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L A S C O P E R T A D E L L 'A M E R I C A E I L R I A L Z O D E I P R E Z Z I I N I T A L I A

Gi u s e p p e Pa r e n t i, Prezzi e m enato del grano a Siena (1546-1765). Voi. X IX delle «Pubblicazioni della Università degli studi di Firenze - Facoltà di eco­ nomia e commercio ». Editore dott. Carlo Cya, Firenze, 1942. Un voi. in 8° di 279 pagine. Prezzo nétto L. 50. 1

1. — Nell'archivio di stato di Siena un gruppo di otto registri detti degli « esecutori di gabella » e recanti il titolo di « Pregi di grano, vino e olio » fa co­ noscere il prezzo, oltrecché dell'olio e del vino, del grano rilevato in occasione del mercato settimanale, che si teneva ogni sabato nel campo della piazza di Siena. Li registrava un notaio, al quale li comunicava il pubblico compratore della gabella della piazza, oggi si direbbe l’esattore della tassa di occupazione del suolo pub­ blico; e le registrazioni avevano lo scopo, a norma degli statuti senesi del 1544, di fare ad ogni effetto pubblica ed indubbia fede del valore della derrata nel tempo e luogo indicati. Si registravano tre prezzi: maggiore, mezzano e minore; che il Parenti plausibilmente reputa non fossero i prezzi massimo, minimo e medio o mediano praticati nel giorno di mercato per le diverse partite di grano offerto in vendita, ma i prezzi delle diverse qualità di grano — di prima, seconda e terza sorta — venute sul mercato. Poiché le quotazioni dei prezzi delle qualità di prima sorta si riscontrano più frequentemente anche quando mancano le quotazioni per le qualità inferiori, il Parenti, come aveva già fatto un anonimo (diversamente identi­ ficato con Stefano Bertolini o Cosimo Cennini) che nel 1767 aveva già utilizzato, a scopo di politica economica, i medesimi registri, utilizzò solo le quotazioni del grano di maggior prezzo ovverosia di miglior qualità, forse quella che oggi si di­ rebbe mercantile, allá quale non si debbano apportare detrazioni per eccesso di impurità umidità o difetto di peso specifico. I prezzi registrati erano prezzi effettivi e con tutta probabilità corrispondevano alla media aritmetica di tutti i prezzi

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tivi rilevati dal piazzatolo per i grani della classe migliore. 11 Parenti pubblica in distinte tabelle la serie delle medie mensili (media aritmetica dei prezzi settimanali) ed annuali (in due colonne, l'una relativa all'anno solare dal 1° gennaio al 31 di­ cembre, e l'altra relativa all'anno agrario dal 1° luglio al 30 giugno) dei prezzi di uno staio di grano in soldi e centesimi di soldo. Lo staio senese rimase inalterato per tutto il periodo contemplato nell'indagine e corrisponde presso a poco a litri 22,8-1 ; eppcrciò il moggio di 24 staia corrispondeva a circa 5,50 ettolitri. Variò sebbene non di molto, l'unità di valore che era il soldo, moneta di conto, alla quale si riferivano le monete effettivamente circolanti nello stato di Siena. 11 Parenti pre­ ferisce non tradurre le quotazioni da soldi in grammi di argento fino, per non tur­ bare la precisa contemplazione della variazione dei prezzi quali furono sentite dai contemporanei (cfr. per una identica conclusione, il mio saggio Dei criteri in-

formatori della storia dei prezzi scritto come recensione al volume Prices and Wages

in England front thè twelftb lo thè nineteentb century del Beveridge nel quaderno del marzo 1940 di questa rivista). A chi voglia tradurre i prezzi in soldi correnti in prezzi in grammi d’argento od in soldi a contenuto costante d’argento, il Parenti offre gli opportuni coefficienti di calcolo.

1542-1557 1558-1676 1677-1738 1739-1766

Coefficienti di riduzione da soldi correnti in gram­

mi d'argento. 0,23240 0,22288 0,21419 0,18912 I Coefficienti di moltiplica­ zione da soldi a contenuto costante d'argento a soldi

correnti. 1,0000 1,0427 1,0850 1,22288

I prezzi dei registri senesi erano, oltrecché effettivi, liberi, sia pure in un mercato governato da disposizioni statutarie le quali, limitando ed orientando i tra­ sferimenti all’interno o verso l’estero, imponendo la formazione di pubblici depo­ siti, escludendo o circoscrivendo l'attività degli intermediari, regolando i consumi, influivano sulle condizioni determinanti il prezzo. Il Parenti, dopo un'accurata inda­ gine — ed il capitolo secondo, in cui essa è contenuta, mi parve una assai ben ra­ gionata interpretazione delle norme consuetudini ed istituzioni regolanti la com­ plessa materia, che nel senese era diversamente regolata per i luoghi di maremma, poco popolosi e pianeggianti, condotti, con mano d'opera avventizia, quasi esclusi­ vamente a monocultura cerealicola estensiva e perciò esportatori, e per i luoghi fuori della maremma, collinosi, a cultura promiscua, dove il grano era associato alla vite ed all’olivo, a conduzione mezzadrile, con produzione normalmente bastevole a sod­ disfare le esigenze alimentari dei cotoni e della popolazione non coltivatrice della capitale e dei centri minori — conclude che il magistrato dell’abbondanza non riu­ scì mai a regolare il livello dei puezzi di mercato del grano, ed il suo intervento si limitò normalmente a provocare lievi spostamenti nelle quotazioni. Più notevole l ’influenza esercitata dall'esercizio della facoltà di chiudere la t r a t t a , ossia proi­ bire l’esportazione del grano dai luoghi di maremma e di aprirla nei luoghi fuori di maremma; ma anche qui, essa riusciva ad attenuare, non a cancellare, le punte massime e minime. L’effetto più notabile della gestione dei grani da parte

dell’Ab-r

LA SCOPERTA DELL’AMERICA ED IL RIALZO DEI PREZZI IN ITALIA 25 bondanza — formazione; di scorte di grano in magazzini destinati a vuotarsi nei tempi di carestia, ricevimento della m u n i z i o n e ovverosia del ventesimo del rac­ colto (detratta la sementa i terratici ed un minimo netto di tre moggia) che i citta­ dini senesi avevano obbligo di versare, contro pagamento, ai granai dell'Abbon­ danza — fu quello di tendere a livellare i prezzi fatti per tutto lo stato senese su quelli corsi sul mercato di Siena.

2. — Su questo fondamento di dati sicuri, relativi a prezzi effettivi, immuni da variazioni nelle unità di misura, e quasi immuni altresì da variazioni monetarie, disciplinati con tocco leggero, clic si limita a secondare, attenuandoli, i movimenti spontanei del mercato, il Parenti erige la sua indagine. Non essendo mio ufficio se­ guirlo qui in tutte le sue eleganti sottili elaborazioni statistiche, che immagino per lo più poste fuori della curiosità, oltrecché della competenza, dei cultori di storia, mi ristringo a dar conto di alcune delle conclusioni di più vasta portata.

Prima e più rilevante è quella relativa alle variazioni secolari a sfondo mone­ tario. Mi duole di non potere riprodurre qui alcuni dei bei grafici presentati dal­ l'autore; e di dovermi contentare di estratti, scelti per decenni che ad occhio mi parvero più significativi nella tabella compiuta dei prezzi medi per anno solare:

I prezzi sono in soldi e centesimi di soldo per staio di grano

1546 31.42 1591 135.58 1641 45.87 1721 38.45 1756 54.82 7 26,61 2 118,51 2 66.90 2 39,60 7 46,73 8 44,41 3 94,44 3 79,62 3 45,42 8 52,76 9 57,17 4 84,87 4 82,20 4 48,85 9 73,38 50 57,37 5 88,42 5 77,91 5 51,04 60 78,48 1 69,64 6 110,94 6 97,31 6 41,92 1 56,36 2 46,86 7 124,89 7 105,05 7 37,52 2 48,12 3 47,09 8 79,07 8 154,22 8 45,51 3 58,95 4 55,58 9 66,71 9 132,55 9 69,61 4 93,18 5 152,31 1600 67,34 1650 99,76 30 53,75 5 87,32 Medie 58,85 97,08 94,14 47,17 65,01

Volgo quei prezzi in soldi per staio in prezzi in lire pre-1914 per quintale (1) 1546 9,10 1591 37,69 1641 12,75 1721 10,27 1756 12,93 7 7,71 2 32,94 2 18,59 2 10,58 7 11,02 8 12,87 3 26,25 3 22,13 3 12.13 8 12,44 9 16,57 4 23,59 4 22,85 4 13,05 9 17,31 . 50 16,63 5 24.58 5 21.66 5 13,63 60 18,51 1 20,91 6 30, 6 27,05 6 11,20 1 13,29 2 13,58 7 34,72 7 29,20 7 10,02 2 11,35 3 13,65 8 21,98 8 42,88 8 12,17 7 13,91 4 16,11 9 18,54 9 36,85 9 18,59 4 21,98 1555 44,16 1600 18,72 1650 27,73 1730 14,36 1765 20,60 Medie 17,13 26.98 26,17 12,60 15,33

(1) Ai ragguagli di peso in argento fino del soldo, e in grano dello staio senese dati sopra, si deve aggiungere solo l'avvertenza che il peso della lira pre-1914 è di grammi 4,50 d'ar­ gento fino e quello dell’ettolitro di grano di 78 kg.

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Se noi facciamo uguale a 100 la media dei prezzi per il 1546-1555, otteniamo i seguenti numeri indici per le due serie:

Prezzi in soldi Prezzi in lire 1914 per staio senese per quintale

1546-1555 100 100

1591-1600 164,9 157,5

1641-1650 159,9 152,7

1721-1730 80,1 73,5

1756-1765 110,4 88,8

Il Parenti divide il tempo da lui considerato in tre fasi. La prima d i c o n ­ t i n u a e d i n t e n s a a s c e s a dalla metà alla fine del cinquecento (1546-1600); la seconda, dapprima meno facilmente individuabile attraverso violente oscillazioni, poi meglio delineata e più intensa, d i d i s c e s a t a l e d a r i p o r t a r e i l p r e z z o , n e l c o r s o di u n s e c o l o , q u a s i a l s u o l i v e l l o i n i ­ zi a 1 e (1601-1720); ed infine la terza di s e n s i b i l e r i p r e s a dal secondo al terzo decennio del settecento sino al termine della serie (1721-1765). Direi, guar­ dando ad occhio il bel grafico, che la seconda fase, dal 1601 al 1720, si suddivida in due sottofasi : la prima dal 1601 al 1650 circa, in cui attraverso a forti oscilla­ zioni, il prezzo si mantiene suppergiù al livello raggiunto verso la fine del cinque­ cento, senza ben decisa tendenza verso il rialzo od il ribasso; e la seconda, dal

1650 al 1720 circa, nel quale, con qualche temporanea punta, i prezzi tendono nettamente al ribasso. La tendenza di movimento secolare che anche la curva senese dei prezzi rivela, è conforme, nelle sue linee essenziali, alla tendenza — che non so perché nei libri moderni di statistica si è preso il vezzo di indicare con la parola inglese t r e n d , quasi questa avesse diverso significato da quella corrispondente italiana — detta dai moderni indagatori della storia dei prezzi, come il Simiand, il Beveridge, l’Elsas, l’Hamilton, il Fanfani ed altri egregi studiosi, della r i v o l u ­ z i o n e d e i p r e z z i . Rivoluzione che già il Bodin nel 1568 aveva attribuito al grande afflusso di argento americano sul continente, dopo la scoperta dei ricchi giacimenti di Potosí, Zacatecas e Guanajuato e, sovratutto, dopo la scoperta del pro­ cesso dell'amalgama. La constatazione è generale per tutti i paesi dell’Europa; ma il Fanfani l'aveva già riscontrata per una serie di prezzi di Sansepolcro, il Parenti medesimo per un’altra serie fiorentina; ed ora la constatazione è ripetuta per il senese; ed è notabile la verificazione, che in ogni luogo d’Europa si sta facendo, della verità di uno dei teoremi più semplici e saldi della scienza economica, quello del vincolo fra massa monetaria (Al) e livello generale dei prezzi (P).

Gli estratti che sopra ho dato delle serie compiute dal Parenti danno un’impres­ sione delle punte massime (1591-1600 e 1641-50), delle minime (1720-30) e della

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ripresa (1755-65) osservate nel tempo studiato dal Parenti. Le variazioni nominali,

che son quelle sentite dai contemporanei, sono alquanto diverse da quelle che si dicono reali, perché riferite non al nome del soldo ma al concreto di un peso di argento fino. Qui l’ascesa dei prezzi fu alquanto minore, la discesa più profonda e l

/

LA SCOPERTA DELL'AMERICA ED IL RIALZO DEI PREZZI IN ITALIA 27 la ripresa assai meno accentuata. Ma data la relativa tenuità delle variazioni mone­ tarie toscane, il divario tra le due serie non è grande ( 2).

Il Parenti non si indugia a ricercare se esista un ritardo nell'attuarsi della ten­ denza al rialzo conseguente all'afflusso dei metalli preziosi tra la Spagna, prima a ricevere l’argento e l'oro dalle Americhe, e l'Italia, dove la maggior copia dei me­ talli monetati doveva giungere solo attraverso a scambi internazionali più o meno veloci e ferma invece la sua attenzione sulla circostanza che, tra il 1570 e il 1600 circa, il livello dei prezzi del grano in Siena si mantiene alquanto superiore al li­ vello generale dei prezzi in Firenze. Aumento dei prezzi del grano in termini di merci in generale che si innesta sull’aumento dei prezzi delle merci in generale in termini di moneta?

Altri — l’Hamilton per la Spagna, il Fanfani per la regione parigina, l’EI- sas per Monaco, Augusta e Wurzburg, il Parenti medesimo per Firenze — avevano già constatato il medesimo fenomeno in parecchie regioni d'Europa e non l’ave­ vano potuto spiegare del tutto con avvenimenti bellici rincaratori delle derrate ali­ mentari. Il Parenti prudentemente si limita ad affermare che « qualche causa di portata europea deve avere determinato diffusamente negli ultimi anni del cinque­ cento e nei primi anni del seicento un aumento nel prezzo reale del grano ». Più lungi (cap. V, A), l'autore adduce plausibili ragioni per affermare che, almeno in parte, la concordanza nelle oscillazioni dei prezzi del grano nei diversi paesi europei debba essere attribuita a comuni vicende dei raccolti per essere la maggior parte delle zone agrarie europee, le quali diedero un contributo alla formazione delle serie note dei prezzi, compresa nella stessa z o n a f i s i o g r a f i c a u m i d a , ossia in territori nei quali si ripeteva per la cultura del grano lo stesso rapporto bio-am­ bientale, con assoluta prevalenza, tra gli elementi sfavorevoli, dell'abbondanza delle pioggie.

Nella seconda fase (1600-1720) e sovratutto nella sottofase dal 1650 al 1720, i prezzi senesi, come quelli delle altre contrade europee, tendono al ribasso; ten­ denza che comunemente si spiega con ragioni monetarie. Il flusso dell’argento ame­ ricano continuava con lo stesso ritmo, il che pare voglia dire per incrementi annui all'incirca costanti; ossia per incrementi decrescenti in relazione ad una massa

M V

monetaria ognora crescente. Se noi supponiamo che nella nota equazione P — ~ ~

ferma rimanendo V, Ai (massa monetaria) c Q (quantità dei beni e servigi) crescano nella medesima proporzione, il livello P dei prezzi dovrebbe rimanere invariato (che f o r s e è il caso della prima metà del ’600) ; se Al cresce in ra­ gione più veloce di Q, il livello P dei prezzi dovrebbe spostarsi all'insù (cosa che p r o b a b i l m e n t e si verificò nella seconda metà del ’500); se poi AI crebbe in ragione più lenta di Q, il livello P dei prezzi dovrebbe spostarsi

(2) Per un tentativo di discriminazione fra variazioni nominali e variazioni reali dei prezzi cfr. i Paradoxes inèditi du seigneur D e M aleitroit toucbant le i monnoyes uvee la response

du President d e la Tourette, a cura di Luigi Einaudi, Torino, Einaudi, 1937, p. 22 a segg. Poiché qualche equivoco ebbe luogo, non è forse inutile notare che i Paradoxes inèditi da me pubblicati sono cosa diversa dai notissimi P aradoxet che diedero occasione alla risposta celebre del Bodin.

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all'ingiù (il che si verificò nel tempo 1650-1720, senza che si sappia se il ri­ basso dei prezzi debba attribuirsi proprio a quella causa). Ho indicato con la diversità dei qualificativi p r o b a b i l m e n t e , t o r s e , s e n z a c h e s i s a p p i a , l'ordine decrescente dello stato delle conoscenze rispetto al legame che qui ci interessa fra le variazioni delle importazioni dei metalli preziosi dalle Americhe e le variazioni dei prezzi europei; ché se noi possiamo oramai affermare 1’esistenza di una relazione di causa ad effetto tra le importazioni dell’argento e l’aumento dei prezzi nella seconda metà del ’500, senza che a quella causa si possa attribuire il connotato di unica, e senza che si possa della causa stessa stabilire con precisione il peso relativo in confronto alle altre circostanze influenti, siamo assai più lontani dal potere essere categorici rispetto alla fase di relativa costanza dei prezzi nella prima metà del '600 e tanto meno rispetto a quella di diminuzione del periodo 1650-1720.

Il Parenti si limita a constatare il fatto della diminuzione, la riscontra pres­ sapoco parallela in una notabile parte d’Europa, enumera tra le cause possibili della diminuzione l’aumento della tesaurizzazione e degli impieghi non monetari del me­ tallo, l’aumento del volume degli scambi, la diminuzione del saggio di incremento del flusso dell’argento americano e solo osserva che quest’ultima circostanza non gli sembra ragione t r o p p o p l a u s i b i l e della tendenza calante dei prezzi d a t a l’ o r g a n i z z a z i o n e d e l l ' e c o n o m i a d e l t e m p o . Il contenuto non definito della motivazione cosi addotta della non plausibilità non consente di dare un giudizio sullo scarso peso attribuito allo scemato saggio di incremento dei metalli preziosi in confronto alle altre cause sopra ricordate. Direi che la differenza prin­ cipale fra queste altre cause e il saggio di incremento delle importazioni d’oro e d’argento è che delle prime non sappiamo quasi nulla laddove le seconde sono valu­ tabili con discreta approssimazione. Secondo le tabelle del Soetbeer (Matériaux, p. 9) la produzione in peso e in valore dei due metalli per i periodi all’incirca studiati dal Parenti fu (in media annua) :

In peso chilogrammi

Valore complessivo in lire pre-1914 (a lire 3444 per Kg. per l’oro

Oro Argento e 222,2 per

1443-1520 5.800 ' 47.000 35.502 1521-1544 7.160 90.200 52.932 Prezzi crescenti 1545-1560 8.510 311.600 125.883 1561-1580 6.840 299.500 114.827 1581-1600 7.380 418.900 144.312 Prezzi costanti 1601-1620 8.520 422.900 150.240 1621-1640 8.300 392.600 126.853 1641-1660 8.770 366.300 118.497 V / I

LA SCOPERTA DELL’AMERICA ED II. RIALZO DEI PREZZI IN ITALIA 2 9 Prezzi calanti 1661-1680 9.260 337.000 110.657 1681-1700 10.765 341.900 117.021 1701-1720 12.820 355.600 126.053 Prezzi crescenti 1721-1740 19.080 431.200 166.256 1741-1760 24.610 533.145 211.782

C'è una lunga strada da fare per giungere dalle variazioni dei saggi di incre­ mento della produzione in confronto alla massa monetaria preesistente sino alle va­ riazioni dei prezzi in generale e del grano in particolare; ma un certo tal quale parallelismo tra i due fatti parrebbe ad occhio percepibile, anche per il periodo

I6f)l-1720, per il quale il Parenti lo dichiara non troppo plausibile.

3. — Trattasi ad ogni modo di problemi oscuri, intorno ai quali sembra dif­ ficile riuscire a far luce convincente pur con l'ausilio dei metodi statistici più raffi­

nati. Il Parenti è riuscito a mettere tuttavia in evidenza che non esisteva in Siena un mercato chiuso del grano, indipendente dalle variazioni dei prezzi sul mercato euro­ peo. Che il porto di Livorno, particolarmente a partire da mezzo il seicento, fosse divenuto uno dei maggiori mercati granari d’Europa, che in esso esistessero, in ag­ giunta a quelli di Pisa, depositi permanenti per una capacità di 50.000 moggia (275 mila ettolitri circa), che le maggiori case granarie di Europa avessero oramai verso la metà del seicento rappresentanti in Livorno, c le case livornesi avessero a lor volta sedi o agenzie sulle principali piazze granarie del continente, che in Li­ vorno avessero luogo contrattazioni anche per partite di grano non recate material­ mente nella città, erano notizie che si potevano raccogliere su libri eruditi; ma il Parenti ha fatto di quelle notizie sparse un bel quadro e l'ha offerto alla medita­ zione degli studiosi, lieti di rintracciare in quel mercato le linee essenziali del mera­ viglioso meccanismo dei grandi empori marittimi innanzi alla decadenza cominciata nel 1914. Io non sarei tanto scettico, come è il Parenti, intorno alla influenza reci­ proca fra i prezzi del grano nella piccola regione agraria senese e quello u n i ­ v e r s a l e fatto in Livorno sulla base della situazione della offerta e della domanda dell'intiero continente europeo. Il parallelismo tra la serie parentiana dei prezzi senesi e quella europea di Beveridge non reca una iniziale presunzione positiva in pro­ posito? È vero che le esportazioni dalla maremma, in tempi di tratta .libera e quindi di raccolto non troppo scarso, non superarono mai le 10 .0 00 moggia all'anno; e quindi non potevano normalmente determinare il prezzo di Livorno, che era po­ tenzialmente in funzione di tutto il grano prodotto e consumato in Europa. Ma non è forse anche vero che il regolatore del mercato non sono le grosse partite, su cui si può fare assegnamento, ma 1' u 1 1 i m a arrivata, che giova a fare la offerta uguale alla domanda a un dato prezzo o il cui mancato arrivo, ad esempio per improvvisa proibizione di tratta, ha costretto a spostare i prezzi all'insù? La descrizione sug­ gestiva della interrelazione, per piccoli spostamenti di partite, dalla maremma verso

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il porto di Livorno piuttostoché verso la città di Siena e viceversa (pp. 246-47) di­ mostra non che i p r e z z i u n i v e r s a l i fatti sul mercato di Livorno esercitas­ sero scarsa influenza diretta su quelli corsi in Siena, ma che gli uni e gli altri erano legati tra di loro da tutta quella solidarietà di andamento (il Parenti la dice s t r e t t a ) la quale era compatibile con i vincoli alla tratta, con i grossi costi di trasporto per terra, con il privilegio naturale di fornitrici della domanda senese spet­ tante alle regioni circostanti alla città. Non occorre affatto che i grani forestieri giungano a Siena perché il loro prezzo influenzi quello senese; basta di gran lunga che per un anche tenue ribasso di prezzo a Livorno, i grani dei luoghi di maremma più lontani dal mare non abbiano più convenienza a rivolgersi ai porti e si rivol­ gano invece verso i luoghi posti fuori di maremma perché il grano nato in questi luoghi, e che in parte sarebbe rimasto a soddisfare il fabbisogno locale, trovi con­ venienza a recarsi sul mercato più vasto di Siena. Ad uguagliare i prezzi, tenuto conto del costante costo di trasporto, possono essere sufficienti spostamenti di pic­ cole partite, che giungendo ultime sul mercato stabiliscono un nuovo equilibrio di prezzi. La « forte concordanza », scrive il Parenti, tra i prezzi senesi ed i prezzi del grano navigato a Livorno, « non poteva dipendere che in piccola parte dai te­ nui legami che avvincevano il mercato senese a quello europeo. Se i prezzi u n i ­ v e r s a l i crescevano o diminuivano con quelli di Siena, giova ritenere che, global­ mente, l'equilibrio fra disponibilità e consumo variava parallelamente in quasi tutti i paesi dell’Europa continentale ». Sappiamo troppo poco delle vicende dei raccolti e della domanda dei grani in Europa per poter fare affermazioni intorno alle va­ riazioni delle disponibilità e dei consumi per i vari paesi europei d i s t i n t a ­ m e n t e uno dall'altro. D'altro canto, nel medesimo clima fisiografico, si osservano anche oggi diversità troppo grandi nei raccolti da zona a zona agraria, pur non lontane le une dalle altre, per potere supporre il formarsi di un equilibrio tra dispo­ nibilità e consumo del grano tale da dar luogo a variazioni nello stesso senso dei prezzi senza il correttivo di correnti cerealicole da un luogo ad un altro. Direi che

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