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José Manuel Mora (Siviglia 1978), drammaturgo, regista, attore, è una figura totalmente dedita all’atti- vità teatrale. Si forma nel Centro de Artes Escénicas de Andalucía (Siviglia), poi alla RESAD - Real Escuela Superior de Arte Dramático (Madrid) dove studia drammaturgia e regia, quindi al DasArts - Am- sterdamse Hogeschool voor de Kunsten (Amster- dam). È docente del Taller de Arte Dramático (Sivi- glia) e della Escuela de Arte Dramático de Castilla y León e assistente del Centro Andaluz de Teatro. At- tualmente è direttore artistico di Draft.inn, spazio alternativo dedicato ad autori, artisti e tecnici del te- atro, della danza e della musica, che fonda a Madrid nel 2012 assieme a Javier Bastías. Nel 2006 è autore residente al Royal Court Theatre di Londra, nel 2014 al Théâtre de la Ville di Parigi e alla Biennale Colle- ge Teatro di Venezia per il progetto 2 / insomnio. Da tempo collabora con la stampa del settore (sezione teatrale de El Cultural-El Mundo).

Opere teatrali1:

1999: Vértigo, opera breve che segna l’esordio di Mora, con la supervisione di Sarah Kane, allestita 1 Cfr. V. Orazi, “Il teatro di José Manuel Mora”, in Scene

di vita. L’impegno civile nel teatro spagnolo contemporaneo, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2012, pp. 121-143. Oltre alle opere elencate di seguito, esistono alcuni inediti, reperibili

al Teatro Central di Siviglia all’interno del pro- gramma Nueve Nuevos Autores Andaluces; 2000: La bendita pureza2, finalista del Premio Ro-

mero Esteo 2000; storia di amore, di follia e di morte;

2002: Cancro3, menzione speciale della giuria del Premio Romero Esteo 2002 e finalista del Premio Marqués de Bradomín 2003; allestita a Madrid nel 2003 per la regia di Carlota Ferrer, portata in tour- née in Spagna, presentata al Festival Internaziona- le di Varsavia nel 2005 e riproposta nel Teatro la Capilla (México, D.F.) nel 2007;

2006: Trevélez (me muero de amor), di cui viene pre- sentata la lettura drammatizzata in inglese (nella versione di Simon Breden) al Jerwood Theatre Upstairs del Royal Court Theatre di Londra, du- rante il soggiorno dell’autore in occasione del 19th International Residency for Playwrights nei mesi di luglio-agosto dello stesso anno;

presso il Centro de Documentación de las Artes Escénicas de Andalucía: Tetas locas (1997), finalista del Primer Certamen de Jóvenes Autores Andaluces Romero Esteo: cfr. http://www. juntadeandalucia.es/culturaydeporte/cdaea/php/prADAPro- ducciones.php?id=7292 Amor, lágrimas, semen y … otros flu-

idos corporales o Vodevil negro (1998): cfr. http://www.junta- deandalucia.es/culturaydeporte/cdaea/php/prADAProduccio- nes.php?id=7718 Devocionario (2005), triangolo amoroso tra un uomo, una donna e un angelo: cfr. http://www.juntadeanda- lucia.es/culturaydeporte/cdaea/php/prADAProducciones. php?id=9071 Infine ¿No te vas a acostar?, Sevilla, Consejería de Cultura, 2010.

2 Reperibile presso il Centro de Documentación de las Ar-

tes Escénicas de Andalucía; cfr. http://www.juntadeandalucia. es/culturaydeporte/cdaea/php/prADAProducciones.php?id= 9073.

3 Cfr. J.M. Mora, Cancro; E. Lleyton, Como la lluvia en el

2009, anno di svolta nella produzione del dramma- turgo: My own private don Carlos, allestita il 7-8 febbraio nella Sala Fundación di Bilbao, sul tema della strumentalizzazione dell’individuo da parte del potere. L’opera concretizza la proposta pre- sentata da Mora in occasione del III Encuentro de Creación Contemporánea Magalia 2008 - Red de Teatros Alternativos y Nuevos Creadores de Artes Escénicas 2008, ed è ispirata al Don Karlos, In- fant von Spanien (1787) di Friedrich Schiller e al Don Carlo di Giuseppe Verdi (1867). La prima parte è una sintesi di testo teatrale, opera lirica e musical, mentre nella seconda prevale la dimen- sione performativa, testo e musica si contraggono per lasciare maggiore spazio all’espressione fisica e alla danza, che vede coinvolti attori, performers, ballerini e musicisti;

Mi alma en otra parte, sul tema della pedofilia, presentata nel mese di febbraio all’interno del programma Madrid Arte y Cultura, per la regia di Mora; a settembre dello stesso anno viene allestita in Germania, in occasione del Festival Spieltrie- be-3 al Theater Osnabrück; in precedenza, nel 2007, era stata tradotta in inglese e presentata co- me lettura drammatizzata alla Sala Beckett di Bar- cellona, all’interno del programma internazionale di drammaturgia L’Obrador e nel 2008 al Berliner Festspiele und Theater Treffen;

Los cuerpos perdidos, sui femminicidi di Ciudad Juárez, in Messico, vincitrice del XVIII Premio de Teatro SGAE 2009; testo selezionato dal Progra- ma Iberescena del Ministerio de Cultura spagno- lo, in collaborazione col progetto teatrale messi- cano sui crimini di Ciudad Juárez, allestito per il Festival Internacional de Dramaturgia Europea a Santiago de Chile nel 2011 e riproposto a Madrid

nell’ottobre dello stesso anno, per la regia di Car- lota Ferrer;

Catorce kilómetros4, monologo per voce femmini- le sul tema dell’emigrazione nord-africana verso le coste spagnole, in cui il drammaturgo concre- tizza alcune sperimentazioni interessanti, a co- minciare dal l’impiego della forma monologica, trattata in modo suggestivo e profondamente in- novativo;

2012: La melancolía de King Kong, la cui prima è stata allestita il 14 marzo al Teatro de la Abadía di Madrid, in collaborazione con Carlota Ferrer (cui si devono la regia e la coreografia), ispirata al clas- sico cinematografico del 1933 e alla performance King Kong Sadness, prodotta da DasArts (Am- sterdam) nel 2007. La pieza costituisce la prima parte di una trilogia che nelle intenzioni dell’auto- re includerà La tristeza de Fay e La nostalgia de Little Kong, ed è incentrata sul tema delle dipen- denze dell’individuo: dagli altri, cioè dal contesto e dall’ambiente in cui vive, e dall’altro, cioè dal partner; dagli elementi da cui si è o si rischia di essere condizionati e che ispirano una dipendenza emotiva, affettiva, psicologica, sentimentale, in- ducendo a fingere in un mondo in cui sembrano contare solo le apparenze e i risultati facili; rifles- sione sulle sofferenze e sulla crisi provocata dai legami infranti, concretizzata nelle figure dei pro- tagonisti che si aggrappano a una vecchia storia ormai finita per poter sopravvivere, finendo per riflettere la natura e i meccanismi della crisi di coppia;

4 Cfr. V. Orazi, “Monologo, voce femminile, emigrazione:

Catorce kilómetros di José Manuel Mora”, Rassegna Iberisti-

2013: Autopsia (fábula moral en tiempos de crisis), in collaborazione col regista e attore Fernando So- to (che aveva interpretato il gorilla ne La melan- colía de King Kong), presentata il 23 febbraio nel- la Sala Triángulo, all’interno della programma- zione del XIII Festival Escena Contemporánea di Madrid; sul binomio vita-morte nella società con- temporanea e sulla perdita della persona cara. La storia ci presenta un uomo, un’isola, il dolore in- commensurabile per la perdita dell’amata, la con- seguente frattura col mondo e l’esigenza di torna- re all’epicentro della catastrofe, un incontro che diventa speranza di calma e di rinascita. Attraver- so una serie di domande viene sviluppata in modo semplice, come in una favola appunto, la riflessio- ne su un tema tabù della società contemporanea: la morte;

Nada tras la puerta, la cui prima è stata allestita il 13 settembre (poi riproposta dal 20 settembre al 20 ottobre) nella Sala Francisco Nieva del Teatro Valle-Inclán di Madrid; opera a dieci mani, com- posta da cinque piezas, rispettivamente di José Manuel Mora, Juan Cavestany, Borja Ortiz de Gondra, Yolanda Pallín, Laila Ripoll. Si tratta di un progetto collettivo sull’identità europea attua- le, determinata anche dal mutare delle frontiere (tra nord e sud, per esempio); basata sui materiali di un reporter di guerra (Hernán Zin) sul tema dell’odio, del razzismo, della violenza sessuale nelle zone di conflitto, della sete di potere, in cui la figura femminile costituisce il fulcro attorno al quale ruota tutto; con musica eseguita dal vivo; 2014: Los nadadores nocturnos, in scena dal 24 al 26

luglio al Matadero Madrid, all’interno della mani- festazione FringeMadrid 2014, testo di José Ma- nuel Mora e regia di Carlota Ferrer. Descrizione di

un mondo frammentato e malato, in cui non c’è spazio per l’innocenza. L’opera sviluppa due temi fondamentali e complementari, uno intimo e l’al- tro pubblico: la paternità e la legittimazione del- l’uso della violenza per arrivare a un vero cambia- mento sociale. Manca intenzionalmente un perso- naggio completo e unitario, perché l’autore inten- de riflettere la prospettiva frammentata dell’indi- viduo moderno. Il tessuto testuale è costituito dal le molteplici voci che narrano spezzoni di sto- rie fallite, riflesso del paesaggio umano di una cit- tà o meglio di un gruppo di esseri umani, colpiti dalle vicende mostrate in scena;

2 / insomnio, presentato il 7 agosto alla Biennale College Teatro di Venezia; si tratta della realizza- zione di un progetto drammaturgico che vede coinvolti José Manuel Mora e il collettivo teatrale Draft.inn da un lato e dall’altro Gabriela Carrizo con la compagnia Peeping Tom. Durante la resi- denza di questi artisti alla Biennale sono state svi- luppate alcune fasi del lavoro, culminate in una dimostrazione aperta agli spettatori. Si tratta di un’indagine sugli stati di semi-coscienza che dan- no accesso a dimensioni parallele e allo sfasamen- to. Prosecuzione del progetto 1 / velorio, svilup- pato dagli stessi autori assieme agli stessi gruppi di artisti, che ora intendono offrire un nuovo affre- sco sul tema: se il sogno è assimilabile alla morte, allora l’insonnia si ricollega idealmente all’eterni- tà. I due gruppi lavorano sulla concezione di in- sonnia come metafora assoluta ed eterna, con le sue sfumature destabilizzanti (l’impossibilità di dormire come condanna e il conseguente sfasa- mento rispetto a coloro che dormono mentre l’in- sonne è costretto alla veglia).

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