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CAPITOLO 2: Gli aspetti tecnico-operativi della cartolarizzazione

2.1 Obiettivi

La letteratura è solita individuare quattro principali macrocategorie motivazionali che spingerebbero gli intermediari a cartolarizzare:

1. Funding hypothesis (FH); 2. Specialisation hypothesis (SH);

3. Regulatory capital arbitrage hypothesis (RCAH); 4. Risk transfer hypothesis (RTH)58.

È opinione condivisa, a prescindere dalle numerose utilizzazioni che il mercato ha mostrato di poter accreditare alla securitisation, che l’operazione sia stata pensata principalmente per fronteggiare le necessità di banche ed istituzioni finanziarie di reperire risorse liquide59 a fronte delle loro attività di finanziamento a terzi. Non vi è dubbio, quindi, che uno se non “il” motivo principale alla base della cartolarizzazione sia la

funding hypothesis, legata al fabbisogno di raccolta e di liquidità delle banche, le quali

intraprendono tali operazioni per reperire fondi addizionali e alternativi rispetto ai depositi, sempre più scarsi e costosi. L’operazione consente di svincolare il costo della raccolta dal merito di credito dell’emittente e più precisamente ne riduce il costo poiché generalmente i titoli emessi dalle SPV hanno un rating più alto rispetto ai bond emessi direttamente dall’originator.

La creazione di liquidità per il tramite dell’incasso del prezzo del portafoglio ceduto può essere utilizzata per scopi diversi, può essere incamerata o impiegata in attività liquide (per esempio titoli di stato a breve termine) o in attività meno liquide, come prestiti verso la clientela; oppure per ristrutturare l’attivo della banca e le motivazioni sottostanti potrebbero essere:

a. migliorare la diversificazione del portafoglio; b. migliorare alcuni indici patrimoniali;

c. aumentare la capacità di impiego.

58 F. Battaglia, op.cit., p. 44.

59 Nella Relazione del disegno di legge n. 5058, in Camera dei Deputati, in Banca, borsa e tit.

cred., 1999, I, p. 249 e ss. i fattori che sono stati riconosciuti come favorevoli allo sviluppo di un processo di securitisation di attività finanziarie sono: l’esistenza di adeguate masse di crediti cartoralizzabili e la necessità di migliorare la reddittività degli intermediari creditizi e finanziari.

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La diversificazione del portafoglio permette di ridurre la rischiosità complessiva della banca e potrebbe rivelarsi interessante soprattutto per quegli intermediari la cui attività risulta molto concentrata in certi settori e/o verso certi segmenti di clientela.

Il miglioramento di alcuni indici patrimoniali potrebbe essere la conseguenza di strategie volte ad aumentare i profitti della banca (numeratore del ROE) e/o ridurre il suo capitale di rischio (denominatore del ROE); ciò è possibile perché a seguito della liberazione di capitale e/o della liquidità incamerata, le banche potrebbero riallocare queste risorse in altre forme di impiego più remunerative.

Con specifico riferimento all’aumento della capacità di impiego, la securitisation permette di aumentare il “tasso di rotazione” delle attività della banca: la banca potrebbe utilizzare la liquidità derivante per originare nuovi prestiti in grado di generare ricavi sia da interessi sia da commissioni; questi prestiti a loro volta potrebbero essere impiegati per nuove cartolarizzazioni (in particolare CDO) che a loro volta produrrebbero effetti positivi in termini di maggiori commissioni e/o nuovi clienti60.

Le banche così facendo si trasformerebbero in intermediari la cui attività è ispirata al modello originate-to-distribute piuttosto che al più tradizionale modello originate-to-

hold. Il modello OTH è il modello di intermediazione definito anche deposit-funded che

si fonda sulla concessione del credito e della raccolta diretta e frazionata di risorse finanziarie mediante indebitamento (depositi e obbligazioni), quindi si ha quando i creditori fanno prestiti con l'intenzione di mantenerli fino alla scadenza, al contrario di venderli ad altre istituzioni e/o investitori finanziari come nel modello OTD che viene definito anche modello marked-funded, la cui attività di intermediazione è essenzialmente incentrata sulla cessione e cartolarizzazione sistematica dei prestiti.

Secondo la specialisation hypothesis, le banche cartolarizzano sia per potenziare il proprio livello di specializzazione nelle funzioni rispetto alle quali godono di un vantaggio competitivo (ossia nell’attività di produzione dei prestiti) sia per incrementare la propria performance economica. In sostanza, l’utilizzo della cartolarizzazione consente agli intermediari di diventare degli originator puri, in virtù della scomposizione del processo del credito in più fasi elementari: origination, servicing, guaranteeing e funding. Tale fenomeno presenta importanti implicazioni in termini di stabilità del sistema finanziario, in quanto i prestiti rischiosi potrebbero essere sistematicamente trasferiti dal portafoglio di soggetti sottoposti a vigilanza a soggetti non controllati, confermando la

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definitiva affermazione del modello OTD anche in termini di processi di creazione e distribuzione del valore tra i diversi soggetti coinvolti nella vita economica della banca. La terza teoria, la regulatory capital arbitrage hypothesis riguarda la possibilità di realizzare arbitraggi sul capitale regolamentare mediante la riduzione del patrimonio di vigilanza, senza una corrispondente contrazione del rischio economico della banca. Le ipotesi alla base del RCA prevedono che le banche forniscano ricorso implicito e/o che trasferiscano all’esterno gli attivi migliori, mantenendo in portafoglio quelli di peggiore qualità.

Il ricorso implicito si verifica quando la banca originator non opera un totale trasferimento del rischio degli attivi cartolarizzati, ma in qualche modo ne trattiene una parte, per esempio con la sottoscrizione delle tranche junior. Se vi è ricorso implicito, è possibile effettuare arbitraggio regolamentare se il mantenimento di una parte del rischio non determina a fronte di esso accantonamento di capitale proprio. Nel caso in cui l’originator trasferisca gli attivi migliori e trattenga in bilancio quelli più rischiosi, l’arbitraggio è possibile quando, per esempio, a tutte le attività si applica il medesimo coefficiente di ponderazione, indipendentemente dalla loro effettiva qualità/rischiosità (come accadeva con il vecchio accordo di Basilea).

Tuttavia con il nuovo quadro normativo definito da Basilea 3, che prevede disposizioni regolamentari specifiche per quanto riguarda le operazioni di cartolarizzazioni e di ri- cartolarizzazione, alle quali si applicano coefficienti di ponderazione più sensibili al rischio, la possibilità di realizzare arbitraggi sul capitale regolamentare via securitisation si è decisamente ridotta.

Infine, occorre considerare l’ipotesi basata sul trasferimento del rischio di credito, la RTH. La cartolarizzazione viene identificata come strumento CRT (credit risk transfer), ovvero tecnica di trasferimento del rischio che conduce ad un’efficiente condivisione dello stesso tra soggetti intenzionati ad assumerlo. Le banche, nel cui portafoglio sono presenti prestiti particolarmente rischiosi, potrebbero essere incentivate a cartolarizzarle al solo fine di ridurne la presenza dal proprio bilancio o per diminuire le perdite attese correlate.

Quest’operazione è quindi uno strumento efficace sia per attuare una gestione attiva del rischio (risk management), sia per liberare il capitale. Non sempre però vi è un totale trasferimento del rischio di credito da parte dell’originator, il quale tenderà a sottoscrivere le tranche più rischiose per una questione di asimmetrie informative, per

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preservare la reputazione della banca e per rendere maggiormente attrattivo il pacchetto cartolarizzato al mercato.

M. Agostino, M. Mazzuca (2009) considerano la RCAH e la RTH teorie alternative: se la banca intende realizzare un arbitraggio sul capitale regolamentare, trasferirà gli asset di qualità migliore trattenendo quelli peggiori; se invece, si propone di trasferire a terzi il rischio via securitisation, allora gli attivi oggetto del trasferimento saranno rappresentati dagli asset di qualità peggiore.

Solitamente il beneficio principale che viene perseguito dall’originator è quello inerente al funding e per perseguire tale obiettivo è auspicabile una cartolarizzazione tradizionale. Mentre, se la banca ha come obiettivo quello del capital relief o una migliore gestione del rischio, è preferibile, dal punto di vista del minor costo, utilizzare una cartolarizzazione sintetica.

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