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La nuova chirurgia trapiantologica 68

Era il 1998 quando fu effettuato il primo trapianto di mano a Lione, interventi che non sono considerati salvavita, trapianti di tessuti composti come la faccia, il pene, il ginocchio, la laringe, la mano e la parete addominale, come precisa il chirurgo Marco Lanzetta, coordinatore del registro internazionale per questo tipo di trapianti. Secon- do l'esperto, che ha eseguito il primo trapianto di mano in Italia, negli ultimi 4 anni sono stati effettuati 35 trapianti di mano e 39 di altri tessuti composti, tra cui uno di pene in Cina a settembre 2008, ma che non ha avuto successo. ''Abbiamo già ricevuto alcune richieste per questo intervento - ha aggiunto Lanzetta che ora dirige a Monza l'istituto italiano di chirurgia della mano - ma non seguiremo l'esempio cinese che e' stato condotto senza un adeguato supporto psicologico al paziente prima e dopo il trapianto e una informazione corretta. In particolare per i trapianti di faccia e pene si devono selezionare pazienti che hanno avuto gravi incidenti e vivono con una pessi- ma qualità di vita per i quali il sostegno psicologico e' determinante''.

Ottobre 2010, Marco Lanzetta, dopo dieci anni dal primo trapianto di mano effettua- to in Italia, a Monza presso l'Istituto italiano di chirurgia della mano, effettua il tra- pianto di entrambe le mani, con una nuova tecnica per abbassare il rischio di rigetto e ridurre la quantità di farmaci antirigetto da somministrare. Dal midollo osseo della paziente erano state prelevate precedentemente cellule staminali, successivamente i- niettate nelle mani appena trapiantate.

A Berlino –Luglio 2008 - Il primo trapianto al mondo di due braccia complete è stato effettuato con successo in un ospedale di Monaco di Baviera.

Il paziente 54enne, aveva perso entrambi gli arti superiori in un incidente.

Trapianti di faccia

Due studi di follow-up, pubblicati sulla famosa rivista scientifica “Lancet”, hanno dimostrato l'efficacia del trapianto di faccia anche a distanza di tempo dall'intervento. Sono stati esaminati due importanti trapianti facciali: il primo eseguito in Francia, dall'équipe del dott. Laurent Lantieri del Dipartimento di chirurgia plastica e ricostruttiva dell'Ospedale di Creteil, su un uomo di 29 anni il cui volto, fin da bam- bino, era deturpato da una grave forma tumorale (neurofibroma); il secondo (ma il primo in assoluto a livello completo) era stato effettuato in Cina nell'Ospedale di Xi- jing dall'equipe del dott. Shuzhong Guo, su un uomo di 30 anni sfigurato in seguito all'aggressione di un orso.

Nel caso del paziente operato in Francia, spiegano i ricercatori, si sono verificati solo due episodi di rigetto, al 28esimo e al 64esimo giorno dal trapianto. Causa di questo secondo episodio un'infezione da citomegalovirus.

Entrambi gli episodi si sono risolti positivamente, rendendo quindi possibile la ridu- zione della terapia immunosoppressiva. "A un anno dall'intervento gli outcome fun- zionali sono molto buoni", continuano gli autori, "con una significativa attivazione sensoriale e motoria della superficie trapiantata".

Anche sotto il profilo psicologico la ripresa è stata eccellente, così come il ritorno al- la vita sociale.

Nel caso del secondo trapianto effettuato in Cina l'intervento aveva richiesto, tra l'al- tro: anastomosi dell'arteria mandibolare destra e della vena facciale anteriore, rico- struzione del naso, del labbro superiore, della ghiandola parotide, delle ossa frontali, dei seni mascellari, degli zigomi. Tre gli episodi di rigetto intervenuti a 3, 5 e 17 me- si del trapianto, ben controllati, tuttavia, con apposita terapia. La funzionalità renale e quella epatica erano comunque normali e non si erano presentate infezioni. Anche in questo caso la risposta dei tessuti trapiantati e la ripresa funzionale delle aree interes- sate erano buone.

Il prof. Bernard Devauchelle, il microchirurgo che per primo al mondo ha realizzato un trapianto parziale di faccia pone l’accento sugli aspetti tecnici del trapianto par- ziale di volto, quanto sugli aspetti umani ed etici dell’operazione. Un tale tipo di in-

tervento chirurgico, infatti, impone mesi e mesi di preparazione del paziente: non tut- ti possono sopportare dal punto di vista fisico, ma soprattutto psicologico una tale trasformazione.

Devauchelle ha messo in luce la forza di volontà della paziente, che già a pochi mesi dal trapianto ha riacquistato gran parte delle funzioni del volto: mangia, parla, ride e può perfino baciare. Ed è stata forse questa sua determinazione- ha confidato il chi- rurgo - a convincere il comitato etico francese a dare parere positivo all’intervento in via sperimentale.

Fondamentale per la buona riuscita dell’intervento è stata anche la volontà con cui il prof. Devauchelle ha portato avanti questo progetto da lui percepito come un dovere morale.

Per Devauchelle, infatti, se si può sopravvivere con il volto sfigurato, è difficile, in- vece, definire “vita” un’esistenza nella quale non ci si può riconoscere davanti allo specchio.

Negli Stati Uniti diversi ospedali hanno annunciato da tempo l’intenzione di effettua- re un trapianto simile a quello eseguito da Devauchelle, ma non sono ancora state create le condizioni per farli: innanzitutto la presenza di un candidato idoneo e di un donatore compatibile e consenziente.

Viste le numerose richieste, il microchirurgo francese ha espresso l’intenzione di procedere ad un altro trapianto parziale (la legge francese ha finora permesso solo questo tipo di intervento, anche se c’è qualche spiraglio per arrivare a un trapianto totale) entro l’anno: tutti i dati relativi alla donna trapiantata lo scorso novembre sono incoraggianti e aprono nuove strade a quella che Devauchelle ha definito un “nuovo ramo della chirurgia”.

Sono diverse le strade che si possono percorrere per ricostruire i volti sfigurati: tra queste c’è anche la ricerca sulle cellule staminali e l’auto trapianto (come avviene in Italia, dove la legislazione è ancora molto arretrata e limitante). Secondo Devauchel- le, tutte queste metodiche vanno perseguite in modo parallelo, anche se finora, la via del trapianto è quella che ha dato i risultati più concreti.

In Italia non è possibile effettuare un trapianto totale o parziale di viso prendendo or- gani da un cadavere come nel caso del prof. Devauchelle in quanto la legislazione non permette di sfigurare il cadavere che deve essere consegnato ai parenti ancora ri- conoscibile e quanto più composto possibile. Art. 14 comma 4 Legge 91/99 “Il pre- lievo è effettuato in modo tale da evitare mutilazioni o dissezioni non necessarie. Dopo il prelievo il cadavere è ricomposto con la massima cura”. Infatti, non è nem- meno possibile fare delle incisioni sul volto del cadavere. Molti medici italiani vanno a fare esercitazioni in tal senso all’estero (Francia, Belgio, Rep. Ceca).

La procedura prevista dalla legislazione italiana per un eventuale trapianto di volto è la seguente:

- in caso di trapianto parziale, è assimilabile a un trapianto multitessuto a carattere sperimentale. La legislazione di riferimento è l'Accordo Stato - Regioni del 14/2/2002, per la parte relativa alle procedure di trapianto sperimentale, che prevede la richiesta preventiva di autorizzazione al Centro Nazionale Trapianti e al Consiglio Superiore di Sanità. L'eventuale autorizzazione viene data dopo valutazione di ogni singolo caso; - per ciò che riguarda il trapianto di volto totale, è necessario, oltre alla richiesta al Centro Nazionale Trapianti e al parere del Consiglio Superiore di Sanità, anche il parere positivo del Comitato Nazionale per la Bioetica.

Inoltre, la Consulta – art. 9 “ Consulta tecnica permanente per i trapianti” - Legge 91/99 - ha sempre dato parere negativo quando si tratta di modificare in modo signi- ficativo la fisionomia del paziente, perché questo potrebbe causargli gravi problemi psicologici.

In Italia ci sono medici che tecnicamente sono stati eseguiti, trapianti parziali di tes- suti e di cartilagini provenienti dal paziente stesso e trasferiti sul volto.

In Francia è possibile solo fare un trapianto parziale di viso ed è permesso asportare parti del volto di un cadavere, previo consenso dei familiari del defunto.

È obbligatorio rivolgersi alla Consulta quando si intende effettuare un trapianto spe- rimentale, affinché essa valuti sia gli aspetti tecnici sia gli aspetti etici. La Consulta predispone gli indirizzi tecnico-operativi per lo svolgimento delle attività di prelievo e di trapianto di organi e svolge funzioni consultive a favore del Centro Nazionale Trapianti.

La Consulta è composta dal direttore dell'Istituto Superiore di Sanità, o da un suo de- legato, dal direttore generale del Centro nazionale, dai coordinatori dei centri regio- nali e interregionali per i trapianti, dai rappresentanti di ciascuna delle regioni che abbia istituito un centro interregionale, da tre clinici esperti in materia di trapianti di organi e di tessuti, di cui almeno uno è rianimatore, e da tre esperti delle associazioni nazionali che operano nel settore dei trapianti e della promozione delle donazioni. Le prospettive per il futuro inerenti il trapianto di faccia, comprendono, le questioni etico-legislative, lunghe e difficili da dipanare, si stanno sviluppando tecniche alter- native che non richiedono l’utilizzo di organi prelevati da cadaveri. Oltre all’utilizzo di lembi chirurgici del paziente stesso, le basi per il futuro a medio-lungo termine si pongono nella ricerca e nell’utilizzo delle cellule staminali.

CAPITOLO III