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Il mercato dei musicisti professionist

Nel documento Il mercato del lavoro nel settore musicale (pagine 106-109)

I fabbisogni economici e le aspettative economiche (occupazionali) de

4.4. Il mercato dei musicisti professionist

Oggigiorno per un musicista professionista che abbia conseguito studi di tipo classico, è difficile vivere di musica. Se non si riesce ad ottenere un posto fisso in un’orchestra fissa, vivere di questa professione non è facile. I contratti salariali giornalieri sono fermi ai livelli degli anni novanta. Oggi il musicista professionista classico deve avere l’abilità di sapersi creare uno spazio personale, deve saper fidelizzare un pubblico suo con programmi musicali di qualità cercando di proporsi e proporre nuove e interessanti iniziative musicali che possano in qualche modo combaciare con il lavoro che si svolge in orchestra. Il mondo della musica classica inoltre è abbastanza complesso è difficile. Finiti gli studi, a meno che non si prendano in considerazione casi particolari, il giovane musicista necessita di fare il maggior numero di esperienze, in modo da arrivare il più possibile preparato agli appuntamenti importanti che intenderà affrontare e che gli si presenteranno davanti nel corso della sua vita lavorativa. Il lavoro in orchestra richiede esperienza, duttilità nei cambiamenti, velocità di adeguamento, e una delle cose più importanti saper gestire il rapporto con i colleghi. In un’orchestra

Per ulteriori informazioni consultare la circolare n. 3 del 13 gennaio 2012, con la quale l’Inps ha fornito le prime indicazioni per la corretta applicazione delle norme relative al trasferimento all’Inps delle funzioni di Inpdap ed Enpals, allo scopo di garantire ed assicurare la piena continuità di dette funzioni, la tutela dei soggetti destinatari dell’azione amministrativa dei due Enti soppressi e la correttezza e l’economicità nella gestione, fino all’emanazione dei decreti attuativi previsti dal decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011, convertito con modificazioni dalla legge n. 214 del 22 dicembre 2011.

Con la determinazione n. 5802 del 23 gennaio 2012, il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, ha approvato le linee generali dell’Istituto per l’integrazione dell’Inpdap e dell’Enpals, con la finalità di conseguire risparmi strutturali attraverso la riduzione delle spese complessive di funzionamento conseguente all’integrazione delle risorse degli Enti interessati nei grandi progetti di innovazione ed efficientamento sui quali si è focalizzata la strategia dell’Inps. Nella determinazione si da’ mandato al direttore generale di porre in essere ogni azione necessaria all’attuazione del percorso di integrazione, impegnandolo a riferire mensilmente sull’avanzamento delle attività e sui risultati raggiunti e a proporre eventuali iniziative da adottare in relazione al complesso delle azioni intraprese.(sito enpals.it)

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ci si trova gomito a gomito con colleghi per molte ore al giorno e per molti giorni (Fabiano Maniero).

Nel mercato della musica le variabili che entrano in gioco per raggiungere un certo livello di successo sono infinite e dipendono molto dal caso. Non esiste una regola fissa o una funzione unica matematica che poi comporti definitivamente l’ascesa di una carriera di successo per un cantante od un musicista.

Essendo essere umani entra in gioco la psicologia. Gli individui, professionisti, competenti e non, inseriti in ambiti diversi esprimono risultati diversi rispetto a quando frequentavano le scuole e inseriti all’interno di una squadra diversa o in un ambiente diverso, si possono comportare diversamente da come si comporterebbero individualmente nell’ambiente scolastico o istituzionale. Una persona potrebbe emergere o non emergere a seconda del contatto con diversi contesti. Persone che nell’ambiente scolastico non sono fuori classe è possibile che sbocceranno come superstar in futuro. Potrebbero finire a svolgere altre attività, per esempio andranno a fare matematica o fisica, troveranno energie nuove, la musica comunque li ha aiutato a crescere.

Esistono poi i casi di coloro che si sono diplomati in età avanzata al conservatorio. Hanno avuto in seguito la possibilità di potere dirigere un coro. Ma coloro che decidono di vivere solamente di musica devono prima crearsi un’immagine assieme ad un’agente in modo da sapersi vendere al meglio, crearsi inoltre un marchio. L’agente è necessario perché sa proporre nel mercato e sa trovare i giusti agganci per essere inseriti in un contesto preciso di mercato (Claudio Ongaro). Non è quindi necessaria una formazione musicale di tipo classica per avere una carriera di successo. I talent sono un esempio di come si possa ottenere il successo senza avere alle spalle la laurea in musica. Un esempio attuale è Chiara Grispo, nota cantante di successo, la quale ha frequentato il liceo dove lo stesso Ongaro ha insegnato e poi partecipando al programma televisivo “X FACTOR” ora ha inciso già una raccolta di canzoni ed è quasi riuscita a cantare a Sanremo. Se un musicista vuole lavorare nello spettacolo ha bisogno di un buon agente perché coloro che si interfacciano al mercato con la musica non sono persone vere e proprie ma diventano a tutti gli effetti un prodotto da potere vendere ovunque.

Ongaro ha tentato di fare un confronto con la sua esperienza di vita con quella di Chiara Grispo. Infatti per lui, nonostante viva di musica al cento per cento, il settore artistico musicale rappresenta una seconda entrata oltre al mondo della scuola dove insegna, e molto spesso riflette se continuare l’attività da orchestrale, perché si guadagna molto poco in rapporto allo studio immane necessario. Deve mettersi a studiare ad ogni ora e osservando i casi di successo dei Talent show si chiede molto

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spesso se avesse perseguito la strada giusta, ovvero quella della formazione del conservatorio. Si sente a volte agli arresti domiciliari perché per studiare deve sempre viaggiare e la maggior parte del tempo è spesa in preparazione. Le risorse in denaro spese per i corsi di specializzazioni e le trasferte non ne valgono fino in fondo la pena perché si ha un ritorno molto basso. Si dovrebbe guadagnare mille euro a serata mentre è già tanto se nell’arco di un mese si arriva a guadagnarne qualche migliaio di euro. È accaduto di dover accettare una somma esigua di trecentosettanta euro per un servizio soltanto. Ongaro quindi si demoralizza inoltre perché il sabato o la domenica si deve preparare musiche per la scuola.

Non esiste purtroppo la possibilità di appoggiarsi ad un’agenzia concertistica per un musicista classico che non sia un cantante lirico o un fenomeno di mercato. Per il musicista classico, strumentista o cantante, è l’autopromozione l’unico mezzo a disposizione oltre ad un’importante fidelizzazione del pubblico. Essenzialmente manca una figura lavorativa in questo senso. Il musicista deve quindi diventare anche agente di sé stesso, deve avere una visione imprenditoriale del suo lavoro, cosa molto lontana ancora per la mentalità di molti musicisti in ambito classico (Fabiano Maniero).

Ongaro per gli spettacoli non ha un vero servizio di agenzia. Lo chiamano perché ormai lo conoscono o per passaparola in zona. Dovrebbe fare un sito internet dove inserire il curriculum, le registrazioni o far conoscere al pubblico con chi ha suonato ad esempio fare conoscere che ha suonato con l’orchestra Giuseppe Verdi di Milano. Qualcuno gli dice che dovrebbe lavorare di più nella comunicazione. Si accontenta perché per lui rappresenterebbe un investimento di tempo troppo grande.

Non si appoggia alla SIAE28. Dopo le esibizioni i committenti gli fanno firmare da anni una dichiarazione che lo possono filmare e ne sono i titolari per poi potere vendere il prodotto musicale che l’orchestra esegue però non essendo compositore non necessita di appoggiarsi alla SIAE. La SIAE molto spesso è obbligatoria per chi crea un prodotto musicale, ma è veramente conveniente solo per gli altissimi livelli. Ha un rientro in denaro solo con i più grandi musicisti ovvero coloro che producono un grande volume di tracce.

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Attualmente un musicista come Claudio Ongaro preferisce esibirsi dove ci sono meno spese, ma anche dove il pubblico ti dà più soddisfazione. Se non suona come si aspetta da lui stesso preferisce non suonare. Non se la sente inoltre di scendere di livello musicale e di preparazione, piuttosto preferirebbe non andare avanti con l’attività da musicista.

Esistono persone più generose di altre come ad esempio a qualche funerale che una persona ha lasciato sul testamento di dargli mille euro. Dipende dalla cultura di ogni persona. In Italia manca la cultura dell’onestà. A volte non pagano oppure in ritardo. In orchestra inoltre non si ha molta soddisfazione perché non c’è un clima molto caldo. Le orchestre, per continuare a lavorare, devono continuamente ridurre le spese e tendono a svolgere meno incontri per le prove dei musicisti in ensemble. Le stesse prove di assestamento stanno divenendo prove generali, e inoltre gli organici vengono volutamente ridimensionati. I programmi sono ripetuti e non si parte da zero con nuovi brani da provare. Già ormai da vent’anni si sta assistendo nelle orchestre al fenomeno delle assunzioni a chiamata dove vengono affiancati ai musicisti di fila, assunti a tempo indeterminato, suonatori a chiamata. Questo ha creato un danno di occupazione oltre che creare un mal contento tra le fila delle orchestre. È più piacevole andare dove ci si confronta, si parla, e magari alla fine ci si trova attorno ad un rinfresco. Da considerare per lo più che l’armonia tra gli strumenti è correlata all’armonia delle persone. Attualmente sono i privati a richiedere, mentre una volta erano più frequenti le tournée per le orchestre. Dove c’è più stimolo a suonare bene c’è più soddisfazione e questo dà la forza ad ogni musicista di andare avanti (Claudio Ongaro).

Nel documento Il mercato del lavoro nel settore musicale (pagine 106-109)