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Montaggio e post-produzione

Scelte Formal

4.3 Montaggio e post-produzione

! Quella del montaggio è una vera propria arte. Non ho mai visto e tantomeno utilizzato una moviola. Sono figlio del montaggio digitale. Invidio molto chi ha potuto "sporcarsi le mani" con la pellicola, usufruisco dei mezzi che la tecnologia mi mette a disposizione ma tengo sempre un occhio rivolto al passato, da cui sicuramente abbiamo molto da imparare. Una è la differenza fondamentale tra il montaggio in pellicola e quello digitale, per i tecnici montaggio lineare e non linea: il termine stesso lo lascia intuire. Il montaggio tradizionale, quello lineare con la pellicola, si effettuava seguendo il girato, tagliando e riattaccando gli spezzoni di pellicola che si intendeva utilizzare gli uni agli altri. Se si voleva fare un cambiamento bisognava tornare indietro al punto e tagliare nuovamente. I sistemi non lineari o digitali, sono dei software che permettono al computer di trasformare il girato in file digitali. Il numero dei file che vengono creati dipendono dalla volontà di colui che effettua il montaggio. Una volta in possesso dei dati, questi vengono distesi sulla timeline, una

sorta di tavolo da lavoro virtuale dove possiamo vedere tutta la durata del nostro filmato. Mediante questo espediente possiamo intervenire su qualsiasi punto del girato, in qualsiasi momento vogliamo, senza perdita di tempo. Naturalmente anche il montaggio digitale ha le sue pecche, come il fatto che un computer non potente non sarà in grado di gestire una grossa mole di lavoro e non farà altro che bloccarsi in continuazione. Tutto sommato, ascoltando i commenti degli addetti ai lavori, il montaggio non lineare facilita molto il compito del montatore, fornendogli gli strumenti per un ulteriore lavoro, quello della post-produzione, all'interno di un unico software.

! Il montaggio che ho usato nel mio documentario si rifà al metodo dei grandi maestri da me presi in esame. Mi spiego meglio. L'utilizzo delle immagini statiche mi ha permesso di effettuare dei movimenti di macchina che in verità non sono reali. Una volta inserita l'immagine di un quadro sulla timeline ne ho variato la dimensione, ingrandendola al massimo senza perdere in qualità. Una volta raggiunte le dimensioni da me

desiderate ho mosso l'immagine, all'interno

dell'inquadratura, per ottenere un primo piano. Grazie agli effetti di montaggio digitale è possibile impostare ad esempio lo scorrimento dell'immagine da un punto A verso un punto B. Prendiamo il caso della grande tela Benedizione dei morti del mare: al suo interno possiamo riscontrare quattro gruppi di figure ben delineati. Se avessi voluto seguire i canoni del montaggio tradizionale avrei dovuto inserire almeno tre inquadrature differenti, partendo con un "totale", per passare poi ad un "piano americano" o a "campo largo",

per finire poi con un "mezzo busto" o un "primo piano". Questo sarebbe stato l'iter giusto se io avessi voluto raccontare la storia di Viani quadro per quadro, arrivando, secondo il mio punto di vista, ad annoiare lo spettatore. Il mio intento invece era quello di ricostruire la vita dell'uomo Viani attraverso i suoi personaggi, quegli uomini e quelle donne che lui ha dipinto in tutta la sua vita. Non è mai stato un paesaggista, le vedute sono una minima parte della sua produzione artistica. Quindi di ogni quadro non ho usato tutto il materiale a mia disposizione, ma solo quello che ritenevo adatto a definire il carattere dell'uomo Viani, che come spesso accade per i Grandi, coincide perfettamente con quello dell'artista.

! I movimenti che ho creato, in digitale, simulano quelli che avrei ottenuto con carrelli o dolly. Ogni singolo movimento è creato spostando l'immagine e mantenendo immobile il punto di osservazione. Si attua quindi un processo inverso rispetto a quello che è stato descritto nei lavori di Ragghianti, ad esempio. In quel caso vennero costruiti appositi carrelli e sostegni per la macchina da presa per poter effettuare dei movimenti fluidi e seguire le linee compositive delle varie opere prese in esame. Questa tecnica risulta validissima ancora oggi, ma vista la carenza di mezzi, le possibilità offerte dal montaggio digitale garantiscono un effetto del tutto simile a quello che si otterrebbe con mezzi più sofisticati. Questo espediente non vale però per tutte le situazioni. Se all'interno dell'inquadratura il profilmico non è statico, ma si muove, i movimenti di macchina digitali

risultano alcune volte palesemente fittizi e abbassano notevolmente la qualità del prodotto.

! Con il termine post-produzione si intende

ovviamente tutto ciò che accade dopo la realizzazione delle immagini, dopo l'atto pratico della ripresa. Naturalmente anche il montaggio fa parte della post- produzione, anche se in linea di massima lo si considera a parte. In effetti solitamente si intende come post-produzione la correzione del colore, del suono e l'aggiunta di effetti speciali. Tutto questo avviene mediante software dedicati, ma una prima sistemazione può essere effettuata già mediante il software di montaggio.

! All'interno del documentario ho deciso di

effettuare solo alcune piccole correzioni per quello che riguarda il colore. Bisogna fare una doverosa premessa. I colori originali che si vedono sulla tela sono quasi impossibili da riprodurre sullo schermo. Qualsiasi saranno le regolazioni che daremo al nostro programma di montaggio, o al nostro schermo, non otterremo mai i colori che vediamo dal vivo. Non trattandosi di un video commerciale, o di un cortometraggio di fiction, non c'era necessità di rendere i colori più accattivanti, anzi il contrario, bisognava cercare di rimanere il più possibile aderenti alla realtà. Solo in alcune circostanze mi sono concesso il lusso di lavorare sui colori mediante l'utilizzo di filtri. L'effetto ottenuto vuole essere un rafforzativo dello stato d'animo dell'artista nel momento della creazione dell'opera d'arte. Il crogiolo di sentimenti che Viani provava nel realizzare

determinati soggetti ho provato a renderlo mediante trasfigurazioni delle immagini da lui stesso create.