IV. PROVE TECNICHE DI SOSTENIBILITAÕ SOCIALE 130
IV.4 Turismo della memoria: prospettive e conflitti 170
IV.4.3 Il Museo della Fiducia 182
La cultura rappresenta un elemento essenziale per diffondere i valori della tolleranza, del dialogo e della comprensione reciproca. Con questa finalitˆ, il Ministero dei beni e delle attivitˆ culturali e del turismo, la Regione Siciliana e il Comune di Lampedusa e di Linosa hanno sottoscritto il 26 maggio 2016 un accordo di valorizzazione, dal quale nasce il progetto Verso il Museo della Fiducia e del Dialogo per il
Fig. 103 Porto M dopo la fine di una visita da parte di un gruppo di turisti arrivati con la cooperativa Viaggi Solidali. Fonte: foto mia.
183
Mediterraneo. Il progetto, che si avvale del supporto tecnico e organizzativo della Direzione generale Musei, ha lÕobiettivo di concorrere, attraverso azioni condivise, alla realizzazione di iniziative in grado di coinvolgere le principali realtˆ culturali del Mediterraneo, candidando Lampedusa ad assumere una centralitˆ culturale in ambito internazionale.178
Il Museo della fiducia • stato inaugurato il 3 giugno 2016 ed • stato chiuso il 3 ottobre 2016. Al MiBACT si affiancano i musei che hanno concesso in prestito delle opere come le Gallerie degli Uffizi, il Museo del Bardo di Tunisi, il Museo delle civiltˆ dellÕEuropa e del Mediterraneo di Marsiglia, il Museo Storico Navale della Marina Militare e il Museo Correr di Venezia, il Museo Pelagalli Mille voci mille suoni di Bologna, la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, il Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina, il Museo diocesano di Agrigento, i musei Abatellis e Salinas di Palermo, la Fondazione Sicilia Ð Villa Zito di Palermo. Il progetto del museo • promosso dal Comune di Lampedusa e di Linosa con il supporto di First Social Life, il Comitato 3 ottobre, la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone179. Ma i partner non finiscono qui, la lista • molto pi• lunga, tra questi ricordiamo ancora la RAI, Usigrai, Associazione Vittime Civili di Guerra, lÕArma dei Carabinieri, lÕAeronautica Militare Italiana, la Marina Militare Italiana. Andando a guardare meglio nella lista si trova un unico partner di Lampedusa: il Sirio e Vega Hotel.
178
http://musei.beniculturali.it/progetti/lampedusa-verso-il-museo-della-fiducia-e-del-dialogo-per-il-mediterraneo 179 Ibid.
Fig. 104 Pannello introduttivo al Museo della Fiducia. Fonte: foto mia.
Il museo era strutturato in due aree: al piano terra il Museo Archeologico delle Isole Pelagie per il quale lÕingresso era gratuito, mentre al primo piano era stata allestita lÕesposizione del Museo della Fiducia, il cui ingresso era a pagamento: 3 euro per i residenti di Lampedusa, 5 euro per gli studenti, 10 euro per il biglietto intero.
Il filo conduttore della mostra • stato il Mar Mediterraneo, che unisce i popoli che lo circondano e i valori di fiducia e dialogo, di pace e di responsabilitˆ sociale che Lampedusa esprime. Tra le opere pi• famose era esposto lÕamorino dormiente di Caravaggio, la Testa di Ade, carte storiche del Mediterraneo, dipinti e sculture provenienti da diversi paesi. Tra i pannelli introduttivi che si trovano allÕingresso cÕ• anche quello scritto da Monica Maggioni, direttrice RAI che dice: Ò• un modo per ascoltare e cercare, avvicinarsi al luogo fisico e simbolico dove lÕincontro • possibile. E da l“ ripartire alla ricerca di un racconto che non si riduca alla descrizione di una crisi o, peggio, di unÕemergenzaÓ180.
Ci sono poi delle ÒopereÓ particolari esposte al Museo, sono inserite in unÕarea che viene denominata la memoria, qui ci sono i disegni di Sherazad, una bambina siriana in viaggio, bloccata come tanti ad Idomeni, cÕ• il libro Siddartha preferito del ricercatore Giulio Regeni,
torturato
ed assassinato in Egitto a febbraio del 2016, accanto alla foto di un origami con su scritto veritˆ per Giulio181, ci sono in due teche di vetro gli oggetti recuperati dai naufragi del 3 ottobre a Lampedusa e del 25 aprile avvenuto nel Canale di Sicilia. A differenza di Porto M, qui fotografie e lettere sono esposte, insieme ad altri oggetti.Fig. 105 Pannello introduttivo alla sezione Òla memoriaÓ del Museo della Fiducia. Fonte: foto mia.
185
AllÕingresso del museo, sulla parete sinistra, appena si entra si trovano dei disegni fatti da Adal, rifugiato eritreo in Svezia, fratello di uno dei ragazzi deceduti il 3 ottobre. Nei disegni mostra quali sono le torture che subiscono in genere i giovani eritrei se si rifiutano di andare a fare il servizio militare, che nel loro paese dura per tutta la vita. Questi disegni erano stati usati come prova dalla commissione di inchiesta delle Nazioni Unite e allegate alla risoluzione di condanna del regime eritreo per crimini contro lÕumanitˆ182.
182 www.cartadiroma.org/news/lampedusa-3-giugno-apre-museo-della-fiducia-del-dialogo-mediterraneo/ Fig. 106 Disegni di Sherazad, bambina siriana in fuga, ferma ad Idomeni con la propria famiglia. Fonte: foto mia
Fig. 107 Immagine di Adal di fronte ad uno dei suoi disegni. Immagine tratta dal documentario Ritorno a casa. ÒSperiamo che Adal stia sempre beneÓ . Fonte: https://vimeo.com/186308594
LÕiniziativa ha avuto unÕimportante risonanza mediatica. Il progetto • stato ben collegato con il Prix Italia, avendo come uno dei partner principali proprio la RAI, durante le giornate del Prix Italia • stato anche mostrato il documentario su come • stato creato il Museo, con interviste a diverse personalitˆ dal direttore degli Uffizi, al sindaco di Lampedusa, che viene mostrata nel Museo insieme al nipote di circa nove o dieci anni, a cui spiega cosa sono gli oggetti pi• significativi. Nel video viene mostrato anche il momento in cui Adal disegna il muro del museo. Con il titolo Ritorno a casa. Speriamo che Adal stia sempre bene, di Valerio Cataldi, uno dei curatori generali del museo. Nel programma del Prix Italia viene descritto cos“: Òla costruzione del Museo della Fiducia e del Dialogo diventa lÕemblema del ponte culturale fra le sponde del Mediterraneo. Accanto alle storie di migranti, le storie di artisti e le storie degli abitanti di Lampedusa, esempio di accoglienza e di umanitˆ per il mondo interoÓ183.
Visitando il Museo ed avendo la possibilitˆ di parlare con una delle curatrici della mostra, Marta Onali, ho potuto visionare il libro delle visite; tra le primissime pagine si leggono una manciata di commenti dei ragazzi che ad inizio di giugno riuscivano ancora ad uscire dal Centro tramite il buco nella recinsione e, che visti dalla curatrice, sono stati invitati ad entrare e a visitare il museo. La maggior parte dicono semplicemente merci, grazie.
Per avere un quadro pi• completo possibile • stata fatta una breve intervista via email ad Adal, in particolare gli • stato chiesto:
ÒNel disegnare le torture, che i giovani eritrei subiscono, nel museo quale era il tuo scopo? Cosa speravi di suscitare nelle persone che li osservavano? Inoltre vorrei chiederti una tua opinione sul progetto del museo e pi• in particolare sulla decisione di mostrare degli oggetti appartenuti alle persone che hanno perso la vita nei due naufragi. Non • stato come invade la vita privata di qualcuno? Quale • la tua opinione a riguardo, pensi sia corretto? Cosa possono trasmette quegli oggetti ai visitatori? Infine credi che Lampedusa possa fare la differenza, attraverso lÕinformazione, per sensibilizzare sul tema migrazioni e rendere la sua narrazione pi• chiara?Ó
La risposta ottenuta • stata la seguente:
ÒWhen I think of Lampedusa many things pop up in my head. The main reason, of course, my little brother and others who disappeared there in the deep sea. Lampedusa for me and for other Eritreans I
187
and there, enjoying the sun and the heat and the beautiful little island, I thought a lot about how they perceive their stay there when they see refugees arrive. If they somehow feel guilty or they get angry because they are disturbed during their long-awaited vacation. I think it is both.
And the reason why I drew my drawings is to show the visitors the terrible situation back in my home country, where the majority of boat refugees come from, why they take such a huge risk of crossing the sea and so on. I think that people have very little knowledge about the refugees motive for their escape and I hope my drawings contribute a little to raise sympathy towards refugees. What I want to convey with my drawings is that no one leaves their loved ones if they are not forced to do it and no one wants to take this huge risk if the other alternatives werenÕt worse.
The idea of the museum is good, I think. The idea is like to create an understanding about the refugees situation and to increase the connection between the refugees and tourists and I think it is a good idea. But about showing the belongings of the victims I have mixed feelings. I didnÕt think about the side effects before asked me. Maybe to show their pictures without their approval can be morally wrong. But to show their belongings, I think, it isnÕt a problem. In the opposite it can be very useful in that way that it can arouse feelings and sympathies. To see their belongings can be deeper than that we see news about boat tragedies here and there.
As I said it before Lampedusa is now in many eyes associated to boat tragedies and immigration. The role Lampedusa plays in order to tell the stories of the refugees is big, I thinkÓ184.