La nutrizione riveste un ruolo di causa indiretta verso l’insorgenza di mastiti, considerando che riesce ad interferire a vari livelli con l’attività del sistema immunitario. La fase che precede il parto, risulta essere la più critica di tutta la fase produttiva della bovina da latte, incidendo pesantemente sulla sua carriera (Ingvartsen et al., 2003; Trevisi et al., 2012). Dalla fine della fase di asciutta alla fine della lattazione, si osservano nelle bovine profondi cambiamenti di natura ormonale e metabolica, con l’aumento della domanda di nutrienti necessari per completare lo sviluppo fetale e il fabbisogno energetico per supportare la produzione di latte dopo il parto; allo stesso tempo si riduce l’ingestione di SS (sostanza secca), aumentando la produzione di radicali liberi (ROS - Reacting Oxygen Species) che sono legati ai processi infiammatori. Durante la fase di transizione l’obiettivo sarebbe quello di fornire una dieta bilanciata e appetibile in grado di massimizzare l’ingestione di SS, così da non alterare troppo il Body Condition Score; questo si traduce in una minore incidenza di malattie metaboliche e in una non piena efficienza del sistema immunitario. Per raggiungere tali obiettivi si può controllare l’energia metabolizzabile, bilanciando alcuni amminoacidi e tramite il bilanciamento di anioni con cationi (DCAD - Dietary Cation-Anion Difference) e l’uso di specifici micronutrienti ad azione antiossidante (Tab. 8). Il controllo del sistema immunitario dell’animale, tramite il bilanciamento nutrizionale, non sempre può essere efficace nel caso in cui subentrino altri fattori come ad esempio lo stress (Bonacini, 2016).
Tabella 7: Modalità ideali di gestione delle diverse tipologie di lettiera delle cuccette (Zecconi,
2016)
Tipo di lettiera Proprietà Profondità minima (mm) cuccetta (kg x Quantità per 6 mesi)
Frequenza di rinnovo Paglia lunga assorbimento Buon 50 (10 se presente materasso) 250-400 3 volte alla settimana
Paglia tagliata assorbimento Buon 50 (10 se presente materasso) 150-200 3 volte alla settimana
Segatura e
trucioli assorbimento Buon 50 (10 se presente materasso) 200-300 3 volte alla settimana
Sabbia
Buon assorbimento, morbida (deve essere lavata)
Poco prima del parto si verifica un calo di ingestione, ottenendo così un bilancio energetico negativo, chiamato anche NEB. Queste condizioni sono da eviarsi, perché l’organismo nel momento in cui ha bisogno di ottenere energia, che però non può essere disponibile tramite l’alimentazione, inizia a mobilizzare i grassi di deposito, determinando un aumento plasmatico degli acidi grassi non esterificati (NEFA) (Adewuyi et al., 2005; Lacetera et
al., 2004) e dei corpi chetonici; il più importante e il più monitorato è il β-
idrossibutirrato (BHBA) (Duffield et al., 2009).
Se i corpi chetonici venissero accumulati, si assisterebbe alla formazione di una malattia metabolica spesso subclinica, che esercita una funzione negativa sul corretto funzionamento del sistema immunitario, aumentando il rischio di insorgenza di infezioni nelle due settimane dopo il parto, in particolare di metriti e mastiti, le quali rilasciano nel circolo ematico mediatori dell’infiammazione, i quali riescono ad alterare il metabolismo epatico, aumentando ulteriormente la produzione di corpi chetonici (Ingvartsen et al., 2003). L’aumento della produzione degli acidi non
Tabella 8: Fabbisogni nutritivi nelle diverse fasi di asciutta (National Research Council, 2001)
Nutrienti Fase Centrale Close-up
Sostanza secca (%p.v.) 1,8-2,2 1,3-1,7 UFL (kg s.s.) 0,6 0,85 Proteina Grezza (%s.s.) 10-11 12-14,5 Proteina solubile (%s.s.) 2,2 2,8 Proteina degradabile (%s.s.) 7,5 9,5 Proteina indegradabile (%s.s.) 2,2 2,8 NDF (%s.s.) 38 38 NFC(%s.s.) 38 38 Amido(%s.s.) 15 22 Zuccheri(%s.s.) 5-8 5-8 Calcio(%s.s.) 0,45 0,50 Fosforo(%s.s.) 0,25 0,26 Magnesio(%s.s.) 0,45 0,50 Potassio(%s.s.) 0,70 0,75 Selenio(mg/kg s.s.) 0,3 0,3 Vitamina E (mg/kg s.s.) 25 (75) 30 (85)
esterificati a livello plasmatico, determina una riduzione della capacità dei neutrofili polimorfonucleati (PMN) di produrre mieloperossidasi, che ha lo scopo di distruggere i batteri. Con un aumento dei corpi chetonici e di BHBA, soprattutto nei giorni successivi al parto, si ipotizza di avere un più alto rischio di insorgenza di mastite e metrite durante il primo mese di lattazione. Secondo recenti studi è stato possibile confermare molti effetti negativi del BHBA sull’attività delle cellule immunitarie. Queste infatti sono in grado di diminuire la vitalità e la fagocitosi dei macrofagi, così come la migrazione e la capacità di eliminare i batteri patogeni da parte dei neutrofili polimorfonucleati (Grinberg et al., 2008). Quanto descritto va di pari passo con le condizioni corporee dell’animale, infatti se l’animale possiede un Body Condition Score elevato, ovvero con un punteggio di 4/5, è molto più probabile che sviluppi la chetosi e nel momento in cui entrano nel bilancio energetico negativo, hanno molte più probabilità di avere alti livelli di NEFA e corpi chetonici in circolo, con un accumulo dei trigliceridi nel fegato ed alti livelli di stress ossidativo. Il BCS va quindi monitorato adeguatamente, in modo da prevenire situazioni di tale portata, modificando la razione soprattutto nella fase che precede l’asciutta (Roche et al., 2009). Un altro elemento da tenere monitorato, durante il periodo di transizione, è il calcio; durante il periodo del parto, questo ione non solo ha la funzione di prevenire la sindrome ipocalcemica, ma ha anche un ruolo importante nel garantire un corretto funzionamento del sistema immunitario.
Il feto richiede una enorme quantità di calcio per il suo sviluppo sopratutto nelle ultime tre settimane di gestazione; anche per la produzione di colostro è richiesto un alto quantitativo di calcio. Queste richieste portano l’animale ad avere un basso livello di calcio, con un’ipocalcemia clinica o subclinica. La funzione del calcio per la bovina è quella di aiutare la contrazione muscolare; una sua carenza determina nei casi più gravi il collasso puerperale, mentre in quelli meno gravi, ovvero quelli subclinici, si assiste ad una minore contrazione uterina con un’anomala involuzione, questa carenza può determinare processi infettivi/infiammatori, oppure provocare una minore mobilità del tratto gastrointestinale con un aumento dell’incidenza di displasia abomasale. La modificazione dell’attività gastrointestinale, provoca una minor ingestione di SS con un peggioramento del bilancio energetico e un’eventuale presenza di acetonemia subclinica (Goff,, 2003). Animali che hanno bassi livelli di calcio nel sangue sono correlati ad alti livelli di cortisolo ematico, da due a tre volte superiore ai soggetti che hanno un livello di calcio plasmatico normale; il cortisolo, che
ha un attività immunosoppressiva notevole, induce le bovine ad essere più suscettibili alle infezioni, comprese le mastiti (Bonacini, 2016).
Per prevenire l’ipocalcemia occorre tenere sotto controllo il bilancio elettrolitico: i cationi della dieta nella fase di close-up; quando il bilancio è negativo con -10/15 mEq/100g di SS, inducendo una leggera acidosi metabolica che aumenta l’attività dell’ormone paratiroideo, migliorando la mobilitazione del calcio osseo con un maggior assorbimento intestinale dello stesso. L’equazione semplificata per avere un corretto bilancio al calcolo dei cationi (DCAD) è:
meq [(K+Na)-(Cl+S)]/100 g SS
Occorre un’attenta somministrazione di foraggio durante la fase del close- up, prendendo quelli a basso contenuto di potassio, ottenendo livelli ≤ 1,3% di potassio nella razione, aumentando quando necessario i livelli di cloro e solfati tramite l’uso nella dieta di sali anionici, ponendo attenzione a non alterare le condizioni di appetibilità. I cationi possono essere monitorati per dare alcuni aggiustamenti, valutando il pH urinario nei giorni precedenti il parto considerando i seguenti valori:
- pH urinario = 8,3/8,5 —> DCAD = +10 mEq/100 g di SS - pH urinario = 7,5 —> DCAD = 0 mEq/100 g di SS
- pH urinario = 5,5/6 —> DCAD = - 10/-15 mEq/100 g SS
Viene raccomandato un apporto di calcio nella dieta pari allo 0,9-1% con bassi livelli di potassio, per arrivare a 1,4-1,5% se venissero impiegati sali anionici (Bonacini, 2016).
Durante le fasi di close-up e nelle prime due o tre settimane dopo il parto le bovine utilizzano una quota importante di proteine, provenienti soprattutto dal tessuto muscolare, per far fronte alla lattogenesi e allo sviluppo fetale; il feto impiega circa il 72% degli amminoacidi circolanti per la sintesi proteica, ma anche come fonte di energia. Il picco di bilancio proteico negativo si ha intorno al 7°- 14° giorno successivo al parto, nel momento in cui si verifica anche un calo delle proteine sieriche. Lo scopo di questo picco negativo è quello di ricostituire le scorte proteiche durante la fase di asciutta e cercare di limitare il più possibile il deficit proteico somministrando in fase di close-up circa 1000-1200 g di proteine metabolizzabili, facendo attenzione ad usare fonti proteiche bypass, in
modo da bilanciare al meglio l’apporto di amminoacidi essenziali (Bonacini, 2016).
Alcuni microelementi svolgono il ruolo di antiossidanti, svolto sia in maniera diretta che come componenti di enzimi specifici. La loro funzione è molto più importante durante il periodo di transizione e nella prima fase di lattazione, dovuto al fatto che si verifica un aumento della produzione di sostanze ossigeno reattive (ROS), capaci di interagire con i lipidi di membrana delle cellule, le proteine, il DNA e altre molecole creando in questo modo instabilità e danni ai tessuti con conseguente riduzione dell’attività immunitaria. I minerali che in parte svolgono un attività antiossidante sono lo zinco, il rame, il manganese e il selenio; entrano a far parte della super-ossido-dismutasi, enzima che converte il superossido a idrogeno perossido, della glutatione perossidasi e della catalasi che convertono l’idrogeno perossido in acqua e della ceruloplasmina che è una proteina antiossidante. Il ferro, anche se contenuto nell’enzima catalasi con attività riduttiva nei confronti dell’idrogeno perossido, è più facilmente riconosciuto come induttore di stress ossidativo, invece che per il contributo ad alleviarlo. Le loro funzioni sono, entrare negli enzimi mantenendo integri i tessuti formando un effetto barriera e, per il metabolismo energetico, influenzare le funzioni pancreatiche e migliorare l’attività insulinica. Le vitamine che svolgono ruoli importanti per il sistema immunitario sono, la vitamina A/β- carotene e la vitamina E. La prima svolge la funzione di epitelio protettrice e migliora l’attività immunitaria, infatti animali che ne sono carenti risultano essere più sensibili verso alle infezioni batteriche, virali e parassitarie. Il secondo invece è il maggior precursore della vitamina A, ma riesce a svolgere il ruolo come antiossidante in maniera diretta (Bonacini, 2016).
Aggiungendo nella fase di asciutta una supplementazione con β-carotene alla razione, si ha la riduzione di incidenze alle infezioni mammarie al momento del parto, così come l’aggiunta di 300-600 mg per quattro settimane prima del parto, provoca una riduzione di ritenzione di placenta e metriti. Lo scopo della vitamina E è quello di prevenire la perossidazione degli acidi grassi, importante per le cellule che hanno un alto contenuto di grassi insaturi nella membrana cellulare come i leucociti, che in aggiunta, per eliminare gli agenti patogeni, devono produrre molecole ROS rendendo così la parete cellulare più facilmente vulnerabile. Alcuni studi hanno dimostrato che la somministrazione di vitamina E in dosi di 1.000-2.000 mg/d, da solo o in associazione con selenio, può ridurre l’incidenza di
mastiti cliniche al momento del parto e la durata dei sintomi clinici (Fich et al., 1996; Lacetera et al., 1996).
Diversamente da quanto fino ad ora enunciato, fra i fattori di stress non nutrizionali, che potenzialmente sono capaci di provocare stress nella fase di transizione, si annoverano:
- sovraffollamento (minor accesso al cibo) (Raynaud et al., 2006); - mancata divisione nei box fra manze e bovine adulte;
- eccessivi cambiamenti di gruppo/interazioni sociali; - stress da caldo;
- alterazioni complessive del cow confort e dell’igiene (pavimentazione adeguata, qualità dell’aria, disponibilità di acqua, caratteristiche delle cuccette, tipologia della lettiera, al suo rinnovo e alla superficie disponibile per animale).
Ogni 10% in più di affollamento per oltre l’80% dei casi provoca un calo di produzione di circa 0,72 kg al giorno; ogni kg di calo di ingestione di alimento giornaliero nella settimana prima del parto, determina un aumento della probabilità di sviluppare metriti di 3 volte. Un’altra condizione importante per ridurre lo stress è quella di evitare di immettere continuamente nuovi animali in particolare nel box pre parto (Bonacini, 2016).