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Il mercato del lavoro *

Nel documento Il mercato del lavoro (pagine 125-128)

ANNI Numero

A: Distribuzione dell’efficienza tecnica

4. Il mercato del lavoro *

4.1 Introduzione

In questo capitolo viene analizzato l’andamento del mercato del lavoro sardo nel periodo 1993-2008. È un arco temporale significativo: esattamente nel 1994 l’OCSE pubblica la prima edizione della Job Strategy motivata dalla perfor- mance deficitaria dei mercati del lavoro europei rispetto a quelli anglosassoni. Lo studio raccoglie le ormai ‘classiche’ raccomandazioni per la creazione di nuova occupazione, specifiche per ciascun paese. Per l’Italia venivano incluse: la riforma degli ammortizzatori sociali, la riduzione delle tasse sul reddito da lavoro, l’introduzione di forme contrattuali flessibili ed infine l’implementa- zione di politiche attive per il mercato del lavoro.

Abbiamo diviso il nostro studio in diverse sezioni per analizzare alcuni risul- tati dell’implementazione della OECD Job Strategy in Italia e in Sardegna, in particolare modo nella flessibilizzazione del mercato del lavoro (analisi delle unità di lavoro a tempo pieno) e nel funzionamento degli ammortizzatori sociali (analisi del ricorso negli ultimi anni alla cassa integrazione guadagni) in Italia e in Sardegna.

Rispetto alla precedente edizione ci sono due novità fondamentali. La prima riguarda l’approfondimento della relazione tra PIL e occupazione, soprattutto in termini di statistiche relative alla produttività. La seconda è lo studio degli am- mortizzatori sociali ed in particolare della cassa integrazione guadagni. In un momento di grave difficoltà economica e sociale come quello attuale, riteniamo che l’interesse per queste due tematiche sia cruciale per l’analisi delle dinami- che del mercato e per meglio capire le caratteristiche della crisi economica in- combente.

Nella sezione 4.2 ripercorriamo l’analisi tradizionale del mercato del lavoro descrivendo gli andamenti nel tempo del tasso di attività, di occupazione e di disoccupazione per la Sardegna e per le altre aree di confronto, ovvero Mezzo- giorno e Italia. Insistiamo su aspetti legati alle differenze di genere per spiegare

* Il capitolo è stato curato da un gruppo di lavoro coordinato da Giovanni Sulis e composto da Margherita Meloni e Anna Maria Pinna. Queste ultime hanno curato il primo policy focus alla fine del capitolo; Margherita Meloni ha preparato le sezioni 4.2, 4.3 e 4.4, mentre Giovanni Sulis ha curato le sezioni 4,1 e 4.5. Si ringraziano i dottori Paolo Lai e Carmelo Mercenaro per la disponibilità nella fornitura dei dati INSAR.

meglio le dinamiche. Analizziamo dunque sinteticamente l’andamento della di- stribuzione settoriale dell’occupazione, per passare poi ancora ad un’analisi di genere, con particolare attenzione al settore dei servizi.

Nella sezione 4.3 vengono analizzati i fattori che determinano l’effettiva co- stante riduzione del tasso di disoccupazione. Per il 2004-2008 l’andamento del tasso di inattività viene scomposto in due componenti principali: quella demo- grafica e quella legata allo scoraggiamento degli individui che non cercano atti- vamente lavoro.

La sezione 4.4 è invece dedicata al confronto tra le diverse misure dell’occu- pazione, ovvero occupati delle forze di lavoro, unità di lavoro a tempo pieno e occupati interni. Questo permette di ponderare per la presenza di forme contrat- tuali differenti dal tempo pieno sull’occupazione totale e per l’incidenza del la- voro non regolare.

Le sezioni 4.5 e 4.6 costituiscono la novità dell’edizione di quest’anno nel- l’analisi del mercato del lavoro: viene studiato l’andamento della cassa integra- zione guadagni, suddividendo l’analisi lungo varie dimensioni. In primo luogo viene valutata la dinamica della cassa integrazione a livello mensile negli ultimi dieci anni; mentre, per gli anni più recenti, viene descritta anche la diversa di- stribuzione settoriale di questo ammortizzatore sociale. Ci concentreremo poi sulla distribuzione territoriale in riferimento alla Sardegna e alle sue province. Viene discussa, ulteriormente, in un contesto nazionale di raffronto, l’incidenza del Programma d’Azione per il Re-Impiego di lavoratori svantaggiati (PARI). Viene argomentata, di seguito, la necessità di procedere anche a livello regiona- le ad un’appropriata valutazione delle politiche del lavoro.

Il capitolo si chiude con un policy focus dedicato ad approfondire i cambia- menti nella composizione della forza lavoro regionale legati ai processi di im- migrazione ed emigrazione per titolo di studio.

4.2 La dinamica del mercato del lavoro

4.2.1. L’evoluzione dei principali indicatori

L’analisi della dinamica dei principali indicatori del mercato del lavoro sardo si basa sulle rilevazioni delle forze di lavoro (FDL) condotte dall’ISTAT. Analiz- ziamo in questa sezione la serie storica relativa al periodo 1993-200852.

52 Nel 2003 l’ISTAT ha pubblicato la serie storica delle FDL a ritroso fino all’ottobre 1992 in base al

nuovo sistema di rilevazione continua delle FDL, adeguandosi in questo modo al processo di armonizzazione promosso dall’EUROSTAT. Si rammenta che il nuovo sistema di rilevazione continua

Rispetto alle precedenti edizioni del Rapporto i tassi di attività e di occupa- zione sono stati calcolati sulle FDL e sulla popolazione in età da lavoro, con- venzionalmente compresa tra i 15 e i 64 anni, in accordo con gli indicatori pub- blicati dall’ISTAT trimestralmente. Nei grafici riportiamo dunque gli indicatori del mercato del lavoro calcolati per Sardegna, Mezzogiorno e Italia.

¾ Tasso di attività: rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro (classe di età 15-64) e la corrispondente popolazione di riferimento;

¾ Tasso di occupazione: rapporto tra gli occupati (classe di età 15-64) e la cor- rispondente popolazione di riferimento;

¾ Tasso di disoccupazione: rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro totali.

Il tasso di attività (Grafico 4.1) calcolato sulla popolazione in età da lavoro ci consente di valutare il grado di partecipazione della popolazione al mercato del lavoro. In Sardegna la partecipazione al lavoro mostra un trend crescente: dal 1994 al 2004 è aumentato di 5,3 punti percentuali; nel sottoperiodo 2004- 2007 si è verificata una flessione di quasi un punto percentuale.

Nel 2008 il tasso di attività complessivo ha raggiunto il 59,9%, con un incremento di 1,3 punti percentuali rispetto al 2007. Quindi nonostante la leggera flessione registrata dal 2004 al 2007, la tendenza storica del tasso di attività complessivo si conferma crescente. Un dato degno di nota riguarda i tassi di attività specifici maschile e femminile53 (sempre calcolati sulla relativa

popolazione di sesso maschile e femminile compresa tra i 15 e i 64 anni), nel decennio 1994-2004 il tasso di attività maschile rimane pressoché costante mentre il tasso di attività femminile sta rapidamente recuperando il divario rispetto alla popolazione maschile con una crescita di 9 punti percentuali. Dal 2004 al 2007 il tasso di attività maschile subisce un decremento maggiore rispetto a quello femminile (rispettivamente -1,2% e -0,8%). La tendenza è pienamente confermata nel 2008, in cui il tasso di attività maschile si assesta al 71,6% mentre quello femminile al 48,1%. Nell’ultimo anno il tasso di attività femminile è cresciuto di

prevede la rilevazione delle FDL in tutte le settimane dell’anno consentendo una rilevazione più puntuale.

53 Nel presente paragrafo i dati commentati sui tassi di attività, occupazione e disoccupazione specifici

per maschi e femmine sono elaborazioni CRENoS sulle FDL pubblicate trimestralmente dall’ISTAT. Per esigenze di spazio non riportiamo Grafici e Tabelle, che rendiamo disponibili su richiesta.

Grafico 4.1 Tasso di attività, 1993-2008

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