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CAPITOLO 2 – Metodi e strumenti per la gestione della risorsa idrica

2.4 WBSCD GLOBAL WATER TOOL

Il WBSCD Global Water Tool (GWT) è lo strumento disponibile on-line che consente una stima di massima sulla qualità della gestione dell’acqua da parte degli impianti di una azienda in relazione al contesto idrogeografico in cui essi si trovano a dover operare. Anche questo strumento come il precedente (GEMI, vedi §2.2) non consente di effettuare la contabilizzazione della risorsa idrica utilizzata da parte di una azienda. Tuttavia rispetto allo strumento presentato in precedenza, presenta il vantaggio di definire impatti e relativa gravità in relazione al bacino idrografico in cui questi si verificano. Essenzialmente il GWT consente di identificare gli

hotspots, cioè le zone di maggiore criticità idrica in cui si trovano gli impianti di una compagnia. Per fare questo il Global Water Tool si avvale del sistema di valutazione dal Global Reporting Initiative (GRI) una grande rete tra gli stakeholders, composta da migliaia di esperti, in una dozzina di Paesi in tutto il mondo, che partecipano ai gruppi di lavoro del GRI e promuovono l’uso delle linee guida G3 fornite dal GRI, per una valutazione globalmente uniforme in tutti gli ambiti connessi ad un’attività e un business. Il GRI ha messo a punto una serie di indicatori per valutare le performance aziendali relativamente a diversi livelli e aspetti della gestione: economia, ambiente, lavoro, prodotto, società, salute.

L’analisi consiste in una guida che fornisce indici, domande e dati utili per inquadrare la posizione dell’azienda in merito a ciascuno degli ambiti precedenti.

Per quanto riguarda gli indicatori ambientali ve ne sono alcuni che qualificano la gestione della risorsa idrica da parte dell’azienda.

Il primo indicatore che considera l’aspetto idrico collegato alle attività di una azienda è l’EN8, che sta per indicatore di performance ambientale (environmental) e misura il prelievo totale di acqua da una medesima sorgente. Il volume totale di acqua prelevata da una sorgente contribuisce alla comprensione della dimensione globale degli impatti potenziali e dei rischi connessi all'uso di acqua da parte dell'organizzazione che redige il bilancio. Il volume totale ritirato fornisce un'indicazione delle dimensioni relative dell'organizzazione e la sua importanza come utente di acqua, inoltre fornisce un punto di riferimento per altri calcoli di efficienza e utilizzo.

l'organizzazione di riferimento è direttamente collegato ai costi del consumo idrico. L’uso totale di acqua può anche indicare il livello di rischio associato alle interruzioni delle forniture di acqua o agli aumenti del costo dell'acqua. L'acqua dolce pulita è sempre più scarsa, e la sua scarsità può avere un impatto sui processi produttivi che si basano sull’utilizzo di grandi volumi di acqua. Nelle regioni in cui le fonti d'acqua sono molto limitate, modelli di consumo dell’acqua di un’organizzazione possono anche influenzare le relazioni con altri soggetti interessati.

Un altro indicatore che viene utilizzato in questo sistema di valutazione è l’EN9 che serve a valutare le fonti idriche significativamente interessate dal prelievo di acqua.

E’ noto che i prelievi da un sistema possono influenzare l'ambiente a causa della riduzione della falda freatica, riducendo il volume di acqua disponibile per l'uso, o in altro modo alterare la capacità di un ecosistema di svolgere le sue funzioni. Questo indicatore misura l'entità degli impatti associati al consumo di acqua dell'organizzazione. In termini di relazioni con gli altri utenti delle medesime fonti d'acqua, questo indicatore permette anche una valutazione delle specifiche aree di rischio o di miglioramento, così come la stabilità delle fonti di acqua della propria organizzazione.

La compilazione richiede l’identificazione delle fonti d’acqua significativamente influenzate dai prelievi dell'organizzazione di riferimento.

Ritiri significativi sono considerati essere quelli che soddisfano uno o più dei seguenti criteri: • prelievi che rappresentano una media del 5 % o più del volume medio annuo di un dato corpo idrico;

• prelievi di acqua di organi riconosciuti essere particolarmente sensibili a causa delle loro dimensioni relative, delle loro funzioni o nel caso di un sistema in via di estinzione (o per il loro sostegno di una particolare specie di piante o animali minacciata di estinzione);

• qualsiasi ritiro da una zona proclamata zona protetta indipendentemente dal tasso di ritiro. Se l'acqua è fornita da un fornitore di servizi idrici pubblici o privati, il corpo idrico sorgente dovrebbe essere identificato e segnalato.

In rapporto al numero totale di sorgenti di acqua significativamente influenzate dal prelievo secondo i criteri di cui sopra, viene richiesto, all’interno del Global Water Tool, di indicare i seguenti:

• dimensione della fonte di acqua in metri cubi (m3);

• se la fonte è designata come area protetta (a livello nazionale e / o internazionale);

• valore di biodiversità (ad esempio, la diversità delle specie e l’endemismo, il numero di specie protette).

Un altro indicatore che compare nella guida G3 è l’EN10 che indica la percentuale e il volume totale di acqua riciclata e riutilizzata.

Il tasso di riutilizzo e riciclaggio dell'acqua può essere una misura di efficienza in grado di dimostrare il successo dell'organizzazione nel ridurre i prelievi d'acqua totale e gli scarichi. Un maggiore riutilizzo e riciclaggio dell’acqua possono portare ad una riduzione dei consumi idrici, dei costi di trattamento e di smaltimento. La riduzione dei consumi idrici attraverso il riutilizzo e il riciclaggio può anche contribuire a livello locale, agli obiettivi nazionali, o regionali per la gestione delle risorse idriche.

Questo indicatore misura sia l'acqua che è stata trattata in maniera preliminare prima dell’utilizzo sia l’acqua che non è stata trattata prima del riutilizzo.

Calcolando il volume di riciclo e riutilizzo di acqua, sulla base del volume della domanda soddisfatta da questa tipologia di acqua, piuttosto che dall’acqua proveniente da altre fonti. Per esempio, se l'organizzazione che ha un ciclo produttivo che richiede 20 m3 di acqua, l'organizzazione preleva 20 m3 di acqua per il primo ciclo di produzione di processo e poi lo riutilizza per altri tre cicli. Il volume totale di acqua riciclata / riutilizzata per questo processo è di 60 m3.

Si può pertanto valutare il volume totale di acqua riciclata / riutilizzata dall'organizzazione in m3/anno e la percentuale del riciclo sul prelievo totale di acqua riportato nell’indicatore EN8. Quando si parla di riciclo e riutilizzo dell’acqua è bene darne una definizione precisa.

In generale, vi sono tre tipi di riciclo dell'acqua :

• acque di scarico riciclate nello stesso processo o maggiore utilizzo di acqua riciclata nel ciclo di processo;

• acque di scarico riciclate / riutilizzate in un processo diverso, ma all'interno della stessa struttura;

• le acque riutilizzate in un'altra delle strutture dell'organizzazione segnalante.

Infine l’ultimo indicatore prettamente riconducibile alla gestione idrica è l’EN21 relativo allo scarico totale di acqua valutato a seconda di qualità e destinazione.

La quantità e la qualità delle acque scaricate da qualsiasi attività sono direttamente collegate allo impatto ecologico ed ai costi operativi. L’obiettivo per un’attività deve essere quello di migliorare progressivamente la qualità delle acque scaricate e di ridurne i volumi.

Gli scarichi di acque che devono essere identificati includono sia quelli pianificati che quelli straordinari (esclusi l'acqua piovana che si raccoglie e le acque reflue domestiche) e devono essere distinti per destinazione e in virtù del trattamento al quale vengono sottoposti. Se

l'organizzazione di riferimento non ha un metro per misurare gli scarichi dell'acqua, questa cifra deve essere stimata approssimativamente sottraendo il volume consumato in loco dal volume ritirato, come riportato in EN8.

La relazione fornisce il volume totale degli scarichi delle acque (pianificati e non pianificati) in metri cubi all'anno (m3/anno) in relazione a:

• destinazione;

• metodo di trattamento;

• riutilizzo eventuale (anche da un'altra organizzazione).

Il reporting delle organizzazioni sugli effluenti di scarico di un processo, in relazione alla qualità delle acque, sono in termini di volumi totali di acque reflue ed utilizzano i normali parametri degli effluenti, come la domanda biologica di ossigeno (BOD), i solidi sospesi totali (TSS), ecc.. La scelta dei parametri di qualità varierà a seconda dei prodotti, dei servizi e delle operazioni dell'organizzazione. La selezione dei parametri deve essere coerente con quelli utilizzati nel settore in cui opera l'organizzazione.

L'acqua pulita si riferisce all'acqua che soddisfa le normative nazionali in materia di qualità dell’acqua dolce al momento di lasciare i confini dell'organizzazione di riferimento.

Anche il GWT come il WST ed il WSP è uno strumento utile solo in fase di analisi preliminare. Il GWT può essere implementato con informazioni relative ad impianti industriali ed attività commerciali.

Il WBCSD Global Water Tool viene implementato attraverso il water input inventory, cioè attraverso un inventario dei consumi idrici dell’azienda. In questa fase si specifica il luogo preciso in cui opera l’organizzazione e il tipo di attività svolta (industria, servizi, forniture ecc). Il prelievo totale di acqua da parte dell’azienda, che si misura in metri cubi annui, viene distinto tra acqua fresca e acqua di riutilizzo e riciclo. Inoltre il volume totale di acqua fresca viene ulteriormente ripartito tra i vari tipi di sorgenti divise tra acque di superficie, falde sotterranee, forniture municipali ed acqua piovana.

L’acqua di riutilizzo viene ugualmente suddivisa in base al luogo di origine, ad esempio si distingue l’acqua che proviene dalla medesima attività e l’acqua proveniente dallo scarico di altre attività (altre fasi dello stesso processo ad esempio).

Sommando il prelievo idrico di acqua fresca ed la quantità di acqua riciclata si ottiene come risultato il prelievo totale di acqua in metri cubi annui, corrisponde all’indicatore GRI EN8. La quantità di acqua scaricata si suddivide tra quella effettivamente utilizzata e quella che invece viene scaricata direttamente senza nemmeno essere utilizzata. Lo scarico di acqua utilizzata

viene suddiviso a seconda della destinazione alla quale è inviata, rispettivamente: mare, scarico fognario, trattamento effluenti, fiume.

La somma delle due portate di reflui liquidi emessi ogni anno dall’attività fornisce l’indicatore GRI EN21.

L’acqua totale riutilizzata e l’acqua totale riciclata (cioè riutilizzata dopo trattamento degli effluenti) vengono conteggiate separatamente e poi sommate nell’indicatore EN10.

Dal rapporto tra EN10 ed EN8 otteniamo la percentuale di riciclo e riutilizzo di acqua sul totale dei prelievi idrici per le attività considerate.

Il consumo totale di acqua si ottiene dalla differenza tra i prelievi ed i rilasci sia per i consumi totali di acqua fresca che per quella totale, quest’ultima calcolabile come differenza tra i prelievi totali (EN8) e gli scarichi totali (EN21) espressi in metri cubi annui.

La procedura richiede quindi di quantificare il tipo di prodotto che esce dall’azienda, sia esso un servizio o un prodotto di consumo, in questo modo è possibile allocare il consumo totale di acqua per ciascun lotto di produzione o per ciascun servizio.

Infine, se possibile, si calcola separatamente l’acqua necessaria per i servizi ai lavoratori interni all’azienda o allo stabilimento che stiamo considerando.

I risultati derivanti dall’analisi dell’ inventario effettuato, vengono riportati nell’output GRI

indicators. In particolare sono visualizzati gli indici già descritti EN8, EN10, EN21 ed i consumi totali di acqua e il consumo di acqua fresca (m3/anno).

Il modulo output country data confronta i dati del consumo idrico forniti, con i dati di disponibilità idrica del bacino idrografico in cui viene a trovarsi l’impianto.

Il programma consente anche di elaborare delle mappe che individuano gli hotspot in cui si trova ad operare una compagnia.

Il processo di analisi di tutti i fattori di rischio collegati alle attività dell’azienda è guidato dagli indicatori che consentono un livello di dettaglio nella caratterizzazione degli impatti e dei rischi associati sempre maggiore. Al termine dell’analisi si riesce a pervenire ad una quantificazione economica e monetaria dovuta all’esposizione ai rischi suddetti, in relazione ai vari ambiti di interesse (sicurezza del lavoro, ambiente, profitti, ecc.)

Dopo avere effettuato l’analisi del WBSCD Global Water Tool l’azienda è a conoscenza dei rischi in cui può incorrere a causa del suo atteggiamento nei confronti della risorsa idrica. Questo aspetto è particolarmente rilevante per la sua unicità: nemmeno gli strumenti più recenti nelle metodologie LCA e Water Footprint consentono una stima reale di questi rischi per le compagnie.

Quindi si può concludere dicendo che un’azienda può utilizzare il GWT per determinare quale sia la percentuale delle sue operazioni e dei suoi fornitori, che si trovano ad operare in regioni considerate sotto stress idrico.

Fornendo indicatori per ciascuna delle azioni di una società o dei fornitori principali, questo strumento consente di identificare e caratterizzare i rischi che sono prevalenti nei siti interessati dall’analisi, lo strumento però non misura ne quantitativamente ne qualitativamente la qualità delle acque: il WGT si concentra solo sui consumi idrici e sui rischi associati.