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News from Nowhere come metafora di un rinnovamento

"Penso che la posterità considererà William Morris come una delle figure più notevoli del nostro secolo. La sua grandezza non sta nell'immortalità di questa o di quella sua opera, ma proprio nell'uomo stesso. Poiché, dopo tutto, la vita è più importante dell'arte, e la più grande di tutte le opere d'arte è l'espressione sincera del proprio sentire, realizzata dall'uomo con i materiali dell'epoca in cui vive."219

Edward Carpenter

Non è un caso che Morris fosse considerato insieme a Ruskin, come «l'apostolo» del ritorno della bellezza sulla terra. Chi meglio di Morris poteva cogliere l'importanza di questa riappropriazione, giacché egli visse d'arte fin da giovane, estendendola a tutto ciò che lo circondava, dalla sua vecchia casa, la red house, primo frutto della sua visione estetica, al lavoro artistico della firm, il laboratorio della sua anima? Per l'autore la bellezza, infatti, doveva essere percepita da ogni uomo, in ogni momento della vita quotidiana, dalle prime ore della mattina quando si recava al lavoro, alla fine della giornata quando rientrava a casa, insomma qualcosa la cui funzione era vista da Morris non come un diritto quanto una vera e propria necessità. Ed è per questo che la sua opera e la sua vita appaiono come una sfida continua all'industria, ai suoi procedimenti meccanici, ai salari bassi, ai prodotti industriali di pessima qualità ed alla passività del pubblico che accetta la bruttezza, ormai infiltrata in ogni angolo della city. Tutto ciò è condensato nel romanzo News from nowhere, scritto nel 1890 e pubblicato nel

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1891, in cui è descritta l'utopia morrisiana, il coronamento della visione della società ideale dell'autore. Il libro di Morris si inserisce nel genere letterario di cui fu precursore Thomas More, che, nella sua opera intitolata appunto Utopia, illustrò un'isola felice, specchio dell'armonia di un mondo immaginario. Il libro di More fu reinterpretato alla fine dell'800 in chiave sociale, considerato, quindi, un importante trattato socialista, oggetto di dibattito e discussioni all'interno dei vari movimenti politici. Ne discusse anche Morris che inserì Utopia fra i suoi cento libri preferiti:

"Mi sembra che il valore del libro per lo studio della sociologia sia piuttosto storico che profetico e che noi socialisti dovremmo considerarlo come un anello di congiunzione tra quel che resta del comunismo medioevale (diventato inutile al tempo di More, e condannato alla eliminazione dall'avanzata della burocrazia commerciale) ed il promettente e pratico movimento progressista di oggi. Infatti, io penso che si debba considerare More più come l'ultimo rappresentante del vecchio comunismo che come il primo del nuovo."220

Secondo Morris, More, che considerava la proprietà privata la causa primaria di ogni male, ha avuto il merito di riconoscere e denunciare l'ingiustizia e la crudeltà della rivoluzione delle enclosures che aveva stravolto l'esistenza dei contadini inglesi, privandoli di ogni bene con il divieto di pascolo nelle terre comunali, trasformandoli così in lavoratori a giornata, braccianti e vagabondi erranti, tutti destinati a vivere nella misura.

Utopia di More non è del resto stata l'unica utopia ad aver stimolato Morris. Anche il libro "Looking Backward" dell'americano Edward Bellamy è stato oggetto delle sue riflessioni221. Protagonista del romanzo di Bellamy è Julian West, che si risveglia dopo un lungo sogno ipnotico nella Boston del Duemila,

220

W. Morris, Foreword to Thomas More's Utopia:

https://www.marxists.org/archive/morris/works/1893/utopia.htm

221

K. Kumar, News from Nowhere: il rinnovarsi dell'utopia, pag. 75: http://www.morrissociety.org/worldwide/Italy_Kumar.News.pdf

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caratterizzata da una nuova forma di convivenza sociale organizzata attraverso la sequenza di quattro distinte fasi nella vita di ciascuno: educazione obbligatoria fino al ventunesimo anno di età; imposizione di un lavoro sgradevole ma necessario fino all'età di ventiquattro anni; scelta pressoché libera di un'occupazione fissa da abbandonare all'età di quarantacinque anni; pensionamento. In sovrappiù erano previste una rigorosa serie di norme di comportamento da osservare, graduatorie di merito e forme di incentivazione volte al miglioramento. Ogni aspetto della vita era tenuto sotto controllo, nei minimi dettagli, da esperti e da macchine. Proprio perciò la critica definì il mondo immaginario di Bellamy «un paradiso per burocrati»222. Anche la voce di Morris non tardò a farsi sentire. In particolare, sul Commonweal del 22 gennaio 1889, il nostro scrisse una recensione in cui criticò fortemente il mondo immaginato da Bellamy, in quanto totalmente dominato dall'uso delle macchine e dall'annientamento delle facoltà creative:

"In breve, una vita da macchine in ogni senso è il meglio che Bellamy riesce a immaginare per noi; non c'è quindi da stupirsi che la sua sola idea per rendere sopportabile il lavoro sia quella di diminuirne la quantità mediante continue innovazioni negli sviluppi dei macchinari […]. Io credo che l'ideale del futuro non punti a una diminuzione dell'energia umana mediante la riduzione del lavoro a un minimo, ma piuttosto a una riduzione della fatica del lavoro a un minimo così basso da cessare d'esser fatica […]. Mr. Bellamy quindi si affanna inutilmente a cercare (con ovvio fallimento) un incentivo al lavoro che rimpiazzi la paura di morir di fame (che ora è l'unico incentivo che abbiamo), mentre non si potrà mai ripetere abbastanza che il vero incentivo a un lavoro felice e utile deve essere il piacere nel lavoro stesso."223

222 W. Morris, News from Nowhere, a cura di J. Redmond, Routledge & Kegan Paul, London, 1970, introduzione pag. XXXVI

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L'intero capitolo del Commonweal è riportato in A. L. Morton, The English Utopia, Lawrence & Wishart, London, 1969, pag. 200

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L'assetto sociale dell'utopia morrisiana si presenta quindi totalmente diverso, poiché Morris preferisce esaminare la nuova natura delle relazioni umane e non le conquiste meccaniche, che Bellamy riteneva capaci di fare la felicità del genere umano224. News from Nowhere, pur svolgendosi nel XXI secolo, si presenta, infatti, come una «totale alternativa al sogno di Bellamy»225, frutto della visione estetica del socialismo di Morris, in contrapposizione al socialismo meccanico di Bellamy.

Protagonista del romance morrisiano è William Guest, che dopo una discussione accesa con i membri della Socialist League, attraversando una cupa e fuligginosa Londra, torna nella propria dimora in preda a una forte angoscia. Durante uno stato di leggero dormiveglia, Guest si risveglia in un'altra dimensione. Tutto, dal clima alla natura stessa, è cambiato: non è più dicembre, è giugno, a circondare il protagonista-narratore non sono più i tuguri multipiano della city, ma alberi in riva al fiume, un fiume diverso, limpido e scintillante sotto il sole, che induce William a tuffarsi. Questo "bagno mattutino" all'inizio del sogno, deve essere inteso come un atto di iniziazione e riconciliazione con la natura, in cui l'acqua assume il ruolo-chiave di elemento purificatore dalle disarmonie vittoriane e dai grigi ricordi di una Londra plumbea. Sul fiume il protagonista incontra un giovane battelliere bello e cordiale, di nome Dick, pronto ad accoglierlo sulla sua barca, una sorta di Virgilio dantesco226, che gli farà da guida nella visita di questo paradiso della bellezza. I luoghi, che il narratore attraversa, sono infatti così descritti:

224 Nell'opera di quest'ultimo autore, infatti, seppur si coglie il desiderio di una migliore uguaglianza, desta qualche perplessità la struttura che Bellamy aveva immaginato per permettere tutto ciò. Lewis mumford, al riguardo, scriveva: «Vi è un abisso tra le sue concezioni sulla vita felice e le strutture che ha eretto per proteggerle. Questo abisso, io credo, è dovuto all'esagerazione dell'importanza della parte che la organizzazione produttiva meccanizzata diretta da un gruppo di persone avrebbe potuto sostenere in questa ricostruzione. Se Bellamy talvolta ha esagerato i lati negativi della società moderna, con le sue continue gare per ottenere privilegi, allo stesso tempo ne ha sopravvalutato i pregi ed è stato fin troppo gentile verso l'attuale ordine delle cose quando ha immaginato cos' da vicino il futuro nella sua descrizione» (L. Mumford, Storia dell'utopia, Calderini, Bologna, 1969, pag. 112)

225W. Morris, News from Nowhere, cit., introduzione pag. XXXVIII

226 A. Corrado, Bellezza, luce e verità nel viaggio allegorico dell'utopia di William Morris, News from Nowhere, pag. 22:

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"Erano scomparse le fabbriche di sapone con le loro ciminiere che vomitavano fumo; non c'erano più nemmeno i cantieri edili, né le fonderie di piombo; e il vento di tramontana proveniente da Thorneycroft non portava affatto il suono dei martelli che ribadivano le chiodature. […] Su entrambi le rive si estendeva una fila di graziosissime case basse molto molto grandi, un po’ discoste dal fiume; erano in gran parte costruite di mattoni rossi, coperte con tetti di tegole e soprattutto avevano l'aria comoda e confortevole; direi quasi che sembravano, per così dire, vive e all'unisono con il genere di vita di coloro che le abitavano. Davanti ad esse si estendeva senza interruzione un giardino che scendeva fino alle sponde del fiume, dove i fiori in quel periodo sbocciavano rigogliosamente ed emanavano al di sopra della corrente impetuosa un afflato di profumi estivi. Dietro le case riuscii a scorgere le cime di grandi alberi, in gran parte platani; seguendo il corso dell'acqua, si vedevano verso Putney dei tratti di fiume che sembravano formare un lago con le sponde coperte di foresta, tanto erano fitti i grossi tronchi"227

Così il narratore, con l'animo gravato dal tedio di quei tristi anni, lasciatosi alle spalle il mondo del 1890, si ritrova in quello del 2000, ripulito di gran parte delle tracce del diciannovesimo secolo: sono scomparsi l'inquinamento, lo smog, i colpi di pistone delle macchine, la sporcizia nelle strade, e si vive in ambienti verdeggianti, sani, ariosi e confortevoli. Dopo essersi recato a dormire nella Casa degli Ospiti, accompagnato da Dick e da un altro giovane di nome Bob, a colazione incontra un gruppo di persone amichevoli che lo chiamano «Ospite». Tre donne, abbigliate con abiti sobri e drappeggiati come le figure dipinte dai pittori preraffaeilliti, lo accolgono con serenità e dolcezza. Emerge con chiarezza un richiamo all'epoca medievale e allo stesso tempo la preferenza di Morris per quegli abiti, semplici ed essenziali, in contrasto con quelli vistosi della moda di fine '800. Quanto all'aspetto fisico, queste donne, come ogni altra persona, sono

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W. Morris, Notizie da nessun luogo ovvero un'epoca di riposo, a cura di Silvia Rota Ghibaudi, Guida Editori, Napoli, 1978, pagg. 100˗101

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sane, vigorose, atletiche, e libere dai segni del malessere che la pigrizia o, al contrario, il troppo lavoro procurava alle donne del XIX secolo. Tra le figure femminili, spicca quella di Ellen228, che riveste il ruolo di una «fata», pronta a guidare Guest in questo strano mondo, dove gli uomini sono rimasti eternamente giovani, del tutto immuni dall'egoismo, dal desiderio di prevaricazione sull'altro e dalla competitività.

Nell'Inghilterra del XXI si ricorre al baratto, quale unica forma di scambio, perché il danaro non esiste più e con esso non esiste più neanche la legge del mercato guidata dalla cieca logico del profitto. L'abolizione della proprietà privata ha trasmesso la felicità a tutti perché la ricchezza e la povertà sono state sostituite dal benessere generale. Sono aboliti il governo, la politica ed eliminati i custodi dell'ordine e la magistratura, giacché i rari crimini che vengono compiuti sono espiati solo sul terreno della morale, dopo che il colpevole ha preso consapevolezza del suo misfatto, giusta l'idea che la vera condanna è quella del rimorso. Le grandi città sono scomparse e ovunque si respira un'atmosfera medievale. La cupa ed inquinata Londra è adesso un agglomerato di villaggi, immersi fra grandi boschi e prati dove d'estate i bambini corrono e si divertono, dedicandosi anche alle semplici occupazioni della vita rurale.

Attraverso le parole del vecchio Hammond, personaggio che fa da tramite a Guest tra la vecchia e la nuova società, viene descritto, in un ampio capitolo, ciò che è diventato il lavoro, come una sorta di «attività libera in un giardino d'infanzia»229. Ciascuno può scegliere l'attività che vuole e, una volta scelta, la svolge nella maniera più piacevole possibile, senza alcuna remunerazione, giacché, come Hammond afferma, la vera «ricompensa al lavoro è la vita. […]La paga è infinita: quella della creazione»230. Ed ecco che tornano in auge le attività artigiane, così care a Morris. Architettura, scultura e pittura fioriscono negli edifici pubblici e nelle sale da pranzo comuni, di cui ciascun villaggio va orgoglioso. In questa

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L'immagine di un'armonia tra uomo e natura è descritta efficacemente prima dell'arrivo di Ellen al seguente passo: "sotto la pallida luce della luna e degli ultimi bagliori del sole che moriva a occidente, riuscimmo a vedere che il giardino era traboccante di fiori, che emanavano tutt'intorno nell'aria fresca della sera un profumo così meravigliosamente dolce, che si poteva ravvisare in quel posto la perfetta realizzazione dell'incanto di un crepuscolo di giugno."(Ivi, pag. 256)

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L. Mumford, Storia dell'utopia, cit. , pag. 118

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utopia morrisiana ciascuno aggiunge la bellezza che percepisce dall'ambiente esterno a tutte le attività che il lavoro quotidiano richiede, seguendo soltanto il proprio istinto creativo. Quando si tratta, invece, di attività rivolte a soddisfare esclusivamente scopi di utilità, come la raccolta del grano o l'attività del pascolo, il piacere del lavorare nasce dal cameratismo e dal senso di fraternità, di collaborazione e reciproca fiducia che unisce gli uomini durante il comune lavoro. Nell'aspetto delle persone che popolano la vallata, si misurano gli effetti del nuovo modo di vivere: nei loro gesti vi è candore, vivacità, gentilezza e assenza di intime frustrazioni, mentre nei loro sguardi si leggono i segni di una sana serenità, che nasce quando si svolge un buon lavoro in un ambiente confortevole. Come è stato possibile ottenere tutto ciò? È la domanda posta da Guest al vecchio Hammond, il quale, nella sua risposta, gli parla di una rivoluzione avvenuta nel 1952, durata due anni, e culminata in un nuovo assetto sociale caratterizzato da assenza di rapporti economici, di sistema giuridico˗politico e di qualsiasi forma di difesa civile, militare, e perfino d'istruzione organizzata231.

C'era, allora, spazio o era venuta meno qualsiasi forma d'infelicità nell'Inghilterra deindustrializzata di Nowhere, privata delle preoccupazioni economiche e delle distinzioni di classe? L'unica infelicità sopravvissuta all'utopia è provocata dalla fondamentale e ineliminabile tragedia umana consistente nella disparità tra gli obiettivi e il raggiungimento di essi, tra i desideri e le circostanze che ne impediscono la realizzazione. Come in una tragedia shakespeariana, le passioni e i sentimenti svolgono un ruolo preponderante. È ciò che viene descritto nel XXIV capitolo, attraverso il racconto della morte di un giovane avvenuta per mano di un rivale in amore232. L'infelicità non può del tutto scomparire poiché permangono le forti passioni personali, che nessun cambiamento sociale è in grado di eliminare233. Ma è proprio questa realtà a rendere Nowhere più propriamente umano, valorizzando l'autenticità dei sentimenti, nel gesto pur estremo ed eclatante di un omicidio.

231 La lezione di Marx è espressa egregiamente là dove il cambiamento è avvenuto attraverso una rivoluzione ma sfuma nel risultato poiché "un marxista non avrebbe mai concepito una società che proponesse l'annullamento completo di una direzione politica centralizzata" (E. Schulte, op. cit., 1987, pag. 165)

232 W. Morris, Notizie da nessun luogo ovvero un'epoca di riposo, cit., pag. 276 233

P. Faulkner, Gli autori di News from Nowehre, pag. 49:

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News from nowhere per Morris non fu solo la visione di una società ideale, ma una sorta di autodifesa o meglio garanzia di riscatto da quella Inghilterra sgangherata, cieca alla bellezza, sporca e persino infida che era l'Inghilterra contemporanea. Nonostante la dimensione onirica, si coglie nella narrazione la malinconia di un uomo profondamente consapevole di dover fare i conti con la realtà in cui vive234, quando, alla fine del romanzo, avviene l'incontro tra il narratore e un signore anziano che porta i segni, nel suo aspetto malconcio, della stanchezza, della sporcizia, della fatica e della mortificazione. Sono proprio questi segni a ricondurre il lettore nella Londra della povertà, della fuliggine e delle distinzioni di classe. Pertanto, il romance termina così come è iniziato, in un dormiveglia che colpisce il narratore, immaginando l'ultimo sguardo di Ellen che sembra suggergli:

"Tornate indietro, e siate più felice ora che ci avete visto, perché potete aggiungere alla vostra lotta un barlume di speranza. Continuate a vivere finché potete, lottando con tutta la sofferenza e l'impegno necessari per creare a poco a poco la nuova epoca di comunanza, di pace e di felicità"235

Così Morris, attraverso questo viaggio allegorico in un mondo immaginario, antitetico al suo, invita l'uomo ad esaltare il valore della bellezza, recuperare la libertà delle scelte individuali, pensare, creare e fermarsi prima che la corsa cieca dell'economia capitalistica raggiunga un punto di non ritorno.

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Il sogno non si configura mai come semplice fuga, evasione dalla, realtà, «perché nel sogno è sempre presente il reale» (V. Fortunati, La letteratura utopica inglese, Longo Editore, Ravenna, 1979, pag. 126)

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Considerazioni finali

Ci sono pensatori la cui originale visione non è stata offuscata dalla patina del tempo e dei cambiamenti secolari successivi, giungendo sino a noi, figli di un'epoca incerta ed alla costante ricerca di insegnamenti e valori cui ispirarci. A questo genere di pensatori appartiene William Morris le cui opere, pubblicate nella seconda metà dell'Ottocento, sono portatrici di una verità per noi quasi scomoda. Scomoda, perché egli costringe il lettore a prendere atto che l'insopprimibile bisogno dell'uomo di migliorare le proprie condizioni di vita sociale e lavorativa espresso nelle sue pagine, è ancora presente, a quasi un secolo e mezzo di distanza, ma ben lontano dall'essere soddisfatto. Le idee che Morris ha sviluppato fin da giovane, attraverso le letture delle opere di Ruskin e di Carlyle, sono invece assai attuali. Nei suoi saggi di contenuto politico e sociale, Morris presenta il socialismo in termini di un robusto idealismo morale, attaccando il sistema economico vigente, responsabile di aver aumentato le disuguaglianze e provocato l'alienazione di un uomo incapace di percepire la bellezza e soffocato nella sua sensibilità. L'obiettivo di Morris era, infatti, quello di scardinare il sistema capitalista, che aveva calpestato la dignità dell'individuo ed avrebbe di certo condotto a forme di ulteriore divisione sociale ˗ profetica intuizione ˗ in assenza di un intervento di riconfigurazione economico-politica della società.

Vengono in mente le parole con cui egli, nostalgicamente, esaltava un perduto senso di comunità, legato alle corporazioni di arti e mestieri tipiche dell'epoca medievale, in cui Dominium e communitas (organizzazione e associazione) tendevano e confondersi l'uno nell'altra. Questa visione lo portava a considerare le ghilde come il modello ideale di struttura e di vita civile, in cui la personalità dei singoli si esprimeva nel lavoro eseguito in leale cooperazione con gli altri e per gli altri, in quanto appartenenti alla medesima comunità, e a proiettare nell'utopia di

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News from nowhere lo stesso senso di unione solidale tra gli uomini come diritto- dovere della loro convivenza.

La storia ha segnato un percorso diverso, sì che la lezione di Morris può stupire non poco il lettore contemporaneo, alle prese con una società individualistica ed egoistica, anzi "liquida"236, secondo la definizione di Bauman. E tuttavia la severa critica mossa da Morris all’assetto economico-industriale dell’Ottocento, che vedeva un'esasperata concorrenza tra produttori di merci scadenti, o comunque prive di vera utilità e traeva i propri benefici da un consumismo senza limiti, può

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