I fabbisogni formativi e le aspettative formative dei musicist
3.1. Il sistema educativo musicale italiano
Il crescente numero di diplomati senza un’occupazione permanente, un po’ per la progressiva saturazione del mercato, un po’ per l’incompletezza della preparazione scolastica, ha determinato la nascita di moltissime iniziative di formazione, non sempre adeguate alle esigenze di qualificazione professionale. Lo scopo è ora di individuare un corretto approccio a tali esigenze allo scopo di costruire su esse, compatibilmente alle corrispondenti esigenze del mercato, i percorsi formativi da offrire ai giovani diplomati.
L’obiettivo principale in questo capitolo è quello di tracciare un quadro che consenta di capire e valutare la quantità e la qualità dei giovani artisti interessati a svolgere l’attività lavorativa artistica. In particolare si intende comprendere se le attività di formazione proposte dal sistema di istruzione italiano pubblico e privato siano coerenti con le aspettative dei musicisti, sia che essi siano professionisti e non.
Ciò che sarebbe opportuno, sarebbe individuare quale sarebbe il corretto approccio alle esigenze dei singoli in modo da potere costruire su di esse, compatibilmente per quanto possibile con i fabbisogni del mercato del lavoro, i percorsi adatti da offrire ai giovani musicisti.
Questo obiettivo si inserisce in una più vasta strategia di attenzione ai processi di valorizzazione delle risorse umane nel comparto musicale, mirante a ricercare e a stabilire criteri di congruenza tra i fabbisogni formativi, l’offerta delle strutture formative e la sua utenza potenziale come ad esempio i giovani al primo inserimento nel mondo del lavoro.
Oggi il sistema formativo musicale italiano si sviluppa in tre livelli. L’istruzione primaria è compresa nella scuola primaria mentre l’istruzione secondaria, che comprende la scuola secondaria di primo grado è di durata triennale. La scuola secondaria di secondo grado è di durata quinquennale e in essa sono racchiusi i licei musicali e coreutici. L’istruzione superiore prevede l’università, l’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica.
52 Figura 3.1 – Il sistema scolastico italiano
Fonte miur.it
Non è da tralasciare che nel sistema scolastico musicale viene compresa anche la cosiddetta scuola dell’infanzia ovvero un’istituzione prescolastica non obbligatoria caratterizzata dal gioco e della convivenza con i compagni, e dalla preparazione al primo ciclo d'istruzione, cioè la scuola primaria. La durata media è di tre anni: sezione "piccoli" (primo anno), sezione "medi" o "mezzani" (secondo anno) e infine sezione grandi (terzo anno). Con la riforma Gelmini è possibile iscrivere i bambini di 2 anni e mezzo, mentre il precedente prerequisito erano i tre anni. In Italia era precedentemente nota come "scuola materna", sino all'introduzione della riforma Moratti nel 2003.
La scuola primaria, prima della riforma Moratti scuola elementare, è l'istituzione che rappresenta l'istruzione primaria in Italia. In precedenza era divisa in due cicli, un biennio e un triennio, con un esame finale per il completamento e l'accesso alle scuole di secondo grado. Con la riforma Moratti è stata divisa in 3 cicli, un anno singolo e due bienni, e l'esame finale è stato abolito. Durante la storia della scuola primaria si sono alternati due moduli didattici: quello del maestro unico e quello del modulo didattico. Il maestro unico era in uso sino al 1990 per essere poi abolito dopo anni di sperimentazione e rimpiazzato con un gruppo di docenti (tre per due classi o quattro per tre classi), chiamato modulo didattico. Con la riforma Gelmini la figura del maestro unico è stata riapprovata. Con il decreto legislativo n.59 del 2004 applicativo della legge Moratti, nacque una nuova figura: il docente tutor: una figura di orientamento, di consulenza, di tutorato per ciascuno studente, al fine di giungere ad un grado.
La scuola secondaria di primo grado, in precedenza scuola media inferiore, è l'istituzione che rappresenta il primo grado dell'istruzione secondaria. Vi si accedeva fino al 2003 con la licenza primaria (attualmente abolita). La scuola media inferiore nacque nel 1965 con l'unificazione dei ginnasi, che davano accesso ai licei, e delle scuole di avviamento professionale, che davano accesso
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alle scuole tecnico/professionali. Da quel momento si è quindi parlato di scuola media unificata. L'orario settimanale della scuola secondaria di primo grado va, in media, da un minimo di 29 ore ad un massimo di 33 ore. In alcune scuole al posto delle ore possono essere usati i periodi di 50 minuti, quindi l'orario varia da un minimo di 35 periodi a un massimo di 38 periodi. Con la riforma Gelmini si ritorna però all'oraria di sessanta minuti. (miur.it 2017)
Inoltre lo studente e le famiglie possono scegliere fino ad un massimo di quattro ore di laboratori facoltativi: laboratori che ogni scuola può proporre in base alle risorse di organico di cui dispone. Con l'attuale organizzazione sono scomparse le precedenti (prima del 2003) sperimentazioni di tempo prolungato che permettevano un orario massimo di 36 ore effettive comprendenti anche momenti di compresenza di più insegnanti. Recentemente si è provato a dare inizio ad un corso musicale sperimentale nel quale vengono scelti gli alunni a numero chiuso con la facoltà di studiare uno strumento musicale nel quale alla fine del ciclo vi è un esame anche per questa materia. (miur.it 2017)
L’istituzione secondaria di secondo grado, in precedenza scuola media superiore, rappresenta il secondo grado del ciclo di istruzione secondaria. Alla scuola secondaria superiore si accede dopo il conseguimento della licenza di scuola media al termine della scuola secondaria di primo grado. La scuola secondaria di secondo grado è divisa in quattro tipologie di istituti: licei, istituti tecnici, istituti professionali e istituti d'arte.
I licei sono una tipologia di scuola superiore di secondo grado il cui obiettivo è quello di formare lo studente in ambito accademico e di prepararlo alle università e istituzioni di terzo grado, piuttosto che immetterlo direttamente nel lavoro. Ogni liceo ha una durata di cinque anni, diviso in biennio e triennio. Nel corso della storia alcuni licei sono stati introdotti ed altri soppressi. I sei licei previsti dalla Riforma Gelmini sono i seguenti:
- liceo classico; - liceo scientifico;
- liceo linguistico (entrato in ordinamento con la Riforma Gelmini) - liceo artistico
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- liceo musicale e coreutico (nato con la Riforma Gelmini).
Per quanto riguarda l’istruzione superiore l'Italia è stata uno dei primi Paesi ad aderire al processo di Bologna11, nella quasi totalità delle università, già dall'anno accademico 1999/2000. Il ciclo degli
studi all'università è articolato su tre livelli: 1) laurea triennale
2) laurea magistrale 3) dottorato di ricerca
La quasi totalità delle università sono statali e finanziate congiuntamente dallo stato e, in misura minore, dagli studenti tramite le tasse universitarie. Per gli studenti particolarmente meritevoli e/o provenienti da famiglie a basso reddito sono disponibili alcune borse di studio.
Nell’istruzione musicale superiore si parla di Alta formazione Artistica, musicale e coreutica (AFAM). L’AFAM indica l'istruzione superiore artistica appartenente al sistema universitario della Repubblica italiana. Sottoposta al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, è stata istituita nel 1999.
11 La dichiarazione di Bologna dà il via ai lavori del Processo di Bologna. All'appello dei Ministri nella dichiarazione
della Sorbona dell'anno precedente hanno risposto tutti gli Stati Europei. Il titolo della dichiarazione è “Lo Spazio
Europeo dell'Istruzione Superiore” e sta a sottolineare l'impostazione Euro-centrica che si vuole dare al Processo. Un
importante concetto espresso nella Dichiarazione è:
«L'Europa della Conoscenza è ormai diffusamente riconosciuta come insostituibile fattore di crescita sociale ed umana e come elemento indispensabile per consolidare ed arricchire la cittadinanza europea, confermando ai cittadini le competenze necessarie per affrontare le sfide del nuovo millennio insieme alla consapevolezza dei valori condivisi e dell'appartenenza ad uno spazio sociale e culturale comune. L'istruzione e la cooperazione si confermano ulteriormente come strumenti essenziali per lo sviluppo ed il consolidamento di società democratiche, stabili e pacifiche [...]»
una dichiarazione che vuole racchiudere l'essenza del Processo di Bologna, e cioè la formazione di una generazione che cresca con la consapevolezza di un'Europa unita e competitiva a livello mondiale. Sempre all'interno si fa riferimento alla Magna Charta Universitatum per sottolineare l'importanza dei principi fondamentali in esso sanciti e per rinnovare l'invito agli istituti di istruzione superiore di continuare ad operare nell'adeguamento all'evolversi dei bisogni e delle esigenze della società. Successivamente vengono riportati i principali obiettivi che caratterizzeranno il Processo di Bologna e cioè:
1. Armonizzazione dei titoli di studio, anche per l'impiego degli studenti nel mercato europeo e per maggiore competitività della UE;
2. Adozione di un sistema con due cicli principali. L'accesso al secondo avviene solo dopo il conseguimento del primo che ha durata minima di tre anni;
3. Consolidamento del sistema dei crediti per una maggiore mobilità degli studenti;
4. Promozione della mobilità per studenti e docenti attraverso l'abbattimento degli ostacoli che impediscono la libera circolazione;
5. Valutazione della qualità al fine di determinare volta per volta un benchmark di indirizzo per una migliore cooperazione.
Come si può notare ci sono alcuni elementi innovativi rispetto alle precedenti dichiarazioni (anche se effettivamente il Processo di Bologna nasce dalla Dichiarazione di Bologna), come la temporalità e l'accesso dei cicli e la valutazione della qualità delle istruzioni nazionali. Nell'enunciazione degli obiettivi, gli Stati partecipanti hanno deciso come data di scadenza per la creazione dello Spazio Europeo di Istruzione Superiore, il primo decennio del 2000 con ritrovo biennale per la valutazione degli sviluppi del Processo. (miur.it)
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In Italia storicamente le accademie di belle arti e i conservatori di musica sono stati considerati istituzioni scolastiche e per questo motivo sottoposte alla supervisione del Ministero della Pubblica Istruzione. La necessità di dare valore di tipo universitario ai diplomi rilasciati da queste istituzioni spinse accademie e conservatori, dall'inizio degli anni novanta a chiedere l'equipollenza con le università e ad avere la supervisione del Ministero dell'Università, allora dicastero distinto.
I principali motivi furono:
le analoghe istituzioni comunitarie hanno lo status di università e con l'apertura del mercato delle professioni nel 1992 si era verificato il paradosso che professionisti esteri fossero formalmente più qualificati degli italiani pur avendo frequentato gli stessi studi;
il fatto che le università italiane si fossero mosse nel settore proprio dell'arte e della musica entrando in concorrenza con accademie e conservatori (DAMS Bologna 1971).
Per tali ragioni, il legislatore nel 1999 riordinò l'intera materia equiparando le accademie e i conservatori alle istituzioni universitarie e ponendole sotto la vigilanza del dipartimento università e ricerca, anche quando nel 2001 i due dicasteri furono accorpati nel Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e nelle successive divisioni e ricomposizioni dello stesso.
L'educazione musicale in Italia comprende gli interventi previsti nei servizi educativi della prima infanzia (asili nido), negli ordinamenti didattici delle scuole dell'infanzia, dell'istruzione primaria e secondaria nonché del sistema dell'Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) e, per alcuni aspetti, dell'Università. Comprende inoltre le attività formative praticate in ambito extrascolastico da enti e associazioni musicali. Gli aspetti epistemologici, metodologici e didattici relativi all'insegnamento/apprendimento della musica sono affrontati da discipline specifiche quali la Pedagogia musicale, la Psicologia della musica, la Didattica della musica, l'Antropologia musicale.
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