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Note conclusive

L’attuale normativa permette – raccomanda – obbliga la Pubblica Amministrazione ad un uso razionale delle risorse pubbliche, anche attraverso l’utilizzo di quegli strumenti avanzatissimi che la tecnologia ci mette oggi a disposizione.

Questi, quando ben utilizzati, si sono realmente rivelati preziosi ed hanno determinato radicali cambiamenti nell’organizzazione del lavoro e nella razionalizzazione delle risorse.

Attraverso l’adozione della cartella infermieristica l’infermiere viene investito della responsabilità della gestione delle informazioni, relative non più al solo contenuto del lavoro (le prestazioni infermieristiche) ed alla valutazione dei problemi di salute di propria competenza (i bisogni di assistenza infermieristica mostrati dal paziente), bensì anche al controllo dei risultati (la qualità dell’assistenza infermieristica) e all’impiego delle risorse (la misurazione del carico di lavoro e la determinazione del fabbisogno di personale).

La struttura ed i contenuti della cartella infermieristica devono allora favorire la pluralità di tali impieghi: il supporto documentale all’azione professionale, la comunicazione tra servizi e tra operatori, l’integrazione organizzativa, la formazione, la didattica clinica, la promozione di protocolli operativi uniformi, la valutazione delle prestazioni erogate, il controllo in termini di qualità – efficienza – efficacia ed economicità, la possibilità di operare ricerca sul proprio operato professionale e sul grado di soddisfazione finale dell’utente.

Sono questi, in sostanza, i punti di forza di una cartella infermieristica informatizzata, ma tali caratteristiche non sono completamente riscontrabili (al momento) nel “Progetto H”.

Infatti tutto ciò ha senso qualora venga preceduto da un piano di progettazione dello strumento documentale informatizzato, che possa riguardare (in modo estremamente globale ed unificato) l’intera Azienda produttrice di servizi.

L’analisi della sperimentazione di Perugia ha messo in evidenza certamente dei punti di forza, ma anche dei notevoli punti di svantaggio, determinati da una iniziale scarsa utilizzazione delle enormi potenzialità intrinseche in un sistema informatizzato.

Di per sé una cartella clinica informatizzata presenta una “polifunzionalità”

certamente non riscontrabile nella cartella clinica di tipo cartaceo, gestire la

61 totalità della documentazione medico/infermieristica da uno schermo rappresenta un chiaro vantaggio in termini di tempi e di migliore organizzazione del lavoro.

Il “Progetto H” si presenta però ancora completamente scollegato dal resto della rete telematica aziendale e questo non permette un canale comunicativo con le altre Unità Operative, con i servizi diagnostico/terapeutici, farmacia interna, cucina, magazzino, settore di formazione, servizi amministrativi, gestionali ed altri.

Non utilizza poi alcuni dei punti di forza che sono tipici dei sistemi informativi, come ad esempio la possibilità di fare ricerca aggregando in modo intelligente le informazioni presenti nella propria banca dati o il risparmio derivante dall’archiviazione su supporto digitale.

Inoltre tale cartella infermieristica non è stata strutturata ricalcando il piano assistenziale infermieristico, questo da un lato rende lo strumento estremamente più leggero e facile da gestire, dall’altro attribuisce però un’eccessiva importanza alla sezione di “diario assistenziale”, non permettendo un controllo globale delle prestazioni messe in essere.

La conseguenza sarà rappresentata da una oggettiva difficoltà nella utilizzazione di un linguaggio standardizzato e di campi predefiniti, che si tradurrà nella impossibilità di ritrovare velocemente informazioni (qualora necessario), fare ricerca aggregando dati simili e riflettere sugli esiti degli interventi assistenziali operati.

Non avere la possibilità di poter riflettere, a posteriori, sul proprio operato non permetterà a quei professionisti di correggere il tiro e non potrà tradursi, di conseguenza, in una reale soddisfazione finale dell’utente.

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