de facto della sanità incrinò drasticamente il rapporto medico- paziente, soprattutto a causa dell’attività mediatica ufficiale che dipinse negativamente il personale medico attraverso la narrazione di storie di sofferenza di contadini e dei componenti più poveri della società. Di conseguenza, si 273

verificò una de-responsabilizzazione dello Stato: i responsabili della malasanità cinese erano gli operatori sanitari e il personale medico, mentre l’amministrazione Hu-Wen passò per garante dei diritti sociali e civili del popolo cinese. 274

Per quanto riguarda la problematica dell’HIV/AIDS, la de- responsabilizzazione del Governo riguardò principalmente lo scandalo del sangue: nella rappresentazione mediatica le uniche accuse rivolte alla leadership riguardarono la tardività di un’azione concreta, ma non venne mai fatto riferimento al contesto sociale di disuguaglianza causato dalle riforme economiche degli anni Ottanta. 275