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Io: Sul luogo del delitto, il giornalista Sergio Her- nández, il magistrato Marcello López, il medi- co legale e i cadaveri di Rosa e Silvia Elena; Antonio Reyes nella cella del carcere che dà sul deserto e sua madre nell’ufficio del magistrato. Sergio Hernández: Tre giorni dopo, Marcello

López si rende conto che l’agente incaricato di identificare l’auto nera usata per il sequestro di una giovane si era volatilizzato.

Marcello López: Quando sono andato a chiedere spiegazioni, mi hanno risposto che l’ordine ve- niva dall’alto. A quanto pare, la maggior parte delle Pilgrim nere …

Cadavere di Silvia Elena: Un’auto di moda. Marcello: … appartiene ai figli di alcuni pezzi

grossi di Ciudad Juárez. Il giorno dopo, una te- lefonata anonima avvisa la polizia che sono sta- ti uditi alcuni spari all’interno di una casa di calle García Herrero. La pattuglia arriva sul po- sto. Suonano il campanello più volte. Nessuno risponde. Un bambino dice di aver sentito degli spari mentre andava in bicicletta. Uno dei vicini dice di aver visto una Pilgrim nera parcheggiata vicino alla casa.

Cadavere di Silvia Elena: Arriva il magistrato Marcello López.

Cadavere di Silvia Elena: Nell’appartamento c’è odore di sperma e di alcool.

Cadavere di Rosa: Poi ti ci abitui.

Sergio: Ispezionano il salotto. Mobili modesti ma decorosi. Nel tinello, due bottiglie vuote di te- quila e una di vodka Aboslut. Resti di cibo di McDonald nel secchio della spazzatura. Due stanze. In una, disteso sul letto, bocconi, il ca- davere nudo di Silvia Elena. In bagno, rannic- chiato nella doccia, il corpo di Rosa, quindici anni, amica di Silvia Elena.

Marcello: Restate nel corridoio, per Dio! Chia- mate il medico legale!

Medico legale: Rosa è stata assassinata con due colpi di arma da fuoco alla nuca. Prima era stata picchiata e presenta segni di strangolamento. Ma non è morta strangolata. Hanno giocato con lei, come se volessero strangolarla. Sulle cavi- glie segni di abrasione. Direi che l’hanno legata e appesa per i piedi. Un gancio di ferro pende dal soffitto, proprio tra i due letti.

Sergio: Per l’omicidio di sua figlia, Flor Ra mírez Navarro ha ricevuto la somma di 55.821 pesos messicani (al cambio fanno circa 3.000 euro), con cui comprerà un frigorifero nuovo per il ri- storante La Flor, una seconda protesi della stes- sa lunghezza della gamba e il resto lo metterà da parte per quando andrà in pensione.

Medico legale: Anche alla sua amica, Silvia Ele- na, hanno sparato un colpo alla nuca, ma non credo sia stata questa la causa della morte. Le hanno sparato per assicurarsi che fosse morta. Marcello: Tutti quelli che non sono della scienti-

Sergio: Ecco, qui ci sono le corde! Dice il magi- strato al medico legale.

Medico legale: Entrambe sono state violentate, varie volte direi, penetrazione vaginale e anale, e per quella in bagno forse anche penetrazione orale. Entrambe sono state seviziate. Sono sicu- ro che la morte di Silvia Elena non sia stata pro- vocata dal proiettile che ha nella nuca, ma da un arresto cardiaco. Questa poveretta non ha retto alle sevizie. Niente da fare.

Cadavere di Silvia Elena: Niente da fare. Marcello: Cos’ha Rosa tra i denti? Medico legale: Sembra un pezzo di carta. Cadavere di Rosa: Non è un pezzo di carta. È

l’ultima lettera d’amore che mi ha scritto Anto- nio Reyes, il mio fidanzato.

Sergio: Il medico legale estrae con estrema caute- la il pezzo di carta dalla bocca del cadavere di Rosa.

Medico legale: È morta con queste parole strette tra i denti. Niente da fare, non è possibile estrar- lo senza romperlo.

Cadavere di Rosa: Niente da fare. Marcello: Ci provi, per favore. La prego. Sergio: Il medico legale riesce a estrarre un fram-

mento del pezzo di carta. Il magistrato Marcello López se lo fa dare e lo legge a voce alta: Antonio Reyes / Cadavere di Rosa: Rosa,

guardare il deserto, ricordare il tuo corpo stanco dopo che abbiamo fatto l’amore per ore, la pelle del deserto, Rosa, la tua pelle, mi protegge.

Sergio: Antonio Reyes, presunto colpevole, non riuscirà a sopportare la morte di Rosa e si to-

glierà la vita nella cella del carcere di Ciudad Juárez che dà sul deserto. Prima di morire dirà: Antonio Reyes: Il mio mondo è il deserto e tutti

dobbiamo abituarci a questa idea: il deserto è l’unica cosa che sopravviverà dopo di noi. Sergio: Sua madre, comunque, continuerà a far

visita al magistrato finché morirà di vecchiaia e gli domanderà:

La madre di Antonio Reyes: Quanto vale un fi- glio che si faccia carico di quattrocento donne morte e più di mille donne scomparse, signor giudice?

Marcello López: Rosa, la tua pelle, mi protegge. Cadavere di Silvia Elena: Che bello! Ti ha scrit-

to così?

Cadavere di Rosa: Proprio così.

Cadavere di Silvia Elena: È un poeta questo An- tonio Reyes.

Cadavere di Rosa: Beh, vale molto di più perché non sa scrivere.

Cadavere di Silvia Elena: È analfabeta?

Cadavere di Rosa: E allora, che vuol dire? a casa tua sono tutti analfabeti e io li rispetto lo stesso. Cadavere di Silvia Elena: No, nulla, non volevo

dire nulla, magari tutti quelli che sanno leggere scrivessero così.

Cadavere di Rosa: Questa cosa della poesia, a lui, gli esce da dentro. Lo vedo. E quando facciamo l’amore diventa ancora più poeta. Il mio corpo lo ispira e ha degli slanci poetici che non ti puoi immaginare. Quando dice ricordare il tuo cor- po stanco, questa cosa non pensare che venga da sola, no, no, no, gli viene quando mi vede distrutta dopo che abbiamo passato tutta la not-

te a fare l’amore, per questo è così importante che stiamo insieme, perché altrimenti non gli viene l’ispirazione … credo che potrebbe be- nissimo guadagnarsi da vivere come poeta e io sarei la sua musa, perché senza musa non c’è poesia, che ne pensi?

Marcello: Fatemi la cortesia, portate via i corpi, per favore. Usciamo tutti dall’appartamento. No, quel pezzo di carta lo lasci dov’era. Voglio dargli ancora un’occhiata.

Sergio: Se ne vanno tutti. Il magistrato Marcello López resta solo.

Marcello: Beatriz, guardare il deserto, ricordare il tuo corpo stanco dopo che abbiamo fatto l’a- more per ore, la pelle del deserto, Beatriz, la tua pelle, mi protegge.

Sergio: La maestra Beatriz lascerà il Messico con una valigia di pelle piena di libri e il magistrato Marcello López piangerà disperatamente.

Diciannove

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