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CAPITOLO 2 – Metodi e strumenti per la gestione della risorsa idrica

2.1 WATER FOOTPRINT

L’impronta idrica o water footprint è un indicatore che vuole fornire una misura dell’appropriazione, da parte dell’uomo, dell’acqua dolce disponibile a livello globale. I concetti di seguito riportati fanno riferimento, in particolare, a Hoekstra, 2008 e a Gerbens-Leenes e Hoekstra, 2008.

L'impronta d'acqua (water footprint) è stata introdotta nel 2002 da parte di Hoekstra e dal suo gruppo di ricercatori dell’università di Twente ad Utrecht in Olanda, il concetto di impronta d'acqua è parte di una più grande famiglia di concetti che sono stati sviluppati in materia di scienza ambientale negli ultimi dieci anni. Un' "impronta", in generale, è diventata nota come una misura quantitativa che mostra l'appropriazione delle risorse naturali o la pressione sull'ambiente da parte degli esseri umani. Ad esempio l'impronta ecologica è una misura di uso dello spazio bio-produttivo (ettari), l'impronta ecologica di carbonio misura la quantità di gas a effetto serra prodotti, misurata in equivalenti di biossido di carbonio (in tonnellate). Allo stesso modo l'impronta d'acqua misura l’utilizzo di acqua (in metri cubi all'anno).

I tre indicatori sono complementari, in quanto misurano cose del tutto diverse tra loro.

Metodologicamente ci sono molte somiglianze tra le diverse impronte, ma ciascuna ha le sue peculiarità legate alla unicità della risorsa in esame vedi §2.8 e 2.9.

Il WF (water footprint) deriva dall’estensione e miglioramento di un concetto precedente: il concetto di Virtual Water Content (contenuto virtuale di acqua, VWC). Il VWC è stato introdotto nel 1998 da Allen, che ha studiato la possibilità di importare l’acqua virtuale (in opposizione alla acqua reale) come strumento per alleviare la pressione sulla risorsa d’acqua del paese

importatore.

Importare acqua virtuale (acqua esogena) diventa così fonte di acqua alternativa, accanto alle fonti di acqua endogene (Haddadin, 2003).

Hoekstra e Chapagain definiscono il contenuto virtuale di acqua di un prodotto (bene o servizio) come il volume di acqua dolce utilizzata per produrre il prodotto, ottenuto dalla somma dei volumi utilizzati nelle varie fasi della catena produttiva (Hoekstra 2009). L’aggettivo “virtuale” fa riferimento al fatto che la maggior parte dell’acqua utilizzata per realizzare il prodotto non è contenuta di fatto nel prodotto stesso (Hoekstra 2008).

La differenza e l’estensione del concetto di contenuto virtuale di acqua a quello di water footprint è che il primo fa riferimento esclusivamente al volume di acqua incorporata nel prodotto, mentre il termine impronta d’acqua (water footprint) si riferisce non solo al volume, ma anche al tipo di acque che sono usate (green, blue, grey water footprint) e specifica il dove e il quando l'acqua viene utilizzata (vedi capitolo §3). L’impronta d'acqua di un prodotto è un indicatore multi-dimensionale, mentre il contenuto d'acqua virtuale si riferisce solo al volume. Le origini della WF possono quindi essere rintracciate nella volontà di analizzare la dimensione mondiale dell’acqua come risorsa naturale. Il punto di partenza risiede nel fatto che la gestione di tale risorsa è generalmente vista come un problema a livello locale o al massimo di bacino fluviale e che l’influenza dei commerci internazionali sullo schema globale di utilizzo dell’acqua troppo spesso non viene preso in considerazione. Infatti, la gestione a livello mondiale di questo tipo di risorse e l’importanza dell’economia mondiale sono state ignorate dalla maggior parte delle comunità scientifiche e politiche (Hoekstra, 2006). Inoltre, nell’ambito della gestione della risorsa acqua, la prospettiva della produzione è stata così dominante da non permettere il riconoscimento che l’utilizzo di acqua, alla fine, è da mettere in relazione al suo consumo da parte dell’uomo (Hoekstra, 2009). Guardando all’utilizzo di acqua ed alla catena di fornitura (supply chain), lo scopo della WF è quello di svelare il collegamento nascosto tra consumo umano e utilizzo di acqua.

L’impronta idrica calcola l’utilizzo di acqua per qualsiasi gruppo di consumatori (un individuo o una famiglia, gli abitanti di un villaggio, città, provincia, stato o nazione) o produttori (una pubblica organizzazione, un’impresa privata o un intero settore economico). Per utilizzo di acqua si intende sia il volume consumato (si parla anche di volume evaporato) sia quello inquinato, cioè l’acqua che non è più disponibile nel suo stato originale e non può essere subito riutilizzata. L’impronta idrica è quindi un indicatore dell’interferenza umana nel ciclo della acqua che guarda non solo all’utilizzo diretto da parte di un consumatore o di un produttore, ma anche ad un suo

utilizzo indiretto. Per utilizzo indiretto si intende la quantità di acqua utilizzata per produrre beni e servizi consumati da un individuo o da una comunità.

La WF di un individuo, una comunità o un’azienda è espressa in termini di volume d’acqua dolce utilizzata in un anno. La WF di un prodotto viene invece rappresentata come il volume di acqua dolce utilizzata per unità di prodotto.

Tramite la misurazione dell’evaporazione e dell’inquinamento, viene messo in evidenza l’impatto immediato sul sistema acqua. L’acqua della quale ci si appropria e che poi viene persa nell’atmosfera o inquinata non è più disponibile per il sistema naturale di cui essa in precedenza faceva parte e non è disponibile comunque per l’impiego immediato da parte dell’uomo. L’acqua una volta evaporata rimane comunque nel ciclo idrologico e può pertanto essere nuovamente disponibile in un certo luogo e in un determinato momento.

Quando parliamo di acqua legata al water footprint stiamo parlando di acqua dolce e non della acqua in generale, in quanto è proprio l’acqua dolce ad essere una risorsa scarsa.

Il Water Footprint è stato concepito per la gestione e la comprensione della risorsa idrica a livello macroscopico (Water Resource Management WRM), e non per la gestione idrica di una azienda dei suoi prodotti o dei suoi impianti. Tuttavia dal 2002 ad oggi il concetto di water

footprint (WF) si è sviluppato ed è stato utilizzato con degli scopi diversi da quelli originari per cui è nato, venendo applicato a prodotti specifici e non più soltanto a livello esteso di nazione o popolazione.

Il fatto che alcune aziende e ricercatori cerchino di applicare lo strumento del water footprint all’analisi di prodotto è un fatto indiscutibilmente legato alle mancanze della metodologia LCA nella valutazione della risorsa idrica. In ogni caso il WFN si sta impegnando nel supporto alle aziende che vogliono cimentarsi nel calcolo del WF. In particolare si sta caratterizzando il WF di particolari prodotti e materie prime ad alto consumo idrico.

Attualmente il metodo del footprint per l’acqua è stato ulteriormente migliorato, cominciando a incorporare un modo di realizzazione più affidabile e più esplicito sia spazialmente che temporalmente, per considerare meglio la qualità dell'acqua e le ripercussioni della risorsa idrica sugli altri aspetti ambientali.

La water footprint non è il primo indicatore riguardante l’utilizzo di acqua tuttavia è diverso da quello classico che generalmente si trova in statistica; quest’ultimo, indicato con il termine water

withdrawal (prelievo di acqua), fa unicamente riferimento alla quantità di acqua estratta. La WF differisce da questo classico indicatore sostanzialmente in tre aspetti (Hoekstra, 2008): 1) La WF fa riferimento unicamente all’utilizzo di acqua che comporta un consumo dell’acqua

stessa cioè all’acqua che evapora, l’altro indicatore include anche l’utilizzo che non comporta un consumo di acqua ma che costituisce comunque un prelievo.

2) La WF considera non solo l’utilizzo di acqua di falda o superficiale (blue water), come fa l’indicatore classico, ma anche l’utilizzo di acqua piovana disponibile come umidità del suolo (green water) ed il consumo di acqua legata al processo di purificazione della stessa dagli agenti inquinanti (grey water), vedi §3.1;

3) La WF misura la totale appropriazione di acqua dei beni e dei servizi considerando il consumo e l’inquinamento dell’acqua lungo la catena di produzione e di fornitura.

L’impronta idrica include al suo interno l’utilizzo diretto ed indiretto di acqua, mentre l’indicatore water withdrawal fa riferimento unicamente all’utilizzo diretto.

Tramite l’adozione di una prospettiva che considera la catena di fornitura, la WF permette di mettere in evidenza il collegamento tra il consumo o la produzione locale dei prodotti e l’appropriazione globale della risorsa acqua, cosa che non viene fatta attraverso l’utilizzo dello indicatore classico (Hoekstra, 2008).

2.1.1 Water Footprint di un’azienda

Il water footprint di un’impresa o azienda (business) è il volume totale diretto ed indiretto di acqua utilizzata, necessario per supportare tutte le attività. Per il calcolo della WF di un’impresa si fa riferimento alla metodologia presentata da Gerbens-Leenes e Hoekstra, 2008. La metodologia è stata sviluppata con l’intenzione di determinare un metodo di calcolo dell’impronta idrica applicabile a diverse tipologie di business: grandi e piccole società o aziende private ma anche pubbliche organizzazioni.

Il termine business viene qui inteso nel suo senso più ampio. Esso comprende qualsiasi entità di produzione di beni e/o servizi destinati ai consumatori o ad altri business. Questa entità può essere una parte di una società privata ma anche un’organizzazione governativa o non governativa; si può inoltre fare riferimento a vari livelli, ovvero ci si può riferire ad uno specifico comparto di un’azienda o a tutta l’azienda. Per business si intende quindi qualsiasi entità o attività che trasforma una serie di input i uno o più output.

Per poter valutare l’impronta idrica di un’azienda è importante delinearne in modo chiaro i confini; occorre distinguere il sistema da studiare dall’ambiente circostante ed individuare in modo preciso gli input e gli output.

Molteplici sono i settori di appartenenza di un’impresa: agricolo, industriale, commerciale, di estrazione primaria, energetico di servizi pubblici e privati, dei trasporti. Molte aziende operano

all’interno di un unico settore, tuttavia esistono imprese che svolgono la loro attività in più settori.

Gerbens-Leenes e Hoekstra propongono di calcolare l’impronta idrica per unità di processo. L’unità di processo è definita come quella parte del processo adibita alla realizzazione di un prodotto omogeneo. Quando l’attività di un’azienda è distribuita in locazioni differenti, è preferibile suddividere l’attività globale in unità do processo in modo che ogni singola unità avvenga in un luogo ben definito. Oppure, quando un’azienda è costituita da molteplici attività, conviene suddividere l’attività in unità di processo ognuna delle quali ha il compito di realizzare uno specifico prodotto. La WF del processo complessivo può di conseguenza essere calcolata come la somma delle impronte idriche delle varie unità di processo.

Bisogna distinguere tra consumi diretti ed indiretti perché l’utilizzatore diretto è il produttore mentre i consumi indiretti invece sono quelli imputabili ai fornitori del produttore. La WF di un business include quindi due componenti: la operational WF e la supply-chain WF. Poiché l’86% dell’acqua utilizzata a livello mondiale è dovuta al settore agricolo, il quale costituisce parte della catena di fornitura di molte aziende, la WF di un’azienda i cui input sono costituiti da prodotti agricoli è costituita soprattutto dalla supply-chain WF, mentre il contributo della

operational WF è ridotto (Gerbens-Leenes e Hoekstra, 2006). Il water footprint di un’attività che produca un bene è la quantità di acqua necessaria per la produzione del prodotto finale. Gli stadi riportati nello schema possono includere sia utilizzo di acqua virtuale che utilizzo reale di acqua per le fasi di lavorazione.

Nonostante molte aziende focalizzino l’attenzione sulle loro prestazioni, è importante considerare l’intera catena di fornitura. Se le imprese si concentrano sugli impatti generati solamente dalle loro attività, il loro impegno e i loro sforzi potrebbero determinare solo piccoli miglioramenti lungo il ciclo di vita del prodotto.

E’ quindi importante considerare le performance delle aziende collegate attraverso la catena di fornitura, che hanno una certa influenza sull’impronta idrica dell’azienda stessa.

Bisogna comunque precisare in questa fase che il calcolo della WF è solo il primo passo verso una gestione responsabile da parte delle aziende. Il passo successivo è quello di valutare gli impatti sociali e ambientali generati da questa impronta idrica. Per fare ciò, è molto importante poter localizzare la WF dell’azienda di interesse. Questo indicatore infatti, permette di mostrare non solo la quantità d’acqua utilizzata e/o inquinata ma anche la disposizione geografica dei consumi e inquinamenti della risorsa acqua.

stessa WF è localizzata, dalla competizione degli utilizzatori delle risorse locali e dalle esternalità negative associate all’utilizzo d’acqua. La valutazione degli impatti richiede una fase ulteriore oltre alla quantificazione, localizzazione e descrizione delle tre componenti della WF; si tratta dello sviluppo di una politica di gestione dell’acqua che abbia lo scopo di ridurre e compensare gli impatti generati dal consumo della risorsa acqua.

Il calcolo dell’impronta idrica di un’impresa può essere utilizzato per i seguenti scopi:

- identificare gli impatti dell’impresa, in relazione all’utilizzo della risorsa acqua, sull’ambiente naturale e sociale;

- creare trasparenza nei confronti degli stakeholders, dei clienti, dei consumatori e dei governi; - confrontare l’utilizzo d’acqua in unità di processo comparabili tra loro;

- identificare e sostenere lo sviluppo di una politica che sia in grado di ridurre i rischi in riferimento al problema della scarsità dell’acqua dolce.

In sostanza, l’obiettivo primario del calcolo della WF delle aziende è quello di costituire una base informativa per accrescere l’utilizzo efficiente dell’acqua dolce, per ridurre gli impatti sociali ed ambientali ad esso associati e per assicurare una maggiore disponibilità sul lungo termine della risorsa.

2.1.2 Water Footprint di prodotto

Strettamente connesso al concetto di WF delle imprese è il concetto di WF dei prodotti. La WF di un prodotto (bene o servizio) è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata in modo diretto e in modo indiretto per realizzare il prodotto. Essa viene stimata considerando l’utilizzo di acqua in tutte le fasi della catena di produzione. E’ riconosciuto che l’utilizzo di acqua relativo ad un prodotto non è limitato alla sola fase della sua produzione, per molti prodotti infatti l’impiego di questa risorsa è coinvolto anche nella fase di utilizzo o consumo del prodotto stesso.

La frazione di acqua impiegata in quest’ultima fase non viene inclusa nella definizione di WF del prodotto, ma va considerata come parte del WF del consumatore. Analogamente, l’acqua adoperata nel riutilizzo, riciclo o smaltimento di un prodotto viene annoverata nella WF dell’azienda o dell’organizzazione che provvede a quel servizio e nella WF del consumatore che trae beneficio dal servizio stesso. La procedura di calcolo della WF è simile per tutte le tipologie di prodotti, siano esse derivanti dal settore agricolo, industriale o dei servizi.