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Obiettivi della proposta

Nel documento Dipartimento di Impresa e Management (pagine 45-48)

2. Il Digital Markets Act

2.1 Obiettivi della proposta

Il Digital Markets Act si pone l’obiettivo generale di “favorire il pieno sviluppo delle potenzialità delle piattaforme affrontando a livello dell'UE le principali ripercussioni delle pratiche sleali e della scarsa contendibilità, in modo da consentire agli utenti finali, e anche agli utenti commerciali, di sfruttare a pieno i benefici dell'economia di piattaforma e dell'economia digitale in generale, in un ambiente equo e contendibile”15. Il documento di valutazione di impatto della proposta16, oltre a quest’obiettivo generale del regolamento, evidenzia tre obbiettivi specifici, ovvero: “Address market failures to ensure contestable and competitive digital markets for increased innovation and consumer choice”; “address gatekeepers’ unfair conduct”; “enhance coherence and legal certainty to preserve the internal market”17

Il primo di questi obiettivi si riferisce alla contendibilità nel mercato digitale, il quale infatti non sembra funzionare in maniera corretta a causa di alcune situazioni che innalzano forti barriere all’entrata, ad esempio l’alto grado di integrazione verticale di alcuni business, le forti economie di scala, le asimmetrie informative ecc. Il Digital Markets Act, in tal caso, si propone di rendere i marcati digitali maggiormente competitivi, garantendo anche la rimozione di ostacoli all’entrata di nuovi operatori.

Il secondo obiettivo fa riferimento alla sfera commerciale ed al rapporto tra gli utenti aziendali, in qualità di produttori e fornitori di servizi e prodotti, e le piattaforme gatekeeper. Alcune pratiche, come il lock-in dei consumatori, escludono la possibilità di multihoming. Ciò implica lo sviluppo di una forte dipendenza degli utenti aziendali dalla

15 Digital Markets Act; p. 3

16Le valutazioni d'impatto determinano se è necessaria un’azione dell’UE ed esaminano i possibili impatti delle soluzioni disponibili. Sono eseguite durante la fase preparatoria, prima che la Commissione formuli una proposta di nuova legislazione. Forniscono gli elementi per elaborare e sostenere il processo decisionale”.

https://ec.europa.eu/info/law/law-making-process/planning-and-proposing-law/impact-assessments_it#:~:text=Le%20valutazioni%20d'impatto%20determinano,e%20sostenere%20il%20processo%20decis ionale.

17 Commission Staff Working Document Impact Assessment Report - Accompanying the document Proposal for a regulation of the european Parliament and of the Council on contestable and fair markets in the digital sector (Digital Markets Act) {COM(2020) 842 final} - {SEC(2020) 437 final} - {SWD(2020) 364 final} p.30 par. 4.2

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piattaforma e la possibilità per quest’ultima di imporre condizioni commerciali sleali. La mancanza di multihoming, inoltre, impatta negativamente anche sull’innovazione, minando l’utilizzo di piattaforme nuove o alternative. La Commissione, dunque, ritiene necessario tutelare le figure aziendali che utilizzano la piattaforma e garantire ambienti regolati in maniera equa.

Infine, il Digital Markets Act si propone di rafforzare il mercato interno europeo, stante la consapevolezza della Commissione che, senza delle norme armonizzate ed un intervento a livello sovranazionale, risulterebbe estremamente difficile fornire una risposta efficace ai problemi relativi alle piattaforme digitali gatekeeper. Nel paragrafo relativo alla base giuridica, precisamente in riferimento al principio di sussidiarietà, viene affermato che “Gli obiettivi della proposta non possono essere conseguiti con l'azione individuale degli Stati membri poiché i problemi sono di natura transfrontaliera e non sono limitati a singoli Stati membri o a un sottoinsieme di Stati membri”18. Un fattore che ha fatto nascere l’esigenza di intervenire con una forte risposta nel contesto attuale, infatti, è dato dalle numerose legiferazioni a livello nazionale, che i vari Stati membri hanno posto in essere o hanno intenzione di implementare19. Tali sforzi non fanno che creare un mosaico di normative, diverse da Stato a Stato, il che non garantisce unione, coerenza e omogeneità all’interno della Comunità Europea.

Alcune autorità nazionali europee, oltre all’aver preso atto delle implicazioni negative della digitalizzazione, hanno sentito la necessità di intervenire in ambito regolatorio o antitrust20.

In Germania, ad esempio, nel gennaio 2021 è stato approvato un disegno di legge, per aggiornare il quadro normativo vigente in materia di concorrenza, che tiene conto della digitalizzazione e degli sviluppi dei mercati digitali (GWB-Digitalisierungsgesetz).

Anche in questo caso, l’obiettivo dell’autorità federale tedesca è quello di guidare i comportamenti delle grandi imprese del settore, per limitare l’abuso di posizione dominante. Proprio come il Digital Markets Act, anche l’articolo 19 a) della legge

18 Digital Markets Act; p. 5

19 Cfr. Commission Staff Working Document Impact Assessment Report - Accompanying the document Proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council on contestable and fair markets in the digital sector (Digital Markets Act) {COM(2020) 842 final} - {SEC(2020) 437 final} - {SWD(2020) 364 final} - allegato 5.4; par.

2 : “Existing fragmentation resulting from divergences in the laws of Member States addressing economic power of digital platforms”.

20 Cfr. “Appunti sulle Nuove regole per perseguire le condotte delle GAFAM” di Giulia Ferrari e Mariateresa Maggiolino.

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tedesca21 individua una serie di pratiche vietate come, ad esempio, il selfpreferencing, il tying per alcuni servizi, le limitazioni all’interoperabilità, la disincentivazione di trasparenza nei confronti degli utenti commerciali ecc.

Anche l’AGCM italiana, in una segnalazione al Presidente del Consiglio dei ministri, nel contesto della legge annuale 2021 per il mercato e la concorrenza, ha espresso chiaramente la volontà di “adeguare la strumentazione attualmente a disposizione alle sfide poste dall’economia digitale”22.

La compresenza di norme differenti nei diversi Stati membri, inoltre, genera problemi anche relativamente ai costi di conformità, che le imprese devono sostenere per operare su mercati digitali regolamentati in maniera differente; ciò non può non generare un effetto negativo sulla concorrenza. È evidente, infatti, che la frammentazione giuridica comporta costi di conformità che possono risultare eccessivi per le piccole e medie imprese Europee che vogliono operare sui mercati digitali, a vantaggio di poche grandi imprese. La commissione, inoltre, per conseguire questo obiettivo prevede che gli Stati membri non adottino disposizioni diverse da quelle del regolamento in merito ai gatekeepers23.

La seguente tabella riassuntiva mostra come gli obiettivi specifici, in accordo con l’obiettivo generale della proposta, dovrebbero mitigare quelli che sono i problemi sorti finora nel contesto dei mercati digitali.

21 https://www.gesetze-im-internet.de/gwb/__19a.html

22 https://www.agcm.it/media/comunicati-stampa/2021/3/S4143

23 Cfr. Digital Markets Act; par. 1.5 e art. 1.7

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(COMMISSION STAFF WORKING DOCUMENT IMPACT ASSESSMENT REPORT - Accompanying the document Proposal for a regulation of the european Parliament and of the Council on contestable and fair markets in

the digital sector (Digital Markets Act) p.31; figure 2: Intervention logic tree – problem drivers, problems and objectives)

Secondo le stime della Commissione, il raggiungimento degli obiettivi produrrebbe effetti positivi su fronti diversi e per stakeholders diversi: riduzione della frammentazione del mercato interno, crescita economica, sviluppo dell’innovazione, incremento dell’occupazione, incremento degli investimenti in R&S, riduzione della concentrazione del mercato, incremento del commercio online transfrontaliero e surplus dei consumatori24

Nel documento Dipartimento di Impresa e Management (pagine 45-48)