Il governo russo e il WTO
CAPITOLO 5 Le opposizioni al WTO
5.3 Michail Deljagin
Michail Gennad’evič Deljagin, nato il 18 Marzo 1968 è un politico, uno dei più famosi economisti russi e membro dell’Accademia Russa delle Scienze Naturali. Nel 1998 ha guidato la formazione dell’IPROG Institut problem globalizacii (Istituto dei problemi della globalizzazione) e dall’aprile del 2006 ne è direttore. È stato presidente del consiglio per l’ideologia del partito Rodina (patria) dal 2004 al 2006, membro della presidenza del congresso della comunità russa e del comitato politico Drugaja Rossija (Altra Russia) 2006-2007. Nel marzo del 2010 ha formato e presieduto il comitato organizzatore per la formazione del partito politico Rodina: zdravyj smysl (Patria: buonsenso).
Nel 1999 è stato componente del consiglio di politica estera e di difesa, nel 2001 del consiglio di amministrazione dei produttori russi, nel 2005 membro della presidenza del consiglio di investimento nazionale. Deljagin interviene nell’opinione pubblica attraverso diversi mass media: twitter, vkontakte (servizio di rete sociale, la risposta russa a Facebook), youtube e rutube, è spesso ospite della radiotrasmissione “Čas Deljagina” (L’ora di Deljagin) su kp.ru, e del quotidiano elettronico Forum.msk.ru, ha inoltre un blog su Nejromir tv e una pagina su OPEC.ru e Live Journal.
Deljagin è contrario all’adesione della Russia nel WTO per varie ragioni. Innanzitutto sostiene che una concorrenza equa tra tutti i paesi così come proposta dal WTO sia irrealizzabile, perché le nazioni che ne fanno parte hanno un diverso
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livello di sviluppo, così che secondo la sua previsione, quelle più deboli sarebbero dominate da quelle più forti e perderebbero l’unica fonte del loro reddito che è spesso costituita dai dazi sulle materie prime. Le argomentazioni a favore dell’ingresso nel WTO, secondo Deljagin, non sarebbero fondate su ragionevoli stime economiche quanto su di un carattere ideologico. Sostiene infatti l’economista: “Il difficile compito dell’adesione è stato sottovalutato da coloro che portano avanti le trattative all’interno del gruppo di lavoro”154. Nota anche che i liberisti guardano l’adesione all’Organizzazione Mondiale del Commercio come ad una possibilità vantaggiosa per migliorare la propria reputazione in Occidente poiché le trattative favoriscono la possibilità di rapporti e confronti con funzionari internazionali e governativi di pensiero liberista. Deljagin è inoltre convinto che lo stesso Maksim Medvedkov, capo della delegazione russa del gruppo di lavoro, agisca come portavoce degli interessi di German Oskarovič Gref. Attuale presidente di Sberbank, ex ministro dell’economia e del commercio (2000-2007) Gref è l’esponente della corrente più liberista all’interno del governo russo. Possiamo affermare che il principale obiettivo della critica di Deljagin è rappresentato dai liberali, in quasi tutti i suoi interventi legati all’adesione al WTO li cita e ne critica le azioni:
Ricordo che l’idea di adesione al WTO è nata dai riformatori liberali nel 2000 perché avevano bisogno di dimostrare ad ogni costo il proprio benessere e la propria capacità di giungere a risultati concreti, ma la realizzazione di obiettivi a partire da standard liberali è anacronistica quando la nazione non è ancora uscita dal default e minaccia un’esplosione socio-politica155.
L’argomentazione da cui è particolarmente persuaso è quella secondo cui i riformatori liberali, agendo, non avessero una chiara percezione della funzione del WTO e delle conseguenze a cui sarebbero andati incontro aderendo ad esso.
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M. Deljagin, VTO, Principial’nyj otkaz ot razvitija i političeskaja nestabil’nost’ ubivajut
rossijskuju ékonomiku, “BISNES Online”,18 luglio 2012, http://delyagin.ru/articles/35330.html,
(ultimo accesso 18 novembre 2012).
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M. Deljagin, Prisoedinenie k VTO na kabal’nych uslovijach predstavljaetsja odnim iz
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“Dato che i riformatori non avevano idee riguardo al cuore del WTO, ritenevano che l’adesione fosse simile a quella in qualsiasi altra organizzazione internazionale”156.
O ancora: “Similmente i fondamentalisti liberali giudicano come esser parte di un mercato socialmente orientato, l’esserne soggetti a tutti gli stimoli consentiti”157. Un’altra questione sulla quale Deljagin si discosta dai favorevoli all’adesione riguarda la proprietà intellettuale. I favorevoli al WTO sono convinti che grazie all’ingresso si arriverà alla soluzione del problema russo sulla proprietà intellettuale. La Russia non dispone infatti di una legge specifica e completa in materia di copyright né di una regolamentazione per il web. Ciò a cui si fa attualmente riferimento sono una serie di disposizioni della Costituzione russa o del Codice Civile, così come alcune sentenze della Corte Suprema o della legge federale. Conseguenza di ciò è l’ampiadiffusione della produzione e della vendita pirata nel territorio russo. Con l’adesione al WTO, argomentano i sostenitori, la Federazione è chiamata ad armonizzare le proprie leggi nazionali in modo che siano conformi agli accordi presi in seno all’organizzazione.
Contro questa tesi, Deljagin afferma che non sarà l’adesione al WTO il punto risolutivo del problema legato alla proprietà intellettuale, ma che sia invece necessario creare un sistema di controllo effettivo su produzione e vendita illegali all’interno del paese.
La crisi economica in molti stati europei è secondo Deljagin la dimostrazione che l’integrazione globale non sia efficace e che per i paesi con un’economia in via di sviluppo l’ingresso nel WTO costituisca un ostacolo.
A sostegno di tale tesi cita le conseguenze negative dell’adesione al WTO in Kirgizia e Ucraina; attualmente in questi paesi chi ha a che fare con il settore del tabacco e dello zucchero è quasi in bancarotta, mentre alcune regioni della Kirgizia soffrono la fame. L’Ucraina, come abbiamo già potuto osservare nel capitolo precedente, ha perso molte fabbriche, ha diminuito la produzione e ha aumentato le importazioni. Deljagin conclude perciò affermando che “l’adesione
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Ibidem.
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M. Deljagin, Chvatit li zerna?, “Izvestija”, 4 aprile 2013, http://izvestia.ru/news/547945, (ultimo accesso 3 maggio 2013).
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al WTO è il nostro biglietto sul Titanic”158. La proposta dell’economista è quindi quella di non aderire al WTO.