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61 La misura del rischio connesso ad un investimento è data dalla dispersione dei diversi risultati attesi; in

particolare un investimento si considera tanto più rischioso quanto più i possibili risultati che ne conseguono sono dispersi attorno al valore atteso

La volatilità complessiva dei flussi di cassa di un progetto è la risultante dell’interazione tra diverse fonti di rischio che, in linea generale, possono essere così distinte:

o Rischio economico e rischio tecnico – il rischio economico è quel tipo di rischio che incide sul risultato reddituale dell’impresa, dipende da fattori esogeni al progetto da valutare e spinge i manager a posticipare l’implementazione del progetto in modo da sfruttare la maggiore informazione acquisibile (un esempio di rischio economico è la variazione del valore di mercato delle azioni o delle commodity).

Il rischio tecnico dipende da fattori endogeni al progetto come, ad esempio, la quantità di materia prima contenuta in un giacimento petrolifero.

o Rischio operativo e rischio finanziario – per rischio operativo si intende la volatilità dei risultati reddituali in relazione al variare dei volumi di produzione e vendita. Un indice molto importante della rischiosità operativa è rappresentato dal peso percentuale assunto dai costi aziendali fissi, cioè costi la cui entità è scarsamente correlata con i volumi di produzione e di vendita, e dai costi aziendali variabili, la cui entità risulta legata ai volumi produttivi, che costituiscono la struttura operativa dell’azienda. A parità di altre condizioni, una struttura operativa caratterizzata dalla prevalenza di costi fissi è da considerarsi rigida e difficilmente modificabile al variare delle condizioni di mercato. Per misurare il rischio operativo possiamo ricorrere al margine di sicurezza, che esprime la riduzione di fatturato che l’impresa è in grado di sopportare prima di registrare delle perdite nella gestione caratteristica, oppure al grado di leva operativa, espressione della variazione percentuale del reddito a fronte di una determinata variazione del fatturato (le aziende ad alto grado di leva operativa hanno una prevalenza di costi fissi mentre, al contrario, le aziende a basso grado di leva operativa presentano una prevalenza di costi variabili). A parità di altre condizioni, quanto più alto è il peso dei costi fissi nel conto economico di un progetto, tanto maggiori sono i costi di abbandono dello stesso e, quindi, meno reversibile risulta il progetto stesso. In simili circostanze un VAN positivo può non essere sufficiente per convincere il management ad assumere i rischi che la struttura del progetto comporta; quindi l’irreversibilità di talune decisioni rappresenta un fattore di deterrenza all’investimento.

Il concetto di rischio finanziario comprende una serie di elementi attinenti con gli aggregati finanziari e monetari della gestione.

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Concettualmente, il rischio finanziario può essere distinto in tre componenti:

1. Rischio di leva finanziaria – espressione del rapporto tra l’indebitamento oneroso e i mezzi propri, indica la misura in cui la gestione aziendale si finanzia attraverso il ricorso ai capitali di credito. Per verificare che ci sia un corretto rapporto nell'ambito delle fonti di finanziamento si ricorre al calcolo della leva finanziaria, espresso dal rapporto tra il totale delle attività e il capitale proprio; maggiore è la leva finanziaria, maggiore è la rischiosità dell’azienda.

2. Rischio di tasso – il rischio di tasso si origina dalla discrepanza tra i tassi attivi e i tassi passivi che qualificano le attività e le passività dell’azienda. Tale discrepanza origina un costo imprevisto per l’azienda stessa.

3. Rischio di cambio – il tasso di cambio è il prezzo a cui una valuta può essere scambiata con un'altra valuta nei mercati valutari. Operazioni di questo tipo espongono gli investitori al rischio di cambio qualora i flussi di cassa coinvolti in una data transazione vengano convertiti in una valuta straniera. Si noti che il rischio di cambio dipende dalla valuta in cui sono denominate le transazioni, non dalla nazionalità degli operatori. Qualora il valore della valuta estera diminuisca rispetto all'euro nel periodo di riferimento (registrando quindi un deprezzamento), il valore in euro dei flussi di cassa oggetto di trasferimento subisce una riduzione. Viceversa, aumenterà qualora il valore della valuta estera aumenti rispetto il valore in euro dei flussi di cassa oggetto della transazione. o Rischio sistematico e rischio diversificabile – la distinzione tra rischio sistematico e rischio

diversificabile è l’argomento di discussione principale del cosiddetto “Capital Asset Pricing Model”, uno dei modelli di misurazione del rischio. Il rischio sistematico attiene agli eventi di portata generale che provocano un impatto sull’economia nel suo complesso; ad esempio la crisi di una banca, l’inadempimento di un intermediario o l’incremento del prezzo del petrolio. A fronte di tali rischi non controllabili dalla singola azienda vi sono rischi, quali l’insuccesso del lancio di un prodotto o una situazione di illiquidità della tesoreria aziendale, oppure l’entrata sul mercato di un competitor, che sono peculiari ad un determinato ambito aziendale.

Prendendo atto della diversa natura del rischio, gli investitori sono portati a diversificare i propri investimenti combinando quantità e tipologie opportune di titoli azionari all’interno di un portafoglio “efficiente”, in maniera tale da eliminare la componente di rischio diversificabile. o Rischio settoriale – il rischio settoriale comprende tutti i fattori provenienti dal lato dei

competitors, dell’industria e dei fattori produttivi. In particolare, il rischio settoriale può essere pensato come l’insieme dei fattori che causano una perdita di competitività dell’investimento in quei settori dove la componente tecnologica, la presenza di competitors ed il grado di innovatività del processo produttivo risultano determinanti. Una elevata presenza di competitors sul mercato può comportare delle strategie aggressive di attacco basate sulla “price competition”, oppure l’introduzione sul mercato di prodotti innovativi o anche operazioni di “merger e acquisition” che provochino integrazioni verticali.

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