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Per quanto riguarda i metodi di raccolta dati utilizzati, tra quelli primari ci si è serviti di: - osservazioni: sopralluoghi, navigazione nei siti internet e utilizzo di Social Network degli

istituti museali. Ogni museo è stato visitato una (Galleria degli Uffizi) o più volte (Louvre, museo CEMA). I siti internet di ogni istituzione sono stati controllati e visitati periodica- mente in tutte le loro parti, sperimentando anche i tour virtuali, nel caso fossero presenti. Ci si è registrati, infine, alle pagine dei vari Social Network per visualizzare le news pub- blicate e per poter vedere tutte le possibilità di contatto con il pubblico.

- interviste: conversazioni con un manager o collaboratore di ogni istituzione tra quelle prese in analisi e con alcuni esperti delle aziende che forniscono ai musei gli strumenti tecnolo- gici. Rifacendosi ad un approccio qualitativo, le persone da intervistare sono state inizial- mente divise nei due gruppi appena esposti, in modo da poter avere pareri provenienti da due ambiti diversi che si trovano a collaborare. Per quanto riguarda gli intervistati all’in- terno dei musei, le persone con cui si è venuti a contatto sono la dottoressa Caterina Renzi, responsabile per gli studi del Dipartimento di Studi e Ricerca del Louvre e per la gestione del sostegno alla ricerca e alle collezioni, l’architetto Antonio Godoli, direttore del diparti- mento Architettura e allestimenti museografici degli Uffizi, e la dottoressa Claudia Aldro- vandi, collaboratrice del Museo CEMA. Gli stessi intervistati hanno consigliato di prose- guire la ricerca contattando i manager delle aziende che si sono occupate degli aspetti tec- nologici. Ci si è rivolti, allora, ad Anna Maria Sacco, collaboratrice di Parallelo s.a.s che si occupa del sito Web e di altri strumenti degli Uffizi e alla Dottoressa Roberta Zennaro, re- sponsabile della sezione Organizzazione generale di Cultour Active Srl che ha pensato e fornito le tecnologie al Museo CEMA.

Come sostiene Yin, “Case studies are a form of inquiry that does not depend solely on ethno- graphic or participant-observer data” (Yin 2003, p. 11) .Sono importanti anche i metodi di raccolta dati secondari, tra i quali si annoverano:

- indagini desk quantitative e qualitative: questo tipo di dati riesce a dare una panoramica statica e dinamica della situazione, in grado di mettere a confronto casi e periodi di tempo; spesso le risorse interne possono essere affiancate da dati provenienti da fonti esterne al fine di favorire la comparazione. Le fonti esterne possono essere anche bibliografiche, sia cartacee che elettroniche (Cavallone et Di Marco Pernice 2013, p. 38), tra le quali ci sono

materiali di libera consultazione, come i periodici specializzati, che riportano classifiche e dati ufficiali. La ricerca desk o “ a tavolino” è utile perché offre dati di facile accesso e con costi contenuti e può essere svolta non solo nell’ambito dell’approccio quantitativo, ma anche in quello qualitativo (Amadori et Leprini 2009). Per quanto riguarda la presente ana- lisi, questo genere di dati è stato utilizzato per avere informazioni sull’affluenza ai musei e sull’evoluzione delle tecnologie inserite negli anni. Attraverso la lettura di periodici specia- lizzati e di libri contenenti ricerche specifiche sui musei presi in analisi, sono emerse nuove informazioni che hanno offerto spunti e dati significativi per confronti e riflessioni. Biso- gna, però, sottolineare come le indagini desk non producano la stessa quantità di informa- zioni per tutti i musei scelti, dal momento che sono disponibili molte più informazioni su quelli di grande rilevanza internazionale rispetto al Museo CEMA. Le indagini desk sono fondamentali per ottenere una panoramica delle ricerche già effettuate sul caso prescelto e informazioni attendibili.

- ricerche online: l’e-research è molto sviluppata a seguito della diffusione della Rete ad alta velocità e comprende molti ambiti di analisi, sia sottoponendo a questionari e sondaggi gli utenti del Web , sia svolgendo ricerche su materiale presente online (blog, informazioni, video, commenti,…). Particolarmente rilevanti sono le ricerche online soprattutto per quanto concerne l’attuale ricerca che vuole analizzare anche siti Web , blog, e Social Net- work, sottolineando l’importanza di questi mezzi e dei commenti all’interno delle reti di utenti online. L’e-research, inoltre, si rifà alla etnografia, ovvero ad un metodo di ricerca di matrice etnografica che ha lo scopo di orientare, potenziare ed ottimizzare le strategie di business studiando il comportamento e le esperienze di consumo degli utenti online. Parti- colarmente utile è questo genere di analisi nell’ambito dei social media, poiché è possibile servirsene per monitorare le conversazioni dei fruitori di un determinato prodotto e ottene- re degli insight utili per attuare successive azioni (Kozinets 2002, 2009, 2010; netnogra- fia.it)

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CAPITOLO 4. RISULTATI

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a.

Introduzione ai casi di studio

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Vi sono molti modi per approcciarsi al pubblico e per fornire informazioni per migliorare le varie fasi del processo di fruizione. Quanto agli strumenti di comunicazione che si possono utilizzare, secondo l’analisi di Ferrara (2010) questi possono essere divisi in tre categorie:

- comunicazione museale di I livello: di questa categoria fanno parte le postazioni multime- diali che seguono il percorso della visita aggiungendo delle brevi descrizioni delle opere; vi è, quindi, una bassa interazione con gli oggetti esposti;

- comunicazione museale di II livello: si tratta delle postazioni ad alta interattività e concen- trazione di contenuti per approfondire le tematiche trattate e si rivolge ad un pubblico cu- rioso ed esperto; questo livello di comunicazione si realizza nei centri di documentazione, nelle sale didattiche o attraverso i CD-ROM. E’ possibile prevedere applicazioni di realtà virtuale, postazioni multimediali basate su tecnologia filmica e postazioni di approfondi- mento dei contenuti o connesse ad Internet;

- museo virtuale online: offre informazioni pratiche e relative alla logistica, al museo, alle collezioni permanenti e alle mostre temporanee; mette a disposizione strumenti didattici a scopo educativo e divulgativo, ma può anche prevedere sezioni di commercio elettronico. All’interno del sito possono essere disponibili brochure elettroniche, “passeggiate virtuali” attraverso le stanze del museo, prodotti multimediali per la didattica, archivi online, etc. Il museo virtuale online assume il ruolo di divulgatore di informazioni nel contesto europeo, mentre nel mondo americano è indipendente dal museo, con sezioni e mostre organizzate soltanto per la Rete.

L’analisi qui affrontata propone un altro genere di suddivisione degli strumenti tecnologici a disposizione che prende spunto dal mondo dell’informatica. Essi, infatti, sono stati raggruppa- ti in:

- Hardware: in ingegneria elettronica ed in informatica, l’hardware indica la parte fisica del dispositivo elettronico, cioè l’insieme delle componenti di vario genere che ne consente il funzionamento; traslato nell’ambito della fruizione di una mostra, quindi, rappresenta tutti quegli strumenti e installazioni che si possono utilizzare durante la visita per vivere al me- glio l’esperienza e per apprendere quanto più possibile. Di questa categoria fanno parte i