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Dalla nascita del Liceo al Risorgimento Il “primo nucleo di biblioteca” in via Romana

Il primo nucleo del fondo può ragionevolmente essere fatto risalire al 1807 quando fu inaugurato in “grande pompa” dall’infante Re d’Etruria Carlo Lodovico di Borbone (1799-1883) sotto la tutela della madre, la regina reggente Maria Luisa di Borbone-Spagna (1782-1824) il “Regio Liceo di Scienze Fisiche e Naturali”65. Il Liceo, che altro non era che la Facoltà di Scienze fisiche e naturali chiamata però alla francese, era inserito nell’Imperiale e Regio Museo di Fisica e Storia Naturale fondato nel 1775 da Pietro Leopoldo di Lorena nel Palazzo Torrigiani di via Romana, la cui direzione era passata, dall’abate Felice Fontana a Giovanni Fabbroni, sotto la guida di Girolamo Bardi, che propose per l’occasione l’istituzione di sei cattedre tra le quali anche quella di chimica. “Il Bardi aveva in mente un progetto ambizioso che puntava a far assumere al Museo la funzione di centro propulsore del progresso scientifico ed economico della Toscana” [5, p. 19]. Ma queste aspirazioni avranno vita breve, poiché dopo pochi mesi il Regno d’Etruria cessò di esistere e venne annesso all’Impero fran- cese.

Del periodo del Liceo conserviamo nel fondo Schiff la pubblicazio- ne del primo volume degli Annali dell’Imperial Museo di Firenze (1808)* come solenne testimonianza del primo anno di lezioni. Nella prefazione,

al 2416, dal 2419 al 2425, dal 2440 al 2460, dal 2466 al 2582.

65 “La fonte di catalogazione più antica a noi pervenuta, risale al 1807, poiché in que- sta data, veniva appunto costituita per la I° volta la Biblioteca del Museo di Fisica e Storia Naturale che ordinava l’elencazione del “Fondo”. Questo primo catalogo a noi pervenuto è diviso in 8 classi, delle quali la I°, corrisponde all’Astronomia e Matema- tica pura; la II alla Fisica e Filosofia Generale, la III alla Chimica, […]” [3, p. I]

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a cura dello stesso Girolamo Bardi, si narra della nascita del primo nucleo della Biblioteca: “una copiosa e scelta Libreria vi fu anche stabilita, che vien tuttogiorno arricchita dei nuovi acquisti che si fanno nelle Scienze Naturali” [1, p. V]. Due anni dopo, nel 1810, seguirà la pubblicazione del secondo volume degli Annali66. Lo stesso Schiff studioso di storia della

chimica a Firenze afferma che:

Fino ad allora il Museo non aveva una biblioteca propria; servì quel- la del Granduca, di Palazzo Pitti (la Palatina). Ma Fontana aveva portati anche molti libri dal suo viaggio, in gran parte regali fatti a lui personalmente o al Gabinetto di Fisica, e molti altri seguitarono ad arrivare da parte di scienziati, di cui Fontana aveva fatta la co- noscenza. In questo primo nucleo di Biblioteca del Museo, che ora si trova distribuita fra i differenti Gabinetti, si trovano molti libri ornati delle dediche di più celebri scienziati della fine del settecento [14, p. 297-8].

Per l’ammissione alle lezioni del Liceo non vigevano particolari nor- me, non era infatti richiesto un titolo specifico né una tassa d’iscrizione. Gli studenti non dovevano superare esami e alla fine dei corsi potevano ricevere un attestato privato del professore, non essendo previsto un diplo- ma pubblico. Ciascun docente impartiva almeno due lezioni settimanali dall’inizio di dicembre alla fine di agosto. Al termine di ogni anno scola- stico si svolgeva una pubblica seduta nella quale i professori illustravano le scoperte e i progressi delle scienze, evidenziandone le applicazioni pratiche. Con la restaurazione del governo dei Lorena nel 1814 l’esperienza del Li- ceo si concluse e il Museo fu destinato ad essere luogo del “privato piacere” del Granduca. I corsi furono infatti soppressi e riattivati solo nel 1833.

Sono questi gli anni in cui gli ideali del Risorgimento si fecero sempre più forti e si mescolarono alle attività degli scienziati, il cui ruolo si fece attivo e concreto, non solo attraverso scritti di autentica adesione alle idee patriottiche ma anche con la partecipazione effettiva di molti di essi ai moti risorgimentali67. Un contributo in questa direzione è dato dall’or-

66 Nel fondo Schiff è conservato anche il terzo volume degli Annali, pubblicato solo più tardi nel 1866.

67 La mostra virtuale “Gli scienziati italiani fra Risorgimento e Unità: breve percorso

nelle collezioni della Biblioteca di Scienze sottolinea, attraverso la riproduzione digitale

di numerosi documenti presenti nelle varie sedi della Biblioteca di scienze, l’impegno culturale, politico e civile della comunità scientifica nel formarsi dell’unità d’Italia

ganizzazione dei cosiddetti “Congressi degli scienziati italiani”: riunioni pubbliche di uomini di scienza riuniti sotto il comune attributo di “italia- ni” a cui parteciparono studiosi dai vari stati della penisola [7]. Nel 1841 a Firenze si tenne il terzo Congresso degli Scienziati italiani e nello stesso anno venne inaugurata nel Museo di via Romana, da Leopoldo II, l’ultimo granduca lorenese, la splendida sala denominata Tribuna di Galileo, tem- pio laico dedicato al grande scienziato, destinata a contenere strumenti e carte che lo Stato toscano si era fatto carico di raccogliere. Durante i lavori del congresso fu affidata ad Eugenio Albèri la prima edizione integrale del- le opere di Galileo, una pubblicazione in 15 volumi più un supplemento, che vedrà la luce in un arco di oltre 10 anni. Una copia di questa edizione è conservata presso la Biblioteca di Scienze del Polo scientifico, mentre la raccolta di documenti relativa ai Congressi degli scienziati, 36 faldoni con- tenenti migliaia di carte manoscritte inedite, sono state cedute, insieme a tantissimi altri libri e documenti, dalla Biblioteca di Fisica dell’Università di Firenze in comodato d’uso al Museo Galileo68.

Cenni storici

L’Istituto di Studi Superiori: Ugo Schiff