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Non solo galere: i vascelli pontifici del 1658

III. LA MARINA PONTIFICIA TRA TIRRENO E ADRIATICO: ASIENTOS

3.5. Non solo galere: i vascelli pontifici del 1658

Il Bichi, una volta rientrato a Roma, venne nominato il 13 marzo 1658 da Alessandro VII prefetto e capitano generale delle galere pontificie111.

Il papa, con breve del 13 marzo, stabilì anche che il Bichi sarebbe stato a capo di un certo numero di vascelli da inviare in supporto della Serenissima in levante.

Avendo noi deliberato di armare un certo numero di militari vascelli di alto bordo, per quanto comporta la sottigliezza del nostro erario, e di mandarli tantosto insieme colla squadra delle nostre galere in aiuto della stessa signoria di Venezia; e dovendo al predetto naviglio nostro assegnare un idoneo comandante, tu principalmente nel nostro pensiero sei venuto112.

Il capitano generale Bichi e i suoi agenti si mossero per reperire i vascelli da utilizzare contro i turchi e, uno di tali navigli fu trovato a Venezia, ancor prima del breve del 13 marzo113.

108 Ivi, p. 371. Vedere tavola VI in appendice.

109 A. GUGLIELMOTTI, Storia della marina pontificia. Volume ottavo: la squadra ausiliaria, 1644-1699, op.

cit., p. 194.

110 G. CUGNONI, Relazione del viaggio delle galere pontificie in levante l’anno 1657 sotto il comando del

loro Generale Balì Giovanni Bichi Priore di Capua, op. cit., p. 374. A proposito della Parga rimando alla

tavola VII in appendice documentaria. Sul soccorso di Bichi a Parga rimando a: A. GUGLIELMOTTI, Storia

della marina pontificia. Volume ottavo: la squadra ausiliaria, 1644-1699, op. cit., pp. 199-200.

111 K. M. SETTON, Venice, Austria, and the Turks in the Seventeenth Century, op. cit., p. 188.

112 A. GUGLIELMOTTI, Storia della marina pontificia. Volume ottavo: la squadra ausiliaria, 1644-1699, op.

cit., p. 211.

185 I documenti ci permettono anche di approfondire i costi di noleggio di questo vascello.

1658

Nave Sacrificio d’Abramo Cap. Gioachini Cordans nolegiata in Venezia per conto dell’ecc.mo Sig.r Principe Pamfilio a ducati 1610 il mese comincia a servire a 3 Aprile, e dura il serv.o per tutti li 20 ott.e con più giorni otto, che se li pagano di vantaggio conf.e il contratto sono mesi sette e giorni cinque, importa ducati 11825

Per la bandiera ducati 56.7

Per quaranta botti di vino vuote ducati 80.14 Per tre libri per registrar la gente ducati 3.10

Per la quarta parte delli ducati 184.6 spese minute fatte Mons. Nuntio per il noleggio di tutti quattro li vascelli ducati 46.2

Totale ducati 12011.13

Per provig.e di Saminiati, e guasconi che hanno fatto le promesse alli capitani, e pagato il denaro a 2 p. ducati 240.5

Totale ducati 12251.18114

Tale spesa, espressa in ducati veneziani, era pari a scudi romani 8602.60115. Inoltre, i vascelli noleggiati a Venezia erano quattro. In effetti il Guglielmotti stesso afferma che il nunzio Caraffa assoldò nei porti dell’Adriatico altri tre vascelli: il San Michele, l’Elettore di Colonia, e la Confidenza, che dovevano essere armati ad Ancona. Lungo il Tirreno Achille Sergardi, ammiraglio di Toscana, e il nunzio di Napoli, riunivano altri sei vascelli per armarli a Civitavecchia: il totale era di dieci legni da inviare in appoggio a Venezia116.

Presso l’ASR, come poc’anzi già in parte si mostrava, sono conservati i conti della Reverenda Camera Apostolica per il finanziamento di sette di questi dieci vascelli:

Ristretto di quello che si è speso per l’armam.to di sette vascelli da guerra fatto per ord.e della Santità di Nro Signore Alessandro Settimo in agiuto de Venetiani contro il Turco l’anno 1658 del mese di Marzo.

Per la spesa de noliti delli sette vascelli (scudi 58058.92)

Per la terza parte della spesa del nolito della nave Tre Re, che ha portato li biscotti all’Armata (scudi 1603.32)

Per il costo, e spese di tutte le munitioni da bocca (scudi 14028.31) Per il costo, e spese di tutte le munit.ni da guerra (scudi 9750.38) Per le spese straordinarie, e minute (scudi 2043.06)

Per li stipendii dell’officiali (scudi 9538.83) Per li stipendii de soldati (scudi 16876.25) In tutto scudi 111899.07

Si deduce da questa spesa scudi 3465.40 per il valore delle munit.ni da guerra avanzate

Resta tutta la spesa scudi 108433.67, quali repartirli in sette vascelli sono per ogn’uno scudi 15490.52117.

114 ASR, Fondo Commissariato Soldatesche e Galere, Busta 388, Ristretto della spesa de vascelli da guerra in

aiuto de Venetiani contro il Turco, f. 14r.

115 Ibidem.

116 A. GUGLIELMOTTI, Storia della marina pontificia. Volume ottavo: la squadra ausiliaria, 1644-1699, op.

cit., pp. 222-223.

117 ASR, Fondo Commissariato Soldatesche e Galere, Busta 388, Ristretto della spesa de vascelli da guerra in

186 I documenti mettono in luce inoltre la spesa per ognuno di questi vascelli:

Noliti

Nave Elettor di Colonia noleggiata in Venetia Cap.o Matteo Alto a ducati mille settecento il mese cominciò a ser.re alli 25 di marzo, e durò il serv.o per tutti li 29 ottobre sono mesi sette, e giorni quattro, che con altri dieci giorni, che se li pagano di vantaggio confr.o al contratto sono mesi sette, e giorni quattordici importa ducati 12693 e grossi 8.

Nave Confidenza Cap.no Pietro Premosine nolegiata in Venetia a ducati mille cinquecento il mese comincia a servire l’istesso giorno, e dura per il d.o tempo importa ducati 11200

Nave S. Michele Cap.no Simone Petrhovich noleggiata in Venetia a ducati mille cinquecento sessanta il mese comincia, e dura il serv.o all’istesso tempo, importa ducati 11685, e grossi 8.

Per tre bandiere conseg.te a d.i vascelli ducati 168, e grossi 22.

Per cento venti botti di vino conseg.te alli istessi, quaranta per ciascheduno ducati 241, grossi 18. Per tre libri per ogn’una per registrar le genti ducati 10, e grossi 8

Per tre quarte parti di ducati 184.6 spese minute fatte Mons.r Nuntio per il noleggio di quattro navi, che il resto tocca al S.r Pnpe Pamfilio per la Nave Sacrificio d’Abramo ducati 138, e grossi 4.

Somma in tutto ducati 36137.20.

Quali ducati 36137.20 rag.ti a baiochi 72 di moneta romana per ducato conforme e tornato il cambio sono scudi 26019 e baiochi 24118.

Dunque oltre alla Sacrificio d’Abramo, anche altri tre vascelli – Elettor di Colonia, Confidenza e S. Michele – furono noleggiati a Venezia. La spesa del primo era inoltre a carico del Principe Pamfilio, mentre gli altri tre pesavano sulle casse della Reverenda Camera Apostolica per circa 26 mila scudi, pari a circa ¼ dei 108 mila utilizzati per finanziare sette dei dieci vascelli da inviare in Levante.

È anche interessante il riferimento che si fa a tre libri per ogni legno, utilizzati per la registrazione della gente di bordo. Questa non rappresenta una novità nella gestione dei legni pontifici, poiché il Provveditore delle galere aveva il compito di assicurarsi che:

Doverà dunque tener trè libri, uno chiamato stipendio d’Ufficiali, e Marinari, un Giornale d’Ufficiali, e Marinari, et un stracciafoglio d’Ufficiali, e Marinari, nel stracciafoglio parim.te doverà esser notato, e venir giornalm.te sempre notando distintam.te con ogni chiarezza ciascheduna persona di detti Ufficiali, e Marinari il loro nome, nome del Padre, Cognome, Patria, segnisi il giorno, che saranno entrati al servitio, e per il qual servitio saranno assentati con il soldo, che se gli doverà far buono, e con che ratione119.

I documenti fanno emergere la provenienza di altri quattro vascelli, noleggiati a Livorno.

Nave Speranza Cap.n Camilio di Pietro nolegiata in Livorno a pezze 1400 reali da otto il mese comincia a servire dalli 22 marzo, e dura il serv.o a tt.i li 30 sett.re sono mesi sei, e giorni nove importa pezze 8820.

Nave Delfino grande Cap.n Teodoro di Pietro Botterport nolegiata in Livorno a pezze 1400 reali da otto il mese cominicia a ser.re alli 8 aprile, e dura per tutti li 10 Dec.re sono mesi otto, e giorni tre, importa pezze 11340.

118 Ivi, f. 3r.

187

Nave Corona Dorata Cap.n Enrigo di Gioachini nolegiata in Livorno a pezze 1300 reali da otto il mese comincia a ser.re alli 15 Aprile, e dura a tt.i li 27 Nov.re sono mesi sette, e giorni tredici importa pezze 9963, e un terzo (9963.6.8).

Nave San Francesco Cap.n Gio: Maria Cardi nolegiata in Livorno a pezze 1100 reali da otto il mese comincia a servire alli 29 Aprile per tutti li 15 Nov.re sono mesi sei, e giorni dicisette importa pezze 7223, e un terzo (7223.6.8)

Spese per la scrittura del nolegio, e quitanze pezze 30 Somma in tutto pezze 37406, e due terzi (37406.13.4)

Quali ragionati a giulii 9 per pezzo importano di moneta di moneta Romana scudi 31566 Per li stendardi e fiamme fatte fare in Roma scudi 430.88

Totale scudi 31996.88120

Per la Camera Apostolica la somma dei tre noli veneziani (il quarto era a carico del principe Pamfilio), più i quattro livornesi, a cui vanno aggiunte altre piccole spese per le tavole d’albuccio e le botti di vino vuote, ammontava a scudi 58058.92121.

Rispetto alla tesi del Guglielmotti secondo il quale il papa noleggiò dieci vascelli per la guerra al Turco, qui ne abbiamo solo otto, a cui però va aggiunto sicuramente un altro vascello per il trasporto del biscotto.

Nave Trè Re Cap.n Gio Batta Frugone nolegiata in Venezia a ducati 1400 il mese per condur li biscotti in Armata comincia servire alli 5 Giugno, e dura per tutti li 24 ott.bre sono mesi quattro, e giorni diecinove importa Ducati 6486, e grossi 16

Per la Bandiera ducati 55

Per tavole, chiodi, e fattura per fare il pagiolo per il biscotto ducati 94, e grossi 6 Per costo di tre libri per rassegnar la gente ducati 3 e ½

Per spese minute fatte Mons.r Nuntio ducati 38 e grossi 8 In tutto ducati 6677, e grossi 18

Quali ragionati a baiocchi 72 mta Romana per ducato conf.e ritorna il cambio sono scudi 4807.98 Da questi se ne deduce le due terze parti che si mettono in debito alle Galere per le quali ha servito tanta parte del biscotto sono scudi 3204.66

Restano scudi 1603.32122

Finanziare questi legni aveva dunque un’incidenza notevole sulle casse della Reverenda Camera Apostolica e dell’intero Stato pontificio. Una parte sostanziale della spesa all’armamento dei vascelli derivava dai denari riscossi da cardinali ed eminenti figure della corte papale.

1659 a p.mo di marzo

Nota de denari riscossi dalle contributioni de SS.ri Cardinali, e Pnpi per l’armamento de Vascelli contro il Turco.

Dall’Em.mo S. Card. Barberino a conto della spesa di un vascello scudi 2500

Dall’Em.mo S. Card.l Bernardino Spada a conto della quarta parte della spesa di un vascello, scudi 3000

120 ASR, Fondo Commissariato Soldatesche e Galere, Busta 388, Ristretto della spesa de vascelli da guerra in

aiuto de Venetiani contro il Turco, f. 4r.

121 Ivi, f. 4v. 122 Ivi, f. 5r.

188

Dall’Ecc.mo S. Pnpe Borghese a conto della spesa d’un vascello, scudi 6000 Dall’Ecc.mo S. Pnpe Ludovitio a conto della spesa d’un vascello scudi 8227.80 Da altri in tutto scudi 29016.22

Totale scudi 48744.02123

Di questi contributi 29 mila sono il risultato della riscossione da altri soggetti, in quel foglio non specificati, ma che vengono esplicitati in una Nota distinta delli scudi ventinovemila sedici, e b. 22 di conto riscossi124.

Tab. 3.8. Nota dei denari riscossi dai cardinali per il finanziamento dei vascelli pontifici.

Cardinale Denaro riscosso (in scudi romani)

Homodei 1000 Ottobono 666 Orsino 755.50 Odescalchi 1500 Paolucci 300 Pio 1000 N. Persona Pia 3000 Raggi 1000 Rossetti 300 Rondanini 1500 S.ta Croce 1000 Sacchetti 1000 Sforza 500 G. B. Spada 300 Vidman 666 Astalli 440.92 Azzolini 1000 Brancacci 500 Borromeo 500 Bonvisi 800 Carpegna 500 Caffarelli 300 Costaguta 500 Colonna 500 Durazzi 1000 Donghi 400 Facchinetti 500 Filomarini 1000 Franciotti 216 Ginetti 1000 Gabrielli 600 Giori 250 Gualtieri 400 Imperiale 666 Lugo 200 Lomellino 1000 Melzi 1000 Acquaviva 812.50 Savelli 443.30 123 Ivi, f. 11r. 124 Ivi, f. 10v.

189

Totale 29016.22

Fonte: ASR, Fondo Commissariato Soldatesche e Galere, Busta 388, Ristretto della spesa de vascelli da guerra in aiuto de Venetiani contro il Turco, f. 10v.

A ciò vanno aggiunti altri pagamenti, per un totale che alla fine ammontava a scudi 30684.68125.

Il Guglielmotti redige anche una tabella completa dei vascelli che presero parte alla guerra di Candia, indicando una serie di dati interessanti.

Tab. 3.9. Armamento dei vascelli pontifici nell’anno 1658 VASCEL LI COMANDAN TI MILITARI CAPITANI MARITTIMI

MARINARI SOLDATI CANNONI TONN.

S. Margherita Cav. Galgano della Ciaia, senese Girolamo Petrovich 60 280 40 1200 Sacrificio d’Abramo Cav. Luigi Corradini, ravennate Giovacchino Cordans 60 252 36 1080 Elettore di Colonia Cav. Giovanni Laparelli, cortonese Matteo Alto 60 238 34 1020 S. Francesco Cav. Gabriele Sampieri, bolognese Francesco Cardi 60 210 30 900 Corona d’Oro Cal. Lorenzo Adami, fermano Enrico di Giovacchino 60 210 30 900 S. Michele Arcangelo Cav. Vinc. M. Gabbuccini, fanese Luca Petrovich 60 210 30 900 Gran Delfino Cav. Filippo Naro, romano Teodoro Batterpot 60 210 30 900

Confidenza Cap. Francesco Casali, ternano

Girolamo Pietrosin

60 210 30 900

Speranza Cap. Niccolò

Baldassini, pesarese

Cornelio di Pietro

60 210 30 900

Concordia Cap. Francesco Pecci, senese Enrico Granturco 60 210 30 900 Totale 600 2240 320 9600 Tre Re (per il trasporto) Provv. Niccolò Capponi Sette Fratelli (per il trasporto) Provv. Giuseppe Ossati

Fonte: A. GUGLIELMOTTI, Storia della marina pontificia. Volume settimo: la squadra permanente, 1573-

1644, op. cit., p. 225.

125 Ibidem.

190 Il Guglielmotti individua i vascelli Tre Re e Sette Fratelli come legni adibiti al trasporto – vettovaglie, armi ecc. -, mentre gli altri dieci vennero armati per essere effettivamente operativi in battaglia. A proposito di battaglie, quella dell’anno precedente fu l’ultimo scontro navale di rilievo della guerra di Candia e, unita alla morte di Lazzaro Mocenigo, segnò una svolta nella guerra. Il 1657 appare in effetti come lo spartiacque dell’intero conflitto per Venezia. Fino ad allora la Repubblica aveva combattuto per recuperare la piena sovranità di Creta ma, da quel momento, l’unico obiettivo realistico si concretizzava nella conservazione di una parte più o meno grande dell’isola. Alla fine dell’anno il Senato divenne teatro di un acceso dibattito per il raggiungimento di una pace onorevole con l’Impero Ottomano per la spartizione di Creta. Tuttavia, si preferì proseguire la guerra126.

All’insegna di questa svolta del 1657 fu la nomina a Capitano Generale da Mar di Francesco Morosini. Alla strategia aggressiva del blocco dei Dardanelli, questi sostituì quella più prudente, incentrata su operazioni anfibie, che aveva realizzato nei periodi in cui aveva guidato provvisoriamente la flotta e basata su ripetute incursioni contro le coste dell’Impero Ottomano. Anche i turchi mutarono strategia. Il Gran Visir Mehmed Köprülü aveva tra i suoi principali obiettivi il rafforzamento dell’autorità centrale e per raggiungere i suoi scopi era deciso a indebolire la posizione del comandante a Creta, Husayn, che si era ritagliato un regno di fatto semi-indipendente. Köprülü cominciò a lesinare i rifornimenti e a sostituire le truppe di stanza sull’isola con nuove unità e, alla fine, riuscì a ruchiamare Husayn, affidandogli il comando della flotta. Nella strategia del Visir la flotta ricopriva un ruolo importante ma non fondamentale, considerando il relativo disinteresse per Creta e dato il fatto che, recuperate Tenedo e Lemno, Köprülü preferì concentrare la sua attenzione sulla

126 G. CANDIANI, Dalla galea alla nave di linea. Le trasformazioni della marina veneziana (1572-1699),

Novi Ligure, Città del silenzio edizioni, 2012, pp. 127-128. Dello stesso autore sulla marina veneziana: Id.,

Francia, Papato e Venezia nella fase finale della guerra di Candia, in “Atti dell’IVSLA”, 152, 1993-94, pp.

829-872; G. CANDIANI, Galee forzate o di libertà: una comparazione tra la marina veneziana e quella

spagnola all’indomani della contesa dell’Interdetto (1607), in E. G. HERNÁN – D. MAFFI (e cura di) Guerra y sociedad en la Monarquía Hispánica. Polítíca, estrategía y cultura en la Europa moderna (1500-1700), vol.

I, Madrid, Ediciones del Laberinto, 2006, pp. 947-964; Id., I vascelli della Serenissima. Guerra, politica e

costruzioni navali a Venezia in età moderna, 1650-1720, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti,

2009; Id., La gestione degli equipaggi nei vascelli veneziani tra Sei e Settecento, in A. DATTERO – S. LEVATI (a cura di), Militari in età moderna. La centralità di un tema di confine, Milano, 2006, pp. 171-195; Id., Vele, remi e cannoni: l’impiego congiunto di navi, galee e galeazze nella flotta veneziana, 1572-1718, in

Mutazioni e permanenze nella storia navale del Mediterraneo (secc. XVI-XIX), Milano, Annali di storia

militare europea Milano, Franco Angeli, n. 2, 2010, pp. 116-162. Su Venezia e i corsari non si può non far riferimento ad Alberto Tenenti: A. TENENTI, Venezia e i corsari, 1580-1615, Bari, Editori Laterza, 1961. Sempre a proposito di Venezia: U. TUCCI, Marinai e galeotti nel Cinquecento veneziano, in R. RAGOSTA (a cura di), Le genti del mare Mediterraneo, Volume II, Napoli, Lucio Pironti Editore, 1981, pp. 677-692.

191 penisola balcanica, dove la questione della Transilvania tenne impegnati Impero Ottomano e asburgico fino al 1664127.

Nel 1658 il nuovo Capitano delle Navi Girolamo Contarini fu spedito ai Dardanelli con sedici legni, ma giunse troppo tardi per impedire a trentadue galere turche di uscire e imbarcare a Mitilene il Kapudan Pascià Zaul. Nel frattempo Morosini aveva mosso i legni al fine di raccogliere tributi, saccheggiando nel febbraio di quell’anno l’isola di Calchi, a ridosso di Rodi. Ai primi di marzo una tempesta nelle acque di Scarpanto disperse la squadra, causando la perdita di tre galere e una galeazza. Quando Morosini venne a conoscenza dell’uscita delle galere ottomane dai Dardanelli e di una possibile incursione contro le isole Ionie, retrocesse nelle acque di Cerigo, mentre una parte delle navi venne lasciata a proteggere Tine. A Cerigo i veneziani vennero raggiunti il 4 luglio non solo da altre cinque galere veneziane e da dodici galere ausiliarie – sette maltesi e cinque del papa – ma anche da dieci navi da guerra noleggiate dal pontefice per aiutare la Serenissima128: i vascelli che Alessandro VII si premurò di inviare nel Mediterraneo orientale.