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1.4 SORVEGLIANZA E MONITORAGGIO DELLE MALATTIE DELLA FAUNA SELVATICA

1.4.1 Monitoraggio degli eventi di mortalità nella fauna selvatica

Gli eventi di mortalità di massa che coinvolgono popolazioni selvatiche sono spesso imprevedibili e inattesi. Gli esempi comprendono il rinvenimento di mammiferi marini, pesci o uccelli marini sulle spiagge o nei tratti di mare adiacenti la costa, la scoperta di uccelli morti in boschi, aree agricole o urbane, e casi di mortalità di massa nei parchi o nelle riserve naturali. Più comunemente, gli animali selvatici morti vengono portati ai laboratori diagnostici da conduttori di fondi, cacciatori o gente comune. Tale forma di raccolta passiva può offrire un’ulteriore opportunità di svelare diverse forme patologiche associate a vari agenti di malattia. Isolati, questi conferimenti potrebbero rappresentare un mero record inserito nel database del laboratorio. In realtà, queste conferimenti acquisiti passivamente possono fornire importanti informazioni riguardo l’evolversi di eventi patologici che coinvolgono la fauna selvatica. La significatività di tali informazioni può diventare manifesta solo in una visione a lungo termine come è accaduto, ad esempio, per gli studi sulla lepre in Europa.

La maggior parte delle indagini sugli eventi di mortalità naturale nelle popolazioni selvatiche non si basano su un campionamento statistico e random. Si tratta di una raccolta di varie malattie, di diverse cause di morte, spesso associate a parziali informazioni sulla reali distribuzione dei casi. Questo genere di dati fornisce scarse informazioni epidemiologiche. Un altro aspetto da considerare è la ragione o la motivazione che spinge al conferimento di campioni, poiché una maggiore attenzione da parte dell’opinione pubblica può tradursi in un aumentato sforzo di raccolta e conferimento di campioni. Se il pubblico o i mezzi di comunicazione percepiscono come emergente e importante una malattia della fauna selvatica, aumenterà la risposta del pubblico, e con essa il numero di campioni consegnati. Per valutare la significatività di un evento di mortalità da malattia nelle popolazioni selvatiche può essere necessario tentare di misurare o di valutare il tasso di mortalità, obiettivo questo non sempre facile. Registrare il numero degli animali

morti e nello stesso tempo stimare la dimensione della popolazione locale a rischio può incorrere in una serie di errori. Nel corso di indagini sulle malattie da fauna selvatica, gli animali infetti o malati sono stati marcati e monitorati nel tempo. Per loro natura, questo genere di studi coinvolgono un ristretto range di ospiti e popolazioni, e si svolgono in un arco di tempo breve. Metodi di indagine alternativi consistono nell’utilizzo della tecnica del radio-tracking per il monitoraggio della sopravvivenza degli animali marcati (come nel caso dello studio sulla malattia emorragica del cervi e della rabbia nel tasso).

Per lo studio di malattie significative della fauna selvatica, la sorveglianza attiva rappresenta l’approccio migliore. I programmi di sorveglianza attiva si propongono di raccogliere un certo numero di campioni da una popolazione bersaglio (di animali sia vivi che morti) per valutare la prevalenza puntuale di certe infezioni usando tecniche per evidenziare l’antigene o anticorpi specifici. Una volta identificato l’agente patogeno, gli esami sierologici supportati da accurati test specie-specifici sono il mezzo più utilizzato per valutare attivamente la diffusione e la distribuzione dell’infezione nella popolazione selvatica oggetto di studio (Corner et al, 2002).

La capacità di prevenire e reagire efficacemente ad episodi inattesi di mortalità e morbilità che coinvolgono la fauna selvatica dipende dalle conoscenze pregresse acquisite in merito a tali eventi. Le malattie infettive devono sempre essere incluse nelle possibili cause. Il campionamento nel corso di focolai epidemici può essere minimo, opportunistico e selettivo. In ogni caso, dopo una prima valutazione preliminare dei risultati di laboratorio, sarebbe auspicabile che seguisse un secondo campionamento più esaustivo. E’ plausibile che nelle aree più remote, un residente o un biologo di campo rilevi un’anomala morbilità, mortalità o malattia clinica nella fauna selvatica. Nel caso l’indagine iniziale sia affidata a personale poco qualificato, risulterà di primaria importanza il contatto con gli specialisti e l’elaborazione di dettagliate istruzioni sulle modalità di raccolta e conservazione dei campioni. Con il tempo, lo sviluppo di specifici piani d’azione e la redazione di manuali operativi,

uniti ad attività di formazione, miglioreranno l’efficacia dell’azione di operatori sul campo e ricercatori nel rispondere all’emergenza. Saranno utili anche lo sviluppo di reti nazionali ed internazionali per la segnalazione di malattie della fauna selvatica e la diffusione di moduli formativi per lo svolgimento delle indagini.

Il monitoraggio della presenza di malattia e la valutazione dello stato sanitario della fauna selvatica sono normalmente basati sul presupposto che qualsiasi dato patologico raccolto da animali appartenenti a popolazioni a vita libera possano fornire informazioni sul rapporto ospite-agente eziologico all’interno di una data popolazione e di un dato ambiente.

Per verificare se un evento di mortalità o morbilità è di natura infettiva, è importante raccogliere il maggior numero possibile di dati relativi all’incidente. Benché spesso risulti difficile disporre di animali morti o malati da esaminare, dovrebbero comunque essere fatti dei tentatici per stimare il loro numero e rapportarlo alla dimensione della popolazione totale potenzialmente esposta a rischio. E’ inoltre importante relazionare l’insorgenza della malattia ad altri fattori ambientali che potrebbero predisporre al manifestarsi della malattia, oltre a predisporre una sequenza temporale degli eventi (time-line).

L’identificazione precoce delle malattie si rivela essenziale nell’approntare una reazione pronta, ma verificare con relativa certezza la presenza, ed ancor di più l’assenza, di una malattia o valutare il tempo entro il quale una malattia viene identificata risulta estremamente difficile per le proprietà statistiche proprie della determinazione degli eventi rari (Doherr e Audige, 2001; Venette et al., 2002).

1.4.2 Campionamento e malattie della fauna selvatica: limiti e