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CAPITOLO 3 – Water Footprint di prodotto derivato da agricoltura

3.1 METODO DI CALCOLO DEL WF

Il WF è costituito da tre componenti: blue, green e grey water footprint (Hoekstra, 2008). Questa è una caratteristica peculiare della metodologia del water footprint in quanto consente di distinguere tra le diverse tipologie di acqua e quindi di valutare separatamente anche gli impatti che sono collegati.

3.1.1 Blue water footprint

Le risorse globali di acqua blu sono le acque superficiali e l’acqua di falda e l'impronta d'acqua blu è il volume d'acqua dolce che viene consumato per produrre i beni ed i servizi consumati da un individuo o comunità.

L’utilizzo consuntivo di acqua blu si riferisce ad uno dei seguenti quattro casi: 1) evaporazione dell’acqua;

2) l'acqua è incorporata nel prodotto;

3) l'acqua non ritorna lo stesso bacino idrografico, ad esempio l’acqua ritorna ad un altro bacino idrografico o al mare;

4) l'acqua non viene restituita nello stesso periodo, ad esempio si preleva acqua in un periodo di siccità e si restituisce in un periodo umido.

L’utilizzo consuntivo dell'acqua non significa che l'acqua scompare, perché la maggior parte dell'acqua rimane all’interno del ciclo idrico e ritorna comunque alla terra.

L'impronta d'acqua blu misura la quantità di acqua disponibile che si consuma in un certo periodo (cioè che non viene immediatamente restituita entro il bacino stesso). In questo modo, esso fornisce una misura della quantità di disponibile acqua blu consumate dagli esseri umani. Il resto delle acque di superficie, che non è stato consumato per scopi umani, è lasciato al sostentamento degli ecosistemi che dipendono dai flussi delle acque sotterranee e di superficie. La componente consuntiva è legata soprattutto all’ evaporazione dell’acqua, ma quando necessario si devono considerare anche le altre componenti.

Viene esclusa dalla definizione la parte di acqua, prelevata dalla falda o dai sistemi superficiali, che ritorna nei sistemi stessi o direttamente dopo l’utilizzo o a causa di perdite prima del suo impiego.

L'impronta d'acqua blu in una fase di processo è calcolata come segue:

WFproc,blu = Evaporazione + Incorporazione + Flusso di rilascio (3.2)

L’ultima componente si riferisce alla parte del flusso di rilascio che non è disponibile per il riutilizzo all’interno dello stesso bacino di prelievo, sia perché è tornato ad un altro bacino idrografico o è stato scaricato in mare o perché è tornato in un altro periodo di tempo.

L’unità di misura dell’impronta blu dell’acqua di processo è il volume di acqua per unità di tempo, ad esempio al giorno, mese o anno.

Quando il volume viene diviso per la quantità di prodotto che nasce da un processo, l’impronta acqua di processo può essere espressa anche in termini di volume d’acqua per unità di prodotto.

Ogni componente della impronta azzurra dell’acqua di processo può essere misurata. In alternativa, per i processi produttivi, si può contare su database che contengono dati tipici di utilizzo consuntivo di acqua a seconda del tipo di processo di fabbricazione.

Tali database, tuttavia, non sempre esistono e generalmente contengono dati sulle acque in uscita da un processo, cioè sul consumo di acqua consuntivo. Inoltre, questi database mancano del livello di dettaglio necessario e contengono i dati relativi all’uso di acqua per il settore industriale (es. raffinerie, stabilimenti tessili, cartiere, ecc) piuttosto che al processo di fabbricazione.

Due database ricchi di dati sono quello di Gleick (1993) e quello di Van der Leeden (1990), ma entrambi sono concentrati per gli Stati Uniti e, soprattutto, sono limitati ai dati relativi ai prelievi di acqua. Le fonti migliori per stimare i consumi di acqua blu nei processi di fabbricazione sono gli stessi fabbricanti o le sedi regionali o globali delle organizzazioni.

L’acqua blu, cioè l’acqua di superficie o sotterranea, è principalmente stanziata per i cicli di produzione agro-alimentari, basti pensare al ruolo dell’acqua di irrigazione nel settore agricolo e dell’acqua di processo nelle fabbriche.

Nel valutare la blue WF di un processo si può desiderare di distinguere tra diversi tipi di sorgenti d’acqua blu. La divisione più rilevante è tra le acque superficiali, le acque sotterranee rinnovabili e le acque sotterranee fossili. In pratica, però spesso è molto difficile fare questa distinzione a causa della mancanza di dati, e pertanto la distinzione spesso non è fatta.

3.1.2 Green water footprint

L’impronta d’acqua verde (green water footprint) è il volume di acqua piovana consumata durante il processo di produzione. Il green WF è un indicatore dell’uso umano della cosiddetta acqua verde, cioè misura la parte di acqua piovana evaporata che è stata fatta propria dall’essere umano e dunque non è più disponibile per la natura.

L’acqua verde si riferisce alla precipitazione a terra che non va a ricaricare le acque sotterranee, ma è immagazzinata nel suolo sottoforma di umidità o che comunque rimane temporaneamente sulla parte superficiale del suolo o della vegetazione. Alla fine, questa parte della precipitazione evapora o traspira attraverso le piante. L’acqua verde viene considerata rilevante nella crescita delle colture perché può essere un fattore produttivo di crescita. Tuttavia bisogna precisare che non tutta l’acqua verde può essere consumata dalle colture, perché ci sarà sempre l’evaporazione

del suolo e perché non tutti i periodi dell’anno o tutte le aree sono adatti per la crescita delle colture.

L’impronta d’acqua verde in una fase di processo è pari a:

WFproc,green = evaporazione + incorporazione (3.3)

I consumi di acqua verde abbiamo detto essere importanti soprattutto in agricoltura e possono essere misurati o stimati con una serie di formule empiriche o di modelli adatti per la stima dell'evapotraspirazione delle colture basati su dati climatici, su dati del suolo e sulle caratteristiche delle colture.

I cicli di vita dei prodotti agroalimentari hanno notevoli impatti non solo sull’ utilizzo di acqua verde ma anche in merito all’ occupazione del territorio. A questo proposito si ricollega la questione relativa al fatto che in realtà quando si parla di green WF ci si stia in realtà riferendo all’accesso allo sfruttamento del terreno per scopi agricoli.

L'occupazione dei terreni limita infatti la disponibilità di quella terra e in tal modo l'accesso all’acqua verde per altri scopi sociali. Per esempio, se il terreno è stato utilizzato per produrre grano, è ovvio che la stessa terra e l’acqua verde associata non sono disponibili per altri tipi di attività agricola. In secondo luogo, l'utilizzo del territorio influenza la ripartizione dell’utilizzo tra acqua verde ed acqua blu cioè un terreno seminato che deve essere irrigato ha un fabbisogno idrico di acqua blu che non sarebbe stato presente in alternativa. In tal modo viene influenzata anche la disponibilità di acqua blu per altre finalità sociali ed ambientali. In terzo luogo, attraverso la conversione degli ecosistemi naturali in terreno agricolo, si cerca di accedere ad acqua verde supplementare per la crescita dei prodotti alimentari e per la produzione di fibra. In questo caso, l'impatto è la perdita degli ecosistemi naturali e degli habitat.

3.1.3 Grey Water footprint

L'impronta acqua grigia (grey water footprint) è il volume di acqua inquinata associata con la produzione di tutti i beni ed i servizi per l'individuo o la comunità. Il grey water footprint è calcolato come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti in misura in cui la qualità dell'acqua dopo diluizione rispetta gli standard di qualità concordati per l’acqua.

La valutazione della qualità delle acque di scarico e delle acque in generale nel tema della valutazione della risorsa idrica è il campo più studiato e analizzato.

Sottovalutare la qualità delle acque comporta rischi sia per gli ecosistemi naturali sia per la salute e l’economia di una comunità di un certo bacino interessato da inquinamento idrico.

L’acqua non trattata può portare a una maggiore incidenza delle malattie. Alti quantitativi di inquinanti nelle acque possono portare alla distruzione di habitat e alla diminuzione della biodiversità. L’acqua torbida (a causa di oli e altre sostanze non miscelabili all’acqua) diminuisce la penetrazione della luce e riduce la produttività dei sistemi vegetali e degli ecosistemi nel loro insieme. L’acqua impura può compromettere l’approvvigionamento di acqua potabile. La presenza di certe sostanze può intromettersi nei cicli biologici naturali con danni per gli ecosistemi e di conseguenza anche per l’uomo. Queste sono alcune delle ragioni per cui le aziende oltre ad essere interessate a contabilizzare in modo corretto i propri consumi idrici sono allo stesso modo interessate a controllare e migliorare la qualità delle acque che utilizzano e che scaricano nuovamente nell’ambiente.

Le tre componenti del WF totale si distinguono anche in consuntive (green-blue water footprint) e non consuntive (grey water footprint) oppure in dirette (green-blue WF) ed indirette (grey WF).

Quando necessario, si può ulteriormente qualificare l'impronta di acqua in più componenti specifici. Nel caso del blu WF può essere ritenuto utile distinguere tra acque di sottosuolo e acque di superficie. Nel caso del grey WF, può essere considerato prezioso per distinguere tra diversi tipi di inquinamento.

Quando si parla di water footprint di un prodotto spesso ci si riferisce anche al suo contenuto di acqua virtuale questo è equivalente alla green ed alla blue water footprint appena descritte ma non tiene conto della grey water footprint. Il conteggio del consumo di acqua collegato all’inquinamento originato dal processo produttivo, è al di fuori del contenuto di acqua virtuale del prodotto ed è un aspetto presente solo nel water footprint.