2. IL MERCATO DEI LIQUOR
2.2 IL MERCATO DELLE BEVANDE ANALCOLICHE
In contrapposizione, ma allo stesso tempo anche in parallelo, al mercato degli alcolici corre il mercato delle bevande analcoliche, che comprende tutte quelle bibite che non contengono alcool o, più precisamente, tutte quelle la cui gradazione alcolica non è superiore all’1% del volume. Proprio l’assenza di alcol fa sì che tale comparto goda di una destinazione di consumo più universale rispetto al settore parallelo, sia in termini di consumatori che di occasioni di consumo. La
57
classificazione ‘bevande analcoliche’ comprende al suo interno molteplici categorie quali le acque confezionate, le bibite dolci piatte, le bibite carbonate dolci frizzanti ed i succhi e nettari di frutta. Nell’ampio mercato del beverage il settore delle bevande analcoliche è quello in cui c’è una maggiore competizione globale ed in cui si registrano i più elevati livelli di concentrazione. I principali attori dominanti sono le compagnie The Coca-Cola Company e PepsiCo, ma ci sono anche altri protagonisti che giocano un ruolo determinante e primario quali Dr. Pepper Snapple Group, Calcol Inc., Danone e Nestlé. Analizzando il mercato a livello globale, nel 2017 i dati sulle vendite di volume pro-capite hanno determinato come il mercato leader del settore fosse quello americano con gli Stati Uniti a guidare le vendite pro-capite con 191,33 litri. Seguivano il Giappone con 164,52 litri, il Messico (150,49 litri) e la Germania (134,76 litri), mentre l’Italia si era posizionata al trentaquattresimo posto con 57,53 litri pro-capite. Stessi risultati anche per quanto concerne i ricavi con sempre gli Stati Uniti a fare da padroni con un fatturato di 130.014,18 milioni di dollari (dati Statista). Tra le aree che hanno segnato la maggiore crescita c’è stata sicuramente quella dell’Asia-Pacifico che ha ottenuto enormi risultati in tale comparto anche grazie ad un rapido cambiamento dello stile di vita, all’aumento del reddito disponibile ed al bacino di utenza comprensivo delle più grandi economie emergenti come l’India, la Cina e Singapore. Questi fattori, inoltre, costituiranno le principali cause che porteranno l’Asia-Pacifico ad essere una dei più grandi mercati per le bevande analcoliche nel lungo periodo, con Brasile, Argentina, Cile ed Arabia Saudita a farle da eco. Prendendo in considerazione l’inizio del 2018, invece, il mercato delle bevande analcoliche a livello globale ha fatto registrare un fatturato che ammonta a 132.199 milioni di dollari con previsioni di crescita annua dell'1,6% (CAGR 2018-2021). Il segmento più grande del mercato è quello dei "Soft Drinks" che segna un volume di mercato pari a 98.583 milioni - tale segmento dovrebbe crescere annualmente dello 0,9%, la maggior parte delle entrate è, in anch’esso, generata negli Stati Uniti (98,583 milioni di dollari), genera entrate per persona di 300,14 dollari e segna un consumo medio pro-capite pari a 187,6 litri - con la maggior parte delle entrate del settore che è generata, anche nel 2018, negli Stati Uniti. Altri dati interessanti
58
mostrano: ricavi generati per persona pari a 402,48 dollari; reddito medio pro- capite che ammonta a 402,48 dollari; volume medio per persona eguale a 364,3 litri; prezzo medio unitario pari a 1,10 dollari; volume che dovrebbe ammontare a 125.266,5 ML entro il 2021 con l’1,7% delle entrate totali che sarà generato attraverso i canali online (dati Statista). Andando poi ad analizzare il mercato delle bevande analcoliche entro i più ristretti confini nazionali (dati Istat) si è potuto sentenziare come questo avesse fatto registrare nel 2016 un consumo complessivo pari a 16.390 milioni di litri - dei quali 12.650 di acque confezionate e 3.740 di bibite, succhi ed altre bevande - ed un consumo pro-capite pari a 273 litri, segnando un andamento generalmente negativo per tutte le categorie di bevande, ad eccezione delle acque minerali. Dato importante, probabilmente dovuto sia da una maggiore attenzione alla sfera della salute e del benessere che ad una minore propensione alla spesa, è stato quello che ha certificato la propensione degli italiani a bere sempre meno bibite gassate, portando le vendite di tale comparto ad un crollo vertiginoso dal 2006 al 2016 (-19,43%). I soft drink in Italia, infatti, hanno visto ridursi negli anni la loro quota di mercato, la quale è tra le più basse del continente per quanto concerne i consumi che sono pari a 38,8 litri pro-capite, molto al di sotto della media europea di 67,1 litri. Uniche bevande che in questo decennio sono andate in controtendenza sono state le Energy Drink, molto gradite dai teenager e dalla fascia d'età fra i 30 ed i 40 anni, le quali però rappresentano solamente l'1% del totale dei volumi delle bevande analcoliche tanto in Italia quanto in Europa. Per quanto riguarda il 2017 invece, si è assistito ad una ripresa dei consumi con una crescita dei volumi tanto delle acque minerali quanto delle bibite e dei succhi, con i soft drink, in particolar modo, che hanno registrato una lieve ripresa soprattutto grazie alla torrida estate che ha caratterizzato lo sorso anno. Il mercato delle bevande analcoliche in Europa, nel 2017, ha fatto segnare una media, in termini di volumi, attorno ai 120 miliardi di litri, equamente distribuiti tra acqua e soft drink, con i succhi che invece hanno registrato volumi pari a circa il 10% del totale. Tali risultati sono variati, ovviamente, da Paese a Paese, registrando valori differenti in base alla diversa localizzazione geografica. Prendendo quindi in esame l’Italia, nella quale il settore nel suo complesso ha
59
sviluppato circa 16 miliardi di litri nell’anno appena conclusosi, si evince che, mentre i succhi non si discostano significativamente dalla media europea, i soft drink accusano nuovamente il colpo - seppur vi sia stata una lieve ripresa rispetto al 2016, come sopra sentenziato - segnando, anche in questi dodici mesi, performances sensibilmente inferiori a quelle degli altri paesi - circa il 19% del totale - e portando un forte vantaggio al comparto dell’acqua minerale che è risultata essere la vera regina del mercato italiano delle bevande analcoliche (69%). Situazione diametralmente opposta a quella del nostro Paese, ad esempio, è stata quella registrata nel Regno Unito dove i succhi ed i soft drink hanno costituito addirittura l’82% del volume totale ed il 92% del valore complessivo (dati Eurostat). Se si analizza il mercato italiano degli analcolici in termini di valore, però, il discorso cambia: i soft drink ed i succhi, infatti, sono andati a costituire la voce più significativa - 6 miliardi di dollari, soprattutto grazie al loro prezzo medio unitario rispettivamente pari a 1, 24 ed a 1,77 dollari - di un comparto che nel suo insieme vale 8 miliardi e settecento milioni di dollari. Tra i diversi player che hanno operato ed operano tutt’ora all’interno del mercato italiano particolare menzione la merita il Gruppo San Benedetto che ha dimostrato di essere il leader assoluto sia in termini di volume che di vendite, essendo il brand analcolico più venduto della penisola sia per quanto riguarda l’acqua minerale, che il thè freddo, che le bibite gassate no-cola. L’azienda è stata certificata come leader assoluto del mercato italiano del beverage analcolico dal 2015 al 2017 a conferma di un percorso di crescita che ha visto San Benedetto raggiungere anche lo status di azienda con la più alta reputazione del settore, grazie alla certificazione ottenuta nel 2017 dalla Reputation Institute36. Infine, per quanto riguarda il futuro, le
proiezioni prevedono un leggero calo del fatturato del segmento delle bevande analcoliche in Italia a causa, essenzialmente, della riduzione dei consumi pro- capite dei soft drink, che passeranno dai 60 litri a persona del 2010 ai 46 litri del 2021, mentre, in contrapposizione, si registreranno una crescita delle acque - + 45 litri pro-capite nel 2020 - ed una stabilità dei succhi.
36 Leader mondiale nella misurazione e consulenza sulla reputazione delle aziende all’intero di
60