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I L F ABLEL DOU D IEU D ’A MORS

1. A NALISI NARRATIVA

Dou dieu d'amors comincia con un avvertimento: chi non vuole restare deluso

in amore, inizialmente deve fare molta attenzione per usare amore con intelligenza. Il poeta si rivolge poi con fare giullaresco al suo pubblico, composto da cavalieri, signori, dame e fanciulle, e comunica loro che si appresta a raccontare la sua

visione, anche se non è in grado di valutare se ciò che ha visto è vero oppure no (1-

2).

La narrazione si svolge in prima persona e il poeta racconta di essersi addormentato mentre fantasticava d'amore sdraiato sul letto e di aver fatto un sogno che gli ha rallegrato il cuore (3).

Con la quarta quartina inizia il primo sogno: in un mattino di maggio il poeta è svegliato dal cinguettio degli uccelli, si alza e si avvia verso un prato.

A questo punto comincia la prima lunga descrizione del componimento: il prato è pieno di piante e fiori di ogni tipo, attraverso di esso scorre un ruscello la cui acqua ha il potere di ringiovanire gli anziani e di rendere di nuovo vergini le fanciulle (salvo che non abbiano già avuto un figlio). Il fondale del ruscello è di pietre preziose di ogni fattezza, su alcune vi sono addirittura rappresentati uccelli e animali feroci.

Il poeta passeggia nel prato, costeggiando il corso d'acqua, e quando rivolge lo sguardo in l'alto, verso il sole, vede un giardino e subito vi si dirige.

Nel giardino ci sono pini, lauri, cipressi, alburni e ulivi, i rami sono verdeggianti e i roseti sono carichi di fiori, sia in primavera che in inverno. Tutto intorno vi è un fossato, riempito con l'acqua del ruscello deviato fino a quel punto, e il cui fondale è di marmo; le pareti sono invece fatte di porfido e di avorio, lavorati e saldati con l'oro fuso. Per raggiungere la porta del giardino c'è un ponte levatoio d'oro fino fuso, e i pilastri sui quali poggia sono di marmo grigio, fatti per durare per sempre.

L'accesso al giardino è proibito ai villani, e quando è capitato che un villano vi volesse accedere, il ponte si è sollevato e la porta si è chiusa, finché costui non si è allontanato. Se invece è una persona cortese a voler entrare per rallegrare se stessa, trova la porta aperta e il ponte alzato. Quel giardino – spiega il poeta – è

interdetto ai villani poiché è la dimora del re d'amore, il quale una due o tre volte l’anno rinnova le sue leggi e amministra la giustizia (5-18).

Il poeta riesce a entrare nel giardino senza problemi, e prova un gran piacere. Ci sono più di centomila uccelli e ciascuno cinguetta frasi d'amore secondo i propri sentimenti. Appena ode questo canto, il poeta si concentra ad ascoltare, senza prestare più attenzione a nient'altro. D'altra parte non esiste uomo, se pur villano, che se sente cantare questi uccelli, non s'innamori. Il poeta si siede sotto un albero molto bello, che durante l'anno passa attraverso tre fasi: fiorisce, sboccia e matura; e guarisce da ogni pena chi lo onora, eccetto che dalla morte dalla quale nessuno può essere al sicuro. Il poeta seduto sotto l'albero, sente gli uccelli cantare e sente il suo cuore riempirsi di gioia, tanto che gli par d'essere in paradiso (19-23).

Le 12 strofe che seguono (24-36) richiamano da vicino i Débats du clerc et du

chevalier, anche se nel presente testo non compaiono le due fanciulle tipiche della

tradizione: solo il poeta assiste alla discussione tra gli uccelli su chi ha più meriti in campo amoroso, il chierico, l'uomo di studi, o il cavaliere, l'uomo d'armi. L'usignolo parla per primo, e dice che è nato sotto una buona stella chi incoraggia la sua amante e che a lui accadrà come alla nave che grazie al vento favorevole va sempre dove vuole andare. L'usignolo a questo punto chiama intorno a sé tutti gli uccelli che gli sono fedeli, questi arrivano subito e si presentano con un inchino. Non appena li ha tutti di fronte a sé, l'usignolo prende di nuovo la parola e dice che negli ultimi tempi l'amore è peggiorato e non è così che dovrebbe essere. Gli risponde lo sparviero sostenendo che la colpa è da addossare ai villani, poiché essi, non essendo cortesi, parlano male dell'amore. Solamente i chierici e i cavalieri dovrebbero occuparsi delle questioni d'amore, e mai un villano. Interviene il tordo contraddicendo lo sparviero. La ghiandaia s'inserisce nel discorso e sostiene che se un uomo qualsiasi ama ed è amato a sua volta può essere prode e saggio allo stesso modo di un chierico o un cavaliere. L'usignolo, che ha ascoltato la discussione, alza la voce e dice che nessuno può più parlare oltre a lui, e tutti tacciono. L'uccello dice che chi ama non potrebbe parlar male di nessuno e diventa saggio e cortese, poiché ogni uomo che soffre per amore può diventare cortese, e mette fine alla discussione prima che si animi troppo. Dietro ordine dell'usignolo, gli uccellini se ne vanno, ognuno al suo nido, e il poeta rimane solo, e in quel momento si sveglia.

Qui inizia il racconto del secondo sogno, con una transizione molto rapida e giullaresca: “Datemi da bere e vi dirò il resto... ” (37).

Il poeta è ancora sotto l'albero del primo sogno, quando vede giungere una fanciulla. Non la riconosce subito, ma non appena si avvicina, si rende conto che è la sua amica! Ella indossa una tunica di organza e sulle spalle una pelliccia di ermellino, al dito porta un anello d'oro. Alla vista del poeta, china il capo. Egli invece è molto contento di vederla e si alza in piedi per darle il benvenuto, la attira a sé, la abbraccia e la bacia, tanto che ella si ritrae per non trovarsi in una situazione sconveniente per una fanciulla. Comincia un dialogo tra i due (str. 43-50) in cui si rivelano a vicenda i propri sentimenti, finché non arriva velocissimo un serpente volante e rapisce la fanciulla. Ella grida chiedendo aiuto e il poeta si dispera fino a svenire dal dolore (51-55). Quando rinviene, desidera esser morto, e si rivolge al Dio d'amore, che arriva in aiuto del suo servitore. Il suo cavallo è coperto di fiori, il suo mantello è fatto di trame d'amore e la stoffa di verdi giornate di maggio; l’imbottitura del suo abito è del tempo che cambia, il collare di canto d'uccello e di abbracci gli inserti, di dolci baci il fermaglio. Il Dio d'amore domanda al poeta cosa c'è che non va e perché prova tanto dolore, si presenta e dice di essere venuto in soccorso della fanciulla rapita. Fa montare il poeta sul suo cavallo e insieme si dirigono al campo fiorito dove si trova un grande castello, dimora del Dio (56-63). Giunti a destinazione, il Dio d'amore indica all'uomo la sua corte, le sue stanze e la sua casa e chiede di entrare e di aspettarlo, mentre va alla ricerca della fanciulla (64- 67). Prima di entrare il poeta guarda il palazzo e lo descrive esternamente e poi internamente (68-90); inoltre incontra il guardiano dell'ingresso, un uccello che ha nome Fenice e che sottopone al poeta un indovinello prima di farlo procedere. Una volta entrato, s'imbatte in un gruppo di giovani che giocano a scacchi e alle tavole. Tutti interrompono ciò che stanno facendo per dargli il benvenuto, ed egli racconta la sua storia. I giovani gli chiedono allora il pagamento di un tributo, sotto forma di canzone, dato che egli si trova nel loro feudo (91-98). Le strofe 99-104 riportano la canzone del poeta. Finito di cantare, una fanciulla sconosciuta afferra per mano il poeta e lo accompagna nella camera del Dio d'amore (106-109), dove vedono due faretre con le frecce d'oro e di piombo e l'arco d'amore. Escono dalla camera e si dirigono verso un prato, ancora mano nella mano. Al centro del prato si trova un albero molto bello, sui rami vi sono degli uccelli e sotto di esso vi è una tomba di un giovane. Il poeta chiede alla giovane chi è seppellito lì (110-113) ed ella gli racconta la tragica storia d'amore che ha portato il suo amato incontro alla morte, e di come il Dio d'amore l'ha accolta alla sua corte perché il suo compagno era morto

per amore (114-134). Mentre i due giovani stanno rientrando nel castello, il poeta si volta verso la valle e vede sopraggiungere il Dio d'amore di ritorno dalla sua impresa di salvataggio: la sua amica siede sul cavallo davanti al dio. Il poeta prova una gioia così potente nel riabbracciare la sua amata che si sveglia e si rammarica molto del fatto che il sogno gli abbia mentito (135-142).