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Le novità dell’aggiornato Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. La nuova

CAPITOLO IV – AMMISSIBILITA’ DEL FALLIMENTO PER UNA SOCIETA’

1.1. Le novità dell’aggiornato Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. La nuova

Una delle più importanti novità, che entreranno in vigore nel settembre 2021, attraverso il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, è la messa a punto di un sistema di allerta165, un sistema per la rilevazione tempestiva di una situazione di crisi mediante l’uso di

164 F. Florio, ‘’ Il nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza: novità, agevolazioni e problematiche degli strumenti di risoluzione della crisi’’, 4 giugno 2020, nel Diritto.it, www.diritto.it.

165 Il rinvio dell’entrata in vigore del nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, a causa della recente pandemia da Covid-19, deve giustificarsi alla luce della natura stessa del nuovo sistema d’allerta pensato dal legislatore. Tale sistema, infatti, è stato concepito nell’ottica di un quadro economico stabile e caratterizzato da oscillazioni fisiologiche, all’interno del quale la preponderanza delle imprese non venga colpita dalla crisi e sia anche possibile concentrare gli strumenti predisposti dal Codice sulle imprese che presentino criticità.

Ora, in una situazione quale quella attuale, il ricorso al sistema di allerta non avrebbe permesso di identificare le reali situazioni di crisi (trattandosi di una crisi generalizzata) né di realizzare una reale selezione tra i soggetti impattati dall’attuale crisi economico-finanziaria e quelli che già versavano in uno stato di crisi.

indici di bilancio166, sistema che possa aiutare il giurista a prendere o riprendere dimestichezza con nozioni di economia aziendale.

Tale sistema si basa sul principio per cui l’insolvenza è un fenomeno ad eziologia progressiva, che non si realizza in modo istantaneo ma presuppone un processo progressivo di deterioramento dell’attività imprenditoriale, che avviene nel medio lungo periodo.

Sono stati studiati tre stadi: una prima crisi di carattere reddituale, che colpisce il margine operativo lordo, la quale, se non sanata in breve, causerà delle perdite sul patrimonio e porterà ad una crisi patrimoniale; dalla crisi patrimoniale si raggiunge l’ultimo stadio, quello dell’insolvenza, proprio di una crisi finanziaria connotata dalla mancanza di liquidità.

L'amministratore ha il compito, nell'ipotesi in cui percepisca uno status di crisi, di attivare il meccanismo di allerta per risanare l'attività d'impresa.

L’importante novità di suddetta riforma ha riguardato il concetto stesso di crisi, il quale rappresenta l’antecedente logico all’insolvenza vera e propria; la riforma ha posto l’attenzione sulla fase che precede l’insolvenza, su uno status che evidenzia l’esistenza di una situazione di difficoltà dell’impresa ma che, allo stesso tempo, consente di intervenire per evitare una situazione irreversibile, quale la dichiarazione di fallimento.

Il termine ‘’insolvenza’’ designa lo stato soggettivo di impotenza di chi, sovraindebitato, non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni (cfr. art. 5 l.fall.); la temporanea

Se fosse entrato in vigore anzitempo, il sistema di allerta avrebbe prodotto un generalizzato effetto sfavorevole, contravvenendo di fatto a quella che è la ratio ispiratrice del Codice della crisi, rinvenibile nel tentativo di salvare le imprese e la loro continuità

166 Gli indici di bilancio sono gli indici elaborati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), necessari al completamento del sistema di allerta. L’art. 13. co. 2 del Codice della Crisi e dell’Insolvenza d’Impresa assegna al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili il compito di elaborare gli indici necessari al completamento del sistema dell’allerta, introdotto nell’ordinamento con la Legge delega (19 ottobre 2017, n. 155).

Sulla base dell’art.13, co.1, gli indicatori della crisi rappresentano degli ‘’squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell'impresa e dell'attività imprenditoriale svolta dal debitore, tenuto conto della data di costituzione di inizio dell'attività, rilevabili attraverso appositi indici che diano evidenza della sostenibilità dei debiti per i sei mesi successivi e delle prospettive di continuità aziendale per l'esercizio in corso (…) o per i sei mesi successivi. A questi fini, sono indici significativi quelli che misurano la sostenibilità degli oneri dell'indebitamento con i flussi di cassa che l'impresa è in grado di generare e l'adeguatezza dei mezzi propri rispetto a quelli di terzi’’.

L’art.13 è norma centrale, dalla quale si può desumere, attraverso una lettura estensiva della disposizione, che con il termine ‘’indicatori’’ il codice abbia voluto in realtà offrire una nozione più ampia del concetto di ‘’indici’’, i quali invece riferiscono a confronti tra grandezze economiche, patrimoniali o finanziarie.

Le condizioni per l'elaborazione degli indici sono sostanzialmente due: in primo luogo, la possibilità di desumere dalle loro risultanze una valutazione unitaria circa la sussistenza di un indizio di crisi. Gli organi di controllo e l'imprenditore, attraverso l'assetto organizzativo, devono essere in grado di valutare le cause e il significato dei segnali provenienti dal complesso degli indici, per individuare un livello di crisi rilevante ai fini della segnalazione.

In secondo luogo, gli indici elaborati dal CNDCEC devono contenere quantomeno quelli definiti al co.1 dell’art.13, cioè indici che esprimano “la sostenibilità degli oneri dell’indebitamento con i flussi di cassa che l’impresa è in grado di generare” e “l’adeguatezza dei mezzi propri rispetto a quelli di terzi”.

L'approccio, in materia, è basato sulla compresenza di più segnali di allerta, le relative soglie sono state individuate mediante un approccio quantitativo-oggettivo, ottimizzato sul portafoglio di analisi. La segmentazione settoriale degli indici di allerta è stata ottenuta attraverso un'analisi qualitativa e quantitativa: vi è stata, negli anni, una disgregazione in settori per poi aggregare i settori più simili, al fine di ottenere gruppi omogenei. Il modello di allerta prevede che vengano segnalate le imprese che vanno oltre la soglia criticata per tutti gli indici di bilancio selezionati.

difficoltà di adempiere e il dubbio sull'ammissibilità o meno di un'insolvenza reversibile scandiscono una tempistica antecedente all'insolvenza vera e propria, che il linguaggio giuridico ha definito ‘’crisi’’.

Il sistema di allerta, novità della riforma, può attivarsi secondo due modalità: da un lato vi è l’allerta esterna167, che proviene da soggetti titolari di interessi contrastanti con quelli dell’impresa (es. INPS, INAIL), i quali hanno l’obbligo di comunicare al consiglio di amministrazione l’eventuale situazione anomala; da altro lato vi è l’allerta interna168, la quale pretende un maggiore livello di sofisticatezza della governance aziendale, facendo ricadere sugli amministratori un obbligo di predisposizione di adeguati assetti organizzativi.

L'organizzazione della società, attraverso le unità di business che misurano il rischio aziendale, può valutare l'esistenza di una crisi e così attivarsi rivolgendosi all’OCRI169 (Organismo di composizione della crisi d’impresa), oppure se la crisi è particolarmente importante, proiettarsi direttamente verso un concordato preventivo o verso gli accordi di ristrutturazione.

Nello specifico, l’allerta interna si basa sull'articolazione organizzativa e sulla circolazione delle informazioni, sul coordinamento tra la corporate e la internal governance.

L'organizzazione dell'attività deve essere funzionale e produttiva, deve essere accompagnata da liquidità, in quanto necessaria a massimizzare gli obiettivi dell'attività stessa; da ciò se ne desume che l'imprenditore commerciale vada in fallimento a causa della rottura tra organizzazione e finanza, poiché l'organizzazione non è prevalentemente economica ma prevalentemente finanziaria.

Se l'insolvenza è l'incapacità di adempiere regolarmente, anzidetta incapacità si risolve in una mancanza di liquidità.

In conclusione, la crisi rappresenta un pericolo, concetto declinato nel diritto in base al grado di probabilità di verifica del rischio: tale status oggi ha assunto maggiore rilevanza grazie, appunto, al sistema di allerta.

167 Un fronte del tutto originale, aperto dal Codice della Crisi e dell’Insolvenza, è anche quello della cd. allerta esterna. Sempre al fine di sollecitare l’imprenditore a prendere consapevolezza del proprio stato di crisi, il legislatore italiano ha previsto che determinati enti pubblici (es. INPS o Agenzia delle entrate) segnalino al debitore il superamento di determinate soglie di indebitamento, diversamente individuate in ragione del soggetto segnalante.

168 B. Ricci, ‘’Gli strumenti di allerta: l’obbligo di segnalazione interna’’, 27 settembre 2020, in Altalex, www.altalex.com

169 IPSOA, ‘’Crisi d’impresa:la nuova procedura di allerta’’, 22 febbraio 2020, www.ipsoa.it. L’obiettivo della nuova procedura è di consentire l’emersione tempestiva della crisi dell'impresa, e la ricerca, con l’ausilio dell'Organismo di composizione della crisi d’impresa (OCRI), istituito presso le Camere di commercio, di una soluzione extragiudiziale alla crisi, mediante l'adozione di misure riorganizzative dell'attività imprenditoriale.